Eravamo in quarta elementare ,sezione A .Ero una di quelle bambine a cui piaceva ridere e scherzare, lei(Simona) invece era una solitaria e di poche parole. Subito la mia maestra di italiano ,vedendomi parlare molto spesso, mi cambiò di posto, mi mise al fianco di Simona Paesano. Provai e riprovai ma non riuscivo a fare amicizia con lei che era sempre chiusa nel suo piccolo mondo. All’inizio lo feci per convenienza, avere molte amiche mi dava forza. Era un tipo snob, non faceva avvicinare nessuno, mi preoccupavo per lei perché non aveva amiche, ma lei mi diceva che andava tutto bene .Essendo ancora una bambina non riuscivo a comprendere gente del genere. Chiesi alla maestra di sostegno ,che era lì per aiutare una mia compagna in difficoltà ,di spiegarmi il motivi per cui era così triste . Lei mi ignorò e continuò a fare quello che in precedenza stava facendo .Ero furiosa ,non capivo perché mi avesse ignorata. Io continuavo a farmi diverse domande del tipo: perché gli adulti sono tutti così? Perché non vogliono che io sappia di più sul suo conto?. Ero afflitta da troppe domande. Dopo poco tempo mi convinsi e lo chiesi direttamente a lei. Mi rispose in modo brusco ,tanto da farmi venire i lacrimoni ,ma io continuai a chiederglielo, dopo poco tempo lei mi urlò contro e l’intera classe sussultò, accorsero le maestre ,ormai io ero rigata dalle lacrime .Dopo un po’ si calmò tutto e la maestra mi portò fuori dalla porta a cantarmele, io ero stufata e gli chiesi la stessa cosa che chiesi a Simona. Passarono alcuni secondi e lei ancora esitava a rispondermi ,mi faceva una rabbia. D’un tratto mi chiese di non continuare a volerlo sapere, ma io non volevo smettere perché avevo davvero voglia di esserle amica e di sostenerla. Mi faceva un male quando non potevo parlare con lei perché non avevo argomenti. Voler essere sua amica è una cosa così brutta?. Il resto della classe la ignorava, forse avrei dovuto farlo anch’io dal principio. Prima della fine dell’anno gli chiesi un’ultima cosa :<< Pensi davvero di stare bene da sola?>>. Lei mi rispose:<
Dopo quello che avevo detto non pensavo che una volta tornate a scuola mi avrebbe mai parlato, ma lei appena entrò in classe la prima che salutò con entusiasmo fui io. Il suo sorriso mentre salutava mi riempiva di gioia, avrei voluto vederlo tante e tante volte ancora. Durante la pausa per la merenda mi chiamò per mangiare con lei lo spuntino ed io accettai con gioia. Ero contentissima finalmente mi aveva accettata. D’un tratto parlò dicendo:<
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Scusate se non è molto chiaro… vi piaccia JJ