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Autore: Cute_Akuma    26/06/2013    6 recensioni
Kurama lo risvegliò sospirandogli diritto in faccia, assumendo una smorfia di tristezza. " E' stata una mia creazione. Era un modo per evitare che Sasuke ti uccidesse, non potevo sapere che avrebbe cambiato idea! " Naruto non capiva un sacco di cose, ma questa la capiva anche meno delle altre. Come poteva una bolla fermare la sete omicida di Sasuke?
La volpe non rispose alla domanda tacita, il ninja aveva già capito.

[Sasunaru][Mpreg][spero-non-tanto-OOC]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'Reserve Plan'
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La guerra era finita.

Terminata con la distruzione dello juubi e la morte di entrambi i Madara. Naruto era lì quando il primo hokage si era scontrato con il suo amico d'infanzia, ma non ha potuto ammirare lo scontro, troppo preso nel tentare di salvare i cercoteri imprigionati all'interno del mostro a dieci code.

Sasuke, lo stesso Sasuke che aveva tentato di ucciderlo più volte e che, alla fine, aveva deciso di combattere la guerra assieme a loro, ora era imprigionato a Konoha. Tenuto sotto costante controllo dagli anbu mentre la vecchia Tsunade e gli anziani decidono cosa fare di lui. Naruto avrebbe voluto urlarlo a tutti, urlare che il ragazzo era cambiato, che adesso che tutto poteva tornare come prima, avrebbero dovuto lasciarlo in pace. Ma non poté.

Quando fu deciso che l'ultimo degli Uchiha sarebbe sopravvissuto l'eroe di Konoha non riuscì a trattenere delle lacrime. Sapeva che non gli sarebbe stato permesso di vederlo per un po', ma avrebbe aspettato. Aveva aspettato per tre anni, poteva aspettare ancora.

<< Naruto >> La volpe ora poteva comunicare con lui in ogni momento, proprio come faceva Killer Bee, ma questa volta non comunicava buone notizie, o almeno, Naruto certamente non le accolse a braccia aperte, sul momento.

Kurama gli disse di ricordare. Ricordare quella notte prima dell'inizio del suo allenamento, quando Sasuke l'aveva ritrovato dopo il loro ultimo incontro, la notte in cui era stato macchiato nell'orgoglio dall'Uchiha, sottomesso al suo ex compagno di squadra. La volpe gli chiese se poteva perdonarlo per questo. Naruto non esitò un attimo, certo che lo avrebbe perdonato! Lo avrebbe massacrato, rotto ogni osso del suo corpo, ma sì, alla fine lo avrebbe perdonato, come sempre.

Gli occhi rossi della volpe non lo avevano abbandonato un istante mentre il ragazzo proferiva la sua risposta, dopo un attimo di silenzio, con un sospiro profondo – di quelli davvero profondi – gli disse ancora. << Ricordi il tuo sogno di quella notte? >>

Quando si parlava di sogni, Naruto non era certo uno che li ricordava, dormiva sempre talmente profondamente che forse la sua mente non riusciva ad immagazzinare nemmeno uno straccio di memoria. Eppure, il sogno di cui parlava Kurama, lo ricordava vividamente, come se stesse accadendo in quel momento.

Negli stessi corridoi umidi della sua mente, da dietro le sbarre che al tempo tenevano ancora rinchiusa la volpe, una bolla rossa riuscì a galleggiare via. Galleggiava, galleggiava, senza freno. Sembrava divertirsi da matti, anche dopo che vide Naruto continuò a svolazzare in giro, iniziando però a rallentare, fino a quando, si fermò. Si era messa proprio di fronte al naso del ninja ed aveva iniziato a girare su se stessa. La fiamma che la bolla conteneva iniziò a iniziò a diventare più grande e assunse una luce prima viola, poi diventando di un celeste purissimo. Con il suo nuovo colore era tornata a girovagare per i tunnel, sempre seguita da Naruto, fino a quando esplose in mille scintille blu e viola sulla testa dell'eroe. Naruto ricordava di essersi sentito molto triste quando la bolla era scomparsa, era qualcosa di bellissimo, qualcosa che era riuscita a migliorare l'aria in quel posto orribile.

Kurama lo risvegliò sospirandogli diritto in faccia, assumendo una smorfia di tristezza. << E' stata una mia creazione. Era un modo per evitare che Sasuke ti uccidesse, non potevo sapere che avrebbe cambiato idea! >> Naruto non capiva un sacco di cose, ma questa la capiva anche meno delle altre. Come poteva una bolla fermare la sete omicida di Sasuke? La volpe non rispose alla domanda tacita, il ninja aveva già capito.

Una mano di Naruto, ferma sulla propria pancia – leggermente più grande di quella che si ricordava -, aveva già spiegato tutto.

 

 

Konohagakure. Il villaggio nascosto della foglia. Il villaggio del paese del fuoco. Lì vivono i ninja più forti, coloro cha hanno portato la pace durante la quarta grande guerra. Un luogo di calma e serenità. Oppure no.

<< VIENI SUBITO QUI'!!! >>

Era in atto un inseguimento alla luce del tramonto. Il bersaglio saltellò tra i tetti, ridacchiando, potente nella sua velocità. Quello stupido non sarebbe riuscito a stare al passo, era la cosa più facile del mondo sfuggirgli! Insomma, era un genio! Chi avrebbe potuto interrompere la sua corsa?

Una mano afferrò con forza il collo della maglietta. Il fuggitivo non aveva più scampo, era tutto finito, tristemente finito. Come aveva potuto fare un errore simile? Andare sulla via dell'ospedale, proprio il luogo in cui lei passava la maggior parte delle sue giornate, era stata la cavolata più grande della breve vita della combina-guai.

<< Dove credi di andare, Heiwa? >> Quelle parole pronunciate con un sorriso sulle labbra erano una condanna a morte. Sakura era arrabbiata, molto arrabbiata.

La giovane undicenne tentò di trovare una via di fuga. << Z-zia Sakura, che coincidenza trovarti qui! Come mai da queste parti? >> Uno sguardo del medico fece rabbrividire la povera Heiwa. << A-ah, volevi sapere cosa facessi io qui? Bhè, sai zia, le solite cose... gioco ad acchiapparello! >>

Idea geniale! << Ah, con il maestro Ebisu?>> O forse no...

Il suddetto maestro, che aveva già dovuto sopportare il temperamento del giovane Konohamaru, che fra parentesi è anche il chuunin che si occupa della scuola ninja, atterrò poco lontano da loro fissando il suo sguardo nascosto dagli occhiali sulla giovane preda.

Sakura sembrò ritrovare la calma perché il suo sguardo si allontanò dalla biondina, che comunque non riuscì a fuggire a causa della presa della più grande sulla sua maglietta, posandolo sul ninja che cercava di riprendere fiato. << Cos'ha fatto stavolta? >>

Le guance del maestro si fecero rosse mentre la ragazzina iniziava a ridacchiare, puntando il dito indice verso di lui e voltandosi verso la kunoichi. << Stava sbirciando le ragazze nei bagni pubblici!! Io l'ho fermato! >> Fece una linguaccia verso Ebisu mentre quello la fulminava con lo sguardo. << Non è colpa mia, ho fatto la cosa giusta! Anche il mio papà dice che è sbagliato!! >>

Sakura pensò che il padre non era proprio la persona più adatta a rimproverare questo comportamento ma sospirò, lasciando andare la maglia verde della non più prigioniera. Ebisu boccheggiò indicando a sua volta la giovane, mugugnando qualcosa in sua difesa prima di ritrovare coraggio di fronte alo sguardo terrificante dell'Haruno. << M-mente! >>

<< Non è vero! Ti ho visto! Stavo dipingendo la staccionata quando sei salito in cima per sbirciare dall'altra parte! >> Ops, aveva accidentalmente confessato... Di solito non era così stupida. Che Sakura avesse il potere di istupidirla? Riprese la fuga senza pensarci due volte ma non aveva fatto niente di male, lei aveva solo dipinto una semplice scritta lungo la staccionata di una stradina! Non era tanto grave, insomma!!

Una figura arancione tra la folla la fece sospirare di sollievo, con un salto, Heiwa si catapultò tra le braccia del amabile padre, che mai e poi mai l'avrebbe punita per una cosa così di poco conto, perché lui era il meglio del meglio in assoluto!

