Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: Nymeria90    25/06/2013    2 recensioni
Nel 2183 un nave non identificata attacca e distrugge la Normady SR1. Il comandante Shepard, eroe della Cittadella, muore nello scontro e il suo corpo si perde nello spazio. I superstiti della Normady, dopo aver sepolto una bara vuota, voltano pagina e cercano di ricostruirsi una vita, ma due anni dopo Alexander Shepard ritorna dal mondo dei morti. La sua missione: salvare la galassia, un'altra volta. Ma scoprirà ben presto che il prezzo da pagare è la sua anima, un prezzo che forse è troppo alto, persino per lui.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Alexander Andrej Shepard'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 
Normandy SR2, 2185 
 
Tali’Zorah sistemò le sue poche cose sul ponte macchine, vicino al nucleo motore, il luogo più rumoroso della nave e il solo in cui riuscisse a riposare davvero. Anche la nuova Normandy era silenziosa, quasi più della vecchia.
Per un osservatore superficiale la SR2 era identica alla sua sorella defunta, ma per Tali le differenze erano enormi.
Il nucleo motore era tre volte quello della vecchia Normady e decisamente più potente, suo malgrado dovette ammettere che Cerberus sapeva come si costruivano le navi. Ma non era solo la tecnologia che guidava la Normandy ad essere cambiata, col tempo si sarebbe abituata agli spazi più ampi, alla luminosità abbagliante del nucleo, forse, mettendo da parte parecchi pregiudizi, avrebbe persino accettato la presenza di un’IA; no, il vero trauma erano stati propri i rumori. O meglio, la loro mancanza.
La SR1 aveva una voce tutta sua: il sibilo leggermente ovattato dei freni iperluce, l’impercettibile fruscio del sistema di occultamento, il leggero fischio delle ali quando si penetrava nell’atmosfera di un pianeta e poi gli scricchiolii delle paratie, il flebile ronzio dei motori, i cigolii di protesta del Mako ogni volta che Garrus armeggiava con il cannone, gli sbuffi di Wrex che puliva la corazza, gli scatti secchi delle armi che Ash smontava e rimontava con cura maniacale. La SR2 invece era vuota, silenziosa, ogni stanza isolata acusticamente, come se i rumori fossero qualcosa da cacciare, combattere.
Quel silenzio la terrorizzava, sprofondandola in una sensazione di solitudine che non aveva mai provato, come se nell’intera galassia non fosse rimasta che lei, sospesa in quella bolla senza tempo. E allora guardava i due ingegneri di Cerberus che lavoravano in silenzio accanto a lei, scambiandosi ogni tanto qualche parola sussurrata, ma senza osare rivolgerle la parola, e si pentiva di averli così duramente respinti quando avevano tentato di fare amicizia con lei. In realtà sembravano abbastanza simpatici, ma si era ripromessa di non dare confidenza all’equipaggio di Cerberus. Le mancava la vecchia guardia, i continui battibecchi con Pressly e le stimolanti discussioni tecniche con Adams. Ma, soprattutto, le mancavano le visite di Shepard.
Sulla SR1 il comandante scendeva spesso a trovarla, facendole un sacco di domande sui Quarian: sulla loro politica, i pellegrinaggi, la flotta, la guerra con i Geth. Sembrava sinceramente interessato e lei era felice e orgogliosa di poter parlare liberamente della sua gente, senza dover continuamente giustificare le loro azioni. Al contrario di molti altri Shepard non aveva mai considerato i Quarian come “i mendicanti della galassia” e aveva sempre trattato lei e la sua gente con rispetto, senza alcun tipo di paternalismo.
Non si era fatto problemi ad esporre le sue perplessità riguardo alla guerra contro i Geth ma non aveva mai preteso di giudicarli.
Tali adorava quelle conversazioni, aveva imparato molto dai lineari ragionamenti di Shepard, le aveva aperto gli occhi su molte cose e si era resa conto che la maggior parte dei problemi dei Quarian potevano essere risolti con una piccola dose di buon senso.
