27 marzo


Torno in Germania; non posso fare altrimenti.
Scappo da Ivan?
No; non è una fuga. E' una difesa provocatoria.




29 marzo


Sensi di colpa, ancora una volta; avrei dovuto avvertire Russia prima di andarmene?
Forse se lo aspettava; faccio così tutte le volte.
Lui non mi cerca mai.

Ludwig ha definito la mia fuga un pallido e vano tentativo di fargli percepire la mia mancanza.
Può essere così; ma Ivan non sente mai la mia mancanza. Il clima brusco del suo territorio ha pietrificato il suo cuore; lo rende impassibile di fronte all'amore, o all'odio. La sua indifferenza spezza il mio orgoglio.




5 aprile


Berlino è opprimente. Mio fretello mi irrita; parla di Onore, Giustizia, Bandiera.
Ma cosa vuole fare? Insegnare a un lupo a non cacciare?
Hanno gettato noi tedeschi nel baratro del degrado; non ne possiamo uscire. Noi tedeschi non possiamo niente.
Il nostro destino è intrappolato nelle mani ben curate dei francesi, in quelle fredde dei russi, e nelle avide degli statunitensi.

Parla di una rivolta; si corregge. Usa il termine "rivoluzione".
Ma rivoluzione di cosa? Dei Valori? Come se questi si potessero correggere.

Gli si illuminano gli occhi; lo sguardo perso nel vuoto. Costruisce con le sue parole un futuro instabile e luminoso per la Germania.  Un futuro in cui l'Europa ritornerà a splendere sul mondo; in cui il lavoro sarà il sacrificio più nobile e umile al servizio della comunità di popolo.

Rifiuta di abbracciarmi; per lui sono solo uno di quei reietti che abbattono le fondamenta di questa Nazione.

Mi odi, amato fratello mio.




13 aprile


Ho riletto l'ultima pagina del diario.
Ludwig aveva ragione; chi sono io?
Io mi muovo come si muove il mio popolo. E a questo si è ridotto il mio popolo? A godere nel farsi inculare dalla Russia?




16 aprile


Sono in vaggio per Monaco.

Berlino è caotica, degradante. Devo cambiare; voglio che mio fratello torni a guardarmi con la spontanea ammirazione di un fratello minore verso quello maggiore, non schifosamente, come fossi un verme.





23 aprile


Monaco!
Così lontano da Berlino!
Ho trovato un piccolo alloggio; niente di costoso o di elaborato. Resterò qui pochi giorni; il tempo di purificare il mio corpo dalla viziata aria di Berlino.

Coppiette dialogano lungo l'Isar; i loro sguardi sono così caotici, vivi.


Mi sento a casa.




25 aprile


Non lasciateci morire.
Bevete dal nostro sangue; ristoratevi con le nostre carni.
E allora, nessun tedesco sarà morto invano.