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Autore: Sara Manu e Ale    25/06/2013    3 recensioni
“Ti prego, non scappare di nuovo, non lasciarmi qui.”
“Zayn, non posso.”
Mi avvicinò a se, piano piano, e fissò i suoi occhi nei miei.
“Ti prego.”
Lo baciai.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1




Lindsay Perez. Ovviamente non basta un nome per descrivere una persona. Ma io per farlo ne ho due. Lindsay quando sono con gli altri, Liz da sola.
Mi guardai attorno con aria frastornata, dalle chiazze verde acqua delle pareti di casa mia spostai la direzione dei miei occhi verso la grande vetrata che dava su un’infinita di onde blu e mi ci persi all’ interno. Erano le onde californiane, dove c’è sempre il sole che le rende brillanti. Mi risvegliai dallo stato di trance momentaneo quando sentii il rumore del caffè che bolliva rumoroso sopra al fornello. Lo tolsi dal fuoco e iniziai a berlo; una sensazione di calore attraversò tutto il mio corpo. Alta, snella, dai fianchi stretti fasciati da una gonna a tubo e un seno prosperoso visibile dalla mia camicetta scollata. Forse mi sarei dovuta considerare bellissima, slanciata sui miei tacchi vertiginosi, ma per me ero normale. La cosa che veramente mi piace di me sono i miei capelli: lunghi, di color castano chiaro, che mi ricadono morbidi sulla schiena. Ogni volta che me ne stavo per i fatti miei, mi piaceva legarli in una treccia lunga che posavo sulla spalla. Il caffè cominciava a fare effetto, una sensazione di energia mi attraversò da capo a piedi, mi tolsi i tacchi con piacere e mi recai al piano di sopra. In bagno, dopo aver indugiato un attimo, scelsi di fare un bagno caldo. M’immersi fino al collo e mi rilassai totalmente. Mi asciugai lentamente, ogni parte del corpo, mi vestii e scesi in salone. Durante il week-end mi sentivo bene, non dovevo pensare al lavoro. Sono dipendente in una grande azienda; ma non sono una delle classiche segretarie sottomesse che ricevono occhiate dolci dai superiori. Svolgo i colloqui di lavoro, mi faccio rispettare e per ottenere questo risultato devo tenere una corazza che mi fa sembrare acida, con la puzza sotto il naso e, molte volte, insensibile. Misi a posto la tazza col caffè e imprecai mentre cadeva emettendo un rumoroso suono tintinnante. “Merda!”  – dissi cercando di afferrarla – “quanto sono imbranata!”. Raccogliendo i cocci rotti, pensai al fatto che non mostravo mai questa parte sbadata di me a nessun altro. Riuscivo ad essere me stessa solo con la mia migliore amica: Elizabeth. Lei è diversa da me: è solare, simpatica e riesce sempre a tirare fuori il meglio di me, distruggendo del tutto la mia corazza. Riguardo all’aspetto, è bellissima, più di me, è alta, è bionda e i suoi boccoli morbidi le si fermano sotto al seno. Ha gli occhi blu, un blu profondo, bellissimo. La conosco bene: non è una biondina sciacquetta che la da a tutti. Lei ha personalità, non si fa sfruttare ne abbindolare. Senza di lei non so davvero come farei; mi coccola sempre e mi ricorda ogni volta che sono unica e che riesco sempre a farla ridere talmente forte che gli occhi di tutti balenano su di lei. A suo parere, è la mia migliore qualità. Ci conoscemmo in quarta elementare, con lei sono sciolta e tranquilla; non credo lei abbia mai visto la mia parte acida.
Presi il PC per combattere la noia, digitai qualche tasto e sbuffai impaziente per via della lenta connessione del mio Toshiba. Osservai la schermata colorata indicante le offerte di viaggio, speravo, volevo, desideravo, bramavo fare una vacanza: sentire l’odore del mare, la sabbia sotto ai piedi, la salsedine tra i capelli e ammirare l’orizzonte unirsi al mare.
         
***

Lunedì. ‘Di nuovo a lavoro Lindsay’ – pensai mentre iniziavo a prepararmi. Mi pagavano bene e facevo solo qualche domanda ai miei potenziali colleghi. Ecco: in realtà, è questo che non mi va! Dover decidere del destino degli altri. Mi sento un po’ in colpa a non assumere persone, che magari ne hanno veramente bisogno. Infilai tacchi, gonna e camicia e, dato il mio solito ritardo, portai dei trucchi in auto. La mia auto. Ne sono entusiasta, me la regalarono ai miei 18 anni mia madre e mio padre; Rachel e James.  È una Ipsilon blu; certo non sarà una Ferrari o una Porsche, ma per me è molto bella. È la stessa che i miei genitori possedevano quando avevo 6 anni e mi ricorda i bei momenti con mia sorella: Stephanie. Lei, oltre a Elizabeth, è davvero la persona che amo più al mondo, la mia confidente, ma non la vedo da molto tempo. Voglio partire anche per questo: rincontrarla. Lei abita in Italia, in Sardegna. Parcheggiai vicino all’ingresso e corsi in azienda. Salutai pigramente tutti i miei colleghi che mi risposero con un cenno di saluto altrettanto pigro e arrivai alla mia scrivania.
 
