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Autore: Principessa Purosangue    24/06/2013    5 recensioni
Dimenticatevi del Geass ma solo di quello: lasciate tutti gli intrighi, i tradimenti, i dolori, i ricordi, le gioie. Aggiungetevi gli orgogli, i pregiudizi e gli status sociali. Il nome di una famiglia è la cosa più importante fra i nobili, in particolare se appartieni alla famiglia reale: in confronto l'amore non è niente.
Lei è una ragazza dal passato intriso di sangue, lui un Principe in lotta con le sue stesse etichette. Due mondi così contrapposti eppure complementari.
Sarà amore? Sarà passione? Sarà che la vuole solo usare?
Che le danze abbiano inizio!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: C.C., Lelouch Lamperouge, Shirley Fenette, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Masquerade

 

- Capitolo due -

Can’t stand you

 

 

Il caldo afoso di quella giornata gli aveva provocato una sonnolenza post-sbornia che decise di risolvere appoggiando testa e braccia sul banco ed assopirsi, per potersi poi godere la giornata. I prof non avrebbero mai osato dirgli nulla e in tutta la sua vita aveva sempre abusato della sua autorità; sapeva bene che tale atteggiamento non era degno di un principe, eppure dell’etichetta non gli era mai importato un gran che: anche quando lui errava, era la gente a prostrarsi ai suoi piedi ad implorare perdono. Da qualche tempo aveva inoltre deciso di dedicare la sua vita al nulla: le ragazze e le feste erano la sua unica passione. Giocava ma non s’innamorava in quanto considerava l’amore un ostacolo; c’era un’unica ragazza nel suo cuore ma quell’unica egli non la desiderava sessualmente poiché condividevano lo stesso sangue: sua sorella Nunnally. Di questo suo piano tuttavia, qualcosa lo turbava: il fratello maggiore. Nessuno dei due era destinato al trono, eppure il desiderio divenire imperatori era forte in entrambi. Secondo la regola della successione tuttavia, Schneizel, essendo Secondo Principe di Britannia, sarebbe venuto prima di lui. L’Undicesimo Principe però non si dava per vinto e passava intere giornate a ponderare, pianificare e mettere in prova innumerevoli piani per far crollare quell’immagine dell’uomo perfetto che il fratello sembrava incarnare. Accadeva però che, stremato, si lasciasse cadere fra le braccia delle diverse ragazze che ogni giorno lo circondavano, sfogando così le sue frustrazioni dentro di loro.

Quella mattina, Lelouch Vi Britannia, il primogenito dell’imperatrice in carica e l’unica donna veramente amata dall’imperatore, era stremato da una notte di divertimento ma aveva comunque deciso di andare a scuola poiché era necessario dimostrare al mondo quanto fosse grande il suo senso di responsabilità: le ombre viola sotto gli occhi erano in realtà la prova della sua diligenza, in quanto aveva passato l’intera nottata a studiare; comunque, nessuno avrebbe mai osato contraddirlo. Così, quando il professore annunciò l’arrivo di una nuova alunna, il moretto era indeciso se gioie poiché una nuova preda si sarebbe unita alla sua vasta collezione o perché avrebbe potuto dormire passando inosservato. Sentì il professore urlare e affondò ancora di più il volto fra le braccia, desideroso di dormire. Il suo migliore amico gli diede una gomitata; l’intenzione era quella di farlo alzare e mostrarsi educato verso la ragazza che da lì a poco sarebbe entrata nell’aula.

- Lasciami in pace, Suzaku… - Brontolò Lelouch, facendosi più in la.