Ma quei tempi erano ormai lontani e, come la sua nave, anche il comandante sembrava più distante, freddo. Da quando era salita a bordo non era mai sceso a trovarla e quando si incrociavano a mensa o nella sala tattica limitava le sue conversazioni a questioni di ordinaria amministrazione. All’inizio si era detta che fosse semplicemente troppo occupato per venire a parlarle, ma poi aveva scoperto che quella freddezza, ai limiti dell’ostilità, era riservata esclusivamente a lei e a Garrus. Dopo ogni missione faceva un giro tra l’equipaggio, raccogliendo sensazioni, opinioni, assicurandosi che andasse tutto bene, che tutti fossero a proprio agio, ma sembrava evitare di proposito qualsiasi contatto che non fosse accidentale con lei e Garrus.
Tali lasciò perdere l’equazione su cui stava lavorando, non riusciva concentrarsi.
- Tutto bene Tali’Zorah?-
Quell’IA le dava decisamente sui nervi – Sì, benissimo.- replicò, gelida.
L’IA non rispose e Tali si domandò se non fosse stata un po’ troppo brusca, era stata gentile, dopotutto, ad interessarsi a lei.
Non riusciva a credere di star facendo un simile ragionamento a proposito di un’IA, ma dopotutto aveva accettato di sua spontanea volontà di fare parte della missione e forse doveva cominciare ad essere un po’ più accomodante col resto dell’equipaggio, non c’era da stupirsi se gli altri la evitavano. Il giorno prima aveva persino maltrattato Garrus.
Sospirò – Scusami IDA, sono solo un po’ nervosa, questo motore mi sta facendo impazzire.-
- Sono sicura che gli ingegneri Donnely e Daniels saranno felici di darti una mano, oppure posso pensarci io. – replicò prontamente l’IA, senza mostrare traccia di risentimento. Ammesso che sappia cosa sia.
- Non mi piace l’idea di delegare tutto a te.- replicò con una vena polemica.
- Non è mia intenzione sostituire il personale organico, Tali. Questa nave ha bisogno dell’apporto di tutti per funzionare alla perfezione, io sono qui solo per aiutare.- il tono di IDA era sempre lo stesso, ma Tali captò una lieve nota di stanchezza, come se l’IA fosse ormai stufa di dover ripetere sempre la stessa cosa.
Tali si stropicciò le mani, leggermente imbarazzata – Be’ questo motore può aspettare. Garrus è alla batteria primaria?-
- Corretto.-
- Grazie IDA.-
Spense il terminale e uscì dalla sala macchine, rivolgendo un cenno di saluto ai due ingegneri che le risposero leggermente titubanti; prima o poi si sarebbe dovuta scusare anche con loro, dopotutto non le avevano fatto nulla di male, tranne cercare di essere gentili.
Dal ponte inferiore la raggiunse un brusio di voci, si fermò, perplessa, chiedendosi chi potesse essere tanto folle da cercare di socializzare con Jack. Incuriosita scese silenziosamente le scale cercando di cogliere brandelli di conversazione.
- Questa nave è una meraviglia, potresti diventare un pirata e vivere come un re. -
Tali sbirciò dalla scala, Jack era accovacciata su una cassa, come un animale pronto a scattare, vedeva solo la schiena dell’uomo con cui stava parlando, ma non c’erano dubbi che fosse Shepard.
- E io potrei aiutarti …-
Lo Shepard che conosceva non avrebbe apprezzato una simile proposta, liquidandola con poche, gelide, parole …
- Saresti il mio primo ufficiale?- probabilmente le aveva persino sorriso. Quella di Jack era stata un provocazione e lui era stato al gioco, ma qualcosa nel suo tono le suggerì che trovava l’idea di mandare tutto al diavolo terribilmente allettante. Il nuovo Shepard assomigliava a Jack molto più di quanto le piacesse pensare, eppure avrebbe dovuto immaginarlo. La prima cosa che aveva pensato quando lo aveva rivisto in azione era stata che aveva la furia di animale. Come Jack.
Risalì le scale in fretta per sfuggire a quella conversazione che le metteva paura. Jack faceva quei discorsi perché era una pazza violenta … ma Shepard?
Raggiunse la batteria primaria quasi senza accorgersene, totalmente assorta nei suoi pensieri, e per poco non inciampò su Garrus, steso sotto uno dei cannoni della Normandy, immerso in chissà quale calibratura.
- Ehi, attenta a dove metti le zampe, Quarian.- la canzonò il Turian sbirciando da sotto il cannone – Un minuto e sono da te, devo finire questa calibratura.-
Tali si accoccolò su una delle casse di munizioni che ingombravano la stanza ed attese che Garrus finisse. Il tintinnio degli attrezzi la rilassò, sembrava di essere tornati ai vecchi tempi, quando le cose erano, paradossalmente, meno complicate.
