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Autore: bibabirba    25/06/2013    7 recensioni
Liam e Jennifer. Due ragazzi di diciannove anni che si conoscono fin dall'asilo. Due amici, i migliori amici a dire la verità. Da sempre.
Ma si sa, l'amicizia spesso è solo l'anticamera dell'amore e così, complice una festa e molto alcool, Liam e Jen si troveranno a fare i conti con i propri sentimenti. Se al tutto si aggiunge anche la fidanzata super-figa del tuo migliore amico e due ragazzi che farebbero di tutto per averti, si otterrà il mix perfetto per complicare la vita ad una giovane ragazza ancora preda dei suoi ormoni. E se ci mettiamo anche una scommessa? Allora sì che le cose si complicano.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14 Buongiorno a tutte!
Sono qui per aggiornare. Il capitolo era pronto già da un pezzo, ma ultimamente, come già vi ho accennato, non riesco nè a leggere nè a scrivere.
Oggi però, dopo un pò che non lo facevo sono rientrata su efp e dopo una nuova recensione a questa storia, e ai messaggi di una ragazza splendida che ho conosciuto qui e che scrive da dieci (MandyCri, leggete le sue storie perchè sono fantastiche), ho deciso che fosse il caso di pubblicare, anche perchè non mi piace tenere come invece sto facendo, così tanto le cose in sospeso.
Non vi anticipo niente del capitolo, spero solo che dopo non avrete voglia di tirarmi i pomodori, ma secondo me era inevitabile. E' un pò corto forse, ma mi sembrava funzionale alla storia. A voi l'ardua sentenza.

Detto questo ringrazio infinitamente le 40 ragazze che hanno messo la storia tra le preferite, le 11 tra le ricordate e le 71 tra le seguite. Sono dei numeri mai visti per me questi, non posso fare altro che cercare di ringraziarvi in qualche modo perchè sono davvero onorata. Spero di conoscere meglio il parere di ognuna di voi!

Non ci vediamo in fondo come al solito, non voglio ammorbarvi troppo. A presto.

Un bacione a tutte e buona lettura!



CAPITOLO 14. SENSAZIONI

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Si dice che a volte, quando la mattina ti svegli, sai già che non sarà la tua giornata migliore. Non hai un'idea precisa del perchè questa sensazione, ma in ogni gesto abitudinario che compi, ritrovi questa consapevolezza sempre più forte. E purtroppo ultimamente i miei presentimenti si sono sempre rivelati validi.
Mi sono resa conto che questo non sarebbe stato un giorno meraviglioso nel momento stesso in cui ho messo giu il piede dal letto e ho avviato la chiamata per Liam. Di tutto mi sarei aspettata ma certo non quello che poi è veramente capitato.

