Fra le sue spire...
“Poi la cicatrice si lacerò e Harry seppe di essere morto: era un dolore inimmaginabile, insopportabile...“
Era avvolto da una sorta di serpente dagli occhi rossi,
la sua stretta gli mozzava il fiato,
la sua morsa era peggio di mille cruciatus.
“La creatura parlò, usando la bocca di Harry,
che nel suo dolore sentì muoversi la mascella...
«Uccidimi adesso, Silente...»“
La creatura gli fece rivivere il suo ricordo peggiore.
“Harry vide Sirius schivare il fiotto di luce rossa di Bellatrix e deriderla.
«Avanti, puoi fare di meglio!» le gridò, la voce echeggiante nella vastissima sala.
Il secondo getto luminoso lo colpì in pieno petto.
La risata non gli si era ancora spenta sul viso, ma il colpo gli fece sgranare gli occhi.”
Rivedere la morte di Sirius lo scosse,
gli ridiede la consapevolezza di se stesso,
dell'atrium del ministero, di Silente e... di Voldemort.
Aveva ritrovato un pezzo di se stesso ma non riusciva a reagire.
"Così.. debole."
Sussurro maligno che ti corrode dall'interno,
"Così.. vulnerabile."
Eco dei tuoi peggiori timori.
Quelle parole gli snebbiarono del tutto la mente,
gli ridiedero il ricordo di Ron, Hermione e... Cho
e gli fecero capire che Voldemort queste sensazioni,
amore, amicizia, non le avrebbe mai provate.
"Sei t-tu.. il debole.. e mi dispiace.. pe-per te."
"Non conoscerai mai l'amore, o l'amicizia."
Libero: il dolore spariva, la stretta si allentava fino a sparire.
In un ultimo lampo di consapevolezza prima di svenire vide gli occhi azzurri di Silente pieni di sollievo.
Voldemort se ne era andato. L'aveva liberato sciogliendo la stretta delle sue spire.