Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: midon    26/06/2013    0 recensioni
Una ragazza come tante altre stanca di aspettare l'agire di lui. Le notti insonni, i pensieri che affollano la testa, la confusione e a volte addirittura un senso quasi di smarrimento, sono tutte cose che sono capitate a chiunque abbia mai avuto problemi di cuore. C'è chi però ne fa uno stile di vita, lasciandosi trasportare dalla notte, durante la quale il tempo sembra immobile e immutabile.
Sono sicura che molte ragazze ci si rispecchieranno considerato il tema, e ovviamente c'è molto della sottoscritta dentro questa storia. Lo sappiamo tutti in fondo: sono i dettagli a fare la differenza.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nervosa. Ecco come si sentiva, nervosa. O forse semplicemente infastidita. Il bello è che stavolta ci aveva sperato, si era sforzata di dare nuovamente fiducia al genere maschile, che la deludeva ogni volta di più. Non che fosse successo niente di grave, assolutamente; le dava semplicemente fastidio non essere più cercata come i primi giorni della loro relazione, non ricevere subito la risposta a un messaggio, non avere data la buonanotte alle volte, non ricevere più la richiesta di uscire. La mezzanotte era passata da un pezzo ormai, si poteva dire che fosse già venerdì, e non si vedevano da lunedì, lei e lui. Lui non era per niente il suo ragazzo ideale. Era bassino, fumava come un turco, andava così male a scuola da essere stato bocciato due volte. Proprio come il suo ex. Che fosse lei ad essere attratta dai caproni? Ma in fondo le piaceva essere quella intelligente della coppia, le piaceva vantarsi dei suoi successi scolastici e spronare l’altro a studiare, offrendosi lei stessa da tutor. E a dire la verità non la infastidiva per niente l’odore del fumo, anzi, quando ne sentiva il sapore sulle labbra le tornavano nella mente ricordi di sensazioni che la mandavano in estasi. Le piaceva il fumo, il solo contatto la eccitava terribilmente; ma lei era una brava ragazza, non fumava e non aveva la minima voglia di provare, la trovava una cosa profondamente inutile. O meglio, utile solo a farle girare la testa anche semplicemente guardando lui fumare e pregustando il piacere che ne sarebbe derivato da un suo bacio. Erano quasi le tre di notte ormai e lei non aveva la minima voglia di dormire, non era tranquilla. Se ne stava chiusa nel grande salone di casa sua ad ascoltare un CD a basso volume per non svegliare i suoi genitori; ormai era la seconda volta che ascoltava quel disco. Nota dopo nota percepiva la musica che cullava il suo animo inquieto, nel tentativo di tranquillizzarla e indurla al sonno. Ma ogni canzone, anche se dal ritmo lento e melenso, non faceva altro che infonderle sempre più energia. La notte era il suo momento, il momento della quiete e della tempesta. La notte aveva due estremi: la si poteva passare in compagnia di uno o più amici in giro per pub o dovunque ci fosse confusione, oppure si poteva trascorrere nella perfetta solitudine, sentendosi come l’unica persona esistente in tutta la terra. In entrambi i casi, la notte era vita. Era ormai un anno che per avere un aspetto più salubre doveva nascondere le occhiaie sotto un correttore. Lei non aveva mai sofferto di questo problema e i segni neri sotto gli occhi erano appena accennati, ma c’erano, segno del suo cattivo dormire. Da un bel po’ di mesi aveva preso la pessima abitudine di addormentarsi presto in un posto a caso per poi svegliarsi in piena notte per congiungersi con il suo letto. Il problema era che non sempre riusciva ad addormentarsi di nuovo, e quella notte passata ad ascoltare e riascoltare lo stesso CD ne era la dimostrazione. Solo quando sentì il cranio sul punto di esplodere, colta da un forte mal di testa, decise che era il momento di andare a riposare. Non ne aveva la minima voglia, ma il suo corpo risentiva delle ore di sonno perduto; e come se ciò non bastasse il mattino successivo si sarebbe dovuta svegliare presto. A malincuore si alzò dalla poltrona dove era stata seduta per tutto quel tempo e spense lo stereo. La mancanza della musica si fece subito sentire e le provocò quasi una sensazione di angoscia, ma resistette all’impulso di premere il tasto play. Con calma, si diresse in camera sua nel silenzio più assoluto e si infilò sotto le coperte del suo letto. Il suo ultimo pensiero prima di prendere sonno fu questo: scrivimi.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: midon