<< Papi! >> La ragazzina strinse le braccia e le gambe intorno al corpo del povero ninja, senza strozzarlo ovvio, ma in una salda presa da Koala. << Ti va di andare a mangiare qualcosa, non del Ramen per... argh!! >>

Per la seconda volta, in un giorno solo, era stata presa da Sakura Haruno, che ora tentava di farla staccare dal suo papà. << Heiwa! Come ti è venuto in mente di scrivere sulla proprietà pubblica? E' vandalismo! >>

A malincuore, la giovane biondina dovette abbandonare l'abbraccio paterno per evitare di assassinare il suddetto genitore. Ma i suoi occhi erano già pieni di lacrimoni. << Ma non è grave! >>

Naruto Uzumaki si passò una mano tra i capelli, liberando la figlia dalla presa dell'amica, con un sorriso sistemò le ciocche chiare della piccola. << Sei stata tu a scrivere “Gli Uzumaki regnano!!!” quindi? >>

Heiwa annuì piano, preoccupata che anche il suo adorato papà potesse arrabbiarsi, ma, ovviamente, Naruto si mise a ridere prendendola in braccio. << Bravissima la mia bambina!!! >>

Il medico sbuffò. << Non incitarla Naruto! >> Ebisu, arrivato non si sa quanto, spuntò da dietro la spalla di Sakura annuendo vigorosamente. Un quarantenne che si nascondeva dietro una kunoichi più piccola di lei di ameno quindici anni.

Naruto si schiarì la gola, guardando con preoccupazione la vena pulsane sulla fronte dell'amica e annuì con serietà, iniziando la sua ramanzina sempre tenendo in braccio la figlia – era leggerissima - e fissando i suoi occhi celesti in quelli neri della giovane ninja. << Peace Uzumaki! Quì a Konoha non si commettono tali atti di vandalismo di suolo pubblico! Per punizione, dovrai. . . venire con me a mangiare ramen da Ichiraku! >>

E mentre un'undicenne con in lacrime che implorava il padre di non portarla a mangiare del ramen e il suddetto padre-eroe-aspirante-hokage si allontanavano per andare da Ichiraku. Sakura Haruno si premeva due dita sulle tempie, mugugnando qualcosa tipo ' ma il muro... ' fino a quando non si girò per tornare all'ospedale. Non poteva farci niente. << Maestro Ebisu, per favore si occupi della pulizia della staccionata. Buona serata. >>

E questo è pressappoco il motivo per cui, quella sera, che, per il maestro Ebisu, sembrava iniziata così bene, terminò all'una di notte dopo ore e ore di pulizia, mentre la colpevole dormiva tranquillamente nel suo letto.

 

A casa Uzumaki le mattine iniziavano sempre intorno alle dieci, uno dei due, la maggior parte delle volte – quasi sempre in realtà – era Heiwa che si alzava dal letto, liberandosi dalla presa che ogni notte la teneva stretta al petto del padre, per preparare un minimo di colazione, una tazza di latte e cereali per entrambi andava benissimo.

La sua vita consisteva in questo, dormire nello stesso letto del papà, nella loro piccola casa, preparare la colazione, allenarsi, allenarsi ancora, pranzo, allenarsi ancora più duramente e poi tornare a casa e preparare la cena. Ma le andava bene così. Alcune volte Naruto andava in missione per qualche settimana ma Heiwa aveva tutto il necessario per mangiare e altro, non si preoccupava più di tanto per il livello delle missioni. Il suo papà era il migliore, era riuscito a diventare jonin in meno di un anno, nessuno sarebbe riuscito a fermarlo! La rendeva ansiosa il pensiero di lui che dormiva da solo in qualche tenda nel mezzo del nulla. Mugugni attirarono la sua attenzione, silenziosamente la ragazzina si stese di nuovo di fianco al più grande, iniziando a canticchiare una canzoncina che Naruto stesso le cantava quando era piccola. Con tocchi leggeri, Peace, quello era il nome che il suo papà le aveva dato e che solo lui poteva usare, raccolse le lacrime che scendevano dagli occhi del biondo, ascoltando ancora una volta gli incubi che continuavano a inseguire la mente del giovane. Ogni volta che dormiva da solo, Heiwa sapeva, l'Uzumaki cominciava ad agitarsi, mugugnava cose tipo ' non andare via' 'non abbandonarmi...' 'torna per favore' e ogni volta lei ritornava a fargli compagnia, coccolandolo fino a quando era sul punto di svegliarsi.

Riusciva sempre a capirlo perché Naruto aveva il vizio di stiracchiarsi e si sbadigliare prima di anche solo pensare di tornare alla realtà, come stava facendo in questo momento ad esempio. Con un salto, la ragazzina corse in bagno, legandosi i corti capelli biondi in due codine con dei nastri neri e mettendosi la sua solita tutta d'allenamento formata da una maglietta verde pallido che le lasciava scoperta la pancia – che però copriva con una maglietta nera aderente, suo padre e le sue paranoie – e una mezza gonna grigia che le partiva dal fianco sinistro, girando intorno alla vita per tornare al punto di partenza, lasciando scoperta la coscia sinistra, sui cui indossava il porta-kunai, il tutto legato da una cinta di corda verde che terminava sul lato destro in un fiocco e dei pantaloncini e sandali neri. La tuta le piaceva, era comoda e le permetteva un sacco di movimenti rispetto ai vestiti che Sakura aveva scelto prima di questo – insomma chi va in missione con un vestito con la gonna a palloncino? Fece appena in tempo a lavarsi i denti e la faccia che Naruto iniziò a disseppellirsi dalle coperte. La ragazzina si mise davanti al letto con le mani suoi fianchi, puntano i suoi occhi onice sul padre.

<< E' ora, papà! In piedi!! >> Detto questo, Heiwa scappò in cucina iniziando a fare colazione. Naruto ci mise, come sempre, una ventina di minuti buona ad arrivare al tavolo e, di nuovo come sempre, tentò di prendere del ramen, ovviamente fermato dalla figlia. << Assolutamente no! Siediti e bevi il tuo latte. >> Con qualche rumore sommesso, Naruto si sedette davanti alla sua tazza iniziando a versare i cereali. Voleva davvero il suo ramen, ma se Peace diceva di no era no.

La ragazzina guardò l'orologio mentre metteva i piatti nel lavandino, era ora di andare ad allenarsi. Velocemente, Heiwa si avvicinò alla scrivania per prendere il suo coprifronte blu. Dopo essersi legata il suo intorno al collo, la giovane si abbassò per dare un bacio sulla guancia al genitore. << Io vado, buona giornata papà! Non mangiare troppo ramen!! >>

L'allenamento, la maggior parte delle volte, era svolto in uno dei campi che usavano i team, ovviamente Heiwa prendeva in prestito quelli vuoti. Iniziava sempre con lo stretching, poi le tecniche base di ninjutsu e le tecniche che le aveva insegnato il suo papà, come la moltiplicazione d'ombra, poi si dedicava al miglioramento del controllo del chakra. Correva verticalmente sugli alberi fino a quando non cadeva, era un po' che si allenava quindi era già migliorata un bel po'. Ma non era ancora abbastanza, doveva diventare più brava, così sarebbe riuscita ad eseguire la tecnica del richiamo come il suo papà!

<< Heiwa!!! >> Voci che la chiamavano si avvicinarono, la ragazza interruppe il suo allenamento per girarsi, trovandosi davanti le sue migliori amiche.

Guardò il cielo stupita, era già ora di pranzo? Sospirò profondamente sorridendo alle coetanee che erano ormai davanti a lei. << Buon giorno! >>
Momoe e Azuna erano sue amiche fin dall'infanzia, le aveva salvate da alcuni bulli e da allora erano state inseparabili. La prima aveva i capelli lunghi e porpora tenuti sciolti mentre la seconda portava le ciocche castane in una treccia.

Tutte e tre si sedettero sotto un albero iniziando a mangiare il loro pranzo. << Allora, cosa succede all'accademia? >> Heiwa continuò a mangiare il bento che si era preparata da sola mentre le amiche rispondevano.

L'Uzumaki aveva finito l'accademia da cinque mesi, ma non avevano abbastanza ragazzi per formare un team intero e a lei, avendola finita con un anno di anticipo, era stato detto di aspettare fino alla successiva sezione di esami. Che, dalle parole di Azuna, dovrebbe iniziare tra più o meno due settimane. Non poteva aspettare di avere una squadra tutta sua! Le dispiaceva che in un team c'era solo una ragazza quindi sicuramente non sarebbe finita con una delle sue amiche, ma pensò che in fondo non si sarebbero allontanate più di tanto, no?

