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Autore: enemyarrives    25/06/2013    6 recensioni
Fino a che punto un vuoto può essere riempito, o una ferita rimarginata? E un cuore spezzato può essere riparato tanto facilmente? I ricordi torneranno sempre a tormentarci ed i protagonisti di questa storia lo sanno bene.
“E’ possibile sentirsi soli, in un posto pieno di gente? Credo proprio di sì, perché era così che mi sentivo costantemente. Non avevo più nessuno, nemmeno una famiglia. Avevo persino dimenticato cosa volesse dire averne una ed era tutta colpa mia, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro." (Dal capitolo 8.)
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV Constance.
“Bentornata al St. Patrick, signora.”
La direttrice mi accolse all’entrata con un sorriso, come aveva fatto il giorno precedente.
Mi sembrava strano che mi chiamasse ‘signora’, avevo solo vent’anni.
Le sorrisi di rimando per poi cercare subito la bambina con lo sguardo.
“Se cerca Claire è nella sala principale con gli altri.”
“Posso vederla?” chiesi speranzosa.
“Certo, gliela chiamo subito.”
Sparì dietro una grande porta, io sbirciai attraverso questa. Ero impaziente di rivedere quella piccola. Dopo poco tornò e, dietro di lei, intravidi una testolina circondata da boccoli castani che si nascondeva timidamente dietro la sua gonna.
“Saluta la signora, Claire.”
Le intimò la direttrice, ma lei si fece piccola piccola, non rispondendo.
La donna sbuffò, con aria seccata, e fece per parlare di nuovo, ma io la bloccai con un cenno.
“Non si preoccupi, ci penso io.”
Le dissi, seria.
 Lei alzò lo sguardo, offesa, e se ne andò indignata.
Il suo atteggiamento mi dava abbastanza fastidio, il ruolo di direttrice era molto importante, ma avrebbe dovuto avere più pazienza con quei bambini e cercare di capirli, cosa che non faceva assolutamente.
Mi avvicinai piano a Claire e le sorrisi, inginocchiandomi per arrivare alla sua altezza.
“Ciao tesoro, ti ricordi di me? Sono venuta qui ieri.”
Le parlai con calma, sperando di riuscire a strapparle almeno una parola. Dai suoi occhi vedevo che non era spaventata come il giorno prima, questo mi confortava e mi dava speranza.
“Non mi dici proprio nulla, mh?”
Feci una faccia dispiaciuta e lei gonfiò le guance, dondolando piano sul posto con un’espressione timida. Mi sfuggì un sorriso per la sua tenerezza, era davvero tanto dolce.
“Va bene, non vuoi. Ma io ti ho portato una cosa.”
Presi il pacchetto dalla borsa e sorrisi porgendoglielo. Le avevo fatto un regalo, non era nulla di che, ma speravo di farla felice. Probabilmente non aveva mai ricevuto nulla da nessuno.
“Tieni piccola, è per te.”
Inizialmente guardò me con un’espressione curiosa, poi spostò lo sguardo sulla scatola e, appena vide la bambola, si illuminò. Vidi la felicità nei suoi occhi quando gliela porsi. Improvvisamente la strinse a se, come se fosse la cosa più preziosa che avesse.
Mi venne un groppo in gola vedendola così, mi stavo convincendo sempre di più che volevo assolutamente tenerla con me.
Sorrisi un’ultima volta, alzandomi poi. Dovevo andare a prendere Shannon e Jared dalla mia amica, altrimenti l’avrebbero fatta impazzire.
“Allora vado tesoro” mi avvicinai al suo orecchio piano e sussurrai “la bambola è tua, non darla a nessuno. Ciao Claire.”
Sorrisi e le diedi un buffetto affettuoso sui capelli, girandomi poi per andare via, quando sentii qualcosa aggrapparsi ai miei pantaloni. Mi voltai, lievemente sorpresa, vedendo la sua manina attaccata a me e i suoi occhioni che mi guardavano.
“Gr-grattie.”
Sussurrò con voce flebile. Non ci potevo credere, ero riuscita a farla parlare. Mi vennero gli occhi lucidi e mi sfuggii un sorriso, girandomi del tutto verso lei.
“Oh piccola..di nulla, è il minimo.”
La guardai emozionata e lei mi fece un sorriso vero, uno di quelli davvero felici, per poi correre in giardino, tenendosi stretta la bambola.
 
