Sofferenza...
Lei era lì,incapace di parlare. Era rimasta immmobile e attonita, da quando LUI l'aveva abbandonata al suo triste destino. Da quando lui l'aveva rifutata, usata, manipolata come solo la peggior feccia esistente su questo pianeta avrebbe potuto fare.
Ora la pioggia cadeva incessantemente sul suo viso latteo e delicato, e andava a mescolarsi con quelle poche amare lacrime che imperterrite continuava a sgorgagli da quei grandi occhi perlacei. Cosa avrebbe fatto ora senza di LUI? Con chi avrebbe condiviso le sue giornate, il suo mondo, il suo universo? dove sarebbe andata? Ma soprattutto perchè l'aveva fatto? Perchè continuava a fidarsi ancora di quegli occhi menzonieri che sicuramente avrebbero continuato a tradirla e soggiogarla? Rimase lì inerme. Il mondo sembrava crollarle addosso e leggera come la neve, si accasciò al suolo fangoso che pareva volesse imprigionarla. Sperava con tutta se stessa che quella straziante tortura, quel dolore atroce, presto sarebbe finito. Presto, continuava a ripetersi, ma in fondo sapeva bene che quella lunga e lenta agonia sarebbe continuata a lungo, forse anche troppo per le sue piccole forze. Cadde così in profondo sonno, dal quale desiderava ardentemente non svegliarsi più. La piccola corvina non voleva affrontare la realtà, non aveva la forza di reagire, di andare avanti e superare gli ostacoli. Non sarebbe riuscita a resistere a quegli occhi neri come la pece, che con un solo sguardo erano in grado di farle fare qualsiasi cosa, era come una marionetta di cui LUI ne gestiva i fili, era in suo possesso, tutto di lei le apparteneva, persino il suo cuore, ormai ridotto in minuscoli brandelli. Questa volta non sarebbe più ritornato sui suoi passi, anzi , lui era già sul suo aereo in partenza per l'Europa, per quel viaggio da cui non avrebbe fatto più ritorno.