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Autore: Okami_chan    25/06/2013    4 recensioni
Eccomi con la mia primissima fanfiction! Ovviamente sulla mia coppia preferita! GaLe!
Jet e Droy sono spariti e Levy decide di fare una missione da sola. Incapperà in una particolare richiesta d'aiuto e in strane sfide dove dovrà mettere a dura prova la sua forza e il suo ingegno. Ma cosa succederebbe se come avversario avesse LUI?
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden, Nuovo personaggio, Pantherlily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.  Scommessa

 
 
Si diresse verso la bacheca circumnavigando la rissa al centro della sala che ormai era diventata un misto di maghi, polvere, sedie e tavoli. Levy era abituata a scene come quella, tanto da poterne stabilire anche la loro durata: siccome il master non era presente per intervenire con la sua magia giant e sedare la zuffa, prima di dieci minuti non si sarebbero calmati, ipotizzò lei.

Arrivata davanti alla bacheca cominciò a leggere i non numerosi manifesti sperando che ce ne fosse uno perfetto per le sue abilità. Cominciò a cercare richieste di traduzione di testi antichi o di catalogazione di quest’ultimi o qualcosa in cui la sua passione per le lingue, sia moderne che antiche, e per i libri potesse risultare un elemento di vantaggio per il suo compimento.

Ovviamente le missioni che escluse a priori furono quelle che richiedevano l’uso della forza fisica; era vero che Fairy Tail era una gilda conosciuta per la sua “dote” distruttiva, ma non tutti i suoi componenti ricadevano in questa classificazione (anche se era una percentuale davvero molto bassa!).

Levy era un tipo pacifico che prediligeva l’ingegno e la strategia alla forza bruta, ma questo non significava che fosse una che si tirava indietro davanti ad uno scontro. Al contrario quando c’era da battersi non scappava e attaccava insieme ai suoi nakama: dopotutto era una maga di Fairy Tail!

Sfortunatamente per lei quasi tutte le richieste di lavoro ricadevano in quella categoria, riducendo le sue probabilità di terminare la richiesta incolume, demoralizzandola.
Ma mentre le leggeva, Levy aggrottò le sopracciglia perplessa  -Che strano- pensò -eppure sono sicura che ieri ci fossero più offerte di lavoro, ma nessuno è partito oggi. Nessuno a parte Jet e Droy.-  A quel pensiero Levy tornò con la memoria a qualche ora prima, quando i due maghi uscirono a passo spedito e con espressione decisa.
Che siano stati loro a prendere tutti quei manifesti? E se fosse così, perché?

Con questi dubbi e lo scarso numero di missioni, era sul punto di rinunciare: solo uno di quei manifesti non sembrava implicare scazzottate alle quali la sua gilda ne era testimone uno giorno si e l’altro pure, ma prima che potesse leggerne i dettagli qualcuno attirò la sua attenzione.
«Se continui a restare lì senza scegliere nulla farai la fine di Nab!»
Era Gajeel che le si era avvicinato con la sua solita aria da duro, subito seguito da Pantherlily.
 
Appena Levy si voltò volse loro uno dei suoi sorrisi.
Erano rimasti seduti in un angolo poco frequentato della gilda e stranamente Gajeel non si era voluto buttare nella mischia. Altra cosa strana.
«A proposito lui dov’è?» chiese l’Exceed riferendosi al mago conosciuto per la sua indecisione nello scegliere i lavori. La risposta non si fece attendere poiché il trio notò il mago in questione volare sopra le teste dei loro compagni intenti a darsele di santa ragione.
A quella scena Levy trovò insolito che Gajeel non si fosse fatto coinvolgere nel pestaggio, specialmente se come avversario c’era Natsu.
 
 «Allora Gamberetto?» la richiamò il moro «Stavi scegliendo una missione o tenendo il posto a Nab?» chiese sarcastico.
«Stavo leggendo le richieste» rispose Levy oramai abituata a sentirsi chiamare da lui con quei nomignoli, anche se l’essere presa in giro per la sua altezza la irritava sempre.
«Allora muoviti! Oppure dobbiamo chiamare quei due idioti che ti porti sempre appresso per decidere?»
«Sapete dove sono andati?» chiese loro con il cuore colmo di speranza, non dando peso alle parole di scherno del mago del ferro.
«Pensavo lo sapessi tu, ti ho visto parlare con loro prima che se ne andassero» intervenne Lily.
«Veramente non mi hanno detto nulla, nulla di sensato almeno; probabilmente non volevano andare in missione con me oggi» confessò con un velo di tristezza nei suo occhi olivastri.
Subito però si ridestò e il suo sguardo si riaccese di una nuova luce «Ma non importa, vorrà dire che per questa volta farò un lavoro da sola!» disse con determinazione davanti ad i suoi due compagni di gilda.
 
