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Autore: sweet_hyra_97    25/06/2013    1 recensioni
Un incontro casuale in discoteca.
Lei, capelli rossi e un caratterino un po' particolare.
Lui, poco cauto e propenso a cacciarsi nei guai anche involontariamente.
Una coppia un po' fuori dagli schemi, una KibaKarin.
|Aggiunto Ooc|
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Karin, Kiba Inuzuka
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo: Incontrandoti casualmente
Autore (Efp): sweet_hyra_97
Autore (Forum): Saruccia97_LTD
Genere: Generale, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: AU, (probabile Ooc)
Personaggi: Karin, Kiba, un po’ tutti
Pairing: Kiba/Karin
Note dell’autore: Non sono tanto convinta di questa storia, né del pairing in sé, tuttavia non credo sia tanto male da essere buttata senza essere almeno letta. Mi sono buttata in una sfida più grande di me scrivendo di un crack pairing, ma una prima volta c’è sempre e questo vale pure per me.
Per il momento considero la fic conclusa così (con sei capitoli), ma questo non dice che non potrei continuarla: a parte questo, credo che i protagonisti siano profondamente Ooc, sempre per il fattore coppia, ma questo non vuol dire nulla di che.
Buona lettura.
[Questa fan fiction ha partecipato al contest "Naruto couples: Surprise couple contest" indetto da Sakura e Ino sul furom di Efp, classificandosi sesta ed aggiudicandosi il premio sorriso.]


