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Autore: beastille    26/06/2013    6 recensioni
In cui Donna, come al solito, salva la situazione in meno di una settimana lavorativa (senza straordinari), si parla delle rughe di Harvey e Mike è apparentemente visto dall'intero ufficio come un pulcino bagnato in cerca della mamma. E, per una volta, Louis decide di lasciar perdere.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: è passato tanto tempo da quando ho scritto l'ultima volta qualcosa così di getto e in così poco tempo. E, in fin dei conti, mi piace anche. Sarà che mi sono divorata in quarantott'ore la prima stagione di Suits e metà della seconda, sarà colpa dell'amore infinito che provo per la donna (#badpunintended) protagonista della fic, sarà la bellezza di Harvey Specter... come al solito, è colpa di Martaboo, che mi trascina sempre e comunque con lei in questi tunnel senza via d'uscita, ma la verità è che la amo troppo per dirle di no. Marta, I hate you but I also kind of love you a lot.
Info serie riguardanti la fic: il time setting è volutamente vago, immaginatevela senza Jenny-drama e Rachel-drama. Per una volta le cose stanno andando bene.
Titolo chiaramente rubato alla canzone "Starring Role" di Marina And The Diamonds perché headcanon vuole che Donna ascolti Marina per motivare la sua figura di emancipatissima donna in carriera.

Cross-posted su livejournal (f locked) qui. Per domande, lamentele e qualsivoglia suggerimento mi raggiungete facilmente su twitter qui

 

 

 

it almost feels like a joke to play out the part

 

 

Donna sa che, in teoria, si meriterebbe di essere pagata come minimo il doppio del numero a parecchie cifre che vede ogni mese stampato nero su bianco sulla sua busta paga.

Lo sa Jessica, che spesso si ricorda di quanto sia intelligente e le promette aumenti che non riceverà mai; lo sa Harvey, a cui lo ricorda lei stessa almeno tre volte al giorno; lo sa perfino Louis, e forse Louis lo sa meglio di tutti, perché Dio solo sa quanto la pagherebbe in più se solo venisse a lavorare per una settimana davanti al suo, di ufficio. Nessuno le ha ancora fatto un assegno con il doppio della sua paga mensile, però, ma a Donna va bene così: le basta sapere che tutti siano a conoscenza del fatto che, sei lei sparisse per un paio di giorni, colpita da un'influenza destabilizzante a tal punto da farle perdere la capacità di lavorare perfino da casa (Donna rabbrividisce al solo pensiero), tutto lo studio sarebbe semplicemente fregato. Fottuto, come piacerebbe tanto dire ad Harvey. Sì, fottuto potrebbe essere un termine appropriato.

Quindi Donna fa in modo che tutti se lo ricordino, che sia una volta al mese o una al giorno.

***

Donna batte le dita così velocemente sulla tastiera del computer che Mike, con memoria endemica e tutto il resto, spesso non riesce a seguirla. Si appoggia con i gomiti alla postazione della donna, sbatte gli occhi a disagio parecchie volte osservando le unghie perfettamente smaltate di lei scontrarsi con i tasti ripetutamente, e quando si accorge che Donna ha smesso e lo sta guardando con un sopracciglio pericolosamente alzato quasi sbatte la fronte sul vetro per lo spavento.

«Uhm, Donna, posso chiederti una cosa?» chiede impacciato, senza smettere di torturare l'orlo della sua giacca.

Donna sfodera il migliore dei suoi sorrisi, e Mike ci crede per circa due secondi.

«Buongiorno, Donna.» dice lei gettandosi nella migliore imitazione dell'uomo che ha davanti, e secondo Mike assomiglia in modo preoccupate a quella di un bambino di cinque anni, «ti ho portato un caffè questa mattina perché Dio mio, sei splendida. Ma ehi, dopo averti riempita di complimenti per due interi minuti, avrei anche qualcosa da chiederti.» Donna scuote un attimo la testa, si sistema i capelli e incrocia le mani davanti a sé. «Dimmi pure, Mike caro.»

Mike la guarda con la faccia di uno sia terrorizzato che affascinato, e dopo aver sbattuto due volte gli occhi per riprendersi sospira indeciso. Donna, per un secondo, pensa addirittura che potrebbe trattarsi di qualcosa di importante.

Mike arriccia il naso e la guarda dubbiosa. «Donna, tu lo sai che nessuno conosce Harvey come te, no?» le chiede cauto, e Donna in tutta risposta alza gli occhi al cielo facendogli cenno di continuare in fretta. «Ecco, mi domandavo se per caso avessi notato qualcosa di strano negli ultimi tempi.» Si ferma per poco e poi si affretta ad aggiungere «Per caso pensi che ci sia un motivo valido per il quale mi stia evitando?»

Donna sembra illuminarsi, e Mike quasi sente il desiderio di abbracciarla.

«Ah, non l'hai saputo?» gli dice assolutamente raggiante.

«No, che cosa?» chiede Mike speranzoso.

