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Autore: Fabi_    26/06/2013    6 recensioni
Pansy era un’amante dell’ordine, una ragazza precisa e razionale che odiava lasciarsi andare ai sentimenti. Le era capitato già troppo spesso di trovarsi improvvisamente preda di se stessa, in balìa del suo cuore che spesso non collaborava con il cervello in questo tentativo di agire ponderando bene ogni effetto che avrebbe provocato: voleva essere in grado di controllarsi.
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Marcus Flint, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ringrazio i lettori e chi deciderà di commentare.
Nella storia sono presenti due citazioni. Una è creditata, l'altra è: - Quando non si ama troppo, non si ama abbastanza – Roger de Bussy-Rabutin.
Buona lettura. A presto!





Segui il tuo cuore

 

- Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. A loro non si è svelata la bellezza della vita… - Boris Pasternack.

 


Un paio d'anni dopo la fine della scuola, Pansy aveva cominciato a vedersi con Marcus Flitt. Nemmeno lei sapeva con certezza perché avesse deciso di cedere alle sue ripetute richieste di uscire con lui, si era convinta di averlo fatto solo perché cercava un modo veloce per dimenticare Draco, il quale non aveva perso tempo e pareva essersi interessato ad Astoria Greeengrass, sorella della sua amica Daphne.

In effetti Pansy si domandava perché Marcus si fosse improvvisamente dimostrato così interessato, perché non si erano mai davvero conosciuti a scuola, né considerati: lui pareva preferire un altro tipo di compagnia consistente più che altro stupidi bulletti o ricchi maghi con voci grosse e cervello atrofizzato, ma mai ragazze più piccole, come lei.  

Osservò con attenzione la sua immagine riflessa nello specchio: era carina, i suoi lineamenti si erano addolciti un po’ con la fine dell’adolescenza; più che altro, si potrebbe dire che Pansy aveva iniziato a sorridere, per questo l’espressione da carlino che in molti le riconoscevano era stata sostituita da una più allegra. Intendiamoci: era sempre la stessa ragazza, solo che aveva imparato a mantenere sul viso un’espressione che la facesse apparire felice, anche quando avrebbe voluto urlare che non era così.

Proprio in quel momento si stava preparando per uscire con Marcus per la seconda volta e lei temeva che si sarebbe presto stancata dei suoi modi rozzi, ma era una sognatrice e le piaceva comunque essere corteggiata. Con lui, Pansy si sentiva desiderabile e questo faceva bene alla sua autostima; anche se le costava ammetterlo, le piacevano le lusinghe e le attenzioni di Marcus la facevano sentire bene. Lei era una ragazza vanitosa, superficiale, a detta di molti; ma la realtà era che quasi nessuno poteva capirla davvero, questo perché in pochi conoscevano la Pansy insicura, ma soprattutto desiderosa di mostrare sempre e comunque perfezione.

Lei era un’amante dell’ordine, una ragazza precisa e razionale che odiava lasciarsi andare ai sentimenti. Le era capitato già troppo spesso di trovarsi improvvisamente preda di se stessa, in balìa del suo cuore che spesso non collaborava con il cervello in questo tentativo di agire ponderando bene ogni effetto che avrebbe provocato: voleva essere in grado di controllarsi.

Per questo usciva con Flitt: perché non era un tipo pericoloso, quindi non si sarebbe mai innamorata di lui. Non avrebbe ripetuto l’errore che aveva fatto con Draco.

Nella sua decisione aveva avuto un peso anche la sua famiglia. Sua madre, infatti, continuava a ripeterle che avrebbe fatto bene a trovare un mago Purosangue degno della sua famiglia, degno di lei e della sua dote. Sarebbe stata quindi felice di andare da sua madre a schiaffarle in faccia la sua felicità, vera o presunta che fosse, per smettere di essere la Pansy abbandonata da Draco e sempre di cattivo umore.

Quando arrivò al ristorante, ci restò un po’ male. L’aveva scelto lui e la cosa si notava: era un luogo privo di classe. Si lasciò sfuggire un sospiro e prese posto al tavolo, da sola. Il suo amico latitava e lei trovava umiliante restare seduta da sola, prese un appunto mentale: non arrivare mai più puntuale se non sei certa che l’uomo lo sia.

Marcus si fece vivo con un ritardo di ben dodici minuti. “Finalmente. Si vede che ci tenevi a uscire con me,” sbottò in modo tutt’altro che gentile.

“Scusa, ho fatto tardi agli allenamenti.” Marcus le porse una mano sudaticcia e baciò quella di Pansy in un gesto un po’ forzato, ma galante a modo suo, che le fece piacere, anche se in lei non sortì l’effetto che lui sperava. La donna infatti riprese il menu e lo invitò a fare lo stesso. Non perché avesse fame, ma per il semplice fatto che non aveva nulla da dirgli.

La serata proseguì tranquilla. A Marcus fece piacere sentire che lei si interessasse così a lui, infatti Pansy continuava a sommergerlo di domande. Lo faceva perché non intendeva parlare di sé e lui pareva egocentrico al punto giusto da permetterle di esporsi poco. Inoltre aveva scoperto che, sebbene Marcus non fosse brillante, né particolarmente fine, era simpatico.

