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Autore: Dama Grigia    26/06/2013    2 recensioni
Severus Piton non ha l'unico problema di dover uccidere Albus. Una seconda spiacevole missione gli si para davanti: rapire Sibilla Cooman. Dovrà farlo, perchè il Signore Oscuro glielo chiede. Per il Bene Superiore, non può tirarsi indietro. Tutto quello che può fare è evitarle le torture di Villa Malfoy tenendola segregata in casa propria, a Spinner's End.
La convivenza, già di per sé difficile, è complicata dalla presenza di Peter Minus.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Sibilla Cooman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Fece appena in tempo ad entrare in casa prima di rendersi conto che forse Albus non si era sbagliato, poco prima.
Abbandonato su un ripiano della cucina faceva bella mostra di sé un pentolone contenete una massa informe che nella concezione del suo artefice, ovvero Codaliscia, doveva essere equiparabile ad un pranzo. Peccato che fossero quasi le due. Come mai non avevano ancora mangiato?
Aveva una sensazione spiacevole. Possibile che fossero stati trovati da qualche Auror? Improbabile.
Un istante dopo aver notato una manciata di perline colorate a terra, udì distintamente un “NO!” provenire dalla stanza adiacente. Quantomeno, Sibilla era ancora lì, e verosimilmente non era da sola.
Scattò verso la porta che conduceva al modesto salotto, per restare poi immobile sulla soglia ad osservare la scena.
Minus -invariabilmente viscido- teneva la Veggente per un polso, mentre con la mano argentata le cercava l’orlo della gonna. Lei, ovviamente, non gli stava facilitando il compito, dimenandosi e scalciando.
La comprensione fu come un lampo, al mago sembrò di poter vedere la scena: lui che le afferrava un polso, il braccialetto che si staccava, le perline che cadevano a terra.
Avvertì un senso di profondo disgusto salirgli dalla bocca dello stomaco.
Quell’uomo (ammesso che così si potesse definirlo) stava molestando una donna. In casa sua.
Quelle quattro mura avevano ospitato per anni le vessazioni subite da sua madre, Eileen Prince. Nessun’altra donna sarebbe stata tormentata sotto quel tetto.
“Basta. Così.”
Scandì con voce mortalmente fredda. Se si potessero lanciare incantesimi con la sola forza del pensiero, senza bisogno di brandire bacchette, si sarebbe detto che Severus avesse appena pietrificato l’animagus. Tuttavia, a volte non serve la magia per far restare di sasso una persona, in particolar modo nel caso in cui tu risponda al nome di Severus Piton.
Dopo un attimo di sorpresa, la strega sgusciò dalla presa di Peter e si rifugiò dall’altra parte della stanza, vicino al collega. Bastava guardarla in faccia per rendersi conto di quanto fosse sconvolta. Una persona emotivamente fragile come lei, appena diventata oggetto di un rapimento, non poteva reggere anche le molestie di uno degli esseri più viscidi che abbiano mai frequentato Hogwarts.
Con un tremito che le scosse tutto il corpo, prese a piangere istericamente, in preda ai singhiozzi.
La situazione cominciava a mettere a disagio il mago. A disagio nella sua stessa casa. Trattenendo l’irritazione, intimò a Sibilla di calmarsi, ottenendo in cambio un gemito più forte degli altri e nessun accenno a diminuire da parte della lacrime.
Minus, dal canto suo, se ne stava in fondo alla stanza, senza ben sapere cosa fare. Alla fine parve decidere di tentare un passo in avanti, provocando uno strillo isterico da parte della donna, che Severus interpretò come un “Stammi lontano!”
L’altro prese a squittire alcune parole probabilmente in propria difesa, aumentando l’irritazione del padrone di casa, che sibilò:
“Fate silenzio. Entrambi.”
Forse fu grazie al tono calmo e freddo (da pazzo omicida) usato da Severus, sta di fatto che l’ordine venne eseguito all’istante. Per un lasso di tempo indefinibile tutti e tre stettero immobili, in silenzio, statue di sale bloccate in quella situazione incresciosa. A rompere quell’illusione di stasi fu Sibilla, che biascicò con quella poca dignità che le rimaneva:
“Tienimelo lontano. Farò quello che vuoi, farò quello che vuole tu-sai-chi. Ma tienimi lontano questo … schifoso!”