«Durante lo scorso weekend ho conseguito una breve laurea in Psicologia, ed Harvey è ufficialmente diventato il mio primo paziente!»

Il sorriso di Mike si smonta centimetro dopo centimetro, e gli sembra quasi che Donna si diverta a guardarlo cadere nel vuoto totalmente solo.

«No, bimbo, non ho assolutamente idea di cosa passi per la testa di Harvey il novanta percento delle volte.» gli dice lei tornando a scrivere furiosamente al computer.

«Oh, andiamo, lo sai benissimo che non è così!» le dice Mike sull'orlo dell'esasperazione.

Donna alza per l'ennesima volta gli occhi al cielo, giusto in tempo per accorgere di Harvey che arriva verso di loro a passo spedito.

«Donna, mi servono i fax del caso Webber tra un'ora—»

«Già fatto.» lo interrompe lei senza nemmeno guardarlo in faccia.

«Oh, perfetto. E il caffè—»

«Sulla tua scrivania.»

«Ti amo.» le dice lui adorante entrando nell'ufficio. Mike prova a seguirlo, ma Harvey gli fa cenno di andarsene.

Donna non può non notarlo, questa volta. Mike si gira verso di lei sconsolato. «Hai visto?»

Lei non distoglie lo sguardo dalla figura di Harvey seduta alla scrivania e indica a Mike la zona dei box degli associati.

«Smettila di pigolare come un pulcino bagnato che ha perso la mamma e torna al lavoro.» gli ordina secca. Poi, abbassa la voce e lo guarda negli occhi. «Proverò a vedere cosa posso fare. Ma a una condizione: non ti voglio più vedere vagare disperato davanti alla mia postazione per un mese. Mi peggiori la tua giornata, non vorrei che il tuo sconforto fosse contagioso.»

Mike annuisce entusiasta, mormorandole qualcosa di simile al fatto che le deve la vita. Donna pensa che, se non fosse per tutte le altre volte in cui gli ha salvato la pelle, probabilmente basterebbe come ringraziamento.

***

Le ci vogliono esattamente due ore per fare in modo che Harvey finisca di compilare tutte le pratiche del giorno (la metà l'ha fatto fare lei a Mike, ovviamente) e per ottenere quindi circa dieci minuti di tempo libero per parlare con lui.

Entra nel suo ufficio a passo di marcia, sedendosi con distinta grazia sulla sedia davanti alla scrivania. Harvey la osserva mentre lei ci ripensa, si alza, si versa da sola due dita di Scotch in un bicchiere, e si risiede soddisfatta.

«Prego, fai pure come se fossi a casa tua.» le dice lui inarcando entrambe le sopracciglia. Donna sorride.

«Non ho certo bisogno del tuo permesso, Harvey.»

Harvey alza le spalle rassegnato. «Già, hai ragione.» Donna non gli stacca gli occhi di dosso, e inclina la testa di lato, come se dovesse osservarlo meglio. Harvey deglutisce, piuttosto a disagio senza sapere nemmeno il perché. «Cosa ti porta qui senza delle scartoffie in mano, Donna?» le chiede arricciando le labbra.

Donna continua a fissarlo intensamente. Corruccia le sopracciglia per un attimo, prende un sorso dal bicchiere, schiocca le labbra e sorride.

«Ecco cosa.» esordisce puntandogli contro un dito minacciosa. «La ruga sotto l'occhio sinistro.»

Harvey, per un momento, impallidisce. Riprende il controllo del suo corpo in una frazione di secondo, e scuote la testa vigorosamente mentre Donna ridacchia divertita. «Assolutamente no.» pronuncia solenne.

«Cos'è, Harvey,» gli chiede lei sporgendo il labbro inferiore, «come mai sono tornati i problemi di cuore? Chi è che non ti fa dormire la notte?»

Harvey fa di tutto per trattenente il respiro e non alzare la voce, e quindi gira la sedia di centottanta gradi dandole le spalle. «Non è niente che ti riguardi, Donna. Torna a fare il tuo lavoro, per favore.»

Donna sorride malevola, buttando giù l'ultimo sorso di Scotch. «Harvey,» dice alzandosi e sistemandosi con cura le pieghe della gonna, «io sto facendo il mio lavoro.»

Si incammina verso la porta quasi saltellando, per poi fermarsi prima di aprirla. Si gira verso Harvey e non gli lascia scampo con lo sguardo, perché sa perfettamente che lui la sta guardando dal riflesso sulla finestra di vetro.

«Ti do cinque giorni per risolvere questa cosa e far sparire la tua piccola ed insignificante ruga della preoccupazione, Harvey, o scoprirò io stessa di chi si tratta.» Detto questo, chiude la porta e si siede al suo solito posto.

Harvey, ancora voltato verso la skyline di New York, deglutisce rumorosamente.

***

«Mi sta ancora evitando.» si lamenta Mike tre giorni dopo, i capelli più arruffati del solito e le guance scavate di uno che non dorme da altrettanto tempo.