<< ...indi, in pratica riceve più confessioni di tutte ma le rifiuta senza pensarci due volte, Heiwa? Mi senti? >> La biondina si accorse di essersi persa gran parte del discorso e ridacchiò, grattandosi la nuca con la mano.

<< Certo. >> I porta-pranzo erano stati abbandonati sull'erba mentre loro continuavano il loro discorsi, arrivati ora all'argomento 'ragazzi'. Di quanto fossero stupidi coi loro scherzi, eppure un certo Daisuke, a detta di un imbarazzata Momoe, era molto carino e anche il suo migliore amico Mizu-qualcosa non era male.

<< Heiwa, hai rotto il tuo coprifronte? Insomma, solo tu ci saresti riuscita! >>

<< Eh? >> La giovane Uzumaki si guardò il coprifronte e, o mio dio, era vero! La lastra con sopra il simbolo della foglia si era staccato dal tessuto! Il suo prezioso coprifronte che le era stato regalato dal suo papà si era rotto!!!

I suoi tentativi di togliersi la fascia senza creare più danni furono inutili quando la lastra venne tirata per sbaglio, cadendo a terra. Ci volle tutta la calma che Heiwa possedeva per non iniziare a correre per il campo gridando e strappandosi i capelli, pensava già a cosa avrebbe detto suo padre, magari si sarebbe davvero arrabbiato della poca cura che aveva avuto per quel suo regalo? Mentre lei si perdeva in allucinazioni, non notò affatto gli sguardi che le sue amiche davano al retro del suo coprifronte. Fu solo dopo cinque minuti che, finalmente, tornò alla realtà. << Che succede? >>

Momoe alzò lo sguardo da pezzo di metallo, indicando il centro del retro. Qualcosa era inciso lì. Un ventaglio? Si, sembrava uno di quei ventagli del festival di primavera. << Che cosa vuol dire? >>

Questa frase sembrò scatenare lo shock delle ragazze, che le si avvicinarono con sguardo sospetto. << Non lo riconosci? E' il simbolo degli Uchiha. >> Quella frase non spiegò un bel niente, e le giovani lo capirono dalla faccia della biondina.

Con un sospiro Azuna iniziò a spiegare. << Il clan Uchiha era il clan più forte del villaggio, Heiwa. Sono stati tutti uccisi una ventina di anni fa da un traditore del villaggio. Ora, nel loro quartiere, vive l'ultimo appartenente al clan, Sasuke Uchiha! Sembra che abbia tradito anche lui il villaggio, ma visto che durante la quarta guerra è stato un aiuto prezioso non è stato condannato a morte! >> La sua voce si fece più bassa, terrificante. << Ma dopo il suo ritorno al villaggio undici anni fa, nessuno lo ha più visto. Si dice che chiunque si avvicini a quel quartiere... non farà una bella fine. >>

Heiwa, che aveva trattenuto il fiato fino a quel momento, riprese a respirare e guardò con curiosità le sue amiche. << E perché questo simbolo era inciso dietro al mio coprifronte? >>

<< Non saprei proprio. >>

 

Il sole stava tramontando. Era ora di tornare a casa a preparare la cena. La giovane kunoichi dai capelli biondi si addentrò con uno sbadiglio tra le stradine del villaggio, diretta prima di tutto ad una bottega che avrebbe potuto ricucire il suo coprifronte. Ci teneva sul serio e non voleva che il padre si accorgesse che l'aveva strappato.

Per fortuna il signore era gentile e le fece anche uno sconto, quindi i soldi che la ragazzina aveva con se bastarono.

Non poteva fare a meno di chiedersi come aveva fatto a scoprire la storia degli Uchiha solo ora, insomma, viveva in quel villaggio da undici anni e quel clan era uno dei più potenti di tutti, chiunque conosceva la storia eppure nessuno ne aveva mai parlato con lei, c' era qualcosa sotto ed il suo sangue Uzumaki non poteva fare a meno di spingerla in situazioni pericolose. Aveva già chiesto a Momoe le indicazioni per arrivare al “famoso” quartiere Uchiha, non era molto lontano dal centro del villaggio ma Heiwa non si era mai accorta della sua esistenza. Era circondato completamente da un muro, non si vedeva da nessuna parte il simbolo della famiglia, ma forse con la ricostruzione del villaggio non si era perso tempo ridipingerli. La porta principale era di legno, era ovviamente chiusa, quindi Peace non tentò nemmeno di aprirla, pensò invece di arrivare sul muro posteriore e di scavalcare.

La ragazza annuì alla sua idea ingegnosa, nascondendo la propria presenza mentre iniziava ad arrampicarsi sul muro, una volta saltata giù si trovò davanti una casa dall'aspetto ordinario, completamente fatta di legno – come tutto il resto della nuova Konoha – ma con porte scorrevoli e un giardino zen. Dei cigolii le giunsero alle orecchie e la spinsero a nascondersi. Venivano da molto più avanti, forse avevano aperto il cancello?

Da ninja professionista, la ragazzina si infiltrò nella casa senza fare un rumore, iniziando ad esplorarla senza mai distrarsi, voleva vedere chi era il misterioso Sasuke Uchiha. Sperando che non fosse un fantasma, ovvio.

Una voce. Con passo svelto, Heiwa iniziò ad avvicinarsi alla stanza da cui arrivava quella voce femminile. Era una stanza di quelle più grandi, che si trovava al centro della casa, forse il salotto. La biondina se lo immaginava con un tavolo basso al centro e tutti i cuscini intorno. Si fermò poco prima dell'entrata, appoggiando lievemente l'orecchio alla carta di riso per ascoltare la conversazione.

<< Ah, guarda! Ti ho portato delle mele, so che hai già tanto cibo qui, ma mi piacerebbe mangiarle insieme a te, come hai vecchi tempi. >> Rumore di frutta – mele appunto – che veniva tagliata, poi la stessa voce continuava. << Sai, all'ospedale non vengono più tante persone, penso che sia una fortuna che non ci siano tanti malati. Dopo la guerra siamo riusciti a salvarne molti ed adesso la vita e tranquilla. >>

Gli occhi scuri di Heiwa si spalancarono. Quella era senz'altro la voce di Sakura! Era lei, ne era sicura. Conosceva il misterioso Sasuke e non gli aveva mai raccontato di lui? Heiwa e il medico erano solite passare molto tempo insieme a raccontarsi la loro giornata eppure non le aveva mai raccontato che da giovane aveva conosciuto una persona che aveva tradito il villaggio e che ora era rinchiuso in casa!

Oh, si era persa buona parte del discorso. << …e allora io ho detto a Ino “guarda...>>

<< Sakura. >>

La voce di Sasuke era bassa, sembrava calma e composta. Ma l'effetto che questa interruzione aveva avuto su Sakura si sentiva nel silenzio che aveva saturato l'aria.

Heiwa trattenne il fiato aspettando, non sapeva cosa aspettarsi, ma attese che qualcuno parlasse, la voce della kunoichi fu la prima. << Si, Sasuke-kun? >> Sembrava anche lei calma, ma c'era una sorta di sfida nelle sue parole.

<< Dimmi di lui. >> Forse Sakura non capì che cosa intendesse, perché Sasuke parlò ancora. << Voglio sapere di Naruto.>>

Qualcuno deglutì rumorosamente e Peace sperò veramente che fosse Sakura, perché altrimenti era stata scoperta ed aveva poco tempo per nascondersi prima che la trovassero ad origliare. Eppure nessuno arrivò.

La ragazzina stette lì ad ascoltare la migliore amica di suo padre che descriveva quanto fosse allegro Naruto mentre mangiava Ramen, correva tra i tetti e passeggiava tra le persone, salutando tutti gli abitanti che adesso lo consideravano un eroe. Tutte cose che il ninja faceva insieme a lei, a Heiwa. Così capì, Peace Uzumaki capì che non era l'unica a cui venivano nascoste le cose, come lei non sapeva dell'esistenza di Sasuke, l'Uchiha non sapeva della sua esistenza, lei capì che tutto era stato architettato da Sakura e da suo padre perché lei non venisse mai in contatto con l'ex-traditore. Eppure non si spiegava ancora il perché...

