Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: suni    09/01/2008    15 recensioni
Raccolta di shot sui Marauders, accomunate dal semplice fatto di essere lunghe mille parole.
I: La risata (pubblicata prima con questo titolo) (slash)
II: Non può essere vero. Sirius Black, Halloween 1981
III: Lascia che piova. Remus e l'idea del matrimonio (slash).
IV: Occhi. James Potter, Halloween 1981.
V: Mani, braccia. Ricongiungimento alla Stamberga Strillante, 1994. (slash)
Slash e non.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La scena gli è tornata in mente la prima volta che ha visto le labbra di lui piegarsi in un sorriso appena accennato

Non lasciatevi trarre in inganno dal titolo, non c’è niente da ridere.

Tarda estate 1995, Grimmauld Place.

1000 parole.

La risata

La scena gli è tornata in mente la prima volta che ha rivisto le labbra di lui piegarsi in un sorriso appena accennato. Vero. Non uno dei suoi ghigni d’amarezza, o quella risate sarcastiche e cattive che ora sono l’unica sua espressione di divertimento, se così lo si può chiamare.

Un sorriso spontaneo, lievissimo, quasi invisibile. E’ sparito prima ancora che lui fosse sicuro davvero di averlo visto, e quel volto smagrito e devastato si è immediatamente ricomposto nella cupa espressione di dolente, sprezzante indifferenza.

Quel sorriso non lo vedeva da tanti anni. E anche se è durato un secondo, se è stato minimo – appena un movimento delle labbra verso l’alto - ha fatto tutta la differenza, perché lo sguardo grigio per un istante si è acceso di quella luce che lui conosce bene.

E gli ha fatto male come un Cruciatus e bene come nettare, perché ricorda bene quel brillio che in fondo, nonostante gli sforzi per rimuoverlo dalla memoria, gli scorre nel sangue da tutta la vita.

“Ma la vuoi piantare?”

Sirius non risponde, continua solo a sghignazzare. Ha la testa piegata indietro, come se la risata che lo squassa fosse talmente grande e intensa da aver bisogno di più spazio per allargarsi. La sciarpa rossa e dorata gli dondola morbida sulle spalle, circondando il collo latteo.

“Finiscila, Pad, non è divertente.”

Vorrebbe che la sua voce suonasse più secca, più imperiosa. E lo farebbe, se soltanto l’altro non fosse così bello. Se il suo volto non si illuminasse in quel modo incredibile e gli occhi d’argento non brillassero tanto vividi, lui risulterebbe più convincente. Se quel suono sgraziato e scomposto non paresse tanto perfetto alle sue orecchie, Remus avrebbe tutt’altra autorevolezza.

“Insomma, basta!” protesta esasperato, senza evitarsi di sorridere. “Il riso abbonda sulla bocca degli stupidi, Pad. Il che ci porta ad una consapevolezza nemmeno poi sorprendente a proposito della tua persona.

Ma Sirius continua a ridere. Si lascia cadere sulla panca, accanto al lampione, china il capo cercando di frenarsi silenziosamente, ma non ce la fa: reclina di nuovo il capo indietro, bruscamente, e il suo ridere frenetico esplode di nuovo in un arcobaleno di colori sgargianti che baluginano dentro la testa di Remus e gli sfarfallano nello stomaco.

Sc-scusa, Moony…Mpf…” Un altro tentativo di calmarsi, un nuovo scroscio di risa incontrollate.

“Ho solo inciampato e sono caduto. Non c’è il caso di fare tutta questa scena, sai?” replica lui, incrociando le braccia al petto in quella che vorrebbe essere una posa sdegnosa, del tutto guastata dal sorriso che gli arcua appena le labbra. “Perché devi ridere continuamente?” aggiunge esasperato.

Sirius s’interrompe davvero, per un istante. Ha la bocca aperta in un’espressione stupita, gli occhi leggermente sgranati che risplendono ancora di divertimento. Col naso arrossato di freddo, sembra una pesca, pallida ma sfumata di rosso.

“Beh… E’ divertente, ridere,” risponde, quasi sorpreso della domanda. “Non sopporterei di non ridere più, sarebbe terribile,” aggiunge, quasi solennemente. “E poi non sei solo caduto, hai tirato una facciata in una pozza di fango!” protesta, e di nuovo riprende a sghignazzare.