Le dispiaceva che lo Shadow Gear fosse temporaneamente separato per motivi a lei ancora sconosciuti; il modo in cui i due amici si erano allontanati l’aveva fatta preoccupare, temeva in un loro colpo di testa e ancor di più il loro coinvolgimento in azioni troppo rischiose. Poi si ricordò di tutti i momenti che passarono insieme: quelli belli e brutti, felici e pericolosi; constatando che ne avevano affrontate e viste troppe per non essere ormai considerati dei maghi di alto livello, non quanto Natsu è vero ma erano comunque degli eccellenti maghi.
Li aveva sempre considerati come dei fratelli un po’ combina guai, forse era anche per questo motivo che era diventata lei il capo del loro team. Sempre tranquilla, gentile, comprensiva e con un cervello fuori dal comune era il capo perfetto per la loro squadra, dimostrando anche di essere il mago più forte e più abile dei tre.
Si era sempre sentita in dovere di proteggerli in ogni situazione sia come capo squadra sia come “sorella”.
Ma da quando era tornata da Tenroujima, dopo quei 7 anni di vuoto, si rese conto di quanto fossero cresciuti non solo in senso fisico, ma anche in riferimento alle loro abilità magiche ed al loro buon senso. Capì che non c’era più bisogno della sua continua supervisione come avveniva in passato, per questo decise di lasciarli andare a fare . . . quello che si sentivano di dover fare, ma qualunque cosa fosse li avrebbe appoggiati dando loro tutta la sua fiducia. Si fidava di loro e avrebbe continuato a farlo. Sempre.
 
 
Nel frattempo la rissa continuava e le urla e gli schiamazzi fungevano da ottima copertura acustica per le orecchie di una barista albina sorridente non molto lontano da loro.

Gajeel era rimasto stupefatto da quell’immediato cambio d’umore, e la cosa non poteva che renderlo felice a sua volta.
Aveva notato il suo sguardo, la conosceva ormai da abbastanza tempo per capire che in quel momento la sua mente era immersa in chissà quale pensiero filosofico, troppo complicato per uno come lui. Decise di riportarla sulla terra ferma, naturalmente a modo suo.
Così, volendo divertirsi un po’, entrò in modalità  innervosire-il-piccolo-gamberetto. Le si avvicinò, allungò la mano e prese a fare pat-pat sulla testolina azzurra dell’interessata.

«E bravo Gamberetto! Finalmente hai capito che quei due idioti sono solo un peso e hai pensato bene di scaricarli, ottimo lavoro!»  disse continuando a battere la mano sulla sua testa.
Levy si sentiva allo stesso livello di un cane che riceveva i complimenti dal suo padrone. Il tutto accadeva sotto gli occhi di un Lily piuttosto sconcertato davanti alla spacconeria del dragon slayer.

«Io non ho detto niente del genere. E smettila!» disse Levy che si stava seccando dei modi del moro, a certi suoi atteggiamenti non si sarebbe mai abituata.
«Gi hee»
Gajeel si ritenne soddisfatto e per concludere uno dei suoi più bei passatempi le passò la mano tra i suoi capelli scompigliandoli tutti.
«Ora sembri più un istrice che un gamberetto!» rise dinnanzi a quella massa di capelli color del cielo che sparavano in ogni direzione.
Levy gli lanciò uno sguardo indispettito e cercò di sistemare alla meglio l’operato di quel simpaticone.
«Da che pulpito viene la predica! Almeno io non assomiglio sempre ad un istrice!» sbuffò Levy.
«Che cosa vuoi dire?» domandò Gajeel intuendo l’allusione alla sua folta e lunga chioma nera.
Era pronta a restituirgli il dispetto utilizzando le parole e non le mani, verbali e non intrise di magia ovviamente!
Dopo l’incidente a Fantasia aveva cominciato a conoscerlo meglio e sapeva quali erano i modi per controbattere alle sue “offensive”. Non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa soltanto perché era di bassa statura.