Improvvisamente l'appoggio le venne a mancare e tutto il mondo si rivoltò mentre lei cadeva a terra, all'interno della stanza in cui fino ad un momento prima l'Haruno stava raccontando la vita di Naruto, e due occhi scuri si fissavano su di lei.

<< Chi sei? >>

La stessa voce che aveva sentito fino a prima ora sembrò gelarla, doveva essere il potere del suo sguardo. Heiwa non ebbe nemmeno la forza di mentirgli. << P-peace, sono Peace >>

Gli occhi di Sasuke si assottigliarono mentre tornava a sedersi a gambe incrociata su uno dei cuscini, dando mostra del marchio bianco e rosso cucito sul retro del suo yukata blu.

La ragazzina osservò che Sakura non c'era più, quando se ne era andata? Si era persa così tanto nei suoi pensieri da non accorgersi che la donna era uscita dalla casa, aveva persino fatto sentire la sua presenza.

<< Non pensare che non sapessi che eri qui dall'inizio. >> Una fetta di mela venne frantumata dai denti bianchi di Sasuke dopo questa sua frase, ma ora che quegli occhi non erano più puntati su di lei, Heiwa riusciva a muoversi di nuovo quindi si mise seduta, senza muoversi di un centimetro dal punto in cui era caduta poco prima. << Cosa cerchi, Peace? >>

La ragazzina boccheggiò un paio di volte in cerca di qualcosa da dire prima di scuotere la testa. Insomma! Lei non era una mammoletta, poteva sopportare la presenza di un uomo, per quanto spaventoso fosse, senza sembrare una stupida! << Cosa vuoi da Naruto Uzumaki? >>

Qualcosa in quel nome sembrò schiarire gli occhi onice dell'Uchiha, perché quando tornò a posare lo sguardo su di lei, Heiwa non sentì più la tensione di prima. << Cosa sai tu di lui? >>

<< Non si risponde a una domanda con una domanda! >>

<< Sono io che ti ho fatto una domanda per primo. >>

<< Ma... >> Con un sospiro scocciato la ragazzina dovette dargli ragione, quindi, anche se mettendo il solito broncio, rispose. << So che quando dorme mi ruba sempre le coperte, che la mattina vuole mangiarsi il ramen e che probabilmente quando non ci sono continua ad ingozzarsi, so che fa lo stupido quando in realtà e triste e so che tiene un sacco ai suoi amici e al maestro Iruka e che conosce un sacco di tecniche meravigliose e me ne sta insegnando qualcuna. >> Si fermò qui perché non voleva mostrare troppi particolari che solo lei conosceva del suo papà, infondo non sapeva ancora chi era quell'Uchiha per lui.

Sasuke ora era curioso, terribilmente pieno di voglia di sapere chi era la ragazzina che sapeva così tanto sul conto di Naruto, per una volta, decise di non trattenersi. << Come sai queste cose? >>

Con un ghigno – così simile al suo – la biondina si voltò indicandosi la schiena con un pollice. Il vortice degli Uzumaki salutò Sasuke come uno schiaffo.

<< Sono Peace Uzumaki, piacere di conoscerti Sasuke Uchiha. >>

Due mani estranee afferrarono le braccia della ragazzina, facendola girare e tenendola ferma, mentre uno sguardo ghiacciato si bloccava su di lei. << Quanti anni hai? >>

<< U-undici. >> Per quanto odiasse balbettare, Heiwa non riuscì proprio a evitarlo mentre quell'aura tremenda iniziava a toglierle l'aria. Quando le sue braccia tornarono libere, finalmente, fuggì.

Scappò come se non ci fosse altro modo per sopravvivere, non era certo normale che una come lei, la più forte della sua classe, fuggisse come un coniglio di fronte ad un tizio agli arresti domiciliari che probabilmente, fatto un passo falso come quello di tentare di uccidere una ragazzina, sarebbe stato condannato a morte. La sua corsa era così disperata che non si fermò fino a quando non era al sicuro nel suo letto, nascosta sotto le coperte calde e con l'odore di suo padre che la circondava. In quel momento pensò a quanto era stata stupida, alla fine non aveva capito perché il ventaglio degli Uchiha era inciso sul suo coprifronte.

Sasuke, ancora chiuso tra le mura della propria casa, si passava freneticamente le mani tra i capelli. Naruto, Sakura, Kakashi e Tsunade, tutti quanti. Come avevano osato non dirglielo? Non dirgli che Naruto, subito dopo la fine della guerra, era andato a letto con qualche stupida e aveva avuto una figlia! Una figlia con lo stesso sorriso e temperamento del padre. Non si sarebbe arrabbiato se glie l'avessero detto subito, si sarebbe arreso. Poteva capire che l'Uzumaki preferisse una ragazza in confronto ad uno che aveva tentato di ucciderlo più volte e che, oltretutto, lo aveva preso con la forza poco dopo la loro ultima lotta. Insomma, avrebbe potuto rassegnarsi e vivere la sua squallida vita chiuso in quei resti penosi che erano ora la sua casa. Ma non poteva accettare gli undici anni di bugie. No. Sarebbe uscito di lì ed avrebbe avuto le sue risposte. Parola di Uchiha.

 

Il vento soffiava leggero tra gli alberi, l'accademia era piena di persone, i genitori che si congratulavano con i loro figli che avevano superato l'esame e guardavano gioiosi il nuovo coprifronte. Heiwa se ne stava seduta sull'altalena aspettando notizie dalle sue amiche, il giorno dopo avrebbero assegnato i nuovi team e finalmente anche lei avrebbe potuto svolgere delle missioni!

Un colpo. Un pallone l'aveva colpita! Si toccò la fronte preoccupata, sarebbe dovuta andare in giro con un bernoccolo, il giorno dopo avrebbe conosciuto i suoi compagni, la fortuna proprio.

<< Ti sei fatta male? >> Heiwa si girò per trovarsi davanti un ragazzo con in mano l'arma del delitto. La ragazza si alzò con aria arrabbiata, arrossendo immediatamente nel vedere che il suddetto ragazzo... non era affatto male, aspetta, ma l'aveva colpita! Poi chi è che si metteva a giocare a pallone durante la cerimonia della promozione?

Con una mano ancora sulla fronte, la biondina si tolse la polvere dalla gonna con l'altra, guardando l'altro ragazzo come se fosse un nemico che aveva appena varcato i confini. << Certo che mi sono fatta male! Non sono fatta di ferro!! Quel coso >> indicò la palla. << Stava andando a cento all'ora!!! Mi avrà aperto un buco in testa!>>

Il ragazzo fece un piccolo inchino. << Mi dispiace, il mio fratellino deve averla tirata troppo forte. >>

Fu allora che Heiwa notò la piccola massa di capelli castani che si nascondeva dietro la gamba del ragazzo. Se c'era una cosa che lei non sapeva proprio fare, era rimanere arrabbiata con dei bambini. << Oh, non fa niente! >>

Lo sconosciuto fece una faccia del tipo 'ma non hai appena detto di avere un buco in testa?' mentre Peace si inginocchiava a terra sorridendo al bambino, che doveva avere più o meno cinque anni a quanto pareva.

Aveva lo stesso colore di capelli del più grande ma li aveva lunghi e arruffati, era dolcissimo. << Su non ti preoccupare! Sto bene, non è colpa tua. >> Il piccolo sembrò calmarsi perché si allontanò un po' dal fratello maggiore. Heiwa aveva sempre voluto un fratellino!! Passi che si avvicinavano velocemente la distrassero. Dovevano essere Momoe e Azuna. << Devo andare, ciao piccolo. >> Salutò con la mano il bambino, che accennò un saluto a sua volta, sorridendo imbarazzato. Mentre la biondina si allontanava il fratello maggiore sospirò, non si meritava nemmeno un saluto.

Heiwa esitò un attimo vedendo i visi oscurati delle sue amiche. << Allora? >> Si aspettò il peggio, ma non poteva credere che fossero state bocciate, erano bravissime tutte e due!

Infatti, le kunoichi iniziarono a ridere mostrando il loro coprifronte. << Siamo genin! >>

Gridando di gioia, le tre si abbracciarono iniziando a saltellare in giro, erano delle vere ninja adesso!

