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Autore: L A I L A    24/06/2013    5 recensioni
Mentre discutevano di quanto le cheerleader potessero essere fastidiose, l' S3 di Elizabeth cominciò a squillare diffondendo Changes per per la parte sottostante le tribune.
[...]
- Tupac... -
Era come se avessero ricevuto una coperta di pile in una giornata fredda, come se fossero entrati sotto il getto caldo della doccia dopo una giornata stressante, come se avessero mangiato patatine fritte dopo giorni di minestrone.
Ellie, soprannominata così da Jamie, chiuse la telefonata, dicendo che era la madre ma, vedendo le facce deluse dei compagni, mise Changes in riproduzione.
Cantarono insieme quelle rime, emozionati, innamorati, bloccati in un vortice di sensazioni contrastanti. Inebriante condizione da cui non avrebbero mai voluto uscire. Altro che erba, era quella per loro la vera droga.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Thomas si allontanò per qualche secondo, lasciando le due ragazze da sole.
- Perchè sei qui? -
Chiese Jamie senza preamboli. Sin da piccola, è sempre stata schietta e sincera, anche se questo non è sempre stato un bene e l' ha cacciata in brutte situazioni.
Sentendo lo sguardo curioso della coetanea su di sè, Elizabeth alzò le spalle e disse, dopo aver buttato il mozzicone per terra:
- Mi sono rotta i coglioni. -
La ragazza con la maglietta di Superman rimase un attimo sorpresa nel sentire la compagna parlare così, ma si riprese e aggiunse, con fare quasi inquisitorio:
- Ti sei rotta i coglioni di cosa, esattamente? -
Anche lei si era stufata. Di quei ragazzini viziati con una vita perfetta che si lamentavano di problemi insulsi e credevano sempre di essere i più disastrati del mondo. La facevano infuriare.
- Di quella stronza di mia madre. L' ho detto. -
La ragazza era sull' orlo del pianto, ma ricacciò indietro le lacrime con una tenacia stupefacente almeno quanto ciò che aveva appena fumato.
- La odio. Vuole sempre di più, non si accontenta mai. La pressione che mi metteva mi ha portato a lunghi periodi di depressione e...-
Lo sguardo di Jamie venne attirato dalle braccia esili della ragazza e per la prima volta, senza la copertura degli occhiali, notò un volto scavato, triste, quasi rassegnato.
Sembrava che non avesse mangiato da giorni, e per la prima volta, Jamie ebbe paura.
Era debolissima e aveva appena fumato la prima canna della sua vita. Avrebbe potuto sentirsi veramente male.
Fece sedere nuovamente la bionda sul gradino in cemento, dal quale si era alzata, infervorata dalle rivelazioni che stava facendo.
- Perchè non me ne hai mai parlato? -
Chiese Jamie sedendosi accanto a lei. In realtà sapeva già la risposta. Non l' aveva mai degnata di uno sguardo, mai tentato neanche lontanamente di esserle amica.
La mora strinse la mano della compagna per una frazione di secondo, prima che Thomas tornasse, seguito da un ragazzo più grande, dall' aria sicura.
Avrà avuto diciannove, se non vent' anni e sembrava veramente a proprio agio. La maglietta semplice non celava i pettorali scolpiti che sembravano nascondersi dietro il tessuto nero. Jamie si alzò e gli strinse la mano, presentandosi.
Aveva tanto sentito parlare di quel ragazzo, ma non l' aveva mai conosciuto di persona. A detta di leggende metropolitane, doveva essere veramente una leggenda.
Elizabeth gli riservò un cenno del capo e pronunciò il suo nome a mezza voce come chi, dopo aver scampato un grosso pianto si sente come se ogni parola potesse scaturire nuove lacrime.
Il nuovo arrivato sorrise a entrambe e, dopo essersi girato una canna, l' accese fumando tranquillamente.
Thomas guardava la scena curioso di ciò che sarebbe potuto accadere. Amava creare nuove amicizie.
Come spinto da una legge implicita del Posto, Devon passò il fumo a Jamie che, dopo aver fatto un tiro, guardò l' erba bruciare, all' interno della cartina.
Evitò accuratamente di passarla a Elizabeth che sembrava già persa e la mise invece tra le dita di Thomas.
Si guardarono l' un l' altro e, dopo un paio di giri, Devon se ne uscì dicendo:
- Ho un Volkswagen Transport T2 che non funziona. -
Nessuno gli prestò ascolto tranne Elizabeth che lo guardò curiosa per qualche istante prima di tornare a nascondere la testa tra le ginocchia.

