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Autore: Utopy    25/06/2013    0 recensioni
In lontananza si sentivano i loro schiamazzi, finalmente Tom era riuscito a prendere Ale fra le braccia e lei stava cercando di liberarsi perché era bagnato. Sorrisi a quella scena e poi tornai a guardare Bill:
“Te lo saresti mai immaginato, tutto questo?”
“Ahm”, corrugò la fronte, guardando l’orizzonte, l’azzurro del cielo e del mare che si fondevano. “No.” Mi guardò e scoppiammo a ridere insieme.
E pensare che, davvero, tutto era iniziato per gioco… mi metteva i brividi.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 50 – La fine

“Ti devi rilassare, fai un bel respiro profondo” Ale prese le mani della sorella, stringendogliele forte nelle sue e guardandola intensamente negli occhi, aiutandola a respirare correttamente.

Quello era il grande momento, tanto atteso e sospirato.. Eppure sofferto giorno per giorno. Almeno da una parte.

Ary dalla sera prima non si dava pace, aveva passato la notte in bianco e quella mattina era nervosa come poche volte lo era stata. Andava avanti e indietro lungo tutto il perimetro della sala, con addosso il vestito bianco in pizzo, parlava da sola e rideva.. Rideva istericamente, per poi ritrovarsi seduta su una sedia a piangere. Una pazza. Una pazza isterica.

“La fai facile tu” Piagnucolò la biondina, stirandosi gli sbuffi del vestito sulle ginocchia e stropicciandosi gli occhi leggermente umidi.

“Non ti azzardare!” La rimbeccò Serena, puntandola con il dito. “Il trucco è perfetto!” Berciò, guardandola di sbieco, per poi sciogliersi in un sorriso alla vista del suo musetto imbronciato.

“Ary, ma tu lo vuoi sposare..Vero?” Ale aggrottò la fronte, sapeva già la risposta, ma sentirselo dire l’avrebbe tranquillizzata, e non poco.

“Certo che voglio!” Sbottò stridula, quasi indignata. “Però.. Oddio, mi sto per sposare! Ho venticinque anni e mi sto per sposare!” Esplose in una risata delle sue, con un accenno nervoso che non sfuggiva alle orecchie della sua gemella.

“Eccola che ricomincia..” Serena alzò gli occhi al cielo, sbuffando divertita. “Vado a vedere il mio fidanzato cosa combina!” Guardò le due sorelle, alzando i pollici in segno d’incoraggiamento.

“Georg è già qui?” Chiese Ale curiosa, inarcando un sopracciglio.

“Sì, è arrivato con Gustav e la sua Inge da poco, mi ha mandato un messaggio”

“Vai dal tuo bello, dai. Salutaceli!” Ale la salutò, agitando la mano, per poi riportare la sua concentrazione su Ary, seduta su una sedia di fronte a lei, con il viso sostenuto dai palmi delle mani aperti.

“Chissà Tom.. Secondo te è in smoking?” Chiese poco dopo la biondina, una volta che si fu calmata. “Speriamo di no, potrei commettere atti inconsulti.” Ridacchiò, portandosi una mano davanti alla bocca.

“Sempre la solita.” Sospirò Ale. “A proposito di Tom.. Gliel’hai detto?”

“Cosa? Ah.. Quella cosa” Mormorò, abbassando il capo allo sguardo indagatore di sua sorella. “Pensavo di dirglielo oggi, dopo il matrimonio.” Alzò le spalle, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

“E’ una cosa importante.” Annuì Ale “E lui vedrai, ne sarà felice..” Sorrise incoraggiante, prendendole una mano e accarezzandone il dorso.

“Allora la mia bellezza è pronta?” Ale riconobbe la voce del suo compagno, fuori dalla stanza, e i suoi passi che si avvicinavano lungo il corridoio. Guardò terrorizzata la porta, fiondandocisi addosso quando la vide aprirsi appena, richiudendola con un botto, rischiando di colpire il naso del povero Bill.

“Aiah! Ma sei pazza?!” Esclamò l’altro, rimanendo con tanto d’occhi.

“No! TU sei pazzo! Nessuno te l’ha detto che lo sposo non può vedere la sposa prima del matrimonio?”

