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Autore: heuchelei    26/06/2013    5 recensioni
nove drabbles | makinagumo | AU
#1 - Non fece in tempo a finire la frase che i pasticcini erano sulla sua testa e una Maki alterata correva lungo la strada.
#2 - Il respiro di Nagumo era regolare contro la sua nuca.
#3 - Lasciò che la sua mano ruvida scivolasse su quella pelle delicata ed arrossata.
#4 - Stava di fatto che quel gatto non poteva soffrirla.
#5 - Si era gettata in quella spirale opalescente di sogni e di paure infondate.
#6 - Lanciò una tragica occhiata al “coso” prima di gettarlo nella spazzatura.
#7 - Sarebbe andato tutto bene, se solo Nagumo non avesse scordato di prenotare la stanza d’albergo.
#8 - Maki sentì le mani formicolare per la voglia di prenderlo a pugni.
#9 - «Sul serio Nagumo, non dovevi.»

dedicato a sum, che oggi fa gli anni c: - spero che il regalo ti piaccia, lol
-ma ovviamente io sarò l'unica pirla a sbagliare giorno-
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carry/Maki, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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happy easter.

 


 

(1)


Anche quella volta è riuscito a farla aspettare per più di un’ora.
Sessanta minuti della sua vita sprecati a battere nervosamente un piede a terra e a fissare l’angolo della strada, con la vacua speranza di vedere la sua chioma rossa comparire come per miracolo. Maki sbuffò mentre lui arrivava trafelato, un pacchetto rosa stretto tra le mani.
«Sono in ritardo.» si scusò Nagumo «Ma ho preso i pasticcini. Quelli del panificio all’angolo, con la cassiera carina…»
Non fece in tempo a finire la frase che i pasticcini erano sulla sua testa e una Maki alterata correva lungo la strada.


 

(2)


Una ad una le gocce scivolavano su i loro corpi stretti assieme.
Maki sentiva il battito del suo cuore come un tamburo altisonante. Era una sensazione diversa.
Le gocce tiepide le bagnavano i capelli scuri, appiccicati al volto accaldato. Il respiro di Nagumo era regolare contro la sua nuca.
Rivoli trasparenti le correvano lungo le spalle in quell’abbraccio che sentiva sbagliato, ma che allo stesso tempo voleva approfondire. Non sapeva cosa dire.
Sentiva la lingua annodata assieme allo stomaco in subbuglio. Avrebbe voluto dirgli ‘ti amo’, ma anche quelle due semplici parole sembravano un muro invalicabile.
Che fosse quello, l’amore?

 
(3)

 

Guardare Maki dormire era uno degli spettacoli più divertenti e buffi a cui Nagumo avesse mai assistito. Lasciò che la sua mano ruvida scivolasse su quella pelle delicata ed arrossata. Il suo corpo era rilassato, così come la sua espressione concentrata mentre riposava sul fianco.
Il piccolo petto si alzava ed abbassava con continuità, come un movimento naturale dettato dal destino. Come se lei avesse potuto continuare a farlo naturalmente anche dopo la morte. Nagumo esitò mentre posava le labbra sulle sue e respirava il suo respiro. Le lasciò un bacio casto e puro per poi alzarsi e lasciarla riposare.



(4)

 

Un occhio giallo ed un occhio verde la fissavano con indolenza – forse dovuta al caldo o alla vecchiaia. Stava di fatto che quel gatto non poteva soffrirla.
Maki posò la piccola ciotola rossa – riempita di latte fino all’orlo – vicino all’animale, senza staccare gli occhi dai suoi. Il micio si stiracchiò apaticamente, flettendo i sinuosi muscoli degli arti, e poi le soffiò contro. Si allontanò con passo elegante, aggraziato.
Nagumo ridacchiò, divertito. Quel gatto aveva rifiutato seccamente tutte le attenzioni di Sumeragi.
«Sembra che neppure il latte gli piaccia.» osservò il fulvo. Maki non lo ascoltò. Chissà cosa piaceva a Nagumo…


 

(5)

 
Respirava appena.
Il volto contratto in una smorfia di dolore e la vita che scivolava tra le mani insanguinate, Maki era a terra. Nagumo le strinse la mano mentre il suo cervello invocava tutti gli dei che conosceva. Bastava che solo uno gli rispondesse.
Si era gettata in quella spirale opalescente di sogni e di paure infondate. Stava cercando di suicidarsi.
Nagumo lo aveva compreso subito. Il suo sguardo volò al coltello insanguinato ed un’idea si formò nella sua mente.
In lontananza sentì la sirena dell’ambulanza, i soccorsi che sarebbero arrivati troppo in ritardo sia per lui che per lei.