- Sii educato, almeno. - Non notando alcun movimento, il giovane sospirò e scosse la testa. Suzaku era figlio del primo ministro giapponese, colui che aveva partecipato alla Ribellione per i diritti del Giappone; dopo anni di stenuanti lotte pacifiche erano finalmente riusciti a ottenere la libertà, tuttavia il processo era ancora lungo. L’isola, ancora chiamata da alcuni “Area 11”, sarebbe ritornata presto all’originario nome “Giappone”; andavano ancora sistemate alcune leggi, il governo si stava formando e per le cittadinanze ci sarebbe voluto ancora qualche tempo. Per evitare che il paese e i cittadini cadessero nella più totale confusione, i due stati decisero di lasciare apparentemente tutto come un tempo, dando così il tempo ai giapponesi di sistemarsi. Dal loro canto, i giapponesi avevano promesso di trattare con riguardo le leggi inerenti i britannici, che potevano considerare l’isola la loro seconda casa.

Suzaku, essendo figlio del primo ministro, aveva sempre frequentato gli ambienti di corte e sin da subito si era fatto amico dei figli dell’imperatore, in particolare di Lelouch, Euphemia e Nunnally, ragion per la quale entrambi i condottieri non avevano mai permesso che la Ribellione sfociasse nel sangue. Suzaku, essendo figlio unico, era molto legato ai principi reali e spesso li tirava fuori dai guai, Lelouch in particolare era sempre sotto sua stretta vigilanza anche su richiesta di Euphe, amica per la quale provava qualcosa di assai profondo.

Vide il professore chiedere con un gesto della mano alla nuova alunna di entrare, e fu curioso di scoprire chi sarebbe stata la nuova compagna. Amava essere circondato dalle persone e farsi nuovi amici, era una peculiarità del suo carattere del resto attirare le persone a se come calamite col suo animo gentile e rispettoso.

- Venite pure.

Ma il ragazzo spiccava anche in percezione. E quando la nuova alunna entrò, sentì dentro di lui una scossa, una scossa tale da fagli percepire che qualcosa di grande stava per accadere e sentì il forte bisogno di voltarsi verso l’amico il quale nel frattempo, sentendo i ragazzi e le ragazze della classe bisbigliare della bellezza dalla giovane emanata, alzò lentamente il capo per vederla.

- Buongiorno. - Non appena proferì parola, Lelouch si alzò di scatto, gli occhi ametista spalancati ed intenti a scrutare ogni singolo dettaglio della nuova arrivata che per un attimo ricambiò lo sguardo. La sua reazione passò però da tutti inosservata in quanto troppo occupati a fissare la nuova arrivata.

- Si presenti pure, signorina. - La ragazza annuì e guardò quasi annoiata tutti gli alunni, per poi iniziare.

- Mi chiamo C.C. e sì, è il mio vero nome, perciò vi chiederei di non assillarmi con questa domanda. Come voi ho quindici anni e mi sono appena trasferita dalla Britannia. Spero poter trovarmi bene qui. - Finì con un rapido inchino, guardandosi intorno per capire dove si sarebbe dovuta sedere.

- Si sieda pure lì… - Indicò un banco vuoto contro il muro in penultima fila al lato sinistro della classe. - Davanti alla signorina Stadtfeld!

- Kōzuki. - Lo corresse visibilmente infastidita la rossa che si alzò in piedi per far capire alla nuova arrivata quale fosse il suo posto; C.C. comprese subito che la ragazza fosse più fiera del suo sangue giapponese rispetto a quello britannico. Tuttavia sembrava a posto, così si diresse al suo posto e si sedette. Suzaku e Lelouch, dall’altro lato dell’aula, la seguirono con lo sguardo e il giapponese fu dispiaciuto del fatto che si fosse dovuta sedere nel lato opposto dell’aula; si voltò dall’amico per chiedergli cosa ne pensasse ma lo ritrovò nuovamente con il volto sul banco, stavolta però cullato fra le braccia di Morfeo.

