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Autore: Mini GD    26/06/2013    1 recensioni
Non credo nell’amore a prima vista. Non ci ho mai creduto, a dire il vero.
Sono eternamente convinto che non è un innamorarsi, ma un ritrovarsi, un meritato premio dopo tempo passato a cercare quegli occhi, quell’anima incastonata nel sorriso della dolce metà. Un segno del destino, per l’appunto.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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JiYong

“Andiamo a ballare?” ripeto la sua ultima frase finale, pronunciata con una tale naturalezza che mi viene d’istinto deglutire impaurito.
Si, sono bravo a ballare, mi esercito praticamente da sempre, tutti mi dicono che sono molto sciolto e fluido nei movimenti, ma da qui a uscire con una ragazza per portarla a una lezione di tango, passano fiumi, mari e oceani.
Non sono preparato psicologicamente e non credo neanche nell’abbigliamento, insomma, mi ero predisposto a una serata ben diversa, magari con un panino e una corsa come quella del giorno prima.
No, me lo dovevo aspettare, le donne sono una sorpresa continua e lei non è un eccezione. Mi intriga molto a dire il vero, solo che adesso sono completamente spaesato, nella mia camicia blu scuro leggermente sbottonata e nel mio pantalone bianco sportivo.
“Si, ti dispiace?” mi domanda innocente, sfoderando un sorriso che mette ancora più in difficoltà le mia capacità di pensiero.  Il vestito elegante che indossa, risalta molto il suo aspetto e i suoi occhi strabilianti, che esercitano una forza misteriosa su di me.
“Ma non sono vestito per l’occasione” le riferisco, indietreggiando per indicarmi da capo a piede, facendole capire che non era di certo un abbigliamento da tango.
“Poche ciance raperonzolo! Siamo in ritardo!” dice la furia, meglio identificata come la sua amica. Ci trascina tutti e due in un taxi che ci porterà alla pista. Tutta questa fretta mi sta facendo una strano effetto, sento lo stomaco sottosopra e il cuore non si ferma.
Amore? No, mal di stomaco e paura della ragazza che accompagna Cristina.
“Scusala, le piace troppo il maestro di ballo. Di solito è più umana” ridacchia nervosa, cercando di riparare alla poca gentilezza mostrata da Sara nei miei confronti.
“Non c’è bisogno di scusarsi” le rispondo, in fondo le scuse non doveva farmele lei, ma la sua cara amica che non ne vuole sapere di stare ferma e incita il tassista a muoversi.


Una volta arrivati, il disagio che provo nel essere completamente diverso dagli altri aumenta, visto che sono l’unico in pantaloncini color bianco.
“Dai, hai indossato cose peggiori, no?” cerca di tirarmi su il morale lei, buttandomi addosso un'altra secchiata d’acqua emotiva.
“Grazie, sei davvero molto d’aiuto” borbotto, cercando di concentrarmi su altro. Il professore in questione, l’unica colpa della mia presenza qui, mi squadra dalla testa ai piedi, disgustato per la mia presenza poco adatta. Non gli do torto, dopotutto c’è un modo di presentarsi per ogni cosa, e io non mi sono preparato a dovere. Eppure, anche se la colpa è solo di lei che non mi ha avvisato, non riesco ad arrabbiarmi, come di solito avrei fatto con Seungri e gli altri.
Il maestro prende a parlare di serate a tema, prendendo per mano Sara che lo guarda ammirata e follemente cotta. Lascio perdere il discorso e guardo fuori, come modo per evadere, al meno mentalmente.
Nel durante della mia evasione parte la musica, che mi porta a trovarmi con Cristina come partner di ballo.
Una mano sulla sua vita e un’altra che si allaccia alla sua più piccola, siamo così vicini che sono convinto che abbia capito del tutto che sono nel più completo imbarazzo, come lo è lei con me.
Insomma, mi sento di nuovo un ragazzino ai primi passi, l’emozione incontrollata che fa battere il cuore, i pensieri che non hanno né capo e né coda, miscelati nel più completo caos che poi diventano una e sola figura: la sua.
Lo devo ammettere, i ragazzi hanno ragione e non so con quanto fastidio riesco a digerire la cosa. La ragazza non è come le altre e io non la tratto come tratto gli altri. E’ particolare e mi piace questo di lei, il suo nascondere la risata grossolana, il suo imbarazzo che le colora il viso e i suoi occhi che ti rapiscono in modo esagerato.
Ma io non posso accettarlo, insomma, è una cosa da sciocchi essere innamorati in così poco tempo, non penso che sia possibile. Forse solo interesse, si, deve essere per forza un piccolo interesse, non una cosa grande.
Sento qualche sguardo su di me, gli occhi degli altri ballerini mi mettono ancora più a disagio. Non so neanche cosa sto facendo, mi lascio trasportare dalla musica, sperando di non fare danni.