Quella sera, Marcus pagò il conto certo di essere stato brillante e di aver fatto colpo, Pansy decise che gli avrebbe dato una possibilità e accettò un terzo appuntamento, questa volta però decisa a trovare lei un bel posto dove andare.

Andarono all'Acquario Magico di Lochness e in uno dei ristoranti migliori di Rue de la Sirene, la strada più magica di Parigi. Dopo due lunghissime settimane, Pansy abboccò all’amo del suo corteggiatore. Marcus aveva richiesto addirittura un trattamento sulle mani a base di talco per renderle meno sudate – era uno dei suoi problemi più grandi a detta di Pansy – e le aveva regalato dei fiori – niente viole del pensiero, ti prego – perciò aveva scelto rose rosse e iris, che le erano piaciuti molto, gli era sembrato. Più tardi Pansy avrebbe scoperto che questi erano consigli della signora Flitt, che aveva avuto a ragione poca considerazione del figlio e che l'aveva spinto verso Pansy meglio che poteva.

Così, una sera lui l’aveva baciata un attimo prima che il cameriere del ristorante servisse loro del Filetto della Strega e lei, sorprendentemente, non si era ritratta, gli aveva permesso di cingerle le spalle e di tenerle una mano, sembrava che lui fosse intenzionato a Smaterializzarsi lontano e la cosa a lei non dispiaceva, si sorprese a pensarlo. Lo fermò quando si rese conto che Marcus stava esagerando, perché non le piaceva per niente esibirsi in pubblico. Non da quando aveva compiuto venti anni, almeno.

Lentamente, si era abituata alla sua presenza e lentamente le loro vite avevano iniziato ad amalgamarsi ed entrambi si erano abituati all’altro. Si vedevano quasi sempre da soli e comunque mai in posti molto frequentati.

I problemi arrivarono all'incirca tre mesi dopo, quando Pansy si ritrovò di fronte alla verità su Marcus: non era altro che un bambino che voleva avere ciò che desiderava, ma che si stancava presto dei suoi giocattoli.

Fino a quel momento avevano incontrato più che altro vecchie conoscenze della scuola o amici dei rispettivi genitori - coi quali non avevano mai fatto un incontro ufficiale, era presto - ma non si erano visti mai con gli amici di lei o di lui, non fino a quel momento.

Draco e Astoria erano a pochi passi da loro e, quando li vide, Marcus parve cambiare completamente carattere: si affrettò a stringere Pansy in un abbraccio innaturale e stretto e a osservare con sguardo torvo un Draco sorpreso.

"Buonasera," si salutarono freddamente.

"Marcus, Pansy, era da un po' che non ci si vedeva."

"Dai tempi della scuola," rispose la ragazza: "Sono felice di vedere che le voci che ho sentito erano vere. Vi sposate?" Pansy indicò l'anello al dito di Astoria, che arrossì violentemente e si aggrappò al suo fidanzato, che le accarezzò il viso con tenerezza. 

"Sì, è tutto vero. Di voi invece non avevo mai sentito parlare."

Marcus la strinse più forte: "Questo perché è da poco, e non è ancora niente di importante."

La dichiarazione di Marcus, pronunciata con indifferenza, rese chiaro a Pansy che di lui non le importava molto, e che la cosa era reciproca.

L'unica cosa che davvero li metteva d'accordo era l'intimità: erano amanti liberi e si piacevano più fisicamente e istintivamente che di carattere. In realtà Pansy si era resa conto che spesso non vedeva l'ora di restare da sola dopo che avevano passato più di qualche ora insieme. Marcus era possessivo e la trattava da padrone. Lei non l'aveva mai visto usare un incantesimo per la pulizia o per la cucina. Si era imposta di non giudicare, ma voleva davvero dividere la sua vita con un uomo di questo tipo? La sua allegria momentanea, dovuta al divertimento e alla novità del rapporto, non si sarebbe mai tramutata in amore.

Il mattino dopo, nel suo appartamento, Pansy gli parlò con franchezza: "Non credo che tra noi funzionerà."

Marcus reagì prima ridendo, poi sbraitando che lei non avrebbe mai trovato di meglio, in seguito rivide la sua posizione e le propose di continuare a vederlo in privato, così, fin quando non avesse trovato qualcuno di nuovo.

Pansy declinò l'offerta con un sorriso e gli disse che comunque le sarebbe mancato, ma che era meglio così e gli promise che gli avrebbe presentato un'amica appena ne avesse avuto l'occasione.

 

Follow your Heart

 

Passò una settimana, durante la quale Pansy si pentì più volte di aver lasciato Marcus, ma per ogni volta che si pentiva, ce n'era una in cui si congratulava con se stessa per la sua fermezza: si era comportata da signora e aveva fatto la cosa giusta. Una parte di lei era convinta che non sarebbe mai riuscita a dimenticare Draco e che il lasciare Marcus più che dimostrazione di forza fosse stata debolezza, perché non l'avrebbe mai dimenticato. Scrollò le spalle e sbuffò per togliersi gli occhi fieri di Draco dalla testa e dal cuore, cosa che ogni giorno le pareva più difficile e che la faceva sentire una stupida adolescente sentimentale in attesa del Mago sull'Unicorno bianco. Che comunque non sarebbe mai potuto essere Draco, lo sapevano tutti come era finita con quello stupido Ippogrifo. Rise al pensiero di quella storia e ricordò quanto le fosse costato stargli vicina, ma in disparte, ripulirgli il mantello sporco di sangue senza nemmeno un ringraziamento. 