«Hmm, Hmm» Lily se ne uscì con qualche finto colpo di tosse bloccando sul nascere la discussione; temeva troppo le conseguenze e siccome era la scripter la vittima dei giochetti del suo partner e non qualcuno come Natsu o Gray, intuiva che il battibecco non sarebbe sfociato in una rissa, e questo lo spaventava parecchio.
«Hai trovato qualche lavoro che ti interessa?» le chiese l’Exceed nel tentativo di cambiare argomento.
«Non ce ne sono molti e questo mi limita parecchio» ammise Levy.
«Tsk! Come immaginavo, non sei in grado di fare un lavoro da sola» la schernì il mago.
«Ti sbagli! L’ho già fatto altre volte, ma questa volta voglio sceglierne uno che non chieda l’uso della magia per combattere, tutto qui!» ormai Levy era al limite.
Poteva accettare i suoi modi e gli orribili soprannomi che le propinava, ma non sopportava che qualcuno la giudicasse per il genere di lavoro che prediligeva, se poi quel qualcuno era lui la rabbia cresceva.
«Con questo vuoi dire che sei in grado di fare qualsiasi tipo di missione, dico bene?» quella di Gajeel sembrava più di una semplice domanda, perché il tono con cui l’aveva pronunciata la rendeva più simile ad una sfida.
Levy l’aveva notato, ma era troppo furente per darne il giusto peso e senza indugi rispose semplicemente:
«Certo!»
Sul volto del dragon salyer si disegnò un sorriso malvagio degno di quelli che Mirajane riserba ai suoi peggiori nemici.
«Beh! Se ne sei così sicura che ne dici se facciamo una piccola scommessa?» le disse avvicinandosi con le mani sui fianchi e chinandosi in avanti per portare i loro volti alla medesima altezza, arrivando a pochi centimetri dal suo viso, il tutto senza mai smettere di guardarla dritta negli occhi.
 
Levy si sentì avvampare. Non si aspettava un’azione così sfacciata da parte sua. Avere il suo viso così pericolosamente vicino al proprio, mentre i suoi occhi erano rimasti incatenati a quelli cremisi di lui, l’effetto fu che il suo cuore mancò di un battito e le guance assunsero una colorazione rosata.
In quella posizione, con il corpo di lui piegato in avanti nel tentativo di pareggiarla in altezza, Levy si sentì ancora più piccola di quanto non fosse già in realtà.
Aveva la gola secca e la bocca priva di saliva, aveva perso l’uso della parola e dubitava di riuscire a pronunciare qualche parola senza far tremare la voce o far uscire niente di più che un sussurro.
 
Nel frattempo al bancone, proprio di fronte alla bella barista si era seduta Lucy ancora tutta sorridente.
Ora, per un occhio non bene attento quella poteva essere scambiata come una comune chiacchierata tra amiche, ma per chi aveva spirito d’osservazione avrebbe notato che le loro attenzioni erano tutte rivolte alla coppia non molto distante da loro in una scena piuttosto compromettente, nel tentativo di captare qualche frase nonostante la rissa alla spalle della maga degli spiriti stellari non dava segni di voler cessare.
 
La situazione stava sfuggendo di mano alla povera Levy.
Non ne sarebbe mai uscita se non avesse fatto qualcosa. Deglutì pesantemente nel tentativo di risvegliare le corde vocali da quel torpore, raccolse tutto il suo coraggio e la poca razionalità rimasta, sostenendo lo sguardo del moro.
Inspirò profondamente per calmarsi e per dar fiato alla bocca.
«Una scommessa? Che genere di scommessa?» chiese con voce poco sicura.
Gajeel, vedendo l’effetto sortito sull’azzurra, ghignò.
«Una cosa molto semplice: portare a termine con successo una di quelle missioni» disse, indicando con il capo la bacheca dietro di loro, senza mai perdere il contatto visivo con i suoi occhi.
«Scegli il lavoro, lo finisci e incassi tutta la ricompensa senza trattenute e vinci. E’ semplice.»
Levy stava recuperando poco alla volta lucidità, non doveva permettergli di ridurla in quello stato tutte le volte che la prendeva in giro. Doveva farsi valere e dimostrare sicurezza e naturalezza, anche se la sua posizione, sia in senso letterale che figurato, non era delle migliori.
 