Sono in trepidante attesa che la sua voce roca e bellissima mi risponda e il mio cuore è impaziente tanto quanto me di sentirlo. Ho un bisogno assoluto di parlare con lui, per sapere se mi sto facendo un sacco di castelli in aria, oppure io e lui adesso stiamo veramente insieme.
Sento interrompere il sengnale di chiamata e poi un gran trambusto prima di riconoscere la voce femminile che mi sta rispondendo al telefono. Controllo immediatamente sul cellulare di aver fatto veramente il numero giusto: il nome di Liam compare in tutta la schermata del telefonino. Riappoggio l'aggeggio infernale all'orecchio e la voce di Jessica è ancora lì che adesso mi chiama per nome.
- Jen? Jen mi senti? Questi maledetti cellulari non funzionano mai quando uno ha bisogno di parlare. - La sento commentare.
- Jessica. - Riesco a dire mossa da
non so quale forza suprema.
- Jen tesoro mi senti? - Mi chiede con una voce fastidiosa.
- Si, adesso si. Come stai? - Mi costringo a chiedere. Sinceramente non so se voglio sapere veramente il motivo per cui sia lei in questo momento a rispondermi al telefono di Liam. Ho paura che sia qualcosa che è meglio per me che io non sappia.
- Insomma. Meno male c'è Liam, quel ragazzo è un angelo. Stanotte ha dormito tutta la notte con me, perchè non facevo che avere gli incubi. - Hanno dormito insieme. Davvero? Possibile che lui sia passato dal mio letto al suo così, come un battito di ali?
- Tuo nonno come sta? - Le domando cercando di non farle capire il mio stato d'animo in questo momento.
- Non molto bene purtroppo. E' in coma e i medici non sanno se e come si risveglierà. Sono veramente a pezzi. -
- Immagino. -
Cerco di far finta di niente ma ogni parola che gli sento uscire da quella bocca mi sta dilaniando l'anima.
- Volevi Liam? Sta facendo la doccia, ti faccio richiamare dopo va bene? - Sta facendo la doccia, con lei che gli risponde al cellulare, pazzesco. Pensavo di essere andata avanti, invece è tutto esattamente come due giorni fa. Devo solo riuscire a convincermi che ho sbagliato tutto, nuovamente.
- In verità volevo sapere come stavi e come andavano le cose. - Invento. Mi sento vuota improvvisamente. So che magari sto ingigantendo tutto, ma qualunque sia il motivo, non riesco ad accettare che lui abbia dormito con la sua ex solo poche ore dopo aver fatto l'amore con me.
- Diciamo che sto cercando di reagire. Mio nonno è sempre stato il centro della nostra famiglia e, specialmente per me, ha sempre avuto un debole. Ritrovarmelo mezzo morto disteso davanti, non è stata un'esperienza che rifarei. Pensa che Liam è corso da me in mezzo alla notte, non lo trovi romantico? -
Non so se lo sta facendo di proposito o cosa, so solo che sta accuratamente evitando di dirmi che comunque la loro situazione sentimentale non era delle più felici fino a ieri, dato che lui gli aveva chiesto una pausa.
- Si, si certo, romantico. - Mi costringo ancora a dire con un nodo alla gola che mi sta facendo quasi soffocare. Sento le lacrime che hanno voglia di uscire, ma cerco comunque di ricevere le risposte che cerco, per capire cosa stanno combinando quei due insieme, anche se mi sembra, purtroppo, fin troppo chiaro. - Ma non avevate rotto o qualcosa del genere? Ho visto su facebook l'aggiornamento tuo e quello di Liam ieri. - Ho bisogno di risposte e mi rendo conto che questa domanda un pò la spiazza.
- Oh, quello. - Fa un sospiro e un attimo di pausa prima di riniziare a parlare, forse sperava che non ne sapessi niente. - A te ha detto qualcosa? - Mi chiede. Ecco e adesso, che diavolo gli dico?
- Mi aveva solo accennato che voleva una pausa, ma, purtroppo ieri, con l'inizio dell'università, non ho avuto molto modo di parlarci. - Voglio che sia lei a parlare, a questo punto ho bisogno di sentire entrambe le versioni delle cose.
- Si, si infatti. In pratica non stiamo insieme adesso, lui mi ha detto che doveva capire se veramente mi amava oppure no. Non so perchè esattamente si fosse messo in testa queste cose, ma non credi anche tu, come me, che se veramente aveva smesso di amarmi, non sarebbe corso da me ieri in piena notte? - Ti sei messa tu in questa situazione Jen, adesso rispondi, avanti! Stupida!
- Si, si certo. -
- Ma tu davvero non sapevi niente delle sue intenzioni? -
- No. - Le rispondo asciugandomi una lacrima che proprio non sono riuscita a trattenere.
- Bè, allora era sicuramente qualcosa di passeggero, altrimenti la sua migliore amica ne avrebbe saputo qualcosa no? - La sua miagliore amica, si certo.
- Si. - Rispondo ancora cercando di non farle capire che sto letteralmente piangendo come una fontana. Non mi sembra vero che lui, il ragazzo che credevo quasi perfetto, quello che mi ha aiutata in tutto e per tutto in questi anni, che è sempre stato presente e che mi ha fatto provare il vero amore, sia riuscito a spezzarmi il cuore in questo modo.
- Dai ti aggiorno, buone lezioni e grazie di aver chiamato, sei un'amica. Buona giornata. -
- Ciao. - Le dico prima di scoppiare a piangere come un'idiota quale sono, dato che mi sento presa in giro in tutto e per tutto. Non capisco, proprio non capisco perchè mi abbia fatto questo, proprio lui.