*** 

“Avanti, il prossimo!” – dissi io, pronta a giudicare chiunque fosse arrivato – “Salve” – mi si piazzò davanti un giovane sui 21 anni, 2 in meno di me, ed era bello, con un ciuffo castano all’insù e gli occhi color cioccolato, i muscoli sporgenti e un’altezza imponente. “Mi dica pure le sue referenze” – dentro di me, avrei voluto essere più gentile con quel ragazzo, ma cercai di mantenere un contegno e il mio solito tono altezzoso.
“Lei è?”
“Zayn Malik…” – iniziò ad espormi il suo curriculum e io gli fissavo gli occhi…

"Che ne pensa?”
“Beh…”  – Entrò in quel momento una segretaria con due caffè e fece gli occhi dolci a Zayn, che rispose lei con una strizzata d’occhio. ‘E cacchio!’ – pensai – ‘perché, appena vedo un bel ragazzo, ci prova qualcun’altra con lui?’. Comunque, nonostante l’atteggiamento da figo e un po’ da montato, aveva delle buone referenze… ho deciso: lo assumo.
“È assunto.”
“Oh, grazie mille signorina… , lei è?”
“Oh, scusi, io sono Lindsay Perez, piacere.” – dissi svogliatamente.
“La ringrazio Lindsay.”– esitò un attimo, poi continuò a parlare: “posso chiamarla Liz?”
“No.”
– e con queste parole me ne andai lasciandolo di sasso.
“Arrivederci”  – gli gridai.  
Forse l’ho offeso, mi spiace
M
a aveva toccato un punto dolente, peggio per lui.
 
***

Presi le scale: sono un po’ claustrofobica, fin da piccola e odio gli ascensori. Il caldo afoso di giugno si faceva sentire sulla mia pelle, che minacciava di iniziare a sgocciolare. Decisi di chiamare Elizabeth per fare shopping assieme e comprare degli abiti nuovi. Vado pazza per i vestitini estivi, corti, leggeri e di colori sgargianti. Adoro vestirmi in modo pazzo, mini gonne, vestiti sgargianti e poi andare in discoteca. Adoro però anche gli abiti delicati che ricordano un po’ l’800 e amo leggere. In auto, accesi la radio e si dispersero per tutto il veicolo le note di “Heart Attack” di Demi Lovato.
 
Putting my defences up,
cause i don’t want fall in love
If I ever did that
I think I’d have a HEART ATTACK!! ...


Quella canzone, io la adoro. Il testo però non mi rispecchia: non ora almeno, non sono invaghita di nessuno che non voglio amare, ma tempo fa ero fidanzata con Josh, lo amavo. Ai miei genitori, però, non andava a genio e mi dissero che non era adatto a me. Mi infuriai, me ne andai e continuai a stare con lui. Purtroppo, i miei genitori avevano ragione, eccome se ne avevano. Elizabeth mi raccontò che lui ci aveva provato con lei, ma l’aveva respinto. Lo aveva fatto da buon’amica e mi aveva raccontato tutto subito. Questo non ha fatto altro che migliorare la nostra amicizia. Nonostante chiesi perdono ai miei, un po’ della loro fiducia i me si disperse. Perciò li sento poco, la mia vita sono Elizabeth e Stephanie, io le amo; ma le mie giornate necessitano una figura maschile che mi ami per come sono davvero. Mi fermai un attimo a pensare. Devo uscire, fare nuove amicizie e cercare "l’amore".
 Amore: parola grossa. Definita in tutti i modi e con semplicità dalle persone, però, io credo che non si possa mai capirne a pieno il significato finché non lo si prova. Non so se lo ho provato con Josh: cioè si, lo amavo, ma non so se veramente e con tutta me stessa. Entrai in casa e afferrai il mio telefonino, un Iphone 4s, dalla borsa:
Okay Liz, oggi ci divertiamo – pensai prima di cominciare a chiacchierare con la mia Elizabeth.
“Oggi shopping pazzo”  – con queste parole Elizabeth attaccò e io mi fiondai nuovamente in auto.

***

In un attimo mi ritrovai dentro l’accogliente e chiassoso centro commerciale a braccetto con Elizabeth. 


 
Spazio Autrice: 



 
Salve cari. x
Questa è la mia prima Fan Fiction… spero tanto vi piaccia! Vorrei che lasciaste una recensione per farmi sapere cosa ne pensate.
So che questo capitolo probabilmente è un po’ noioso, ma serve per farvi conoscere Lindsay! Inoltre, vorrei chiarire una cosa: il profilo si chiama Sara Manu e Ale  perché siamo 3 ragazze ma questa fic è solo mia, che sono Sara ew.
Se volete chiedermi qualcosa fatelo pure.
Twitter: @erikashugs.
https://twitter.com/erikashugs
 Grazie a tutti i lettori!

Baci e abbracci
Sara <3 
  
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