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Autore: Ema Penniman    25/06/2013    6 recensioni
Tutto ciò che la Clare potrebbe o meno aver omesso scrivendo The Mortal Instrument
Dalla storia:
Si scostò leggermente da Jace e Izzy quando qualcuno gli mise un braccio intorno alle spalle “Hey, Nephilim, cosa ci fa un ragazzino come te con una compagnia come quella?” chiese Magnus indicando con la testa Clary che cercava Simon sotto i tavoli.
“Io… no. In verità non sono con loro. Cioè, si sono con loro ma non perché lo voglio ma perché Jace e Isabelle hanno…” iniziò a balbettare una serie di frasi sconnesse finchè Magnus non rise forte facendolo ammutolire.
“Sei davvero adorabile, piccolo Nephilim, lo sai?” domandò divertito.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: City of Forbidden Loves
Autrice: Ema Penniman
RatingArancione
Capitoli: 2/?
Avvertimenti: Spoiler di The Mortal Instrument
Genere: Introspettivo

Pairing: Malec. 
Disclaimer: Non possiedo nè i personaggi nè le ambientazione perchè entrambi appartengono a Cassandra Clare





Magnus Bane adorava dormire fino a tardi.

Avrebbe volentieri ceduto la sua immortalità per potersi alzare il più tardi possibile, o anche solo per passare tutta la giornata in pigiama a poltrire.

Purtroppo per lui quella giornata non sarebbe andata per nulla così.

Mentre dormiva, il Presidente Miao saltò sul letto ed iniziò a miagolare rumorosamente finchè lo stregone non lo fece cadere dal materasso “Stupido gatto. Stavo facendo un bellissimo sogno. Ero in vacanza che-” ma le parole gli morirono in bocca.

Il gatto gli stava porgendo un biglietto.

Magnus sospirò e lo prese controvoglia.

Allo stregone Magnus Bane.
Un cacciatore, qui all’istituto, è stato attaccato da un demone superiore. È soltanto un ragazzo e ti chiedo di curarlo il prima possibile. È in pericolo di morte.
Hodge Starkweather

Le mani di Magnus tremarono leggendo quel messaggio.

Non poteva trattarsi di Alec. Lui non uccideva i demoni. Non era uno sprovveduto come Jace.

Pensando a ciò si alzò immediatamente e si vestì il più in fretta possibile, per poi aprire un portale che dava sulle scale dell’istituto.

Lì suonò il campanello almeno dieci volte prima che la ragazza con i capelli neri si degnasse di farlo entrare.

Era molto diversa dalla prima volta in cui l’aveva vista. Alla festa gli era sembrata forte e sicura di se. Ora era terrorizzata, sporca di pioggia e con i capelli totalmente in disordine.

Lei lo guardò con espressione interrogativa.

“Dov’è Alec?” chiese lo stregone con una certa nota di ansia nella voce.

Gli occhi di Isabelle si spalancarono immediatamente “E’ di sopra. È stato ferito da un demone-” allora era proprio come temeva.

“Si, si. Portami da lui” la interruppe bruscamente.

Perché si stava preoccupando per quel ragazzino? Infondo lo conosceva da qualche giorno. Ed era, appunto, solo un ragazzino.

Gli ricordava Will così tanto. Eppure era nello stesso tempo così diverso da lui. Aveva quell’espressione. Come se dovesse essere costantemente tenuto al sicuro per paura che potesse rompersi da un momento all’altro.

Magnus entrò nella stanza dell’infermeria e lo vide disteso su un letto.

La pelle chiara era ancora più pallida ed era quasi dello stesso colore delle lenzuola.

“Esci” ordinò Magnus ad Isabelle e senza nemmeno aspettare una sua risposta si chiuse nella stanza per poi precipitarsi verso il letto.

“Alec? Alec riesci a sentirmi?” ma il ragazzo non diede segno di svegliarsi.

“Speriamo che funzioni” disse lo stregone tra sè e perse le mani del ragazzo tra le sue.

Un fascio di luce azzurra scaturì da quel contatto e tutto il corpo del cacciatore iniziò a brillare. Magnus continuò a cercare di purificare il sangue del ragazzo dal veleno del demone finchè dopo qualche ora che cercava di combattere quell’infezione a colpi di scintille colorate, le palpebre di Alec si mossero leggermente.

Lo stregone si immobilizzò, con un incantesimo ancora incastrato sulla punta delle dita mentre il Nephilim apriva leggermente gli occhi.

“Magnus” sussurrò sorridendo appena, per poi ritornare nell’incoscienza.

