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Autore: sxds    25/06/2013    5 recensioni
(DAL CAPITOLO 4).
Veloce. Troppo veloce.
Tentai di afferrargli le mani – per fare cosa? Bloccarlo? Entrambi sapevamo che lui aveva la meglio in ogni ambito, ora come ora – ma lui arraffò le mie, con le sue calde e leggermente ruvide.
Io… avevo bisogno d’aria. Quel contatto solo fisico, non visivo perché era troppo buio, anche se avrei voluto vedergli gli occhi, mi frastornava come mai era successo. Pensai fosse il fascino di fare la cosa sbagliata, quella proibita.
Sorrise come un predatore nel nero, e – quasi urlai – i suoi denti più bianchi della luna non erano levigati, neanche scheggiati, ma… Appuntiti. Come quelli dello squalo. Tutti così. E ne aveva troppi.
Mi premetti di più sulla parete per allontanarmi da quella cosa.
“Aiu...” provai a strillare, ma mi premette le labbra sulle mie per farmi tacere. Percepii chiaramente le zanne, che mi graffiarono la lingua e, ciò che fece dopo, fu il colmo della pazzia.
Iniziò a succhiarmi la lingua, come volesse strapparmela.
L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era una parola. Una parola che non avrei mai creduto viva, davanti a me, prova indissolubile.
Vampiro?
SXDS -- ff ispirata alla ff "n° 815" *INCOMPLETA PER ORA!*
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"into the darkness" SXDS
8 sorpresa!


 