- Cosa ne pensi dell’equipaggio, Garrus?- domandò, con noncuranza.
Garrus grugnì – Questo maledetto bullone …- ansimò, poi ci fu un sibilo e un verso soddisfatto. Il Turian emerse dalla sua occupazione, la corazza macchiata d’olio – Sono tutti degli ottimi elementi. Kasumi è davvero in gamba, Grunt … be’ si descrive da solo; e l’equipaggio di Cerberus è competente. Miranda non è il massimo della simpatia ma bisogna ammettere che sa il fatto suo.-
Tali sospirò – Ti fidi di loro?-
Garrus si sedette accanto a lei, le mascelle che si aprivano e chiudevano ritmicamente, come sempre quando era nervoso o a disagio – L’ultima volta che mi sono fidato di qualcuno non è andata bene … ma Shepard sembra fidarsi e non ho motivo di dubitare di lui.-
Tali si stropicciò le mani – Shepard sembra fidarsi di tutti tranne che di noi …-
Gli occhi azzurri di Garrus la studiarono attentamente per qualche secondo
– Allora l’hai notato … non siamo più ai “bei vecchi tempi”. E non sono sicuro di preferire questo nuovo Shepard al vecchio.-
- Questo non spiega la sua diffidenza. – mormorò Tali – Ci ha chiesto lui di tornare eppure ci sono delle volte in cui mi sembra di essere un’intrusa. Mi sento come se non ci fosse posto per noi su questa nave. –
Garrus sospirò – Joker mi ha detto che vi siete incontrati su Freedom Progress e che non ti sei unita a lui.-
Non voleva essere un’accusa, ma alle orecchie della Quarian fu esattamente così che suonarono le sue parole – Ero in missione per la flotta, Garrus!- replicò, mettendosi sulla difensiva – Non potevo mollare tutto e andare via con lui, con Cerberus!-
Garrus alzò le mani – Non ti stavo accusando Tali. Io sono salito su questa nave perché non avevo altra scelta …- indicò la benda che ancora gli copriva il lato destro del volto – Non ero nemmeno cosciente e una volta ripreso cos’altro potevo fare? Non avevo molte alternative e mi sono ritrovato a collaborare con Shepard più per caso che per … altro.-
In quella parola erano contenuti numerosi significati e solo in quel momento Tali cominciò a capire. Erano saliti su quella nave come tutti gli altri: per salvarsi la vita o per mancanza di alternative. Avevano accettato di seguire Shepard per … per caso. L’unica differenza era che loro non erano come tutti gli altri: erano l’equipaggio della vecchia Normandy, i fratelli d’armi di Shepard.
Tali si portò le mani al viso, incontrando la familiare durezza del casco che la separava dal mondo – Lui si aspettava che alla notizia del suo ritorno fossimo noi a cercarlo, pensava che saremmo tornati da lui …-
Garrus annuì – Già, invece tu lo hai respinto, mentre io … io non avevo scelta. E poi c’è stata Horizon.-
Garrus si alzò, prese il suo fucile di precisione e cominciò a smontarlo, colto da un’urgenza improvvisa, le mascelle che si aprivano e chiudevano nervosamente.
- Cos’è successo su Horizon?- domandò timidamente Tali – Joker mi ha accennato qualcosa ma …-
- Ma non era lì. - rispose seccamente Garrus trafficando con il condensatore del fucile.
Tali attese, osservando attentamente ogni sua mossa, perfettamente consapevole che la sua mente non era lì, sulla Normandy, ma lontana anni luce.
- La missione è stata dura Tali, davvero dura. Una volta Kaidan mi descrisse lo sbarco su Eden Prime e … credo che Horizon sia stato peggio. – alzò brevemente lo sguardo su di lei – Quando dovrai affrontare i Collettori capirai. Abbiamo salvato mezza colonia, ma gli altri …- scosse il capo - … non oso immaginare cosa stiano subendo. Conosci Shepard: lui vuole salvare sempre tutti.-
Tali annuì: in questo non era cambiato. Considerava ogni morte innocente come un fallimento personale.