“Alec! Ti prego, Alec, riprenditi. Sei forte, puoi farcela” lo implorò lo stregone continuando a mandare flussi di energia verso il ragazzo che sembrava dormisse.

Dal viso era sparita quella smorfia sofferente che aveva quando era entrato nella stanza. Ora al suo posto c’era un sorriso.

Passarono le ore senza che Magnus se ne accorgesse finchè dalle finestre la luce solare si affievolì e lo stregone perse i sensi accasciandosi sul letto con la testa sullo stomaco del cacciatore.

Aveva lavorato ininterrottamente per tutto il giorno lanciando incantesimi di guarigione sul ragazzo.


A notte fonda Alec iniziò a svegliarsi lentamente, fin quando non si accorse di avere un peso sulla pancia. Istintivamente cercò di muoversi per scrollarlo via, pensando che si trattasse di Church che spesso si appisolava sopra di lui ma questo non accennava minimamente a schiodare, così il cacciatore sollevò leggermente il capo e per poco non si strozzò.

Spalmato sopra di lui c’era niente meno che Magnus Bane in persona. Per un momento arrossì terribilmente vedendolo lì ma successivamente si rilassò. L’ultima cosa che ricordava era Isabelle che lo teneva tra le braccia sul furgone di Simon e poi più nulla. Era però sicuro di aver visto lo stregone avvolto da un’infinità di scintille colorate che si muovevano frenetiche intorno a lui.

Era ancora vivo. Quindi questo poteva significare solo che Magnus era riuscito a curarlo, anche se non si spiegava esattamente come mai stesse dormendo sopra di lui.

Si chinò leggermente e lo osservò.

Era bello. Con quella pelle scura e la barba accennata che gli incorniciava il viso sembrava così mortale.

Senza gli occhi da gatto che lo scrutavano né studiò i lineamenti. Gli zigomi, il naso dritto, la perfetta curvatura della bocca.

Istintivamente mosse una mano verso di lui, intrecciandola dolcemente tra i capelli. Oltre Jace non aveva mai definito un uomo bello, ma dire che Magnus lo era sarebbe stato riduttivo.

Poiché lo stregone non dava segno di svegliarsi, Alec continuò con la sua esplorazione del viso dell’altro sfiorando delicatamente con i polpastrelli ogni singolo lineamento fino a soffermarsi sulle labbra.

Per la prima volta in vita sua desiderava baciare qualcuno. E mai come in quel momento aveva desiderato quel contatto.

Si era immaginato più e più volte come sarebbe stato baciare Jace, ma il suo corpo non aveva mai reagito in quel modo. Stava letteralmente sudando freddo e, nella cassa toracica, il cuore stava battendo a mille. Rimase a fissare le labbra di Magnus finchè questi non si mosse leggermente facendolo quasi sobbalzare e costringendolo a rimuovere immediatamente la mano dal viso dello stregone. Subito si sdraiò sul letto chiudendo gli occhi.

Magnus mormorò qualcosa di incomprensibile e sbattè le palpebre cercando di svegliarsi, per poi rendersi conto del mondo circostante e della posizione che aveva assunto.

Si scostò dal corpo del ragazzo e si alzò osservandolo attentamente.

“So che non dormi più. È inutile fare finta” disse con un sorriso stanco sul volto. Alec a quelle parole spalancò gli occhi colpevole e con le guance in fiamme.

Magnus sorrise più apertamente “Beh? Come ti senti?” chiese con tono leggermente ansioso.

“Bene. Credo. Non lo so” il Nephilim si mise a sedere e appena toccò terra con i piedi una smorfia di dolore gli si formò sul viso “Mi devo essere rotto una gamba” disse rattristato rimettendosi a letto ed incrociando le braccia al petto “Devo steccarmi la gamba. Potresti chiamare Isabelle per accompagnarmi all’ospedale?” chiese il cacciatore sovrappensiero.

Magnus scosse la testa “Certo che no”

Alec inarcò un sopracciglio nella sua direzione e lo stregone gli fece un sorriso “Aspetta, ti aiuto” disse sedendosi accanto a lui. Poi Magnus iniziò a sussurrare qualche parola in una lingua che per Alec era totalmente sconosciuta e dalle sue mani si liberarono delle scintille rosse che s’infransero sulla gamba del Nephilim.

“Va meglio?” chiese Magnus guardando il ragazzo dritto negli occhi che annuì serio.

Tra i due era sceso un silenzio particolarmente teso. Alec lo avvertiva. Aveva notato qualcosa nello sguardo dello stregone ma non riusciva a capire di cosa si trattasse.