 

 

 

Non appena la campanella suonò per indicare la pausa pranzo, la classe si fiondò sulla nuova arrivata, soffocandola di domande; solo Lelouch e Kallen rimasero seduti al loro posto, lei tuttavia leggermente girata verso C.C. per studiarne le espressioni mentre il principe si stropicciava gli occhi impastati di sonno. Ma prima che potesse anche solo risvegliarsi, un paio di esili braccia s’intrecciarono sul collo, la presa forte come quella di un’iguana sulla sua vittima e, d’altronde, era proprio così che si sentiva e si maledisse per non averci pensato prima.

- Lulu! Mi sei mancato!

- Come posso esserti mancato se frequentiamo la stessa classe, Shirley? - Il moro cercò di scrollarsela di dosso, ottenendo tuttavia l’effetto contrario. Si guardò intorno in cerca di aiuto ma i suoi amici erano troppo presi dalla nuova arrivata per salvarlo dalle grinfie della ragazza.

- Tu mi manchi ogni secondo in cui le nostre pelli non si sfiorano! - Lelouch sospirò, chiedendosi come e quando suo padre avesse deciso di punirlo in tal modo: quale peccato aveva mai commesso per meritare un simile martirio? La dolcezza di Shirley era insopportabile, un giorno gli avrebbe fatto venire il diabete; tanto lo stomaco già glielo faceva rivoltare.

- Non saluti la nuova arrivata? - Cercò di cambiare argomento, pregando ogni forza da lui conosciuta affinché la giovane si distraesse e lo lasciasse libero: libero di scappare. Il principe non era mai stato un ottimo corritore eppure, da quando era stato condannato ad una morte lenta, la sua resistenza era migliorata e migliorava di volta in volta per la gioia della professoressa Villetta Nu, docente di educazione fisica.

- Uh, giusto! - Lelouch ringraziò tutte le forze che lo avevano ascoltato e, notando il sorrisetto che si faceva strada sul migliore amico, sospirò, scuotendo la testa.

- Certo che la tua fidanzata non ti lascia neanche respirare!

- Zitto! - Urlò. - Non pronunciare più quel sostantivo, nome, aggettivo, qualsiasi cosa inerente a quella! - Lo intimò. - Un modo per liberarmene, giuro, lo trovo! - L’amico rise, voltandosi verso la ragazza in questione che nel frattempo cercava di attirare l’attenzione di C.C.

Shirley era sin da sempre stata innamorata di Lelouch, sin dal primo momento in cui lo aveva visto all’asilo nido. Era l’unica figlia di una celeberrima famiglia di Britannia: i Fenette, di illustre discendenza, erano dei duchi che, con la loro dolcezza e gentilezza, avevano pian piano guadagnato il favore di molte illustri famiglie fra cui la famiglia reale. Joseph Fenette, come i suoi avi prima di lui, aveva frequentato l’Ashford Academy dove aveva conosciuto l’adorata moglie, con la quale pochi anni dopo si sarebbe sposato. Una delle damigelle della sposa, non ché una carissima amica, era la giovane Marianne Lamperouge, la quale, appartenendo ad un umile famiglia di conti, ebbe l’occasione di conoscere l’allora ancora giovane Imperatore Charles al matrimonio dei Fenette. Il colpo di fulmine fu immediato e, pochi mesi dopo, tutti gli stessi nobili presenti quella sera si ritrovarono a festeggiare l’ultimo matrimonio del loro imperatore. Era dunque inevitabile che l’amicizia fra le coppie divenisse intima: Shirley fu sin da piccola invitata ai ricevimenti e alle feste privati della famiglia reale, lei e Suzaku gli unici al di fuori di quella ristretta cerchia di privilegiati.

- È ancora così piccola, eppure è già pazza di tuo figlio! - Fece notare un giorno Joseph, constatando le guance rosse della figlia inseguito al rapido bacio che l’ultimo principe di Britannia le aveva dato sulla mano, che corse poi a sciacquarsi le labbra, schifato.