<< E dopo siamo andate in giro per il villaggio! Abbiamo incontrato degli altri compagni di classe che avevano superato l'esame e poi abbiamo mangiato dei ghiaccioli tutte insieme! E' stato bellissimo papà!!! >>

Naruto sorrise finendo di mangiare la sua cena, la sua bambina le aveva raccontato tutta la sua giornata e lui era più che felice che lei avesse delle amiche a cui teneva sul serio. Heiwa non aveva ancora raccontato nulla di Sasuke al papà, non che avesse capito qualcosa di tutta quella storia, ma aveva riflettuto e forse, al momento giusto, sarebbe stato proprio suo padre a raccontargli dell'Uchiha. Ma nel frattempo... << Tu avevi un sacco di amici quando eri piccolo papà? Chi era nel tuo team? >>

L'Uzumaki ridacchiò. << Quando avevo sedici anni ero nel team Kakashi e con me c'erano Sakura e Sai, poi anche se la squadra si chiamava come lui, il maestro Kakashi stava male quindi è stato sostituito con il capitano Yamato! Il capitano era spaventoso ci raccontava le storie dell'orrore durante le missioni e non ci faceva dormire!! >>

L'aveva fatto di nuovo. Non era quella la risposta che voleva, questa volta non avrebbe lasciato perdere! Non più! << Noooo papà, intendevo quando sei diventato genin, con chi eri? >>

L'atmosfera sembrò farsi più pesante, ma il sorriso di Naruto non scomparì. << Sempre con il maestro Kakashi e Sakura, era noiosissimo! Dovevi vederci! Correvamo per il villaggio per recuperare dei gatti che scappavano dai loro padroni... oh? >> L'Uzumaki guardò la finestra con curiosità, poi tornò a guardare la figlia. << Devo andare. E' urgente, vai a dormire senza di me, domani sarà un gran giorno per te! >>

Con un bacio veloce sulla guancia, l'uomo sparì lasciando la bambina da sola a finire la sua cena. << Si certo, urgente... >> Trovava sempre un modo per scappare, quel Naruto, poteva passarci sopra questa volta, non era ancora pronto a parlarne con lei forse.

Che cosa assurda, suo padre, sembrava una persona completamente diversa ora, pensava di conoscerlo e invece aveva scoperto che gli teneva nascosta l'esistenza di una persona senza neanche un motivo valido.

La giovane si apprestò a lavare i piatti e ad andare a dormire, era meglio non pensare a queste cose, domani sarebbe stato un giorno meraviglioso senz'altro! Già.

<< PERCHE' SONO QUI' DA SOLA?! >>

Il maestro Konohamaru se ne stava seduto sulla scrivania, guardandola con aria divertita, non aveva nessun passatempo? Lei era lì, da sola mentre i membri del suo gruppo, tali Mizutani Ginto e Aki Sawara non si erano presentati! Perché sempre a lei? Avrebbe dovuto aspettare un altro anno per avere un team? Non era giusto! Insomma era la migliore eppure l'avevano già messa da parte una volta, non voleva che succedesse di nuovo!

<< Perché ride maestro? >> Adesso le stavano davvero per saltare i nervi, Konohamaru continuava a ridacchiare sotto i baffi, aspettando anche lui l'arrivo dei ragazzi, o del maestro forse.

Il castano la guardò scuotendo la mano. << Nulla nulla Hei-chan, stavo solo pensando che gli allievi sono sempre così simili ai maestri certe volte! >>

Peace sospirò, per niente soddisfatta da quella risposta, a quanto pare nessuno parlava più chiaro. Era stata assegnata ad una squadra, team 9 e le andava benissimo, le era giunta voce che il suo maestro era forte e questo era anche meglio, forse i suoi compagni sarebbero arrivati tardi e poteva anche sopportarlo. Ma non amava non capire le cose!

Neanche si potesse svagare preparando qualche scherzo per i ritardatari poiché Konohamaru era rimasto lì proprio per questo. “ Meglio non farlo arrabbiare subito” aveva detto. Ma cosa le cambiava questo???

Stava per esplodere, letteralmente, quando la finestra si spalancò. Ovvio, chi era il suo maestro? Senz'altro colui che lei conosceva da meno tempo e che, secondo ciò che sapeva, non sarebbe dovuto essere in giro fino alla fine dei suoi giorni. Ecco a voi, con il suo sguardo annoiato e l'aura terrificante, Sasuke Uchiha vestito da Jonin! Sembrava quasi realistico come scherzo.

<< Sapevo che saresti stata qui. Andiamo. >> Il moro si voltò verso la finestra, prima di girarsi un attimo. << E non scappare di nuovo. >>

Heiwa sbuffò alzandosi dal suo banco per correre alla finestra. << Buona giornata Maru!>>. Non si voltò per guardare il saluto del maestro, buttandosi dalla finestra per inseguire Sasuke. << Ma gli altri due dove sono? >>

L'Uchiha a quanto pare non amava parlare anzi, sembrava divertirsi a stare in silenzio, ignorandola completamente nonostante tutte le domane che le rivolgeva la povera ragazza.

Arrivarono su una terrazza e Heiwa si ricordò di quando, un pomeriggio, il suo papà l'aveva portata lì, raccontandole che era qui che avevano tenuto la prima riunione di squadra, la bionda ne era certa. Sasuke era stato parte del team 7.

Notò dopo le due figure sedute per le scale. << Tu! >> Il tizio con il pallone se ne stava seduto lì con il suo ciuffo irritante che gli copriva l'occhio, come fa a combattere con quel coso in faccia? Quello si ricordò di lei a quanto pare perché si mise a ridacchiare. Tsk, certe persone proprio. Meglio fare amicizia con l'altr-a, altra? Era una ragazza? << Uh? Come mai due ragazze nella stessa squadra? >>

La ragazza aveva corti capelli neri che le circondavano il viso, dannazione, era più carina di lei, però forse era simpatica, lei doveva essere Aki.

Tutti e due i suoi nuovi compagni erano di un altra classe, che strazio.

<< Peace, vai a sedere. >> Il suo nuovo maestro si appoggiò alla ringhiera squadrando ognuno dei genin. << Mi sono già presentato a tutti quindi inizio a me non piace insegnare. Sono qui perché sono stato costretto... Potete andare. >>

Heiwa si alzò in piedi di scatto. << Non puoi fare così! Dovresti almeno farci presentare! >> Mizutani Ginto, ora rinominato l'antipatico, annuì incrociando le braccia al petto. Aki invece non proferì giudizio, preferendo arrossire e abbassare lo sguardo.

Come se non fosse successo niente, Sasuke sospiro alzano una mano per toccarsi il coprifronte. Ora che ci pensava, forse non era più abituato ad indossarlo, devono averglielo tolto quando aveva tradito il villaggio, ahah si meritava qualche fastidio!

<< Se non inizia nessuno, parto io. Mi chiamo Mizutani Ginto, 12 anni. Voglio essere un ninja per proteggere la mia famiglia. >> L'antipatico si era presentato, tsé che sbruffone, nessuno gli aveva chiesto niente!

Aki alzò lo sguardo stringendo l'orlo della gonna a pieghe che portava. << Io sono Aki Sawara, 12 anni, voglio diventare un ninja medico per aiutare le persone! >>

Toccava a lei, ma cosa avrebbe dovuto dire? Peace Uzumaki rimase, per la prima volta in tutta la sua vita, senza uno straccio di risposta. Perché voleva essere una ninja? Magari perché anche il suo papà lo era? Non aveva motivo per imparare le tecniche ninja. Non voleva soldi, onore o sconfiggere qualcuno, voleva solo essere più forte, sempre più forte. Ma meritava di essere un ninja solo per questo? Per il potere? Gli occhi neri si spostarono su Aki e Mitsu, entrambi avevano qualcosa che li spingeva a combattere, li invidiava per questo, lei avrebbe potuto semplicemente smettere di combattere e non sarebbe cambiato nulla. A cosa sarebbe servito il suo potere?

<< Sono Peace Uzumaki, 11 anni, voglio diventare un ninja per dimostrare qualcosa a me stessa. >> Questa scusa sarebbe andata bene, avrebbe avuto il tempo di scoprire il vero motivo successivamente. << Ah, non chiamatemi Peace però! Preferisco essere chiamata Heiwa! >>

Mizu scoppiò a ridere. << Certo che sei strana! >>

La biondina arrossì vistosamente, stringendo i pugni e portandoli in avanti. << Cerchi guai? >> Il castano la ignorò continuando a ridacchiare.