Avrebbe fatto di tutto per lui perché ne era innamorata, ma ogni volta che pensava a lui razionalmente, capiva quanto l'amore fosse cieco e stupido, nel suo caso. Perché lui non l'aveva mai amata invece. Non l'aveva mai trattata come Astoria. Questo confronto per lei era ogni volta una stilettata al cuore che la lasciava sanguinante, ferita e più sola di prima, una ferita che non guariva e che continuava a fare male e che ogni volta sanguinava allo stesso modo. Desiderava dimenticarlo e trovare qualcuno che la trattasse con la stessa dolcezza che Draco aveva dimostrato ad Astoria, desiderava voltare pagina in modo definitivo e non scegliere una persona a caso che le sembrasse 'giusta'. Voleva seguire il suo cuore, sicura che quando non si ama troppo, non si ama abbastanza.

Persa nei suoi pensieri, passeggiava a testa bassa lungo Diagon Alley quando fu attratta da una vetrina variopinta, ci rimase un po’ male nel rendersi conto che i fiori azzurri che la coloravano probabilmente erano delle piccole bombe distruttrici, infatti il negozio era quello dei Tiri Vispi Weasley.

Non sapeva bene perché aveva deciso di entrare, probabilmente perché le piaceva troppo la tonalità di quei fiori e un po’ sperava che non fossero troppo pericolosi, li avrebbe comprati volentieri. Quando entrò, il padrone del negozio la salutò con un sorriso.

“Pansy Parkinson. Qual buon vento? Se è buono, ovviamente.”

“Weasley. Non ricordo il tuo nome, mi dispiace. Volevo sapere cosa sono quei fiori.”

“Quelle sono Nemilie Spruzzanti. La mia ultima creazione.”

“Oh, speravo fossero fiori.”

La guardava serio, grattandosi il mento: “Ma sono fiori, solo che sono speciali. Se vuoi fiori puoi andare da un fiorista, o in un campo. Oppure puoi coltivarli. Potresti anche…”

“Ho capito: conosci molti modi per farmi avere dei fiori.” Rispose lei colta da un istantaneo senso di allegria. “E cosa fanno questi di speciale?”

Lui sorrise e prese una pianta: “Mia cara, io non sono una persona modesta e ti dirò che questa volta mi sono superato. Questa creazione è una delle migliori della mia carriera. Certo, forse è un po’ femminile, ma di sicuro è d’effetto. Prendine una.”

Pansy era troppo orgogliosa per ammettere che per la prima volta dopo tanto tempo, provava una sensazione di benessere assoluto nel parlare con qualcuno, e quel qualcuno era lo Weasley. Non sentiva necessità di dimostrarsi altera e perfetta, né di colpirlo. Era a suo agio. Con cautela, prese il fiore con due dita, trattenendo quasi il fiato. Lui allora batté le mani. Un profumo di lavanda si sprigionò dal fiore. “Ma è… profumato.” osservò un po’ stupita.

“Esatto,” orgoglioso, l’inventore stava mostrando tutti i suoi denti in un sorriso compiaciuto.

“E fa solo questo?”

“Certo che no! Accarezzalo.”

Seguì il suo consiglio e toccò con un dito i petali del fiore, che iniziarono a girare. “Sarebbe una girandola?”

“No, è un ventilatore.”

“Ed è così… innocuo?”

“Ovviamente no. Fischiando, si ottiene un odore poco invitante, mentre dandogli da bere del latte, produce dei piccoli semini che possono essere mangiati, e che amplificano la voce.”

“Sei un genio,” osservò Pansy ammirata dopo aver ascoltato tutte le sue spiegazioni a bocca aperta.

“Grazie, Parkinson. Che è successo? Sei diventata un essere umano?” rimase un attimo in attesa, incerta sul come reagire: una parte di Pansy voleva solo ridere, mentre l’altra avrebbe voluto urlargli qualcosa di poco gentile. Si rese conto in quel momento che lei era quella che voleva ridere, mentre il suo orgoglio la spingeva a combattere, a difendersi. Rise. Risero insieme.

“Li compro.” affermò.

“No, te li regalo io. Solo se mi prometti che la prossima volta mi chiamerai George.” scandì bene il suo nome.

“E quando sarà la prossima volta?” non seppe perché gli aveva fatto quella domanda, la realtà rea che sperava che la invitasse a uscire.

“Io direi che potrebbe essere domani sera.”

“Direi che sono d’accordo.”

Quando George e Pansy si dettero appuntamento, per una volta, avevano deciso di ascoltare il loro cuore, sentivano che era la scelta giusta, quella definitiva. 

   
 
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