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Autore: ILoveZioVoldy    26/06/2013    2 recensioni
Perfino tuo padre ti guarda con disprezzo. E' un credente, va tutte le domeniche in chiesa. Essere omosessuali è peccato, Marco, dice lui, è scritto nella Bibbia.
Tu non credi. Hai perso fiducia in quel Dio che ti ha creato omosessuale e poi ha mandato i suoi fedeli a dirti che sei sbagliato. Questo sarebbe il Dio buono di cui parlano tanto?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Perché?




Il sangue scorre lungo il tuo braccio coperto di cicatrici. Le gocce cadono sul pavimento e sporcano le piastrelle grigie del bagno della scuola.
 
"Finocchio!"
"Checca!"
"Frocio!"

Le voci dei tuoi compagni ti risuonano nelle orecchie, insieme alle loro risate di scherno. Ti invadono la mente, ti impediscono di pensare a qualsiasi altra cosa. Ricacci indietro le lacrime. Non piangerai davanti a loro. Non ti dimostrerai fragile. Non darai loro questa soddisfazione.
 
Un taglio sul braccio, una ferita al cuore. Provi ad attenuare col dolore fisico quello più profondo, quello provocato da anni di insulti e prese in giro. Non funziona, lo sai. Non ha mai funzionato.
 
Perfino tuo padre ti guarda con disprezzo. E' un credente, va tutte le domeniche in chiesa. Essere omosessuali è peccato, Marco, dice lui, è scritto nella Bibbia.
Tu non credi. Hai perso fiducia in quel Dio che ti ha creato omosessuale e poi ha mandato i suoi fedeli a dirti che sei sbagliato. Questo sarebbe il Dio buono di cui parlano tanto?
 
Le lacrime ti rigano le guance. Cadono a terra e si mischiano al sangue. Quando sei solo piangi sempre. Nessuno lo sa. Nessuno sa che quel ragazzo che incassa sempre gli insulti e le botte quando nessuno lo vede piange come un bambino.
 
Due braccia muscolose ti spingono violentemente contro il muro degli spogliatoi. Sbatti forte la testa e ti sfugge un gemito. Un pugno ti colpisce la guancia e cadi a terra. Senti il suono delle risate attorno a te.
"Fai schifo!" esclama Giacomo, per tutti Jack. "Lurido frocio che non sei altro! Quelli come te non dovrebbero esistere!"
Ti sferra un calcio nello stomaco. Ti si mozza il fiato. Vorresti piangere, ma non per le botte.
 
Premi più a fondo nella carne e la tua vista si sfoca. Ti gira la testa, la tua mente si sta annebbiando. Tanto meglio.
 
Cammini in un corridoio pieno di gente ma non ti sei mai sentito più solo di così. Le risatine di scherno, gli insulti sussurrati, gli sguardi disgustati, sono come tante piccole pugnalate.
Devi resistere. Non puoi permetterti di cedere. Ci sarà tutto il tempo per essere debole, una volta solo.
 
Le palpebre ti si fanno pesanti, i contorni del bagno meno nitidi. Mentre chiudi gli occhi e senti la vita scivolare lentamente via dal tuo corpo, una sola domanda ti ossessiona: "Perché?"
Perché tutto questo disprezzo? Solo perché ti piacciono i ragazzi? Cosa c'è di sbagliato?
Senti dei passi che si avvicinano. Riconosci la voce di Jack. Vorresti sorridere, ma non ne hai la forza. Sei felice che sarà lui a trovarti. Dopo tutto quello che ti ha fatto, vuoi che sappia che è colpa sua. Vuoi che l'immagine del tuo corpo senza vita lo tormenti come lui ti ha tormentato per tre lunghi anni.

   
 
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