- Poi è arrivata Ashley.- Garrus lasciò perdere il fucile, troppo nervoso per continuare a lavorare – Non è stato un incontro piacevole. La conosci, no?-
Non c’era bisogno di un racconto dettagliato per sapere come avesse reagito Ash, era una delle persone più impulsive che conoscesse, quasi quanto un Krogan.
- Quando ha avuto la conferma che lavoravamo con Cerberus è partita come un varren in calore, gli ha persino dato del traditore.- le mandibole di Garrus schioccarono.
- E lui?-
- Niente. Freddo come un pezzo di ghiaccio. È stato …- Garrus si rigirò il mirino tra le dita - … inquietante. Per la prima volta ho dubitato della sua …-
- … umanità.- Tali conosceva bene quella sensazione. Spesso mentre erano in missione si chiedeva dove finisse l’uomo e cominciasse la macchina. Come su Freedom Progress.
- Garrus …- aveva paura di fare quella domanda, ma la tormentava da troppo tempo - … tu credi che sia davvero lui? Insomma chi ci dice che non sia … una macchina?-
Garrus le rivolse uno sguardo indecifrabile, a metà tra il rimprovero e la comprensione – Devo ammettere che, dopo Horizon, per un attimo ci ho pensato. Prima non si sarebbe mai comportato così, di certo non con Ash.  Poi però la sera ho visto Kasumi che lo trascinava verso l’ascensore, completamente ubriaco …-
Tali sussultò: Shepard ubriaco? Non riusciva proprio a figurarselo.
Garrus le rivolse il suo sorriso da Turian, tutto denti  e mandibole – Non l’avevo mai visto così: rideva e straparlava come un ubriaco qualsiasi, come una persona qualsiasi. Ho rivisto in lui l’uomo che avevo giurato di seguire due anni fa. - sospirò – L’abbiamo messo a letto e mentre ce ne stavamo andando mi ha detto …- c’era qualcosa che non aveva mai sentito nella voce di Garrus: dolore, rimorso, colpa - … mi ha detto che gli dispiaceva di essere morto. –
Tali s’irrigidì, indecisa sul significato da attribuire a quelle parole.
- Io, te, Ash … tutti quanti abbiamo fatto della sua morte la sua colpa. E l’ha capito, forse addirittura prima che ce ne rendessimo conto noi stessi.- Garrus sospirò - Su Omega quando è riapparso ero felice certo, ma anche profondamente deluso. Mi sono sentito tradito, come se la colpa di questi due anni d’inferno fosse sua, come se morendo ci avesse abbandonato.- scosse il capo – Ieri sera mi sono reso conto di quanto meschini fossero quei pensieri. Per la prima volta da quando lo conosciamo è lui ad avere un disperato bisogno di noi, Tali, di tutti noi, ma …- si rimise ad armeggiare con il fucile forse per mascherare il tremito delle sue mani- … ma noi non ci siamo. Lo abbiamo abbandonato.-
Tali sentì la vergogna imporporarle le guance: aveva ragione.
Tutti i suoi dubbi, i cattivi pensieri, le apparvero in tutta la loro folgorante meschinità. In tutto quel tempo aveva pensato solo ai suoi problemi, ai suoi sentimenti, senza chiedersi che cosa stesse passando lui. Lui che era morto e risorto.
- Credi che dovremmo parlargli?-
Garrus scosse il capo – Quando sarà pronto verrà lui.-
Si alzò e guardò riconoscente il Turian, felice che fosse lì con lei. In quei due anni le era mancato davvero tanto, più di tutti gli altri. C’era un motivo, dopotutto, se gli abitanti di Omega l’avevano soprannominato “Archangel”.
- Meglio che vada, ho un motore da sistemare. Grazie Garrus.-
Il Turian non alzò la testa, di nuovo concentrato sul lavoro – E io ho un sacco di calibrature arretrate. Ci vediamo in giro, Tali’Zorah.- mentre la Quarian usciva alzò la testa, l’espressione tesa - … Tali?-
Lei si fermò sulla porta, sorpresa.
- Hai più sentito Liara?-
Le mani della Quarian si intrecciarono nervosamente – No, ma Miranda mi ha detto che è su Illium, a Nos Astra. Siamo diretti lì.-
Garrus si appoggiò alla parete, colpito da un’improvvisa spossatezza. Liara doveva molte spiegazioni, a tutti quanti.
- Che gli Spiriti ci proteggano: non sarà piacevole.-
Tali annuì – Keelah se’lai, Garrus.- 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: Nymeria90