Quell’atmosfera si ruppe nell’esatto istante in cui dei potenti colpi andarono a cozzare contro la porta dell’infermeria.

Magnus alzò gli occhi al cielo “Riposati, va bene? Io torno subito” disse al cacciatore mentre si alzava per aprire la porta.

Alec lo guardò allontanarsi. In effetti era parecchio stanco e l’avere Magnus lì lo rendeva in un certo senso sereno quindi non si accorse nemmeno di essersi addormentato.

Nel frattempo Magnus, dopo vari minuti di discussione con Isabelle, tornò vicino al letto del ragazzo che trovò profondamente assopito e si ritrovò a sorridere. In quelle poche ore in cui Alec aveva quasi varcato la soglia del non ritorno si era decisamente reso conto di tenere a quel ragazzino. Forse perché assomigliava a Will, ma molto più probabilmente proprio perché era totalmente diverso da lui.

Quando Alec si risvegliò nuovamente era convinto che Magnus sarebbe stato lì, vicino a lui.

Purtroppo al suo posto c’era un biglietto.

Guarisci presto, piccolo Nephilim.
Magnus Bane.

Istintivamente vedendolo sorrise ampiamente.


Finalmente un po’ di meritato riposo! Pensò Magnus quella sera mentre si stendeva sul divano con un libro in mano.

Era stata una settimana davvero intensa per lui. In un modo o nell’altro i Nephilim finivano per trovarlo sempre. Ovunque fosse.

Anche se doveva ammettere che quest’ultima volta non gli era dispiaciuto poi così tanto. In fin dei conti aveva conosciuto Alec e quella non poteva trattarsi di una cosa totalmente negativa.

Quel ragazzino lo incuriosiva.

Era davvero forte.

Ed il motivo per cui lo incuriosiva così tanto era proprio perché era diverso da Will. Aveva una forza interiore totalmente diversa dall’altro Nephilim.

Però non avrebbe dovuto passare altro tempo da solo con lui. Avrebbe sofferto di nuovo. E questa volta avrebbe impiegato molto più del solito nel riprendersi, ne era certo.

Se si fosse presentata l’occasione di lavorare ancora con i Nephilim non si sarebbe dovuto fare coinvolgere. Era semplice come regola ed anche abbastanza facile da rispettare. L’unica nota che stonava con il tutto era stato quel momento, il giorno prima, in infermeria. Era successo qualcosa e Magnus lo sapeva.

Proprio mentre stava per iniziare a leggere ecco che il citofono iniziò a suonare.

Di mala voglia lo stregone si alzò.

“Chi è?”

“Sono -ehm, Alec” disse una voce incerta.

In quell’esatto istante Magnus ignorò totalmente tutte le regole che si era imposto nemmeno qualche secondo prima e si precipitò ad aprire la porta d’ingresso dove c’era un Alec con un’espressione di totale insicurezza stampata in volto.

“Che ci fai qui?” chiese lo stregone sorridendo.

“Io… in effetti non lo so. Volevo, credo ringraziarti per avermi salvato la vita” disse abbassando gli occhi palesemente a disagio.

Magnus inarcò un sopracciglio “E ti sei fatto tutta questa strada per venirmi a ringraziare?” chiese divertito.

Alec spalancò gli occhi “No. Io-cioè ero in giro. Stavo facendo una passeggiata e mi sono trovato, da queste parti, così ho-ho pensato di fare un salto per dirti quanto sono grato per quello che hai fatto” disse balbettando frasi sconnesse.

Magnus ridacchiò “Fantastico! Entra, dai. Stavo giusto per accendere la televisione” Alec sorrise più rilassato e seguì zoppicando lo stregone. Il più grande si voltò verso di lui storcendo il naso “Ti fa ancora male?”

Il cacciatore annuì “A quanto pare gli iratze non sono così efficaci sulle ossa rotte” commentò incurante. Magnus aggrottò le sopracciglia “E tu eri in giro, di notte, con una gamba rotta, perché volevi fare una passeggiata?” domandò divertito.

Alec arrossì terribilmente ed annuì cercando di non incrociare lo sguardo con l’altro che sorrise felice.

“Eri-uhm-impegnato?” chiese il Nephilim timidamente cercando di sbirciare oltre la spalla di Magnus.

“In realtà no- rispose lo stregone –sono contento che sia qui. Almeno non mi annoio” disse facendogli l’occhiolino. Era così. Alec l’aveva notato immediatamente. Quando c’era qualcosa che non sapeva bene come gestire Magnus reagiva facendo battute e allusioni. E ad Alec iniziava a piacere quel comportamento.