Ora che ci pensava, lei era la più piccola lì! Che cosa ingiusta. Un sospiro stanco attirò l'attenzione dei genin. << Ho detto che potete andare. Domani, campo di allenamento 9, 7 in punto. Non fate tardi. >> Stava guardando lei! E che cavolo, non era una sua abitudine immaginare i posti in cui si sarebbero dovuti incontrare! Non era stupida, se glie l'avessero detto sarebbe stata puntuale sulla terrazza!

Quella sera, tornò a casa ancora più stanca di quando si allenava tutto il giorno, quasi era tentata di strisciare. Era stata una giornata orribile in ogni senso. Prima di tutto se il team era formato da due ragazze, perché non metterla con una delle sue amiche? Era finita con due completi sconosciuti e come maestro un sociopatico. Perfetto.

Stranamente, suo padre era già a casa, solo il sorriso raggiante con cui la aspettava risollevò l'animo della giovane. Il ninja iniziò a fare domande a raffica, prima di fermarsi con la bocca aperta. << Ah, mi stavo dimenticando. Dovevi andare sulla terrazza vicino all'accademia intorno all'una. Hai avuto problemi? >>

Era colpa sua. Aveva fatto una figura di cavolo per colpa del suo papà scordarello. Con una vena pulsante in fronte, Heiwa saltò addosso al papà iniziando a mordergli il collo come punizione, ovviamente la litigata finì come sfida di solletico, ma una oretta buona dopo erano tornati a parlare di com'era andata la giornata davanti ad un bel piatto di spaghetti di riso.

<< Quindi se tu mi avessi detto di andare alla terrazza non avrei fatto tardi e quello stupito di Mizu non si sarebbe messo a ridere! Poi hai mai sentito parlare di un team con due ragazze? E' assurdo. >>

Naruto ridacchio appoggiandosi allo schienale della sedia. << Ancora non mi hai detto come si chiama il tuo maestro. Nessuno me lo ha voluto rivelare, erano tutti stranissimi oggi. >>

Ecco un momento da non perdere, gli occhi scuri di Heiwa erano puntati sul viso del padre, pronti a studiare ogni cambio di espressione su quel viso. Partenza. << Sasuke Uchiha. >> Ogni muscolo di Naruto sembrò congelarsi, la sua espressione non cambiò, ma si fece finta, come se all'improvviso non provasse più niente. Wow, sembrava lo zio Sai! Era spaventoso.

<< Ah, Sasuke eh? Bhé... >> Non voleva tradirsi, ovvio. Era stato a mentirle per anni e ora un passo falso e sarebbe stato tutto chiaro come il sole, solo un piccolo sbaglio. << Non penso che sarà un gran maestro. >>
Il momento della verità. << Lo conosci, papà? >>

Il ninja tornò ad appoggiare le braccia sul tavolo, guardandola con occhi seri. << Si, era un mio compagno di squadra. >>

<< Davvero? Non me ne hai mai parlato... >> Gli occhi azzurri di Naruto si sgranarono, che avesse capito che lei sapeva? Non cambiava comunque le cose, doveva parlargliene ormai, eppure qualcosa nel suo viso sembrò disperatamente chiedere aiuto. Heiwa sospirò, magari avrebbero continuato un altra volta. << Meglio andare a dormire, mi devo svegliare presto domani. >>
Il biondo sembrò rilassarsi tutto d'un colpo e annuì serenamente, alzandosi per mettere i piatti sporchi nel lavandino.

<< Vado a farmi una doccia. >> Mentre il papà era in bagno, la ragazza ne approfittò per mettersi il suo adorato pigiama con sopra dei coniglietti bianchi e stendersi sotto le coperte, pronta ad una notte di riposo. La voce di Naruto giunse da dietro la porta del bagno. << Ah, Heiwa! Prima che ti addormenti, ricordati di svegliare anche me! Voglio venire a incontrare il tuo maestro domattina. >>

Addio, cara notte di riposo è stato bello sperare che ci fossi. Benvenuta notte di incubi sull'incontro di due ninja che probabilmente non si limiteranno a parlare tra loro. Le cose si sono messe di nuovo male per la giovane Kunoichi, l'unica cosa che sperava è che non ci fosse anche Sakura alla rimpatriata.

Stava facendo un bellissimo sogno, non si ricordava cosa stava sognando di preciso, qualcosa che aveva a che fare con una rete di tubature ed una bolla, ma sapeva che era un sogno splendido, eppure la dannata sveglia doveva suonare proprio in quel momento! Con uno sbadiglio la ragazza si decise ad aprire gli occhi, cercando istantaneamente il calore che le braccia di Naruto le davano di prima mattina e, cosa strana, quel giorno non c'era.

<< Buongiorno Peace! >> Il suddetto genitore era in piedi davanti al letto, la tuta arancione al suo posto, i capelli pettinati e i denti già spazzolati. Tutto il contrario della figlia che se ne stava tra le coperte con i ciuffi biondi spettinati, gli occhi socchiusi per la troppa luce e il pigiama tutto spiegazzato.

Con una smorfia, la ragazzina si alzò dal letto per andare a svegliarsi con un bel bagno, dovevano essere circa le sei, l'appuntamento era tra un ora, avrebbe fatto in tempo anche facendo con calma.

Una volta immersa nell'acqua calda, Heiwa non poté fare a meno di pensare che il suo papà fosse tremendamente felice di incontrare il nuovo maestro. La ragazza alzò una mano, iniziando a muoverla in aria e seguendola con gli occhi, senza un motivo preciso, continuò a pensare e pensare spostando di tanto in tanto gli occhi sulla porta. C'era qualcosa tra loro, tra Naruto e l'Uchiha. Era una ragazza intelligente, poteva arrivarci.

Sasuke, che nel mezzo della sua prigionia chiede notizie di Naruto – probabilmente non era nemmeno la prima volta che lo faceva – e una volta scoperto che il suddetto Naruto aveva una figlia decide di trovare un modo per uscire. Se aveva ragione se le sarebbero date di santa ragione per ore. Il suo papà non era certo il tipo che dava amore solo a poche persone, da quando era piccola lo vedeva spesso che portava gioia nelle persone solo passandogli di fianco, era come la luce, splendente e senza fine. Crescendo, Peace si era convinta che Sakura fosse la sua mamma, perché tutti i suoi amici avevano una mamma come Sakura quindi aveva semplicemente associato le due cose. Papà le aveva spiegato che anche se la sua mamma era lontana, era sempre vicino a lei, in ogni momento. Le aveva fatto questo discorso sempre con un sorriso e subito dopo l'aveva portata in cima al monte degli hokage e gli aveva raccontato di come la sua mamma e il suo papà, Minato e Kushina, si erano conosciuti.

Per tutto questo tempo, Heiwa aveva pensato che la sua mamma sarebbe tornata, che non avrebbe lasciato solo papà ancora a lungo, ma adesso, forse aveva capito il motivo per cui se ne era andata. Il papà doveva aver amato Sasuke da prima che Peace nascesse, forse anche durante il periodo in cui “papà ha voluto tanto tanto bene a Sakura” in realtà Naruto voleva solo che Sasuke stesse con lui.

Tutti questi discorsi complicati e senza una risposta esatta o sbagliata. Sbuffano scocciata, la ragazzina uscì dalla vasca e si tirò i capelli indietro tenendoseli attaccati alla testa perché non le dessero fastidio. Si mise davanti allo specchio e non poté trattenere un altro sospiro. Era così complicata la vita di tutti gli altri bambini? Insomma lei aveva undici anni e poteva accettare che il suo papà fosse gay, cioè lo aveva visto bene Sasuke, non conosceva qualcuno che avrebbe potuto dire che era brutto, ma perché tentare di trovarsi una ragazza solo per vederla andare via lasciandogli una neonata a carico?

Heiwa si guardò fissa nello specchio e tutto la colpì. L'intera storia, non sapeva come poteva essere successo ma doveva essere proprio così. Tutto tornava al proprio posto se le cose fossero come pensava. Una mano chiara della ragazza si posò sulla superficie riflettente, gli occhi che la stavano guardando dal vetro erano gli stessi occhi a mandorla, con la stessa pupilla d'onice che quel giorno la stavano squadrando, cercando di capire chi era.

Era tutto così stupidamente chiaro che si stupì, insomma la sua mente geniale doveva essere arrivata da qualcuno, eppure se n'era accorta solo lei? Lo avrebbe dimostrato, i suoi geni non potevano mentire.