 

(6)

 
Il piccolo ammasso violaceo di farina, cioccolato ed uova crude giaceva davanti a lui come un frustrante memento per farlo sentire in colpa.
Nagumo Haruya non era mai stato un asso in cucina. Lanciò un’occhiata stralunata al “coso”, quasi temesse che appena si fosse voltato esso l’avrebbe aggredito e fagocitato. Eppure ci teneva così tanto a fare una sorpresa a Maki…
Intinse il dito nell’impasto gelatinoso e lo portò alle labbra con sguardo allarmato.
Orribile.
Lanciò una tragica occhiata al “coso” prima di gettarlo nella spazzatura.
Bene, avrebbe comprato una bella torta al panificio all’angolo – quello con la cassiera carina.

 
(7)

 
Sarebbe andato tutto bene.
Avrebbe dovuto andare tutto bene. Tutto.
Maki aveva calcolato ogni minimo costo ed ogni minimo inconveniente.
Avrebbero passato al mare una settimana perfetta. Sole, acqua e sabbia.
Sarebbe stata una vacanza da soli, la loro prima vacanza da soli in un esclusivo resort sulle bianche spiagge dell’isola di Bali. Maki aveva passato un’intera settimana a vantarsi con le amiche per quella incredibile opportunità di intimo relax. Aveva persino progettato i tempi delle passeggiate e il numero di conchiglie che avrebbero raccolto.
Sarebbe andato tutto bene, se solo Nagumo non avesse scordato di prenotare la stanza d’albergo.

 

(8)


Una volta o l’altra gliel’avrebbe fatta pagare. Oh, sì.
Maki aveva sempre odiato le case dell’orrore e, appena erano arrivati al parco divertimenti, Nagumo l’aveva subito trascinata in uno di quegli orribili posti pieni di ossa e pietosi uomini in mascherina bucherellata, con una motosega sporca di succo di pomodoro. Quando l’ennesimo idiota con addosso un lenzuolo bucato le si parò davanti, Maki sentì le mani formicolare per la voglia di prenderlo a pugni. Lui e le sue stupide idee.
Forse però un lato positivo c’era. Almeno poteva fingere di essere spaventata per potersi stringersi a lui in maniera indisturbata.



(9)

 
Morbido.
Il pacchetto aveva una consistenza decisamente morbida, con una leggera carta color pesca che lo avvolgeva senza stringerlo eccessivamente.
«Avanti, aprilo.» la incalzò Nagumo con un lieve sorriso sulle labbra. Odiava i regali di compleanno, Maki, nessuno riusciva mai a soddisfare i suoi desideri.
«Non dovevi…» mormorò dubbiosa svolgendo il fiocco con discrezione. Sorrise lievemente.
Era stato davvero carino a comprarle quel delizioso pacchetto…
Il sorriso le si gelò sulle labbra rosate non appena i suoi occhi incontrarono la nuova linea di lingerie color pompelmo firmata Victoria’s Secret. E desiderò non averlo mai aperto.
«Sul serio Nagumo, non dovevi

 


a n g o l o :
oh, mein gott. rileggendo direi che questa cosa sfiora il fottutamente demenziale – sorvolando la cassiera del panificio all’angolo.
beeeeene, nove drabbles – novecento parole totali – scritte per il compleanno di sum.
happy birhday, nee-chin. definitivamente, tsuchimikado mi ha contagiata, nya.

u.u anyway, se avete fatto attenzione tutte le iniziali delle drabble formano insieme la parola ‘auguri sum’ – ma che genio che sono, lol.
e nulla, proprio perché questa raccolta non ha ne capo e ne coda ed è una serie di roba sconclusionata ho scelto di dare il titolo di happy easter, ovvero buona pasqua.
spero che ti sia piaciuto, sum. la prossima sei tu rara, muhuahuhauhua(?)
riecchi.

  
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