“Oh beh, non ti facevo così superstiziosa”

“Bill, è la tradizione!” Ridacchiò.

“Mamma, mamma!” Il suo sorriso si sciolse, divenendo un concentrato di dolcezza e amore smisurato. La sua bambina la stava chiamando, e lei ancora non ci aveva fatto l’abitudine, nemmeno dopo tre anni.

“Amore, sono qui.” Sorrise, guardando la porta e immaginandosi sua figlia nel suo vestitino azzurro, con il mazzolino di fiori tra le braccia, mentre con una mano stringeva quella grande e forte del suo papà. “Vieni dentro. E tu Bill non azzardarti a sbirciare!” Aprì una piccola fessura della porta, quel tanto che bastava per permettere alla bimbetta di intrufolarsi nella stanza, lasciando fuori il padre. “Ci vediamo all’altare, amore.” Mormorò. “Ciao papà!” Margherita agitò una mano verso il corridoio, che si intravedeva ancora dalla porta semichiusa. Ale sospirò felice, prima di richiuderla.

“Piccola della zia!” Ary gridò, aprendo le braccia verso Margherita, che subito si fiondò addosso a lei come una scheggia.

Era una bambina stupenda. I capelli biondo cenere erano legati in due treccine arruffate, che le ricadevano morbide sulle spalle, incorniciandole il viso candido con le gote rosse, in cui erano incastonati due occhioni identici a quelli del papà e della mamma. Ale, però, aveva sempre pensato che fossero più uguali a quelli di Bill, perché erano di un castano speciale, più caldo e intenso.

“Ragazze, siete pronte? E’ l’ora.” La mamma entrò nella stanza, guardando le sue figlie, portandosi le mani al petto e guardando il cielo, mentre i suoi occhi luccicavano e, lentamente, si inumidivano. “Le fedi le ha Andreas, Margherita è pronta?” Ale e Ary annuirono. Sarebbe stata Margherita a portare le fedi all’altare, ai suoi zii e ai suoi genitori. Era stata subito entusiasta, benché non avesse idea di cosa volesse dire. Era solamente felice di poter far qualcosa di bello per la sua mamma, il suo papà, la zia Ary che la viziava sempre e lo zio Tom, che in un modo o nell’altro riusciva sempre a farla ridere e ad aiutarla a farla franca, qualsiasi malanno combinasse. Era innamorato di sua nipote.

“Arriviamo.” Annuì Ary, emozionata, prendendo la nipotina per mano, tenendo i fiori in quella libera. Fece un respiro profondo, cercando lo sguardo rassicurante di sua sorella, e poi uscirono.

 

***

 

“Sì, lo voglio.” Sussurrarono insieme  le due gemelle, guardando i volti sorridenti dei rispettivi fidanzati, anzi, ormai mariti, non potendo evitare di sentire le gambe cedere come fossero di gelatina.

“E allora io vi dichiaro mariti e mogli” Sorrise il parroco, chiudendo il libricino che reggeva tra le mani e portandoselo al petto “Sposi, potete baciare le spose.” Ridacchiò, lasciando spazio all’organo che riprese a suonare.

Nell’istante in cui Ale incrociò lo sguardo di Bill, credette di sognare, perché non era possibile.. Non era possibile che lei, proprio lei, avesse sposato un uomo così meraviglioso.. Lo stesso uomo con cui aveva avuto il gioiello più prezioso della sua vita: la loro bambina, la loro Margherita.
Si avvicinò timidamente, premendo le labbra contro le sue, consapevole che quello era, in fondo, tutto ciò che aveva sempre desiderato.

“Ti amo.” Sussurrò lui, non staccando la bocca dalla sua.

“Ti amo” Sorrise di rimando Ale, avvolgendogli il collo con le braccia, sentendosi però tirare il vestito.

“Mamma, papà.. Sono stata brava?” Chiese la piccola Margherita, con il suo broncetto infantile che faceva impazzire i suoi genitori, tanto che non riuscivano mai a dirle di no.