Donna schiocca le dita e punta il dito alle spalle dell'altro. «Niente pulcino bagnato, Mike. Verrò io a cercarti se la cosa si evolve.»

Mike emette un gemito disperato, ma non si muove di lì. Donna lo guarda stupita. «Sei ancora qui?»

Mike se ne va affranto, e Donna ci mette sei secondi esatti a collegare il tutto. Se fosse il tipo, si metterebbe a ridere sguaiatamente attirando l'attenzione di tutti, ma infondo sa di avere una reputazione da mantenere. Per questo si limita a bussare per tre volte contro la porta di vetro di Harvey e a sorridergli glaciale.

«Due giorni, Harvey. Vedo ancora la ruga, mi sta praticamente chiamando

Harvey nemmeno la guarda e pronuncia un "ah-ah" all'apparenza poco interessato, ma Donna riesce a leggere molte cose dietro al suo gesto di passarsi una mano tra i capelli.

«Attento, ti rovinerai la piega.» gli suggerisce premurosa prima di lasciarlo da solo.

***

Donna li osserva girarci attorno per altre ventiquattr'ore, e inizia a considerare seriamente l'idea di chiuderli nel bagno al piano di sotto e di dimenticare inavvertitamente la chiave da qualche parte. É un peccato che nessuno dei due frequenti davvero il piano inferiore, ed è un peccato anche che l'ufficio di Harvey sia completamente trasparente, perché effettivamente serbe molto più pratico come posto.

Arriva al punto di esasperazione tale di prendere seriamente in considerazione il progetto di chiedere aiuto a Louis, ma la sola idea di dover passare dei preziosissimi minuti a contatto con quell'uomo e i suoi spaventosi denti la mette a disagio come poche cose al mondo. Dopotutto, è una donna impegnata lei, e ha moltissimi altri problemi a cui pensare. E, oltretutto, sa benissimo che Harvey prende molto sul serio le sue minacce.

***

Le cose, alla fine, si sistemano da sole, e Donna osserva compiaciuta Mike inseguire furente Harvey nel bagno del loro piano il giorno dopo appena passato l'orario di chiusura. Non è sicura al cento per cento che quel posto abbia una chiave, ma non importa.

Quando passano venti minuti dal momento in cui i due si sono diretti da quella parte, inizia ad alzare gli occhi al cielo piuttosto scocciata. Pensava che Harvey avesse un po' più di buonsenso e che non si riducesse a chiudersi in bagno con un associato, davvero.

Poi, però, vede Mike riemergere dal corridoio con un sorriso in faccia degno di un uomo che beh, lo capirebbe tutto l'ufficio. Si rimette con nonchalance a scrivere al computer mentre lui le passa davanti.

«Ti ignora ancora, Mike?» chiede senza staccare lo sguardo dallo schermo, sfoggiando la sua migliore espressione di indifferenza.

Mike quasi inciampa sui suoi stessi piedi.

«Uh,» mormora soprappensiero, «chi?» chiede accorgendosi che la domanda è effettivamente rivolta a lui.

Donna alza gli occhi al cielo sconsolata.

«Oh, Harvey!» coglie finalmente l'altro. «No, no, è tutto a posto ora.» afferma sicuro, passandosi una mano sul completo.

«Lo vedo.» dice Donna più a sé stessa che ad altri, e si bea dello sguardo confuso di Mike, che cammina via con aria colpevole.

 

Harvey ha almeno la decenza di comparire dieci minuti più tardi, non una piega del vestito fuori posto, sfoggiando un ghigno da premio Oscar. Si appoggia con una mano sulla postazione di Donna contemplando il corridoio davanti a sé.

«Niente ruga, Harvey?» chiede lei tranquilla.

«Niente ruga, Donna.» risponde lui, sereno. Poi si accinge a controllare il suo costosissimo orologio da polso. «E, a giudicare dall'ora, sono anche perfettamente in tempo. Ti ho risparmiato un lavoraccio, Donna, non avresti mai scoperto chi è lei.» afferma assolutamente sicuro di sé.

«Sì, sì, probabile.» lo liquida lei in fretta, raccogliendo la sua borsa e sorpassandolo per uscire dall'edificio. Si ferma a metà strada, come se avesse dimenticato qualcosa, e si volta verso l'altro.

«Oh, Harvey, solo un appunto.» gli dice aggrottando le sopracciglia. Harvey le sorride di rimando. «La cerniera dei pantaloni.»

Harvey vacilla per un secondo, per poi scuotere la testa. «É perfettamente a posto, Donna, non capisco cosa tu stia insinuando. Mi ferisci così.» le risponde fingendosi colpito, e probabilmente anche addolorato.

Donna sorride. «Non la tua, Harvey.» puntualizza lei, squadrandolo. «Quella di Mike.»

E, detto questo, si incammina senza voltarsi, perché non ha bisogno di godersi la reazione del suo capo: se la può benissimo immaginare.

 

   
 
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