Cristina
Sono più che certa che in questo istante mi odia, ma me lo merito. Avrei potuto chiamare, ma non ho avuto coraggio, la mia mano non ha voluto cercare nella rubrica, del cellulare, il suo numero per comporlo.
Ora, su questa pista piena di persone, io sono il peperone e lui il pesce fuor d’acqua, vestito nel modo più pratico che poteva. Per fortuna non è una frana come la sottoscritta, sembra molto sciolto nei movimenti e la musica lo guida, come guida la mia cara amica che sorride, ignara dell’inferno in cui mi ha costretta.
Si, perché poteva essere una normale uscita, non doveva per forza concludersi con un tango, non doveva arrivare a portarci così maledettamente vicini da poter sentire quasi i pensieri.
Quanto vorrei poter capire davvero quello che pensa, così dal sapere cosa fare per non urtare ancora di più il suo umore, credo di essere già abbastanza fastidiosa, eppure non riesco a capire se davvero mi vuole spedire a calci su una montagna o farmi restare qui, su questa pista.
“Se la smetti di pensare troppo, riuscirai anche a ballare senza fatica. Devi lasciarti guidare” sento la sua voce rassicurante, che mi spinge a fidarmi di lui e a lasciarmi andare nel ballo. Già mi aspettavo l’insegnante che, sia con lo sguardo che con le azioni, rimproverava per l’ennesima volta i miei sbagli.
“Oh, grazie” dico d’istinto, abbassando ancora di più la testa, quasi a guardarmi i piedi.
“Testa alta e più sicurezza, non devi guardare le tue bellissime scarpe” mi ammonisce, ma in modo più delicato rispetto al mio insegnante di quelle sere.
Aggiusto la mia posizione all’istante, lasciandomi, per una volta, trasportare dalla musica e dai suoi passi.

 
“Per stasera è tutto, a dopodomani cari” saluta, come suo solito, il maestro, dedicando un baciamano alla sua ballerina preferita, non che la mia amica.
Stasera sono andata meglio rispetto alle altre volte, non mi ha mai sgridato e ne vado fiera.
“Beh, magari la prossima volta mi avvisi” si gratta la testa e ride imbarazzato JiYong, che era stato una vittima dello sguardo congelatore.
“Si, scusami ancora” cerco ancora di trovare motivazioni al mio comportamento, ma non ci sono scuse che tengano. La verità è che sono una pigra timorosa; credevo che se l’avessi avvisato avrebbe cambiato idea e, quindi, non sarebbe venuto.
“Non fa nulla” sospira. La tinta rossastra che gli sta colorando il viso lo fa sembrare più umano, più “vivo” ecco. L’ho sempre visto descritto come un grande, come una celebrità senza uguali, e adesso, invece, è un ragazzo che si è sentito fuori luogo per il suo modo di vestire.
Questo suo essere umano mi piace, il fatto che, nonostante tutto, non si sia lasciato andare nel lusso, dimenticando quali sono le emozioni base della vita.
“Grazie” gli riferisco, lasciandogli un bacetto sulla guancia, mentre rientro nel taxi che Sara ha già chiamato per noi due.
Mi sorride e mi saluta con la mano, entrando nell’altra macchina gialla dietro di noi.
“Posso sapere perché hai chiamato due taxi?” domando alla mia amica stupita.
“Non ho chiamato alcun taxi, è uno dei suoi amici, l’avrà chiamato lui, no?” mi risponde facendo spallucce, guardando la sua mano che ha ricevuto il tocco del suo grande amore.
L’amore rende troppo stupidi, certe volte.
  
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