L'eco delle sue parole mi rimbombano ancora nelle orecchie, nonostante Andrew abbia messo il volume dello stereo altissimo. Appena mi ha visto stamani, ha capito immediatamente che c'era qualcosa che proprio non andava, ma, da bravo studioso di psicologia, sa anche che ognuno ha i suoi momenti per parlare e, stamani, non è sicuramente il mio per farlo con lui.
- Siamo arrivati. - Commenta mentre tira il freno a mano e scende dalla macchina. Non so con quale forza e quale morale esattamente affronterò questa giornata, so solo che voglio tornarmene a casa mia a piangere nel mio letto, da brava ragazzina quale sono.
Mi apre lo sportello ed io scendo come un automa. Prendo la mano che mi porge e lo seguo per i corridoi finchè non arriviamo alla caffetteria.
- Siediti qui, ti prendo un cappuccino e una briosce alla nutella ok? - Mi chiede con un tono di voce che farebbe invidia al perfetto psicologo che cerca di gestire una pazza isterica. Mi congratulerei volentieri se la pazza in questione non fossi io. Acconsento con la testa, come se pronunciare qualche parola riuscisse a buttare giù in un lampo, tutta la corazza che con tanta fatica mi sono costruita intorno.
Sento il cellulare che mi vibra nella tasca dei pantoloni e, guardando il nome che compare sullo schermo, per poco non cado dalla sedia. Cerco di ricompormi come meglio riesco e, fissando fuori dalla finestra un punto nel vuoto, rispondo.
- Jen tutto bene? - Mi chiede con la stessa splendida voce che non più di dodici ore fa, mi prometteva un impegno reciproco.
- Ah ah. - Rispondo monocorde.
- Che succede? Che hai? - Si deve essere immediatamente reso conto che non sono io, dato il tono allarmato che usa.
- Niente. -
- Dovevi chiamarmi appena sveglia... - Lascia la frase in sospeso. Dovevo. L'ho fatto. E me ne sono pentita.
- Ah ah. - Dico ancora. Non so neanche come riesco a pronunciare queste poce sillabe, ma è tutto quello riesco a dire. - Jessica. - Aggiungo alla fine soffiando sulla cornetta.
Resta in silenzio per un pò, cercando evidentemente di decifrare tutti gli strani messaggi in codice che gli sto mandando. "Ero una ragazza nella norma, per lo più considerata sana di mente e anche, modestamente intelligente, prima di invischiarmi in questa cosa con te Liam, adesso prendi incarta e portati a casa, il cesso che ne è uscito fuori!"
- Hai parlato con Jessica? - Mi domanda.
- Ah ah. - Confermo.
- C'è qualche problema? - Mi chiede se c'è qualche problema? Ma si è rimbeccilito del tutto o cosa?
- Secondo te? - Urlo quasi facendo voltare i due tavoli di ragazzi che mi circondano.
- Non ci arrivo Jen. -
- Non ci arrivi? - Credo di urlare a dei livelli cosmici. Mi alzo e con passo svelto esco dal bar. - Non ci arrivi? Ti sembra normale che tu adesso sia con lei, che ci hai passato la notte nello stesso letto dopo aver fatto l'amore con me e che lei mi dica che la tua fuga da lei è romantica? - Sto sbraitando. Lo so, non è conveniente per nessuno che una matricola, ai primi giorni universitari, si faccia riconoscere dall'intero campus mentre urla come un ossessa al cellulare, ma veramente i miei nervi sono troppo su di giri per farmi andare bene una situazione del genere.
- Non c'è niente di romantico in quello che sto facendo. - Mi risponde dopo un pò. - Lo sai, te l'ho detto, voglio te. -
- Si ma vallo a raccontare a lei. - Cerco di calmarmi un pò.
- Non mi sembra proprio il momento ideale Jen. -
- Davvero? Neanche a me sembra il momento ideale per stare al telefono Liam. Ciao. - E riaggancio. Sono arrabbiata. Anzi, sono proprio furiosa e se avessi continuato la telefonata lo avrei insultato a non finire. Non gli sembrava il momento di deludere la sua Jessica ma evidentemente gli sembrava quello giusto per deludere me. Bene. Bravo.
Cerco di ricompormi per tornare ad essere presentabile e tornare dentro al bar. Mi volto e Andrew è sulla porta che mi guarda allibito. Lo fisso tentando più che altro di capire da quanto è lì e cosa può aver sentito di tutta la scenata che ho fatto al telefono. I suoi occhi e il suo modo di guardarmi mi dicono che, purtroppo, ha sentito molto più di quanto avrei voluto.
Faccio un passo verso di lui per cercare anche di spiegargli, ma lui alza la mano facendomi chiaramente capire che la mia vicinanza in questo momento non gli è ne gradita ne fondamentale.
- Sta lì. - Aggiunge.
- Andrew. - Sospiro.
- Non parlarmi. Ho sentito abbastanza per oggi uscire da quella bocca. La tua colazione è sul tavolo. Io me ne vado. Trovati un passaggio per tornare a casa dopo. Io ho da fare. - E se ne va, non prima di ammonirmi nuovamente con lo sguardo qualora la mia insana testolina voglia farmi muovere verso di lui.
Lo guardo andarsene, finchè non scompare tra gli altri. Brava Jen, proprio un bel lavoro!
Proprio una giornata del cavolo. Veramente una splendida giornata del cappero non c'è che dire, si. Le mie sensazioni, purtroppo per me, ultimamente non ne vogliono proprio sapere di fare cilecca.
Con il morale sotto i piedi, raggiungo il tavolino del bar e cerco di fare colazione. Dico cerco, perchè, non appena provo ad addentare la briosche come un senso di nausea mi fa scacciare indietro la mia mano che tiene quel ben di Dio.
Non è proprio la mia giornata, penso mentre getto la pasta nella spazzatura ed abbandono definitivamente l'idea di assaporare il cappuccino dato che solo l'odore mi da stranamente fastidio. Odio il fatto che il mio stomaco si coalizzi con i miei pensieri contro di me!
- Eccoti. - Nicholas tutto sorridente mi si para davanti con il suo metro e novanta e oltre di altezza ed un sorriso che gli arriva fino agli occhi. - Pronta per il tuo vero primo giorno? -
Il mio sguardo e la mia mancata risposta devono convincerlo che non è la giornata adatta a conoscerci meglio, perciò mi fa cenno di seguirlo scortandomi fino alle varie aule. Starà sicuramente pensando che gli è capitata sotto tiro una pazza scatenata, ma dopo tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti in così poche ore, non riesco a fare meglio di così. Vorrei solo avere Liam al mio fianco in questo momento, invece è farsi piangere sulla spalla dalla sua ex ragazza.... Mmmmm che rabbia!
   
 
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