“Credo che tu già lo sappia, ma Jace e Clary sono fratello e sorella” disse il moro sedendosi compostamente sul divano mentre Magnus cercava disperatamente il telecomando.

“Ovvio. Te l’ho praticamente detto io. No, in realtà tu eri ancora morto. L’ho detto ad Isabelle. Oh, al diavolo” disse rinunciando alla ricerca e abbandonandosi sul divano facendo schioccare le dita per accendere il televisore.

“Si, ma c’è altro che non sai- continuò Alec sapendo di aver catturato l’attenzione dello stregone –pochi giorni prima si sono baciati” a quel punto Magnus sgranò gli occhi guardando il ragazzo che sorrideva e scoppiò a ridere. Alec aggrottò le sopracciglia “Cosa c’è di tanto divertente?”

“Beh, mio piccolo Nephilim, voglio dirti che sei più pettegolo di me” disse Magnus ridacchiando e Alec gli diede una gomitata ridendo insieme a lui “Non è vero!- si lamentò –io non sono pettegolo, sto solo riportando la realtà dei fatti così com’è, perché se vogliamo dirla tutta ora quei due mi fanno anche un po’ pena. Ma t’immagini? È la prima ragazza per la quale Jace sembra davvero preso e ora viene fuori che è sua sorella. Dev’essere stato un trauma” disse il cacciatore guardando verso Magnus che annuì.

La serata trascorse velocemente. Tra chiacchiere e risate i due non si accorsero del tempo che passava finchè Alec, nel buio della casa, mentre Magnus parlava di un viaggio in qualche posto esotico e sperduto non si addormentò sul cuscino del divano.

Lo stregone non se ne accorse continuando a parlare e quando pose una domanda alla quale non ebbe risposta si avvicinò al ragazzo scoprendolo con gli occhi chiusi ed il respiro pesante. Istintivamente sorrise ripensando a quando l’aveva visto dormire nell’infermeria. Era così piccolo.

In quel momento però non aveva idea su cosa fare.

Iniziarono a venirgli crisi di tutti i tipi. Cosa diamine doveva fare? Svegliarlo? Non poteva sottrarlo al sonno così, sarebbe stato troppo cattivo da parte sua, dormiva come un angelo, ma non poteva nemmeno lasciarlo dormire lì o la mattina dopo avrebbe avuto dolori dappertutto. In realtà non avrebbe nemmeno dovuto pensare alla mattina dopo, perché in primo luogo non si sarebbe nemmeno dovuto addormentare lì.

Sospirò frustrato.

Schioccò le dita ed il corpo di Alec si sollevò mentre lui continuava a dormire beatamente. Con molta attenzione lo fece fluttuare fino alla sua camera per poi farlo scendere lentamente sul letto. Gli tolse le scarpe e gli mise una coperta addosso.

E ora lui dove avrebbe dormito?

Scosse la testa e si avviò verso l’altra stanza. “Aspetta- lo chiamò con voce impastata dal sonno –mi dispiace, non mi sarei dovuto addormentare qui”

Magnus si voltò verso di lui “Sai, è una cosa che dici molto spesso”

Alec aggrottò le sopracciglia “Cosa?”

“Mi dispiace. Non fai altro che scusarti”

“Io-ehm-mi disp-già” disse Alec sorridendo. Magnus si sedette accanto a lui sul letto.

“Dovrei andare” dichiarò poco dopo il cacciatore, ma nella sua voce non c’era la minima traccia di volontà. Magnus si voltò verso di lui. Erano così vicini che poteva sentire il respiro caldo di Alec infrangersi sulle sue labbra.

“Hai mai baciato un ragazzo?” sussurrò lo stregone. Il Nephilim scosse la testa ed il suo sguardo cadde sulle labbra di Magnus che sorrise.

“Ti andrebbe di provare?” domandò ancora guardando gli occhi di Alec che non erano più azzurri ma ormai del colore dell’oceano.

Non aspettò una risposta e colmò lo spazio che li divideva poggiando delicatamente le sue labbra su quelle del Nephilim. Questo immediatamente strinse il copriletto fino a che le nocche non gli divennero bianche ma non si sottrasse al contatto.

Magnus si scostò da lui osservandolo. Aveva gli occhi chiusi e le guance rosse. Sorrise.

“Ti è piaciuto?” domandò con voce bassa. Questa volta il ragazzo annuì e Magnus non aspettò un secondo di più per annullare la distanza che li separava. Ma con un bacio diverso dal primo, che era stato un puro e semplice sfiorarsi di labbra. Lo stregone poggiò le mani sul viso di Alec che rilasciò il respiro che stava trattenendo e si rilassò nel bacio.