I nervi del mago si calmarono di botto per lasciare che fossero i neuroni a mettersi in moto. Questa poteva essere l’occasione buona per convincere la strega a fare la sola scelta che le avrebbe permesso di restare in vita. Certo, sarebbe stato piuttosto meschino sfruttare così quella situazione, tuttavia era la sola soluzione che vedeva, al momento.
“Davvero lo farai?”
“Cosa…?
“Davvero farai quello che Lui ti chiede? Ti unirai ai Mangiamorte?”
“Sì! Però prometti.”
“Prometto che ti terrò lontano Minus. Lui non costituirà più fonte di fastidio per te, ma tu devi giurare che farai quanto hai detto.”
“Lo giuro, ma non dimenticare ciò che hai promesso.”
“Non lo farò” Le assicurò lui. “Ora vai nella tua stanza, meglio che riposi.” La congedò seccamente.
Lei obbedì senza pensarci due volte, dirigendosi a passi malfermi verso la camera che le era stata assegnata, per poi chiudervisi dentro e mettersi a singhiozzare, tentando invano di non farsi sentire.
Rimasto solo con Peter, Severus dette sfogo a tutta la propria indignazione.
“Cosa. Ti. Salta. In. Testa?” Scandì.
“Io non volevo!” Squittì il suo indesiderato ospite.
“Non volevi? Mi era parso proprio il contrario.” Obiettò Severus.
“Sì, ma non credevo che te ne curassi.”
“Ah, no?”
“Già, che ti importa se io e quella … insomma-”
“Non accetto, non ammetto, non permetto simili comportamenti in casa mia. Sei libero di fare quello che vuoi quando te ne vai a Nocturn Alley, ma in casa mia devi portare rispetto a me così come a lei, dal momento che, ti ricordo, il Signore Oscuro la vuole come propria alleata. Cosa direbbe se sapesse che hai tentato di molestare una sua alleata?”
Il panico si dipinse sul volto del Mangiamorte.
“Ma io non pensavo!”
“Esatto, non pensi mai. Dovresti imparare a farlo. Fuori di qui adesso. Non voglio vederti per un pezzo. Vai dove ti pare, basta che tu sparisca dalla mia vista immediatamente.”
“”Non agitarti, non è successo niente alla fine!”
“Solo perché io sono arrivato in tempo. Ti ripeto l’invito a congedarti per l’ultima volta.”
Quello finalmente si decise ad andarsene, lasciando il mago solo con se stesso.

***Per favore, leggete questa nota!***
Prima di tutto, il titolo è un omaggio al film "La Tigre e la Neve" di roberto Benigni.
Ora, va bene, avete diritto a una spiegazione. Tre mesi di attesa sono troppi. Scusate, soprattutto gli undici che mi seguono, e che sono diventati 12 proprio negli ultimi giorni. Questa cosa in particolare mi ha stupito, dato che non aggiorno da un pezzo. Dunque, queste spiegazioni: in primo luogo, mi ero iscritta a un contest per long fiction ed ho dovuto scrivere nove capitoli. A breve pubblicherò anche questa long, e dal momento che è completa almeno aggiornerò puntualmente.
Ma la cosa che più di ogni altra ha ritardato la pubblicazione di questo capitolo è il contenuto dello stesso. Insomma, diciamocelo, la molestia è un cliché, come mi ha giustamente fatto notare Charlotte, una fanwriter più che esperta. Avevo, ed ho tuttora, paura di cadere nel banale e trasformare i protagonisti in Mary Sue e Gary Stu. Dunque, tutto quello che posso dirvi è che la storia non proseguirà con una lei “sensualmente” spaventata e indifesa che si nasconde dietro le sottane di Severus e cambia personalità diventando OOC. Né tantomeno vedrete un Severus che magicamente prende a comportarsi da fesso perché di botto si innamora senza uno straccio di spiegazione. Quello che tento di fare con tutta me stessa è mantenere IC i personaggi, quindi… niente. Grazie per aver continuato a seguire la long nonostante l’attesa.
   
 
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