“Capito,” risponde Remus, con fare estremamente paziente e annoiato.

Sirius lo guarda, in quel modo che gli provoca brividi caldi anche con tutto quel freddo. Il naso gli si storce leggermente, con malizia.

“Non lo sopporteresti nemmeno tu,” osserva, saputo, “che io non ridessi.”

La scena gli è tornata in mente e non se n’è andata più. Lo insegue ogni giorno nel cupo grigiore di Grimmauld Place, lo martella con insistenza durante le riunioni, in cui la voce ora rauca e naturalmente malevola di Sirius cancella lentamente il ricordo splendente di quel ragazzo esagitato che rideva sempre, con gli occhi, anche quando il suo volto era composto in una ludica serietà. Lo insegue persistente nei pomeriggi e nelle serate silenziose in cui il padrone di casa si abbandona sulla poltrona con una bottiglia, perso nella contemplazione della fiamma che ondeggia nel camino e nei ricordi dolorosi che Remus sa, pronunciando qualche tetra parola di tanto in tanto; o quando sparisce per ore nella stanza al piano di sopra, con Fierobecco, per poi riemergere più disteso ma sempre fosco, sempre ostile. A nessuno in particolare, quindi a tutti.

Remus l’ha cercata, quella risata. All’inizio ha pensato che forse, col tempo, sarebbe riuscito a risvegliarla in qualche modo. O magari si sarebbe risvegliata da sola, perché davvero Sirius ha sempre avuto bisogno di ridere, è una cosa che fa parte di lui.

E poi, dopo un po’, ha capito. Controvoglia, con rabbia, ma ha capito.

Non c’è più, quella risata. Come quasi tutte le altre cose che facevano parte di lui. Non c’è più la risata, non c’è più il ciarlare insistente, non c’è più l’incedere sinuoso, non c’è più persino il senso dell’umorismo feroce, sferzante. E’ tutto cancellato, tutto perso.

C’è solo un guscio vuoto e rattrappito, e occhi grigi e spenti in cui è stampato il dolore, che urlano disperatamente sempre lo stesso nome, in una colpa infinita.

A volte pensa di fingere d’inciampare e tirare una testata contro il tavolo della cucina, chiedendosi come reagirebbe Sirius adesso. Ma crede di saperlo: gli regalerebbe uno sguardo distratto, vacuo e perso, poi forse arcuerebbe le labbra in una smorfia sprezzante di compatimento. Forse nemmeno questo.

Magari non se ne accorgerebbe neanche, persino se l’avesse proprio accanto.

L’estate è quasi finita e Harry arriverà presto, trascorrerà qualche giorno con loro prima di tornare a Hogwarts per il suo quinto anno.

Forse il ragazzo potrà cambiare questo stato di cose.

E forse lui potrà sentire un’altra volta quella risata che non ode da tanto tempo, anche se questo non gli permetterà di respirare davvero; perché se anche Sirius ridesse, non sarebbe più la stessa cosa.

Il ragazzo che rideva, quello che lui ha amato, era un ragazzo vivo e solare come un albero in fiore; questo è un uomo morto che continua a camminare, e la risata non sarà mai la stessa.

Ma lui vorrebbe comunque sentirla, un’altra volta, una sola.

Davvero.

Ahm.

Sono di nuovo qua.

E non dovrei. Non vorrei.

Ma questa cosa mi è scivolata fuori dalle dita stamattina, e visto che ormai c’è, mi sento di omaggiarne qualcuno.

Sono sempre molto riconoscente a tutti coloro che mi lasciano un commento, indistintamente: ricevere recensioni è un piacere, perché mi avvicina a chi mi legge e mi dà la dimensione della piacevolezza – o sgradevolezza – di ciò che scrivo.

In questa particolare occasione, tuttavia, mi sento grata ad alcune persone particolari. Pertanto, sento di voler dedicare questa sciocchezza - mille parole di troppo che preferirei non aver scritto - su EFP a billy, luz79, fog, squizz, Jane Gallagher, Briseide e Giulia, il cui caldo bentornata mi ha davvero un po’ aperto il cuore.

Sul serio, grazie.

A poi.

suni

   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: suni