Mezz' ora dopo, il Posto cominciava a svuotarsi. Stavano per iniziare le lezioni ed era un comune martedì primaverile, per cui non c' era nessuna ragione particolare per doverle saltare.
- Vela? -
Propose Thomas con un sorrisetto accattivante.
- Non ho la barca -
Disse Elizabeth in tono poco lucido. Jamie e Devon risero di gusto, e Thomas sorrise aiutandola ad alzarsi, anche se lei non intendeva fare una battuta.
- Devo consegnare la relazione del libro. La scadenza è oggi. -
Nonostante farfugliasse, e incespicasse nelle parole, sembrava sapere quello che diceva.
- Sei ridotta male. Non puoi andare a scuola. -
Osservò Jamie, calma ma autoritaria.
- No, devo! -
Quasi urlò Elizabeth, così decisa che li convinse ad accompagnarla.
La lezione di inglese sarebbe stata alla seconda ora e Jamie, essendo la sua unica compagna di corso a conoscenza dei fatti, l' avrebbe accompagnata. Alla fine dell' ora sarebbero uscite cercando di trovare un modo per farla riprendere.
Lasciarono il Posto, quando la maggior parte dei loro compagni di scuola se n' erano già andati da un pezzo e, probabilmente, la campanella era già suonata segnando l' inizio delle lezioni della prima ora.
Thomas andò a prendere la moto, parcheggiata a un centinaio di metri di distanza, e i tre rimasero fermi all' entrata del vicolo, in silenzio.
Il ragazzo frenò in sgommata e caricarono Elizabeth dietro di lui raccomandandole di tenersi bene. Devon e Jamie avrebbero fatto a piedi la strada fino alla metro che li avrebbe portati poco distante dalla loro scuola.
La moto partì sgommando e Devon e Jamie si trovarono soli.
- Che dicevi, sul furgoncino? -
La buttò lì Jamie, e presto si trovarono a parlare un po' di tutto, di cosa succedeva a scuola, dei professori, di come fosse impossibile immaginare la loro vita sessuale anche se si sospettava che il prof. di Educazione Fisica e l' allenatrice delle cheerleader si dessero da fare negli spogliatoi della palestra, tra una lezione e l' altra.

In qualche modo, dopo circa dieci minuti di camminata si sentirono come se si conoscessero da anni.
Salirono i metropolitana con il sorriso sulla faccia e fecero sedere due vecchiette ai loro posti, stando in piedi senza aggrapparsi alle maniglie o ai tubi. Così, per sfida.
Il ragazzo finì contro una signora piuttosto in carne che prese a urlare in una lingua incomprensibile mentre un Devon piuttosto imbarazzato si scusava sottovoce e Jamie si sbellicava dalle risate. A lei toccò un ragazzo niente male a cui non sembrò dispiacere il contatto con la giovane.
Mentre si girava per tornare dall' amico con un sorriso complice, però, sentì una mano calda posarsi sulle sue natiche, e senza pensarci, si girò caricando una cinquina che stampò in pieno viso allo sconosciuto. Quello rimase esterrefatto per qualche secondo prima di allontanarsi imbarazzato. Fu il turno di Devon di ridere a crepapelle, tenendosi lo stomaco con una mano, e aggrappandosi a un tubo verticale per non cadere fragorosamente sul sudicio pavimento in preda alle convulsioni.
Quando arrivarono alla fermata avevano gli occhi lucidi dalle risate e delle espressioni da ebeti stampate sul volto.

Arrivati a scuola, la scena che gli si parò davanti agli occhi fu epica.
Thomas aveva appena parcheggiato e stava aiutando Elizabeth a scendere, mentre una cheerleader dall' aria infuriata si dirigeva verso di loro, la gonna troppo corta che svolazzava, i lunghi capelli biondi mossi dal leggero venticello, simili ai serpenti di medusa, tanta era la furia che essa emanava.
Vedendola da lontano, Elizabeth si allontanò in fretta da Thomas e, dopo aver rintracciato Jamie e Devon con lo sguardo, andò in quella direzione e si unì agli alunni di mezza scuola che guardavano la scena eccitati, da vari punti del cortile. In fondo, si trattava pur sempre del quarterback e del capo delle cheerleader.
- Chi era quella? -
Asserì in tono acido la biondina che aveva tutta l' aria di essere sul punto di esplodere.
- Calmati, era una mia amica. -
Disse il ragazzo, guardandola con fare quasi indifferente.
Sapeva come sarebbe finita, così le girò le spalle per riporre il casco sotto la sella. L' ochetta alzò la voce, e disse, in tono pungente:
- Ah sì? Come quella troietta di Cooper? -
Mai insultare Jamie davanti a Thomas, mai.
- Cosa hai detto? -
Chiese lentamente Thomas, girandosi col casco in mano, come nelle scene dei film.
- Hai capito benissimo. -
Thomas fece un sorrisetto ironico e, dopo aver rivolto uno sguardo in direzione dei suoi amici, tornò a fissarlo sull' espressione furiosa di lei.
- Chi è che si è scopata mezza squadra di football, lei o... Tu? -
Si sentì un boato provenire dalla piccola folla che assisteva alla scena e Jamie, dopo aver sorriso, disse:
- Così si fa, zio! -
Poi si avvicinò a Elizabeth e le disse, in un orecchio:
- Anche se me ne sono fatti un paio anch' io. -
Scoppiarono a ridere mentre Devon, preso dalla scena, era pronto a intervenire nel caso fosse scoppiata una rissa.
La cheerleader scappò sull' orlo di una crisi isterica seguita dalle amiche, probabilmente diretta ai bagni delle ragazze.
Thomas raggiunse il gruppetto e diede il cinque a Devon che ora alternava sorrisetti complici a risatine.
Le ragazze li salutarono e si diressero allegre verso il portone d' ingresso, dandogli appuntamento all' ora successiva sotto le gradinate del campo da football.

 

 

 

  
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