“Sei stata perfetta.” Bill la prese in braccio, stringendola su un fianco e baciandole la fronte, per poi cominciare a percorrere la navata, in mezzo alla tempesta di riso e coriandoli bianchi.

 

 

Ary, dopo aver sentito le parole del prete, si girò verso il suo nuovo marito con occhi giocosi e intrisi di un allegria tale che, se glielo avessero raccontato appena qualche anno prima, non ci avrebbe mai creduto.

Abbracciò Tom, baciandolo impetuosamente, fregandosene degli sguardi sorpresi di tutti i parenti e gli altri invitati. Lo amava, lo amava ed ora era sicura di aver fatto una delle scelte più giuste in tutta la sua vita.

“Ti amo, lo sai?” Ridacchiò, sbirciando oltre la sua spalla, occhieggiando la sorella che sorrideva a Bill.

“Lo so, lo so. E tu sai che ti amo anche io?”

“Ovviamente.” Poi, presa da un momento di follia mista a felicità, gli prese la mano, poggiandosela sul ventre, in crescita da ormai qualche settimana. “E questo non te lo potevi nemmeno immaginare, di’ la verità.” Gli sorrise furba, notando Ale e Bill camminare verso l’uscita con la sua piccola nipotina al seguito.

“Colpo basso” Boccheggiò lui. Tutto si sarebbe aspettato tranne l’arrivo di un bambino.. E non un bambino a caso, il suo bambino.

“Colpo più basso del tuo, che mi hai chiesto di sposarti?” Arricciò il naso, sentendo però la mano di Tom accarezzarle la pancia ancora piatta, delicato come fosse di cristallo.

“Beh.. parimerito?” Sorrise angelico, stringendole un braccio intorno alla vita, pronto per seguire il fratello e l’ormai cognata fuori dalla chiesa.

“Sese, parimerito.” Sbuffò divertita, seguendolo.

 

 

Strano come a volte la vita possa dimostrarsi così buffa e assurdamente perfetta. Tutto nato da un gioco, uno stupido gioco tanto per divertirsi.. Per provare una nuova esperienza, provare a mettersi l’una nei panni dell’altra, nel vero senso della parola. Ary e Ale erano sempre state due gemelle un po’ sopra le righe, ma non si erano mai spinte a tanto. Eppure, per quel loro piccolo scherzo di gioventù avevano trovato l’amore della loro vita.
Ale era diventata mamma e Ary lo sarebbe diventata presto. Non potevano chiedere di meglio, se non che tutto rimanesse così per l’eternità.

“So che è successo già,
che altri già si amarono non è una novità.
Ma questo nostro amore è come musica
Che non potrà finire mai,
che non potrà finire mai..”

 

***

 

Sorrisi mentre prendevo i vestiti dalla valigia e li sistemavo nell’armadio della camera da letto mia e di Bill. Viaggio di nozze a quattro ai Caraibi, mica male eh?

Certo, mi mancava la mia bambina, ma un viaggio così lungo per lei non sarebbe stato il massimo, così mamma e papà avevano accettato più che volentieri di tenerla con loro una settimana, mentre quella successiva sarebbe stata da nonna Simone e nonno Gordon.

Due settimane senza Margherita.. Non so se avrei resistito. Bill era già entrato in panico una volta saliti in aereo. “Ma se poi le manchiamo troppo?” “Se si rifiuta di mangiare?” “Se si sente male?”. Era così tenero quando faceva così, che mi si stringeva il cuore.

Mi sentii abbracciare da dietro. Voltai solamente il capo e mi lasciai baciare, accarezzandogli con il dorso della mano una guancia.

“Ha finito qui, signora Kaulitz?” Mi chiese, indicando i vestiti piegati e ordinati sugli scaffali.

“Sì, tutto a posto.” Annuii ridacchiando, rigirandomi fra le sue braccia e legandogli le braccia intorno al collo. “Non sai quanto sono felice di essere qui” Bisbigliai, ad un soffio dalle sue labbra.

“Amore.. è normale che io abbia voglia di sposarti un’altra volta?” Inarcò un sopracciglio, in quel suo modo così inconsapevolmente sensuale che mi venne voglia di baciarlo fino a togliergli il respiro.