A passo di marcia e con i capelli ancora bagnati, la ragazzina giunse alla sua borsa, afferrò un kunai e tornò davanti allo specchio. Con un taglio preciso, buona parte dei suoi capelli biondi caddero a terra – avrebbe pulito dopo – mentre i restanti tornarono al proprio posto. Era un gesto drastico, ma in qualche modo lo stupido Uchiha avrebbe dovuto fare qualche collegamento.

Ora che erano corti, ci mise poco ad asciugarsi i capelli – era comodo averli corti – e corse a cambiarsi dopo essersi lavata i denti, Naruto era ancora in cucina a leggere il giornale. Strano. Legandosi il coprifronte al collo, la ragazza si sedette al tavolo pronta a fare colazione, a fermarla fu solo il suono di una bocca che si apriva e chiudeva.

<< Peace, i tuoi capelli... >>

La ragazza sorrise, iniziando a mangiare i suoi cereali. << Non ti piacciono? >> I ciuffi biondi, ora completamente asciutti, le erano caduti davanti al viso, formando una frangia che le arrivava appena agli occhi mentre altri un po' più lunghi cadevano ai lati del viso fino a coprirle completamente le orecchie, mentre sul retro della testa i capelli – del tutto al naturale, senza gel o altro, erano sparati in aria contro qualsiasi forza di gravità. Heiwa finì la sua colazione e si alzò dal tavolo con un altro sorriso. << Ti ricordo qualcuno, per caso? >>

La giovane Uzumaki andò a prendere la sua borsa gridando che se il papà non si sbrigava avrebbero fatto tardi, dopo un po' iniziò anche a pensare che forse Naruto era scappato dalla finestra, senza la forza di affrontare il suo ex-compagno di squadra. Ma dopo un po' eccolo lì, tutto sorridente e raggiante come al solito. Senza preavviso, strinse la figlia tra le braccia affondando il viso tra i suoi capelli. << Sei una bambina geniale, Peace Uzumaki. Sei proprio mia figlia. >>

La kunoichi non poté fare altro che ricambiare l'abbraccio, trattenendo qualche lacrima di commozione. << Lo so, papà. >>

Dopo questo breve ma intenso momento, i due si avviarono allegramente verso il campo d'allenamento numero nove, ma, una volta lì, Heiwa scoprì che al posto del suo sempre amabile padre, c'era un amabile pezzo di legno. Doveva essersi nascosto lì da qualche parte, il fifone, spaventato dall'amore della sua vita. Peace scoppiò a ridere, proprio non ce lo vedeva l'eroe di Konoha che scappava dal traditore Sasuke Uchiha.

<< Che cosa è successo hai tuoi capelli, bakheiwa? >>

Quella voce apparteneva senz'altro all'antipatico! Che antipatico -appunto- !! Come si permetteva di chiamarla bakheiwa, poi che cavolo voleva dire che era stupida, lei una dei ninja più brillanti dell'accademia, anche tra i maestri. << Sono affari miei, Scemizu! >>

<< Oltre ad aver copiato il taglio di capelli del maestro, hai anche copiato il nome che ti ho dato? Assurdo. >> Il castano iniziò a ridacchiare, ogni volta che la vedeva arrabbiata rideva quell'antipatico.

A passo di marcia, Heiwa si andò a sedere su uno dei tronchi da allenamento, incrociando braccia e gambe e mettendo il broncio al nuovo ed insopportabile compagno di squadra. << Non ho copiato proprio nessuno, questi sono i miei capelli quando sono corti! E' nel mio DNA! Come quel cervello ammaccato che ti ritrovi! >>

La loro litigata durò per un bel po', anche dopo che Aki era arrivata tutto trafelata per paura di fare tardi. Si era rilassata subito vedendo che Sasuke non era ancora arrivato e quindi si era seduta comoda sul tronco vicino a quello di Peace.

Una nuvola di fumo, alle sette e un quarto, dichiarò l'arrivo del maestro, che esaminò gli allievi per controllare che ci fossero tutti, ma, nonostante la breve pausa arrivato a Heiwa, si girò verso il boschetto circostante esaminandolo con attenzione. << Dobe. >> Il suo tono non sembrò sorpreso, bensì scocciato.

Heiwa, affezionata com'era al padre non poté fare a meno di arrabbiarsi, stava per rispondere quando dalle foglie arrivò la voce infervorata del padre. << Chi hai chiamato dobe, teme!?! >>

Con un salto, Naruto arrivò di fronte all'altro jonin, incrociando le braccia al petto e fissando i suoi occhi celesti in quelli neri di Sasuke. La guerra aveva inizio. Appena aveva sentito la sua presenza, ogni muscolo del moro si era teso al massimo, pronto ad un attacco.

Certo che per essere innamorati l'uno dell'altro, quei due lo dimostravano proprio in modo strano, eppure, Peace pensò che erano proprio sulla stessa lunghezza d'onda. Che cosa buffa.

<< Il solito Usuratonkachi. >> Il biondo arrossì appena dalla rabbia alzando un pugno in aria ma non fece in tempo a rispondere che Sasuke era ormai a meno di dieci centimetri di distanza. << Ce ne hai messo di tempo. Quand'è l'ultima volta che ci siamo visti? Quattro mesi fa? >>

La piccola Uzumaki non riuscì a capire chi è che diede il primo colpo, lei se ne stette seduta sul tronco, osservando la bellissima lotta dei due ninja d'elité, non era una cosa da tutti i giorni.

Proprio mentre Naruto creava decine e decine di copie, Mizu si decise a sedersi a sua volta, guardando Heiwa per un breve attimo prima di tornare a godersi lo scontro. << Quello biondo è tuo padre? >>

Con un sorriso stampato sul viso, la biondina annuì. << Non è fantastico? >>

<< Io penso che siano tutti e due bravissimi. >> Aki si era voltata un po', un'espressione serena sul viso. Da lì le due ragazze iniziarono a parlare dei più e dei meno, mentre Mizutani le ascoltava solo in parte, certe volte guardando lo scontro. Ogni volta si trovavano in un punto diverso del campo e stavano facendo tecniche diverse da quelle dell'attimo prima.

Il castano osservò il corpo del leggendario contenitore della volpe, ora completamente ricoperto di chakra – se si ricordava bene si chiamava kyuubi mode -, un metodo di combattimento che, aveva sentito, l'Uzumaki usava solo con avversari forti. Gli occhi celesti di Mizu si spostarono un attimo su Peace. << Sarà dura... >> Questo commento era poco più alto di un sospiro, quindi non venne notato ne dalle due ragazze chiacchierine, ne dai due combattenti.

<< Oh, penso che stiano per finire. >> L'intero team 9 ritornò a prestare attenzione dopo questo commento del genin. Sasuke e Naruto si stavano venendo in contro con le loro tecniche principali, avrebbero causato un bel botto, si ricordavano ancora che i tre piccoli ninja erano lì? Forse sì, visto che un momento prima di scontrarsi gli attacchi si dissolsero mentre i due si buttavano l'uno contro l'altro. Questa volta senza calci e pugni, l'Uzumaki aveva afferrato le guance chiare del moro iniziando a tirarle mentre l'altro gli teneva una mano sul viso spingendolo indietro e con l'altra di dava dei pizzicotti sui fianchi.

In tutto questo continuavano ad insultarsi. Sarebbe dovuto toccare a Heiwa mettere fine a questa faida. La ragazza si mise in piedi sul tronco, posizionando le mani sui fianchi ed assumendo l'espressione delle mamme che rimproverano i propri figli. << Insomma! >> Sapeva di dover gridare per attirare la loro attenzione. Infatti i due si bloccarono, senza spostarsi di un centimetro. << Maestro, le sembra il caso di iniziare uno scontro personale utilizzando tecniche pericolose davanti ai suoi alunni? E tu, grande eroe del villaggio, non puoi iniziare uno scontro senza motivo! >>

<< Ma è stato... >> Naruto tentò di discolparsi, mentre finalmente lasciava le guance, ora un po' più rosee, dell'ex compagno di team.

<< Non mi interessa chi ha iniziato! Noi dovremmo svolgere delle missioni, non stare qui a guardarvi combattere. >>

Naruto sembrò improvvisamente ricordarsi che lì era lui il genitore, quindi si fece più determinato, facendo il serio. << Peace, da quando hai iniziato a parlarmi così! Non sono un bambino. >>

Uno strano tic fece muovere l'occhio sinistro della bionda, che con un salto raggiunse il padre. << Mi hai mentito per tutta la mia vita, ti sei comportato da bambino. >>

I due Uzumaki iniziarono così un loro personale battibecco, mentre Sasuke – solo in quel momento – si accorse che i capelli della ragazza erano più corti del solito e che erano piuttosto famigliari. Lo ammirava così tanto da copiare il suo taglio? No, Peace non era quel genere di ragazza.