- Tu dici? - Chiese Charles, una mano sotto il mento. - Beh, solo il tempo potrà dirlo! Se davvero questa cosa potesse funzionare, sarò il primo a festeggiare l’unione delle nostre due famiglie. - In quel caldo pomeriggio primaverile, quando Lelouch ancora s’interessava a prendere in giro le altre bambine aldilà delle sue sorelle, la condanna del principino fu firmata. All’inizio pensò si trattasse solo di un gioco, una minaccia del padre per obbligarlo a comportarsi meglio, ma col tempo aveva capito che era tutt’altro che una bugia: Lelouch era destinato a sposare Shirley, volente o nolente.

- Tuo padre non cambia proprio idea, eh? - Domandò Suzaku, distogliendolo dai suoi pensieri.

- Non ne vuole sapere di cancellare il fidanzamento, è anche una questione diplomatica. O di amicizia di o una futilità del genere.

- Futilità? - Ripeté il giapponese. - Consideri l’amicizia una futilità, Lelouch? - Domandò, cercando di nascondere la sua preoccupazione con un tono scherzoso.

- Quando si tratta di mio padre, sì. - Spiegò. - È così ovvio che tutta la gente che ora lo circonda lo faccia solo per convenienza… Tali esseri non si possono considerare amici. - Suzaku sorrise, ripensando alla loro infanzia e a come nessuno dei figli di Britannia fosse cambiato.

- Che ve ne pare della nuova arrivata? - Rivaltz li raggiunse con un sorriso stampato sul volto, prova che la ragazza non lo avesse trattato male come le altre invece facevano. - È una in gamba! E si vede che ha un caratterino capace di tener testa a Kallen!

- Ehi, parli di me? - La rossa si avvicinò piano al gruppo, rimanendo per qualche secondo incatenata agli occhi ametista di quel ragazzo che lei considerava il suo primo ed unico amore. Kallen era una ragazza molto riservata e nessuno sapeva del suo amore non corrisposto e mai nessuno avrebbe dovuto saperlo: sarebbe morto insieme a lei, seppellito nell’eternità.

- Che ne pensi della nuova arrivata? - La giovane in questione si girò per guardarla rapidamente. - Non mi dice nulla. Penso sia una di quelle solite ragazze fredde e indifferenti a tutto.

- Ma dai, come sei cattiva! - Suzaku, anche se sorrise, voltò il viso verso C.C. che nel frattempo si alzava; probabilmente cercava una qualsiasi scusa per venir lasciata in pace dalla mandria che le stava addosso. Per quanto stimasse Kallen, si ritrovò d’accordo con Rivaltz: era stata un po’ troppo dura con la nuova arrivata e ciò non era da lei, che aveva un animo incorruttibile  e gentile.

- A me… Sembra una ragazza a posto. - Commentò Nina, gli occhi bassi e le mani che giocavano nervosamente con i libri. - È molto riservata, persino con Shirley ha parlato poco. - Udito quel nome, Suzaku si voltò velocemente verso l’amico, un sorriso benevolo dipinto sulle labbra.

- E tu, Lelouch? Tu cosa ne pensi della… Uh? - Ma l’Undicesimo Principe di Britannia era sparito, svanito nel nulla prima anche solo di udire il nome di quella ragazza che hai suoi occhi era una sanguisuga sotto mentite spoglie umane; scappò, sperando quasi di poter fuggire davvero dalle grinfie del padre e dell’oppressiva fidanzata.

 

 

 

L’Ashford Academy era una delle scuole più prestigiose del paese. Non solo per la qualità degli studi, bensì per la gente che la frequentava: pochi erano infatti i ragazzi del ceto medio a potervi entrare, le borse di studio venivano offerte solo ai ragazzi con la media dall’otto e mezzo in su. Era inoltre un istituto immenso: comprendeva piscine, svariati campi da golf, tennis, calcio, pallacanestro e pallavolo. Vi erano ampi spazi destinati al giardinaggio e le sedi dei club erano degli edifici rinascimentali costruiti per ricordare gli anni d’oro dell’Inghilterra e della Francia monarchica. Il fatto che la scuola fosse un gigantesco labirinto quindi, non rese facile la fuga della nuova studentessa che invano saliva e scendeva ogni scala degli edifici nella speranza di trovare un luogo isolato.

