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Autore: The dark prince    08/01/2008    0 recensioni
Ogni cosa ha il suo prezzo.
Harry Potter l'aveva sempre saputo.
Ma non aveva mai capito il prezzo che comportava il suo di fallimento.
E ora, doveva pagare.
Genere: Generale, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Il prezzo del fallimento

Capitolo I:

 

 

- Tom? –

Il sole sorgeva, perforando con i suoi raggi dorati le nubi color acciaio e inchiostro, mentre una lieve – fredda - brezza sollevava il mantello nero del ragazzo sulle rive del lago. I suoi occhi – di un castano così scuro da apparire nero – osservavano fredde e impassibili le superfici delle acque, di un cupo colore grigio ferro, che si andavano a infrangersi contro gli scogli, in miriadi di schegge trasparenti.

- Sì, Harry? –

Rispose, senza staccare lo sguardo dalla superficie increspata del lago.

- Cos’è, per te, la cosa più importante? –

Chiese Harry, avanzando verso il ragazzo, e osservandolo serio con le sue iridi smeraldo.

- Non è bello il lago, Harry? –

Chiese invece Tom, mentre i capelli mori – mossi dalla brezza di prima mattina –, gli sfioravano delicatamente la pelle diafana e le iridi – profonde pozze d’inchiostro intrappolate tra i ghiacci – scattarono un attimo verso le nubi grigie.

- Certo. Ma non hai risposto alla mia domanda -                                                                                                                   

Il tono di Harry oscillava tra il compiaciuto e l’adirato, e per un attimo, anche nelle sue iridi si specchiò il lago nero, prima che queste tornassero a concentrarsi sul ragazzo.

- Invece sì, Harry –

In un rapido movimento Tom si voltò, lasciando che il mantello si movesse sinuoso alle sue spalle, per poi incamminarsi con passo lento verso il castello.

- Non ti facevo un tipo così sentimentale –

Tom Riddle non sembrava averlo sentito, ma un sorriso sincero, increspò comunque le labbra di Harry Potter.

 

*

 

I muscoli si irrigidirono, il cuore pulsava, il respiro divenne una condanna.

Le palpebre erano chiuse, sotto di esse sembrava esserci l’inferno.

Il capo adagiato sul cuscino candido si gira di scatto, le vene lungo il collo pulsavano frenetiche; i pugni si strinsero, le unghie penetrarono lentamente nella carne.

Mille serpenti di cristallo gli imperlavano il viso; il corpo venne scosso da un tremito, e lacrime amare solcarono sinuose le guance di Harry Potter.

 

Dumbledore, ammantato di porpora, scendeva i gradini in fretta, scrutando con i suoi occhi zaffiro l’Ordine e i mangiamorte.

Soltanto due continuavano a combattere, ombre nelle tenebre, ignari del nuovo arrivo.

Lo stesso cognome li incatenava al medesimo inferno.

Gli stessi capelli – neri pece – li rendevano simili.

Gli stessi occhi – blocchi di ossidiana celati nelle tenebre – li legavano allo stesso  destino.

Harry vide Sirius Black schivare l’ennesimo fiotto di luce  di Bellatrix.

- Avanti, puoi fare di meglio! –

Le gridò ridendo, la voce calda e profonda echeggiante nella vasta sala, caduta nelle grinfie della penombra.

Il secondo fiotto lo colpì in pieno petto, la risata anch’ora in viso, ma il colpo gli fece sgranare per un attimo gli occhi gli occhi. E Sirius, prima della fine, volò, come aveva sempre amato fare con James.

Il suo corpo sembrò impiegare un’eternità a toccare terra: si piegò con grazia, e cadde oltre il vecchio velo logo appeso all’arco di pietra.

E non sarebbe più tornato.

- Per il Signore Oscuro! –

L’urlo di Bellatrix Black.

 

Per il Signore Oscuro!

Per Tom Riddle!

Tom Riddle…

Tom Riddle...

Tom...

 

L’urlo spaccò con violenza il silenzio.

Il busto scattò in posizione verticale, l’urlo in gola; le palpebre si aprirono, rivelando le iridi smeraldo impregnate di amarezza.

Le lacrime gli solcavano anch’ora la pelle ambrata, mentre il respiro affannato tornava e essere un supplizio indispensabile ma sofferto, e la realtà fredda lo colpì con forza.

Le coperte rosse attorno a lui sembravano le acque increspate del mare in tempesta, mentre lui si alzava.

Aveva dormito vestito…

Si avvicinò con passo lento e dolente alle tende di velluto rosso-oro, per poi scostarle con un movimento stizzito della mano.

Era l’alba. Il firmamento – di un blu scuro – aveva donato a Elios solo una sottile striscia cremisi all’estremo orizzonte.

Nulla è cambiato.

Harry lo sapeva.

Si sedette su una sedia, prendendo la testa tra le mani.

Era stato stupido.

Sì, lo era stato, eccome.

Si era lasciato ingannare.

Era colpa sua.  Solo sua.

Ma non sarebbe stato solo lui a pagarne le conseguenze…

 

Continua…

 

Eccomi con questa nuova storia. Scusate se il capitolo è troppo corto.

Allora, chi ci ha capito qualcosa alzi la mano!

(Si nota che ho 39 di febbre, vero?)

Comunque, non vi preoccupate se avete capito poco: tutto sarà svelato a tempo debito.

Spero vi sia piaciuta perché è stata molto sofferta.

Mi lasciate un commento? O siete così ciniche?

In ritardo di soli ( i miei ritardi raggiungono le tre settimane) 8 giorni, vi auguro Buon Anno nuovo!

Per l’aggiornamento? Entro Dicembre 2008, ovvio!

Perché siamo entrati nel 2008, vero?

 

Ale

  
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