“Uhm, forse.” Mi portai un dito sul mento, sorridendo, per poi sfiorargli le labbra in un bacio di sfuggita. “Saremo per sempre io, te e Margherita.. E, chi lo sa.. Magari ci sarà un nuovo arrivato. Non si sa mai.” Sorrisi. “Sei contento? Sarà per sempre.”

“Sempre.” Sfiatò, prima d baciarmi il collo, abbracciandomi forte.

“Andiamo in spiaggia?” Domandai, dopo un po’.

“Sì, Tom e Ary ci stanno aspettando nella hall” Mi baciò il naso, sorridendo, per poi intrecciare le nostre dita e dirigersi verso il piano inferiore dell’hotel.

“Il nostro amore immenso,
che non puoi raccontare
e che da fuori sembrerà normale”

 

“Finalmente!” Borbottò Tom, alzandosi dalla panca su cui era seduto, Ary sulle sue ginocchia, che per poco non cadde atterra.  “Ops, scusa amore!” Sorrise imbarazzato, grattandosi la nuca.

“Spero che nostro figlio non cresca scemo come il padre” Alzò gli occhi al cielo questa, venendomi incontro e avvolgendomi in un abbraccio stritolatore, baciandomi leggera una guancia.

“Allora, si va al mare vero?” Bill si sfregò le mani, camminando verso l’uscita, un asciugamano sotto braccio. “Non vedo l’ora di farmi un bagno.”

“A chi lo dici, qui si muore di caldo!” Lo appoggiò Tom, abbracciando di lato sua moglie e seguendo me e mio marito. Oddio, ancora mi faceva effetto dire mio marito.

 

 

“Bill! Ci lanciamo da quello scoglio?” Sorrisi raggiante, indicandogli una scogliera non troppo lontana dalla riva, che si poteva raggiungere percorrendo un lungo pontile. Non era nemmeno esageratamente alta.

“Da lì? Sei sicura?” Ridacchiò, guardando nella direzione che gli avevo detto. “Non hai paura?”

“Paura io? Non dire fesserie!” Sventolai una mano, già pronta a zampettare verso il ponte.

“Vengo anche io!” Strillò Ary, affiancandomi, lo sguardo improvvisamente acceso ed emozionato.

“Tu non vai da nessuna parte.” La fermò Tom, stringendole la vita e riportandosela vicino. “Non ti puoi tuffare da così in alto! Sei incinta!”

“Oh Tom, dai! Il pancione ancora non ce l’ho, fammi saltare!” Lo pregò lei, facendo il labbro tremulo e gli occhi dolci, che quella volta sembrarono non attaccare.

“Spring nicht!!” Strillò lui, inginocchiandosi davanti a lei e accennando il motivetto della canzone, in una pessima imitazione del fratello, che sbuffò divertito di fianco a me.

“Demente” Bofonchiò Ary, mordendosi un sorriso.

“Dai amore, non saltare per piacere.” Si rialzò, guardandola amorevole, con lo sguardo dolce.

“Uff.” Guardò la scogliera, poi guardò me e Bill, infine Tom. “Andatevene prima che cambi idea” Borbottò, facendoci segno di andare a saltare il più velocemente possibile.

 

***

 

“Se inizio a non poter fare le cose adesso, immagino quando sembrerà che avrò ingoiato un pallone da basket!”, sbuffai portandomi le braccia strette al petto.

“E dai, piccola! Non fare il broncio, io voglio solo che nostro figlio sia sano e dotato di tutte le capacità mentali! Se dovessi picchiare da qualche parte ti faresti male tu e lui, e io non voglio.”

“Oh, come sei carino…”, sospirai abbracciandolo. “Tanto nostro figlio nascerà con le capacità mentali dimezzate, visto chi è il padre.”

Tom trattenne il respiro, gli occhi sgranati: “Non sono io il padre?!”, gridò finto scandalizzato, portandosi le mani sulla bocca. Gli tirai uno schiaffo sul braccio, scuotendo la testa.

“Quanto sei stupido”, mormorai e appoggiai il viso nell’incavo della sua spalla, mentre camminavamo sulla riva, mano nella mano, a piedi nudi sulla sabbia dorata, sotto la luce di un bellissimo tramonto che si rifletteva nell’acqua cristallina del mare. “Ma ti amo”, convenni, baciandolo sulla mandibola.