Finalmente, quando ormai aveva perso ogni speranza, si ritrovò sulla terrazza dell’edificio centrale e si sedette all’ombra, nascondendosi dal mondo. Sospirò, guardando il cielo limpido; aveva sempre amato le nuvole. Non sapeva nemmeno spiegare perché, eppure sin da bambina le osservava, le studiava, cercava di raggiungerle, di immaginarne la consistenza, di odorarle, di assaggiarle. Pur sapendo che non ci sarebbe riuscita, alzo lentamente il braccio, sfiorando con la sua immaginazione quegli enormi zuccheri filati color latte.

- Chissà se… Potrete mai… Esaudire questo mio egoistico desiderio… - Sorrise tristemente, ritraendo la mano, consapevole che mai e poi mai avrebbe visto il suo desiderio avverarsi. Sospirò nuovamente ma si sorprese quando sentì dei passi rapidi raggiungere la terrazza; C.C. sporse la testa e vide un giovane di spalle con le mani appoggiate alle ginocchia che prendeva fiato: evidentemente aveva corso per molto tempo.

- Maledizione! - Lo vide cercare qualcosa nelle tasche dei pantaloni. - Prima o poi escogiterò qualcosa di grande. - Il ragazzo aprì il pacchetto di sigarette e ne appoggio una sulle labbra, pronto ad accenderla.

- Non lo fare. - Il moro si guardò intorno, cercando di capire da dove provenisse la voce. - Dietro di te, angolo in ombra alla sinistra. - Lelouch si voltò, sorpreso di vedere la nuova arrivata nascosta in un angolo buio invece che in giro per la scuola a gustare i suoi cinque minuti di fama.

- E tu che ci fai qui?

- Non sono affari tuoi. - Il principino accigliò un po’ le sopracciglia e, dandole nuovamente le spalle, avvicinò l’accendino alla sigaretta. In realtà, a Lelouch non era mai piaciuto fumare. Non era uno di quei ragazzi che avevano bisogno di fumare per sentirsi adulto e figo; gli piaceva bere, ma non eccessivamente; considerava un atteggiamento da poco uomo quello di giocare coi cuori e i corpi delle ragazze per poi vantare le conquiste ovunque. Lelouch era sempre stato un gentiluomo con le dame, studioso, educato, dal carattere forte ma molto astuto nelle scelte. Da quando però l’anno precedente l’imperatore aveva confermato la sua volontà di promettere Lelouch a Shirley, il ragazzo era completamente cambiato, diventando l’opposto: fumava, si ubriacava, usciva con una o più ragazze alla volta le quali si portava a letto e non ne faceva segreto, anzi, se ne vantava. Solo con gli amici e le persone a lui care era rimasto se stesso, per il resto era maleducato, menefreghista di tutto e tutti, ormai aveva smesso anche di studiare. Questo per far soffrire Shirley, nella speranza che un giorno, stanca, mandasse al diavolo tutto; eppure la ragazza era recidiva: più male le faceva, e più tornava da lui. Ma soprattutto, il suo nuovo atteggiamento era un dispetto verso il padre: quel padre che sembrava odiarlo, quel padre che era insolente con tutti tranne che con Marianne e Nunnally.

Quel padre che un giorno avrebbe spodestato.

- Ti ho detto di non fumare. - Lo riprese nuovamente lei, questa volta con gli occhi severi. Il ragazzo sbuffò, accendendo la sigaretta.

- Grazie della preoccupazione, so già cosa comporta il fumo ma essendo la salute mia, decido io cosa...

- Non m’interessa la tua salute. - Lo interruppe, alzandosi in piedi. - L’aria è tua?

- Eh? Che razza di domanda è?