Stava baciando uno stregone.

No, stava baciando un ragazzo per la prima volta in vita sua. E gli stava piacendo da impazzire.

Istintivamente portò le braccia dietro al collo di Magnus facendo sorridere quest’ultimo.

Lo stregone iniziò a passare la lingua sulle labbra morbide del cacciatore che con un mugolio le dischiuse.

Non passò molto che la bocca di Magnus si scostò da quella del Nephilim per seguire la linea della sua mascella fino ad arrivare al collo dove si fermò ed iniziò a mordicchiare una piccola porzione di pelle. Lentamente lo stregone fece distendere il cacciatore sul letto sentendo il suo respiro pesante

Alec non si rese conto della situazione finchè la mano calda di Magnus non iniziò ad accarezzare il lembo di pelle sul ventre del ragazzo che la felpa aveva lasciato scoperto.

Immediatamente scattò in piedi scendendo dal letto con le guance rosse “Cos-cosa stavi facendo?” balbettò cercando di riprendere un contegno adatto ad un cacciatore.

Magnus ridacchiò e si alzò anche lui stiracchiandosi “Devo… è tardi, dovrei tornare all’istituto” disse Alec cercando di non incontrare lo sguardo dello stregone.

“L’hai detto anche prima, ma sei ancora qui” Alec si torturò le mani a disagio “Giusto. Io… quindi vado” disse avviandosi verso la porta della camera ma la mano dello stregone lo fermò.

“Non fare lo stupido” disse Magnus. Alec aggrottò le sopracciglia mentre l’altro faceva dei cerchi con le mani ed apriva un portale.

Le labbra del cacciatore si aprirono di sorpresa. Non ci aveva pensato. La magia era davvero comoda. Si rese conto che Magnus lo stava osservando e lui non aveva la più pallida idea di cosa fare. Cercò di evitare lo sguardo dello stregone e si avviò verso il portale “Ehm.. grazie per avermi salvato la vita” mormorò a disagio ma prima che potesse entrare nel portale Magnus lo attirò a se e fece congiungere nuovamente le loro labbra in un bacio veloce, ma del tutto diverso dal primo, per poi spingerlo oltre il portale.

In quell’esatto momento Alec si ritrovò sui gradini dell’istituto con una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

Cosa diamine aveva fatto?!

Purtroppo s’imbatté in sua madre che lo costrinse a svegliare Jace. Il cacciatore però aveva un innato senso dell’attenzione e ciò lo portò a notare un evidente segno rosso sul collo di Alec.

Il ragazzo poi si era rintanato nella sua stanza ed in quel momento si stava guardando allo specchio. Magnus gli aveva lasciato un succhiotto parecchio evidente. E lui non se né era nemmeno accorto.

Sfiorò il segno con i polpastrelli. Era qualcosa di davvero strano.

Lui era un cacciatore e i cacciatori non si comportano come delle quattordicenni. Alec sospirò e si mise a sedere sul letto con le ginocchia al petto. Doveva trovare una soluzione a quello che era successo, ma non aveva la più pallida idea di come fare. Avrebbe benissimo potuto fermare Magnus, ma qualcosa in lui non l’aveva fatto e non riusciva a spiegarsi il perché.

Lui era gay. Questo lo sapeva.

Era innamorato di Jace. Anche di questo era perfettamente consapevole.

Si era arreso all’idea di non essere mai ricambiato. In fin dei conti se i suoi avessero scoperto la sua sessualità probabilmente l’avrebbero esiliato.

E allora perché si era fatto baciare da Magnus? E soprattutto perché avrebbe voluto rifarlo?







Spazietto di Ema
Salve a tutti :D Immagino che tutti quelli che stanno segiendo questa storia mi odiano per non aver aggiornato prima, ma mi dispiace immensamente, ho avuto un sacco di impegni... ma ora sono in vacanza, quindi ho un mare di tempo libero YaY... However spero che questo capitolo vi piaccia... ci ho messo un sacco di tempo a scriverlo ho riletto un mare di volte i primi due libri per cercare di renderlo il più lineare possibile :) grazie mille a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo, vi adoro :) fatemi sapere cosa nè pensate
Ah, quasi dimenticavo... devo ringraziare come al solito Occhidacerbiatta che mi ha suggerito un titolo più decente, perchè quello di prima faceva davvero schifo... Thanks my parabatai <3
Ema :)
P.S. il prossimo capitolo è quasi finito, quindi credo che la settimana prossima lo posterò :D

   
 
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