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Autore: rjddle    25/06/2013    1 recensioni
Joy potter si trova a dover affrontare la battaglia contro Lord Voldemort. Accompagnata da suo fratello harry, ron e hermione, e dai sensi di colpa per coloro che sono morti per lei, parte alla ricerca degli horcrux restanti.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti | Coppie: Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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 Joy Potter, la ragazza che è sopravvissuta, era in piedi, in piena notte, la ciccatrice che bruciava. Tastó il comodino fino a individuare la bacchetta. La.impugnó. «lumos!» dalla punta uscì una flebile luce. Avanzó barcollante verso lo specchio. Una ragazza dai capelli mori, gli occhi verdi, pallida e magra le ricambiava lo sguardo. Sbadiglió sonora mente e tornó a letto. Pensó al giorno dopo. Probabilmente, quella era l'ultima notte che passava in quella casa. Probabilmente non avrebbe nemmeno piú rivisto i suoi zii e suo cugino. Aveva paura. Paura di affrontare voldemort. Paura per gli altri. Paura di perdere suo fratello harry, i suoi amici. Paura di ció che avrebbero pensato quelli che vedevano in lei una speranza. Chiuse gli occhi e si addormentó con questo pensiero.
 
 
                                                                                                 *



Quella mattina mi  svegliai prima che la sveglia suonasse. Rimasi a letto un po', contemplando quelle che sembravano sottili crepe sul soffitto giallognolo. Non le avevo mai notate, erano sempre state li? Ce n'era una, particolarmente profonda, che arrivava fino al vecchio lampadario al centro della stanza. «harry?» chiamai, sapendo che non mi avrebbe risposto perchè stava dormendo. Dall'altro capo della stanza, invece, si levó un «eh?». «'giorno» risposi senza pensare. «dobbiamo veramente andarcene o mi sono sognata tutto?» chiesi con voce triste. secondo i miei calcoli, oggi mancavano quattro giorni al nostro compleanno. ma non volevo andarmene. volevo stare al sicuro. ancora. non me la sentivo di prendere veramente in considerazione l'idea di voltarmi e trovare un mangiamorte con la bacchetta puntata, pronto a consegnarmi al signore oscuro. e quella sarebbe stata la fine. Ron, Harry ed Hermione erano gli unici su cui potevo contare. Gli unici che sapevano degli horcrux. Mi sentivo in colpa. se solo avessi fatto qualcosa per fermare piton e gli altri mangiamorte, se solo mi fossi accorta dell'armadio svanitore Silente non sarebbe morto, e io contavo fin troppo su di lui. sapeva sempre cosa tutto. non potevo andare avanti senza che lui mi dicesse cosa fare. Come avrei potuto trovare gli altri horcrux? non avevo nessun indizio da cui partire, non potevo perlustrare ogni posto sospetto. silente aveva affidato a me questo compito, ma sapevo che non sarei riuscita a compierlo, e mi sentivo in colpa per questo. inoltre, anche i dursley se ne sarebbero dovuti andare, a causa mia, e per questo, nonostante l'odio reciproco che provavamo, mi sentivo in colpa. probabilmente non li avrei piú rivisti. questa volta me ne stavo andando per poi non tornare. mi morsi un labbro per non piangere. «s-si» balbettó lui in risposta, nonostante giá lo sapessi ma speravo di essermi sbagliata.

Ripensai al primo anno a hogwarts, quando era l'unico luogo che veramente avrei potuto chiamare 'casa'.  volevo tornare a sette anni prima.

sentivo i dursley che facevano i bagagli. Mi alzai malvolentieri, aprii la porta della stanza. il corridoio era completamente sgombro. non c'erano piú i mobili che fino a qualche ora prima stavano accostati quasi ovunque alle pareti. mi morsi il labbro. andai in bagno. mi misi una maglietta verde a maniche lunghe, come sempre, nonostante morissi di caldo, e dei pantaloni corti bianchi. mi sistemai i capelli, mi misi le mie fidate all star rosse, anche se ormai erano quasi bianche, che avevo comprato l'anno prima dopo essermi procurata un po' di soldi babbani. uscii dal bagno e tornai in camera. harry non c'era. presi lo zaino a cui avevo fatto un incantesimo di estensione interna un po' troppo potente, tanto che ormai l'intera camera ci sarebbe entrata comodamente, impugnai la bacchetta e andai a cercare harry.

nonappena giunsi in fondo alle scale, mi voltai. era lí, guardava il sottoscala che un tempo era la sua camera. ora una lacrima solcó il mio viso. non potei farne a meno. lo raggiunsi. mi poggió una mano sulla spalla. «non mi ricordavo quanto fosse piccolo» guardai dentro, c'era ancora l'armadio in cui i dursley ci chiudevano a chiave i bauli, le bacchette, e tutto ció che riguardasse la magia. mi ricordai dell'odio che provavo per loro. ormai avevo il viso rigato di lacrime. mi affrettai ad asciugarle con una manica. Harry mi poggió una mano sulla spalla, mentre osservavo ogni centimetro di quel luogo che non avrei mai piú rivisto. quel luogo in cui avevo vissuto la mia infanzia, durante la quale non avrei mai nemmeno lontanamente immaginato che sarebbe successo tutto questo. Fino ad allora, avevo sempre aspettato il momento in cui me ne sarei andata. speravo arrivasse in fretta. adesso invece l'unica cosa in cui speravo era un miracolo: magari avevo sedici anni e non diciasette, e saremmo potuti restare lí ancora un anno. Magari era solo un incubo. certo. doveva essere un incubo. non era possibile.

Attraversammo il corridoio e voltammo l'angolo. erano in salotto, i dursley, e non spiccavano parola. era strano vedere la stanza vuota. bussarono alla porta, e corsi ad aprire, senza nemmeno rendermene conto. un piccolo mago e una strega entrarono senza aspettare che li invitassi a farlo. si presentarono, ma ero troppo immersa nei miei pensieri per capire i loro nomi. così annuii, e tentai un sorriso. Con un cenno del capo indicai la stanza in cui si trovavano i Dursley. loro intuirono al volo e la raggiunsero. li sentii parlare, ma non ero attenta a ció che dicevano. fissavo la parete. quella parete in cui dudley aveva disegnato tante volte.. mi misi una mano in tasca, e strinsi il frammento dello specchio che mi aveva regalato sirius. lo strinsi tanto forte che inizió a sanguinarmi il pollice. lo alzai, e sporcai nuovamente la parete. se un giorno sarei tornata a privet drive, in quei miliardi di case tutte uguali, e mi sarei scordata il numero, avrei potuto riconoscere la casa da quella piccola macchia, che, probabilmente, nessuno si sarebbe curato di pulire. certo. era una cosa stupida. sarebbe stato impossibile, ma in ogni caso volevo lasciare qualcosa nel luogo dove avevo vissuto la mia infanzia. A quel punto iniziai a dubitare anch'io di star bene. Harry, per fortuna, non mi aveva vista.


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ehi gente, beh, intanto mi auguro che vi piaccia ahah, poi vorrei chiedervi se avete qualche idea per il nome della protagonista perchè joy non mi piace tanto. a una recensione posto il secondo capitolo.
Al secondo capitolo quindi! (sempre se qualcuno mi caga questo). ah, e scusate l'introduzione in terza persona ma non sapevo come fare.
Ora mi dileguo, ciaao.
ps: se chiedete vi do il nick di twitter. c:

 
  
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