Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: mirmelle_29    24/06/2013    0 recensioni
partiamo subito col dire che non è una storia d'amore. è la storia di lui, di lei e degli altri.
Harry non è un pazzo alla ricerca di sesso.
La protagonista non è un strafiga, anzi è piuttosto sfigata e anche bruttina.
Niall è a dieta.
Liam non è il solito fratello iper protettivo.
Zayn ha detto 'no' al fumo.
Louis non mangia carote.
insomma questa è una fanfiction, ma non è una fanfiction.
é la storia di sei ragazzi, molto diversi fra loro, che si ritrovano a passare i (300) giorni più belli delle loro vite, insieme.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E comunque vada, saremo insieme.
 
La sua sveglia suon.. Ei, ei. No, non inizia così, non come tutte le altre. Questa storia inizia con lei, Alexiane (sua madre andava matta per i nomi francesi) , detta più semplicemente Alex. Sedici anni di esistenza passati per la maggior parte da sola. Alex non faceva amicizia facilmente, forse perché non ‘quella bella’ ne tantomeno ‘quella popolare’. Passava il suo tempo libero davanti al pc, ad invidiare tutte quelle ragazze perfette, i capelli tinti e piastrati, le foto con i fidanzati, gli stati intelligenti, le amiche perfette pure loro. Se non stava al pc andava davanti allo specchio e si guardava. Aveva ancora in testa le immagini di quei volti da copertina, le gambe magre. Lei era pressoché insignificante. Aveva i capelli lunghi e neri, che assomigliavano sempre di più ad un ammasso di paglia. Gli occhi erano di una grandezza spropositata e avevano le iridi di un comunissimo marrone chiaro. La pelle era bianca e sotto gli occhi e sopra al naso aveva una spruzzata di lentiggini, quelle le piacevano un sacco, anche se le davano spesso e volentieri l’aria di essere più piccola della sua età. Non era magra, le gambe le si toccavano e aveva dei rotolini che cercava di nascondere in tutti i modi, mettendosi felpe e maglie larghe, o trattenendo il fiato, per quel che poteva. Insomma, Alex era una comunissima ragazza. Andava ad una scuola di merda, in una città di merda, con gente di merda. Aveva qualche amica, nessuno di rilevante importanza però. Nessuna che la chiamasse per andare ad una festa, nessuna che gli dicesse ‘andiamo a farci un giro’. Ma alla fine Alex sapeva stare da sola, il dramma è quando non sei abituata. Se sei stata sola per una vita, allora non ci sono problemi, anzi ti piace, ma se sei una di quelle tipe che da sole non stanno mai, e ti ritrovi a dover passare una serata con te stessa allora vai di fuori. Questo era cio che più Alex lodava di se stessa: la capacità di stare da sola. Ma non sola e triste, bensì sola e felice.
Quella mattina, umida e pesante, montò sulla Audi di suo padre buttandosi la cartella di fronte ai piedi, sul tappetino immacolato che odorava di nuovo. Si era raccolta i capelli con una pinza e alcune ciocche continuavano a cadergli davanti al viso, e in poco tempo si ritrovò a lottare con i proprio capelli, allontanandoli il più possibile dalla faccia.

-Buongiorno principessa!

Suo padre, giacca e cravatta era piombato sul sedile di pelle con il suo solito ottimismo mattutino.

-Ciao daddo.

Disse Alex come da rituale. La strada era sempre la stessa, ogni tanto suo padre inchiodava per prendersela con qualche ciclista imprudente o qualche donna al volante. Lei se ne stava zitta ascoltando il brusio indistinto della radio, ancora assonnata e con la prospettiva di un’altra giornata di merda a scuola. Suo padre accostò all’angolo, proprio di fronte al bar dove tutti facevano colazione. Magari nemmeno la guardavano, ma Alex si sentiva sempre così imbarazzata, che si aggiustava la felpa tirandola il più in giu possibile e guardandosi le scarpe, mentre si avviava verso il portone. Puntualmente, all’angolo del bar se ne stava Styles, un gran fico in gergo giovanile. Portava sempre quei pantaloni neri super stretti da arresto e le maglie scollate, che mettevano in mostra la sua stravagante quantità di tatuaggi. Quando Alex gli passava accanto sentiva che mormorava insieme ai suoi amici, ridacchiando. Questo la faceva puntualmente la faceva arrossire mentre accelerava il passo finchè non raggiungeva il gruppo della sua classe.

-Lo avete visto oggi? Oddio le mie ovaie stanno per implodere, ragazzi.

Disse Lavinia mentre con gli occhi si stava divorando Styles. Facile fare questi pensieri per Lavinia che era un metro e ottanta per quaranta chili di salute, bionda e con un bel sorriso.

-Sto ancora aspettando che mi chieda di uscire..

Aggiunse con fare malizioso. Alex se ne stette zitta, cercando di voltare il piu possibile le spalle al ragazzo. Se avesse potuto si sarebbe seppellita, letteralmente.

-Secondo me è frocio e basta.

Disse Eloise passandosi una mano fra i ricci. Tutte scoppiarono a ridere e Alex si sforzava di sembrare divertita, ma semplicemente, non lo era affatto. Harry era semplicemente il ‘sesso che camminava’, sarebbe stato assurdo. Certo, era sempre attaccato a Tomlinson e questo faceva sorgere dei dubbi, ma quei due erano una botta di estrogeno alle ovaie, orgasmi visivi, e a scuola tutti lo sapevano. Anche Alex ma questo non contava, lei non contava, ma ne era consapevole.

-Oggi non andiamo a scuola, stronzette.

Dichiarò in tono solenne Lavinia. Tutte la guardarono per un secondo e poi girarono i tacchi e si avviarono verso il bar. Alex rimase lì, con la bocca semi aperta in segno di protesta, e i piedi puntati sul marciapiede polveroso. Non poteva andare anche lei, sua madre l’avrebbe uccisa e così decise di fare la cosa più ragionevole e sensata. Raccolse la cartella e salì le scale verso la sua aula.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: mirmelle_29