“È anche per questo che mi hai sposato”, ridacchiò.

Solo per questo.”

Si fermò e mi prese anche l’altra mano, mi avvicinò a sé e sfiorò il mio viso con il proprio, sorridendo. Come sfondo avevamo il sole infuocato di rosso che stava per dare il cambio alla luna e alle stelle, affogando in quell’azzurro magnifico.

“Mi sembra una scena troppo sdolcinata”, ridacchiai.

“Sempre a rovinare tutto stai, eh?”

“Scusami. Adesso mi concentro e faccio salire persino i titoli di coda.”

“I titoli di coda? Nah, la nostra storia è appena cominciata…”, soffiò prima di baciarmi sulle labbra, passandomi il suo sorriso.

“Il tuo respiro che mi calma
se ci appoggi il cuore,
la nostra storia che non sa finire”

 

***

 

Guardai Bill intensamente negli occhi, ormai eravamo arrivati alla fine della scogliera, eravamo pronti per saltare, insieme.

“Mi ami?” Gli chiesi, guardando di sfuggita il mare sotto di noi, blu e profondo.

“Ti amo.”

“Dimmelo ancora”

“Ti amo, ti amo, ti amo”

“E.. non mi lascerai mai?” Continuai, una nota ansiosa nella voce. Quel salto, non sapevo il perché, per me avrebbe segnato il principio di un nuovo inizio.. Volevo che tutto fosse perfetto.

“Fossi scemo” Sbuffò dolce, accarezzandomi il dorso della mano con il pollice. “Non sono così sprovveduto da farmi del male da solo.”

Lo guardai soddisfatta, girandomi verso lo strapiombo e prendendo un respiro profondo, stringendogli forte la mano. Le nostre dita incrociate tra loro in un nodo impossibile da sciogliere.

“Amore rilassati, non stiamo per morire.” Ridacchiò, guardando dritto avanti a lui.

“No, lo so.. Ma è un’emozione forte comunque” Sorrisi, guardandolo di sfuggita.

Sento lo scoglio sotto ai miei piedi,
sento quel leggero senso di vertigine.
Sento l’aria, la brezza.
So che sarà un momento importante per noi due,
so che la tua mano non lascerà mai veramente la mia.

Ti amo.

“…Che non potrà finire mai”
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[Ale]
Non ci credo è finita! T.T
NON CI CREEEDOOOOO!!! Aaaaa mamma mia come mi mancherà questa fanfiction!! Mi rimarrà nel cuore, ero davvero troppo affezionata. Dopo anni direi che è comprensibile hahaha :D Tra ritardi e assenze ce l’abbiamo fatta, caspita… e direi anche con una buona dose di fluff! Decisamente *Q*
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito questa storia, che l’hanno messa tra le seguite e/o le preferite.. siete state tutte grandiose!
Schiocco un bacio enorme ad ognuna di voi e, chissà… magari ci rivedremo
J

La vostra Ale.

[Ary]
Essere d’accordo con la mia partner di scrittura sarebbe tanto strano? No, perché mi spiacerebbe fare la figura della cretina copiando ed incollando ogni parola scritta da lei qui sopra.
Questa fan fiction sarà sempre nei nostri cuori e spero che un briciolo dell’amore che noi nutriamo per essa si sia conficcato anche nei vostri! Sarebbe la soddisfazione più grande, dopotutto *-*
Anche io voglio ringraziare tutti, ma proprio tutti, per il sostegno e la pazienza… la molta pazienza di chi c’è sempre stato xD
Spero vivamente di scrivere un’altra FF come questa – se non addirittura più bella – con te, Ales. Un grazie va anche a te, che credi ;) Senza di te non sarebbe uscito nulla di così magnifico! Perciò grazie mille :’)
Poi ovviamente ognuna di noi scrive storie separatamente, quindi per chi volesse incontrarci più a breve… sa dove trovarci ;) Questo è sicuramente un arrivederci! 

Con affetto,
la vostra Ary.

  
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