Con un gesto leggero, una mano dell'Uchiha passò tra i ciuffi biondi della giovane facendola girare, stupefatta da quel fatto. Sasuke sembrò svegliarsi da un incubo in quel momento, mentre nero incontrava il nero e un'espressione imbarazzata prendeva posto sul viso della giovane. << Naruto. >>

L'interpellato vacillò un attimo sentendo la mancanza di emozioni nella voce del moro, non era per niente un buon segno. << Devo parlarti in privato. >> Naruto stava per ribattere, ma venne messo a tacere. << Ora. >>

Sconsolato, il biondino annuì, aveva perso la battaglia.

<< Peace, tu e gli altri allenatevi nel frattempo, vedrò di metterci poco. >>

In un attimo, gli adulti sparirono. << Ehi, bakheiwa! Cosa cavolo è successo? >> L'antipatico e Aki si avvicinarono di corsa, erano rimasti sorpresi dopo che avevano visto l'uscita di scena dei ninja.

<< Devono regolare alcuni conti, il maestro ci ha detto di allenarci fino a quando non torna. >>

Mentre Mizu iniziava a lamentarsi di quanto il loro maestro fosse menefreghista, la mora si era avvicinata a Heiwa, afferrandole il bordo della maglietta per attirare la sua attenzione. << Che relazione hai con il maestro, Hei-chan? >>

Con un sorriso soddisfatto, la bionda si passò una mano tra i capelli. << Penso che sia mio padre. >> Dava una bella sensazione sapere di aver aiutato il suo stupido papà – o meglio mamma? - a ritrovare il suo amore, certo, Peace non sapeva ancora come effettivamente lei aveva avuto la vita, cioè due uomini - che cavolo? - ma era quasi sicura che ci fosse di mezzo la volpe. Centrava sempre la volpe in qualche modo.

Bha, avrebbe chiesto dopo.

 

 

Non riuscirono ad allontanarsi più di tanto dai genin. Sasuke, dopo soli cinque minuti, aveva perso la pazienza ed aveva imprigionato l'Uzumaki tra se stesso e un innocente albero che ora si ritrovava qualche ammaccatura nella corteccia.

<< Come hai potuto!? >> Naruto fu tentato di fare il finto tonto, di continuare a mentire ed a fuggire in eterno, se fosse mai possibile scappare dalla rabbia del moro, s'intende.

Quindi, mentire era fuori questione anche perché lo sharingan di Sasuke lo stava salutando con gioia e non si poteva mentire di fronte ad uno sharingan.

<< Bhé, è stato complicato. Sai, sono un uomo e far crescere qual... urgh. >> L'Uchiha aveva di nuovo fatto sbattere la sua schiena contro il tronco alle sue spalle. Okay, essere completamente sinceri. << Non sapevo cosa fare! Dai, che avresti fatto tu? Prima vengo a sapere che c'è la probabilità che tu venga condannato a morte e dopo Kurama mi dice, solo a titolo informativo ovviamente visto che aveva già deciso lui, che io avevo una forma di vita che cresceva dentro la mia pancia in una bolla di chakra che se mal controllata poteva bruciarmi dall'interno! Ora, la faccenda del chakra possiamo anche dimenticarla, cioè Kurama ha un sacco di controllo e non ho avuto problemi, ma sta di fatto che io ero solo! Tu eri rinchiuso in casa tua e non ci hanno fatto avvicinare per un anno intero! Che cosa avrei dovuto fare? Presentarmi davanti a te con una neonata in braccio e dirti “ Oh Sasuke caro, questa è nostra figlia, ora farò la brava mogliettina e vivrò insieme a te in questa grande casa senza più poter fare delle missioni perché mi occuperò continuamente di lei mentre tu continuerai a complottare la tua solita vendetta contro qualcuno”. Se è questo che volevi da me dillo! Ho continuato ad essere un ninja ed ha diventare più forte in questi undici anni, sono venuto a trovarti e ho cresciuto una bambina! Non è stato per nulla facile. >> Un po' di sano buon senso tornò a fluire nel suo cervello. << Questo non spiega perché non ti ho mai detto di lei, ma io... non lo so. >> Il biondo si infilò le mani tra i capelli, cercando una risposta a quella domanda che si faceva da anni. << Volevo solo che tu non esistessi, così avrei potuto vivere la mia vita in modo tranquillo, senza aver paura che, se te ne fossi andato di nuovo, avresti lasciato tutto in frantumi. >>

Ci fu silenzio per un tempo che sembrò eterno, forse solo pochi minuti, forse ore intere, nello stato di shock in cui era caduto Naruto, potevano benissimo essere millenni. Se era questa la sensazione che si aveva quando Sasuke Uchiha ti abbracciava, avrebbe potuto rimanere lì per tutto il resto della sua esistenza. Il pensiero che il moro non era certo tipo da abbracci e coccole e che, quindi, non ce ne sarebbero stati molti altri, rese tutto ancora più speciale e lo stesso ninja biondo fu tentato di darsi un pugno in faccia da solo per tutti quei pensieri da ragazzina innamorata che gli stavano inondando la testa. A quanto pare, riceve dei gesti d'affetto da parte di Sasuke aveva le stesse conseguenze degli ormoni causati dalla gravidanza.

<< Sai, Sas'ke, quando Kurama mi ha rivelato il suo piano, avrei tanto voluto spaccargli quel muso da volpe che si ritrova. Mi disse che poteva scogliere la tecnica, erano passati tre mesi da quella sera, ma era ancora in tempo. Avrebbe potuto fermare la circolazione del chakra e sarebbe tutto tornato normale. >> La fronte di Naruto si appoggiò alla spalla dell'altro mentre le braccia intorno a lui si strinsero, avvicinandoli ancora di più, sempre un tipo d'azione. << Ma un attimo prima che dicessi a Kurama di farla sparire, una porta si è aperta e mi sono ritrovato in una stanza, una camera gigantesca, senza muri o finestre, che aveva come fonte di luce una sfera grande quanto il palmo della mia mano. Era così piccola eppure sprigionava abbastanza luce da illuminare tutto, tutto quanto. Pensai che se avevo la possibilità di creare qualcosa di così splendente, non avevo il diritto di spegnerla, di far tornare tutto il mio mondo nel buio. >> Questa volta anche le braccia dell'Uzumaki si alzarono, per andare ad afferrare la giacca verde di Sasuke. << L'ho chiamata Peace perché ha portato la pace dentro di me. Spero che ti piaccia il nome, perché poi cambiarlo solo con 'Heiwa' ed il significato rimane lo stesso. >>

Il biondino si mise a ridere, senza spostasi di un centimetro dalla sua postazione riuscendo così a sentire la breve risata che l'Uchiha gli stava regalando. << Peace andrà benissimo, usuratonkachi. >>

Senza preavviso, come del resto erano stati tutti i loro baci prima di quello, Sasuke premette le sue labbra contro quelle dell'aspirante Hokage, facendo scendere le mani per stringere sui fianchi dell'altro.

Naruto gli diede dello scemo, nella sua testa, sapendo che mai avrebbe sentito uscire dalle labbra dell'Uchiha le parole ' mi dispiace per quello che ti ho fatto ' ma pensò che, infondo, gli piaceva quella parte testarda del suo carattere.

Per un breve momento, il biondo si staccò dalle labbra chiare dell'... come doveva chiamarlo? Scrollò le spalle mentalmente, ci avrebbe pensato dopo. << Hai passato solo i tuoi lati negativi a tua figlia. Insomma, si è tagliata i capelli solo per dimostrati che è più intelligente di te, le ho perfino regalato il tuo coprifronte. >>

Non sentì mai la risposta di Sasuke, troppo occupati in altre faccende.

<< ATCHIU'! >>
<< Ti sei presa un raffreddore, bakheiwa? >>
<< Taci, Scemizu!! >>

______________________________________________

Programmavo un seguito per questa storia ma non saprei veramente se farlo o no XD 
Spero vi sia piaciuta e un appunto:
Scemizu si tradurrebbe Aomizu, ma mi sembrava che suonasse meglio in italiano quindi l'ho lasciato in quel modo :) 
Commentate plz :**

  
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