Nonostante la ridotta distanza tra i loro nasi, cercò di non pensarci e immaginarsi in  un'altra situazione, molto meno imbarazzante.
«Il problema delle trattenute non è mio» disse abbozzando un sorriso di chi la sapeva lunga. Succedeva molto spesso che se i maghi distruggevano più del dovuto, i clienti trattenevano una percentuale dalla loro ricompensa per risarcimento danni. E Levy non era certo uno di quei maghi, Gajeel invece ne era un degno rappresentante.
«Era per precisare le condizioni di vittoria» chiarì il moro, leggermente seccato dalla forza di autocontrollo che la scripter dimostrava. Era deciso a farle perdere la razionalità, almeno per un breve periodo, ma visto che in quella posizione dava solo dei lievi cenni di cedimento, avrebbe dovuto rincarare maggiormente la dose.
«Quanto scommettiamo» chiese Levy abituata con Cana e alla sua abilità nel farle sanguinare il portafogli.
«E chi ha detto che dobbiamo puntare dei soldi»
«Ognuno decide cosa deve fare l’altro in caso di sconfitta» continuò Gajeel
«Hmmm. Mi sembra giusto» disse Levy «Allora. Se dovessi vincere io, tu. . . .»
Da quel momento la mente di Levy era intenta a trovare la punizione perfetta per Gajeel.
 
Non poteva obbligarlo a fare lavori fisici perché non era da lei e perché non gli farebbe comunque abbassare la cresta; cosa che desiderava nel profondo del suo animo: fargliela pagare per tutte quelle volte che la prendeva in giro.
Allora il suo cervello stava valutando tutte le possibili opzioni, ma per la pazienza del Dragon slayer quell’attesa durava un’eternità; inoltre temeva le macchinazioni della piccola maga e la possibile penitenza, e poi doveva ancora raggiungere il suo obiettivo: abbassare le sue difese.
«Non ho intenzione di mettere radici! Me lo dirai la prossima volta»
«Ma se in caso contrario dovessi vincere io, tu»  a quel punto posa la sua mano sinistra sulla sua piccola spalla e si china ancora di più portando le sue labbra all’orecchio sinistro di lei e sussurra «tu farai con me una missione, tu ed io, così capirai cosa vuol fare una vera missione con un vero mago!»
Il volto di Levy si colorò da rosato a rosso fiammante e il già precario raziocinio andò definitivamente a mancare impedendole l’uso della parola.
Missione compiuta Gajeel!
«O forse hai troppa paura di non farcela? Gi hi» le disse staccandosi da lei e riacquistando la sua postura eretta e incrociando le braccia al suo petto.
La sua risata e il suo ghigno la ridestarono, ma la sua mente deficitava a formulare frasi di senso compiuto e pensieri razionali.
«Io . . .ti . . . te la faccio vedere io»
Ancora rossa come un pomodoro si volta in direzione della bacheca, strappa la richiesta di lavoro che stava per leggere prima mostrandolo alla sempre sorridente Mirajane in compagnia di Lucy piuttosto sorpresa dalla scena vista pocanzi. Ed infine l’azzurra si dirige passo spedito fuori dalla gilda in direzione Fairy Hills; lasciando dietro di sé Gajeel felice come una pasqua il cui sguardo passava da Lily a Mira e alla bacheca.
 
Levy giunta in prossimità del dormitorio aveva ripreso a pensare a mente lucida.
Cosa stava accadendo? Jet e Droy partono per chissà dove, molte delle missioni che aveva visto proprio il giorno prima non c’erano più e come se non bastasse Gajeel le propone una scommessa con una punizione e in un modo di fare che non si aspettava.
Basta! Non ce la faceva più!
Quella che era iniziata come una normale giornata a Fairy Tail stava diventando una davvero molto strana!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTA DELL’AUTRICE
 
Eccomi di nuovo qui a tempo di record! ^-^
 
Jet e Droy se ne sono andati senza specificare nulla e Gajeel se ne approfitta per stuzzicarla.
Cosa accadrà? Quale missione ha scelto Levy?
E perché Gajeel sembrava soddisfatto del suo operato?
Tutto questo e molto altro nei prossimi capitoli!
 
Spero di aggiornare nella prossima settimana.
 
Fatemi sapere che ve ne pare ;-)
 
Ciao!

  
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