Incontrandoti casualmente


Capitolo 1

Adesso Karin si trovava in un angolo dell’enorme stanza, seduta su un divano da tre posti, decisamente esausta. Non riusciva ancora a credere a come erano riusciti, subdolamente, i suoi amici, a convincerla ad andare con loro.
Si era rifiutata già alla prima volta in cui le avevano proposto di andare tutti in discoteca, perché non lo reputava un luogo adatto a lei. Lo sapevano tutti, o quasi, che Karin odiava andare in posti decisamente affollati, rumorosi e confusionari. Preferiva di gran lunga la calma di un paese di campagna, il silenzio e l’odore delle foglie fresche: certo, forse su questo si era fatta influenzare da Juugo, suo amico dai tempi dell’infanzia, ma non le importava.
Tolse le scarpe, con tacchi esageratamente alti, e poggiò i piedi sul pavimento, godendo di quella freschezza che da un bel paio di ore desiderava. Odiava quelle scarpe più di ogni altra cosa, ma si era vista costretta ad indossarle, poiché Ino le aveva comprate apposta per lei, minacciandola di morte certa se non le avesse indossate quella sera.
Erano tutti in pista, che ballavano, si scatenavano, mentre lei si era stancata subito di tutta quella confusione: poteva vedere Sakura che, dopo aver bevuto un bel po’, si stava strusciando contro Sasuke a ritmo di musica; lui la assecondava.
Sicuramente avrà bevuto anche lui, pensò, perché non era da lui comportarsi in questo modo davanti a tutta quella gente. E Sakura si sarebbe un po’ trattenuta.
Poi riusciva a scorgere la figura del cugino, che ballava a più non posso già da un paio di ore, mentre ancora cercava di convincere la sua ragazza a lasciarsi andare. C’era anche Tenten, che era riuscita a far liberare da quella malinconia che lo pervadeva Neji, che fino a poche ore prima aveva affermato che nessuno l’avrebbe fatto ballare, in nessun modo.
Karin credeva che quei due fossero fidanzati, perché era convinta che quei due fossero attratti ognuno dell’altro; inoltre passavano sempre la giornata insieme, era inevitabile che, anche se ancora non lo erano, lo sarebbero diventati.
Proprio in quel momento, mentre lei pensava alle varie coppie che si potevano formare, un ragazzo si sedette sul divano: non se n’era accorta, almeno non fino a quando quello non le rivolse la parola.
«Ciao bellezza!» esclamò quindi il ragazzo, senza pensarci due volte.
Karin, di tutta risposta, sobbalzò: parlava con lei? E se la risposta era sì, cos’era tutta quella confidenza che si era permesso di prendersi?
«Parli con me?» rispose la ragazza, con un cipiglio alquanto perplesso sul volto.
«Allora con chi? Non c’è nessun altro qui oltre a noi.»
Karin lo guardò per qualche secondo negli occhi e riuscì subito a comprendere che quel tizio, probabilmente, aveva bevuto.
«Ah... Ok, Ciao.» si limitò a dire.
Poi spostò nuovamente lo sguardo sui suoi amici, che erano sparsi per la stanza tra la folla.
Quello, invece, continuò a guardarla, stavolta con cipiglio perplesso: per quale motivo l’aveva ignorata? Perché guardava altrove invece che lui? Erano le uniche domande che gli vennero in mente.
«Oh! Che pensi?» tentò nuovamente di attirare l’attenzione della ragazza, la quale si girò di scatto. «Mi sembri pensierosa.»
«A niente di particolare.» rispose semplicemente.
«Hai uno sguardo particolarmente triste.» le disse senza alcun giro di parole.
Karin non sapeva dove aggrapparsi per continuare il discorso, né cosa dire per fargli capire che non era vero, perché, infatti, non si sentiva triste.
«Davvero? Ma non sono triste. Sto benissimo!» esclamò quindi, con tranquillità.
«Non si direbbe, ma pazienza.» disse lui, per mettere fine a quel discorso un po’insensato. «Piuttosto, non mi hai ancora detto come ti chiami.»
«Beh, meglio tardi che mai!» ridacchiò la ragazza. «Comunque io mi chiamo Karin. Tu, invece?»
«Io sono Kiba!» e tese la sua mano destra verso di lei, la quale la strinse senza problemi.
Karin trovò quel ragazzo davvero simpatico, anche se ancora conosceva solo il suo nome. Siccome era sola, in quel momento, decise di stare in sua compagnia: non era tanto male.
«Che ne dici se andiamo a bere qualcosa? Offro io!» si propose Kiba che, nonostante tutto, stare seduto lì lo stava annoiando.
Karin non sembrava tanto d’accordo, ma accettò lo stesso. Un modo come un altro per conoscerlo meglio, si era detta.
«Se offri tu va bene!» rispose scherzosamente.
Kiba mise su un finto broncio che intenerì non poco Karin, che sorrise dolcemente di rimando.
«Dai che scherzavo! Andiamo. Però voglio conoscerti almeno un pochino, eh, non mi piace parlare con un perfetto sconosciuto!» e risero.
Passarono l’intera serata a parlare, raccontarsi ognuno cose dell’altro, molto spesso divertenti.
Accompagnarono i racconti con bevande varie, molte delle quali Karin non le conosceva; risate, a non finire.
In questo modo stavano scoprendo già molte cose, si stavano conoscendo reciprocamente.
«Ahahah, che sei divertente!» disse Karin, con voce strascicata. Kiba fece una smorfia indefinibile, come di disappunto e preoccupazione assieme.
«Perché non mi hai detto che non reggi l’alcool?» le chiese, anche se sapeva che era inutile perché non lo stava ascoltando.
«Sto benissimo, grazie.» esclamò la ragazza, senza un motivo preciso.
«Eri qui con qualcuno? C’è qualche tua amica?» tentò nuovamente Kiba.
«Quella... Con lui... Appiccicata come un’ape al miele...» rispose Karin, la frase spezzata da altri singhiozzi.
Kiba si rassegnò: almeno lui lo reggeva, l’alcool, altrimenti sarebbe stata la fine. Aveva solo una scelta.
«Va bene, ho capito. Ti porto a casa con me, non posso fare altrimenti.» disse più a se stesso. Tanto Karin non lo ascoltava.
«C-che ore sooono?» chiese la ragazza, cantilenando.
Kiba ignorò la domanda, praticamente inutile. Quindi l’aiutò ad alzarsi dall’alto sgabello, poiché stava per cadere, e la affiancò, mentre Karin borbottava frasi sconnesse e parole incomprensibili.


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Oggi sono usciti i risultati ed io sono qui a pubblicare ^_^
Spero apprezziate questa long con questa coppia un po' strana, e spero anche di essere riusciti a renderli bene.
Come avevo detto sopra, al momento i capitoli sono sei, ma nulla vieta che se voglio, ne aggiunga altri: ancora la storia io la considero incompleta, capirete il perché quando pubblicherò l'ultimo.
beh, al momento vado. Ciao ^_^

  
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