- Rispondi: l’aria è tua? - Lelouch alzo un sopracciglio, facendo la seconda tirata ed espirando il fumo alla sua sinistra.

- No. - Rispose secco lui. - Ma la vi… Ehi! - C.C. gli tolse con violenza la sigaretta dalla labbra che poi gettò a terra e schiacciò.

- L’hai detto tu che l’aria non è tua, perciò non inquinarla. - La giovane fece per andarsene ma il ragazzo ne bloccò il polso, obbligandola a voltarsi. Gli occhi dorati della ragazza erano forti, rispecchiavano tutta la sua personalità: cocciuta, determinata ma soprattutto indomabile.

- L’aria non è mia ma nemmeno tua. È di tutti. - Chiarì lui, lasciando la presa per prendere una nuova sigaretta che C.C. prontamente gli tolse dalle mani.

- Io faccio parte di tutti e la mia aria non va inquinata. Se proprio vuoi fumare, scendi e cercati un altro posto dove io non sia presente. - Detto ciò la nuova arrivata tornò a sedersi, lasciando dinnanzi a lei un Lelouch sorpreso e infastidito alla volta: quella ragazza gli avrebbe dato filo da torcere. Stava per risponderle quando una voce amica lo fermò, raggiungendo i due in terrazza.

- Mi hanno detto che la nuova ragazza è qui! - La biondina  si guardò intorno e, vedendo Lelouch, gli si avvicinò. - Ah, Lelouch! E tu che ci fai qui?

- Ero venuto qui per fumare. - Spiegò, abbassando lo sguardo verso le due sigarette rotte a terra. - Ma Miss Simpatia me l’ha impedito! - Guardò in direzione della ragazza che, del tutto indifferente, si alzò.

- Oh, eccoti! - La ragazza dagli occhi azzurro mare si avvicinò a C.C., porgendole gentilmente la mano. - Io sono Milly Ashford, figlia del preside, nonché presidentessa del consiglio studentesco! Il mio compito oggi è quello di farti conoscere tutti i club che la nostra scuola offre, anche se io credo saresti una grande conquista per il consiglio! - La nuova arrivata venne trascinata via dalla presidentessa, che iniziò ad elencare le ragioni per cui il consiglio studentesco poteva considerarsi la miglior scelta. Lelouch le guardò andarsene e rise, pensando che Milly non si smentisse mai, avvolta sempre da quella strana energia positiva che non l’abbandonava nemmeno nei giorni più bui. Dall’alto della terrazza vide le due ragazze avviarsi nell’edificio del consiglio e osservò la nuova arrivata, ricordando la discussione di pochi minuti prima.

- Per una volta hai ragione, Rivaltz. - Si portò una sigaretta alle labbra che accese compiaciuto e, dopo il primo meraviglioso tiro, sorrise. - Miss Simpatia ha davvero un caratterino niente male.

 

 

 

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HI CRAZY PEOPLE!! ^__________^

Dunque, prima di tutto ci terrei a ringraziare DI CUORE AliceBaskerville che mi ha dedicato qualche minuto del suo tempo per scrivermi una recensione, davvero ti ringrazio che non idea!! (‘: Btw, anch’io sono una grandissima fan di Pandora Hearts! *O* E come te amo la bellissima Alice B. Rabbit. *W* Tornando a noi, ringrazio anche coloro che non hanno recensito ma hanno deciso di seguire questa storia e spero di poter leggere presto qualche vostra opinione!! (: Questo capitolo è stato anche abbastanza lungo per fare un po’ il punto della situazione, se l’avessi spiegato nel mentre della narrazione di tutta la fan fiction sarebbe stato complicato e anche poco piacevole da seguire, invece che ora sapete a grandi linee la storia sarà per me molto più facile continuare. ^^ Beh, spero vi sia piaciuto questo capitolo e spero di leggere qualche recensione!! *^*

Grazie dell’attenzione, a presto! ^.-

Ciaossu ~

 

 

Prinny *

   
 
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