Sakura riteneva che le parole “deserto” e “freddo” non potessero coesistere nella stessa frase, a meno che tra loro non fosse interposto un “non è”. Fu quindi una sorpresa per lei quando uno dei primi giorni del nuovo anno a Suna nevicò.
Erano sei mesi che ormai era stata mandata in missione nel Paese del Vento perché, a detta di Tsunade, il loro sistema sanitario era in equilibrio precario- in particolare dopo la guerra- e il Kazekage aveva espressamente chiesto l’aiuto dei suoi alleati storici per migliorare la situazione. E, perché serviva una persona di polso, Tsunade aveva scelto lei.
Quando era giunta a Suna, in effetti, Sakura aveva potuto constatare con mano quanto in effetti la condizione richiedesse un intervento immediato; si era messa d’impegno e dopo un paio di mesi il Villaggio della Sabbia godeva di un ospedale perfettamente organizzato ed efficiente.
Pur avendo terminato il suo lavoro, però, Sakura aveva voluto rimanere nella sua nuova  sistemazione; oltre ad avere successivi sul piano professionale, infatti, il deserto aveva portato a Sakura un’altra piacevole novità.
La kunoichi non aveva mai davvero avuto una vita sentimentale normale; si era dannata per anni anima e corpo per Sasuke Uchiha-non venendo mai corrisposto-, poi si era illusa che Naruto potesse essere la chiave della sua felicità, ma il biondo, che era stato più lungimirante di lei, non aveva accettato di essere un ripiego e aveva concentrato il suo interesse su chi invece lo aveva sempre messo al primo posto: Hinata.
Gaara era arrivato in un momento in cui Sakura non cercava relazioni; era stato inaspettato, ed era iniziato tutto in modo così leggero e spensierato che faticava ancora a credere che fosse vero. Per una volta non c’erano di mezzo vendette sanguinose e organizzazioni segrete. Per una volta la protagonista erano solo lei e il suo compagno. Non desiderava illudersi ancora una volta, ma forse- forse forse forse- la terza volta sarebbe stata quella buona.
-Sta nevicando Gaara-sama-
-Gaara-sama? Davvero? Sakura ti prego ci svegliamo nello stesso letto ogni mattina!-
La Kunoichi rise- Si, ma adesso siamo nel tuo studio, ci vuole un minimo di formalità-
Il Kazekage storse poco le labbra, poi un’idea gli balenò in testa. –Vero, io sono la più importante autorità di questo Paese dopotutto. Dunque, signorina Haruno, è pregata di tornare al suo lavoro in ospedale, o sarò costretto a licenziarla- enunciò con studiata freddezza.
Sakura si voltò con le braccia al petto. –Cosa?- chiese con una voce più acuta.
-Forse non mi ha sentito?-
Sakura alzò gli occhi al cielo e si incamminò verso la porta.
-Oh e… signorina Haruno!-
La Kunoichi si voltò speranzosa. –Si?-
-Prenda il cappotto. Fuori di gela-