Inserii le chiavi nella serratura.
Non sapevo perché, ma tremavo come una foglia senza un motivo valido. Forse avevo ancora in mente lo sguardo arrabbiato di Colin, o forse era semplicemente stress.
Insomma, non capitava tutti i giorni di avere a che fare con un vampiro.
-Salve, miss Elena Torino.-
Mi voltai sobbalzando. Un uomo, sul vialetto di casa, teneva stretto a sé un quotidiano, probabilmente molto vecchio. Ciò mi colpì. Era da molto che non leggevo un giornale.
-Ehm, salve- gli risposi, non molto convinta dal suo sguardo celato da occhiali da sole, nonostante fossero le otto di sera inoltrata, e fosse molto buio.
-Io sono Julian. Posso parlarle?- domandò.
-Ovvio-.
Di farlo entrare in casa mia non se ne parlava, quindi fui io ad avvicinarmi, a passo strascicato, tenendo stretta la borsetta e calcolando ogni via di fuga. A pelle, quest’uomo mi sembrava un dannato maniaco.
-Come le dicevo,- mi strinse la mano contro la mia volontà, e rabbrividii perché era più che ghiacciata, -io sono Julian. Zio di Colin.-
Sussultai.
-Lei è suo zio?-
La curiosità morbosa m’invase, molto prima del buonsenso. Poteva star mentendo ma, se non era così, allora forse era anche lui un vampiro.
Cazzo.Ora sembravo io la maniaca, però ormai convivevo con l’idea che non fossimo soli, noi umani. Anche se in molti lo sospettavamo già.
Scrittori, poeti, registi… Dovunque c’è la prova che né l’Universo né la Terra ci appartengono, eppure agiamo come fossimo dei dannati padroni di ogni molecola di polvere vibrante nell’aria.
-Sì, signorina- mi rispose, paziente, mollando la mano. –Vorrei chiederle un favore. Il mio povero nipote è in prigione da moltissimo tempo…-
-Ma perché?- azzardai.
Sospirò. –Non lo sa? Be’, stringerò molto il discorso. Allora…- iniziò, -è un Principe vampiro, molto potente, influente, scaltro… Però, purtroppo, davvero troppo sicuro di sé-.
-Pretende tutto e subito- annuii, e capii che l’uomo aveva compreso pienamente che ero entrata molto a contatto con Colin.
Ripensando al nostro primo incontro rabbrividii, e non solo di paura.
-E così, secoli fa, fu condannato all’ergastolo, dopo aver ammazzato suo fratello, per avere il trono-. Mi sorrise, quasi dolcemente. –Sa, Elena,- come sapeva chi ero? Poco importava –un tempo eravamo noi vampiri i sovrani del mondo-.
-Perché vi siete ritirati?- sistemai meglio la borsa sulla mia spalla, valutando se farlo entrare o no in casa. Sapevo però che era comunque uno sconosciuto.
Julian guardò a terra, ed intravidi due pozzi neri, simili a quelli di Colin, al posto delle pupille.
Il ricordo di quegli occhi mi frantumò qualcosa dentro.
-Potevamo governare solo durante la notte. Per voi- mi guardò un po’ sprezzante –non fu difficile ribellarvi. Semplicemente ci scacciaste. Ma non v’è nessun esercito umano, neanche il più equipaggiato, che possa sconfiggere un nostro esercito. L’unico motivo per cui rimaniamo all’ombra della vostra ignoranza è perché è comodo. E perché ormai c’è solo immondizia, da governare-. Mi serbò un’occhiata lugubre. Lo capii anche se indossava quei maledetti occhiali.
Deglutii. –E, questo, con Colin, che c’entra?-. Io, piuttosto, che c’entravo?
-Devi liberarlo- disse con semplicità.
-Cosa? Ma come faccio?- Non gli dissi di no.
-Liberarlo nell’animo, miss. È mio nipote, unico erede. Prima di tutto, deve convincersi che può uscire di lì. La vostra è una prigione ridicola, non fugge solo perché, come dicevo, è comodo-. Si passò una mano in cui sporgevano vene senza sangue fra i capelli tirati all’indietro. –La vostra ignoranza è la nostra culla-.
Mi dondolai sui talloni.
Tornai alla realtà. –In che senso, nell’animo?-
-Colin non ha mai amato. Nessun gliel’ha insegnato. Forse, se dovesse proteggere qualcuno, per quella persona uscirebbe dalla prigione.-
-Come? Ma, scusi, non può liberarlo lei? Non è così facile?-. Amare? E questo che cosa voleva dire?
Quell’uomo proseguiva per enigmi, e, nonostante una vita con Colin mi piacesse molto, come sogno nel cassetto, io? Lui?
Mi immaginai vampira.
Perfetta, assassina, occhi neri, con Colin.
Per sempre.
Vivere per sempre. Una prigione e una benedizione.
Non so se avrei voluto vivere per sempre.
-Non è questo che le sto chiedendo di fare- mi corresse Julian, facendomi diventare rossa.
Cazzo, vero! Leggeva anche lui i pensieri.
Mi scusi, gli dissi pensandolo, perché, ad alta voce, non ce l’avrei mai fatta, no.
-Stia tranquilla. Non so come, faccia uscire di sua volontà Colin da là. Nulla nega che poi possiate… Com’è che ha detto? Vivere per sempre. Insieme-. Mi guardò diventare rossa fino alla punta dei piedi. –Lei non è il tipo di donna che apprezza mio nipote. Ma, nei secoli, si cambia- affermò.
Annuii.
-E se le dicessi di no?- gli chiesi dopo un po’. Era solo per provocarlo, lo sapevamo entrambi.
Non gli avrei mai detto di no.
-Oh, miss Elena- ridacchiò con eleganza. –Lei non può dirmi di no. Non deve- mi sorrise mostrano dei denti perfetti intervallati da canini lunghi; pensai che erano molto diversi da quelli di Colin.
Lui sembrava molto più pericoloso.
-Lui è molto più pericoloso-.
-Oh…- Quand’è che avrei smesso di svelare ogni mio pensiero?
-Beh, miss Elena, spero che ce la farà, al massimo in un anno- mi prese la mano e poggiò un bacio sul dorso. –Saluti.-
Sparì. Nel nulla.
Un po’ d’aria smossa dalla sua corsa mi scompigliò i capelli.
Vivere per sempre.
Con Colin.
Calmati.
Io, in questi mesi, mi ero innamorata di lui?

NOTE. 
Salve, ragazze. Non ho molto da dire, solo...ecco la sorpresa. Lo zio di Colin, Julian. E poi i dubbi di Elena c: c: che carina no?
Be', 3 recensioni? =3 mi fa sempre piacere (tanto sapete che, anche se non ne mettete 3, vado avanti lo stesso xd)
SXDS


  
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