Era passata una settimana da quando Claire mi aveva detto quella parola. Ero andata a trovarla nei giorni seguenti, ma non spesso. Il lavoro, i miei figli e le varie pratiche per l’adozione mi avevano rubato parecchio tempo. Quelle volte in cui ero andata, però, mi aveva sempre detto qualcosa, anche solo un piccolo ‘ciao’ e mi aveva fatta sentire bene. Capivo che le serviva tempo ed ero felice che fosse riuscita ad aprirsi con me, in un certo senso.
Quel giorno ero a casa e stavo preparando il pranzo, i bambini erano al nido c’era un silenzio assoluto, quando sentii il telefono squillare. Mi asciugai le mani e corsi a rispondere.
“Sì, pronto?”
“Constance? Sono Mary, ho una bellissima notizia!” disse la mia amica, con voce squillante.
Sperai con tutto il cuore che fosse quello che pensavo.
“Dimmi, cosa succede?”
La sentii ridere, dall’altro capo del telefono.
“Ho parlato con un altro avvocato e mi ha detto che è tutto ok, puoi prendere la bambina.”
Sgranai gli occhi per la sorpresa e sorrisi felice, sentendo gli occhi lucidi.
“Oh, Mary..grazie mille, vado subito a prenderla.”
Riattaccai e andai in cucina a spegnere i fornelli, per poi precipitarmi fuori di casa. Corsi verso l’orfanotrofio con il cuore in gola. Non vedevo l’ora di prendere Claire e dirle che poteva venire a casa con me. Appena arrivata, entrai subito, cercando la direttrice e trovandola nel salone.
“Direttrice, dov’è Claire?”
Fece un lieve sorriso vedendomi.
“La stavamo aspettando, sapevo che sarebbe arrivata.”
Feci una faccia confusa guardandola.
“Mi hanno mandato i documenti via fax, so già tutto.”
Spiegò, chiarendomi le idee.
“Oh, va bene..ma la bambina dov’è?”
“E’ in giardino, le dia lei la notizia.”
Annuii e andai fuori. Claire era sull’altalena e dondolava piano con lo sguardo basso, mentre si teneva stretta la bambola che le avevo regalato.
Camminai verso lei e sorrisi.
“Ciao piccola.”
Appena sentì la mia voce alzò lo sguardo su di me e si illuminò.
“Oggi ho una bella notizia..puoi venire a casa con me.”
Le presi piano una manina e lei mi guardò curiosa.
“Ca-casa?”
Sorrisi emozionata e annuii.
“Sì piccola, casa..andiamo adesso.”
L’aiutai a scendere dall’altalena, dandole la mano, per poi entrare dentro a salutare la direttrice. Claire si attaccò alla mia gamba appena la vide, sicuramente quella donna le faceva paura.
“Noi andiamo, è stato un piacere.”
La guardai fredda per poi uscire con Claire sorridendo, senza darle il tempo di rispondere.
 
Aprii la porta di casa, entrando piano.
“Ecco qui.”
La bambina si guardò intorno curiosa e fece dei passettini entrando.
Le sorrisi e mi chiusi la porta alle spalle.
“Questa è la tua nuova casa, benvenuta tesoro.”
Mi guardava con gli occhioni ancora incuriositi, tenendo stretta quella bambola che non mollava mai, quando sentii un rumore e delle risate provenire dalle scale. Sorrisi e mi girai verso queste; Jared e Shannon erano lì che guardavano Claire confusi.
“Mamma, chi è?”
Chiese Shannon, avanzando verso di noi.
“Lei è Claire, da oggi vivrà qui con noi, comportatevi bene.”
Risposi, avvertendoli con lo sguardo.
Shannon sorrise e le porse una manina, che lei prese esitante.
Jared li guardò un attimo confuso, per poi camminare verso di loro.
“Andiamo a giocare!”
Risero e Claire gli fece un sorriso timido, seguendoli poi in camera.
Dopo di loro scese Mary e venne da me sorridendo.
“Hai visto? E’ andato tutto bene.”
Annuii  e la guardai felice.
“Tutto grazie a te.”
Da quel giorno sarebbe iniziata una nuova una nuova vita, sia per me, che per Claire.



Salve a tutti, questi due capitoli sono stati di 'introduzione', se vogliamo dire così. Dal prossimo inizierà la storia vera e propria. Ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente e spero che vi piaccia davvero, ci tengo particolarmente.
                                                                                                A presto!

                                                                                                 Martina.

 
   
 
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