Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: White Dreamer    26/06/2013    7 recensioni
Ansimò agonizzante, alla ricerca d’aria. Gracchiò sconvolto “Sask’è ti – ti dispiacerebbe spostarti?”.
Il fratello eseguì e riprese a sbracciarsi. In mano teneva il pezzo di metallo “Il mio primo soldino! Guarda!”.
Gli sbatté praticamente in un occhio l’oggetto, accecandolo prematuramente.”Molto emozionante”.
Cercò di avere un tono quantomeno accettabile.
:::
“E senti un po’ che roba, le piacciono le patatine!”.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Di Uchiha e domande scomode'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le fate non mangiano formaggio






 

Disclaimer: I personaggi e l'immagine non mi appartengono

 

 




Sperava che almeno quello se lo sarebbe potuto risparmiare. E invece, come un orologio svizzero, arrivò il giorno in cui Sasuke perse il suo primo dente da latte.
 
 
 
Traballava da tempo ormai.
Fugaku come da copione si era improvvisato terrorista psicologico, consigliando al secondogenito di legare il dente a un filo e annodare l’altra estremità alla maniglia della porta.
Se fosse stata aperta, sarebbe schizzato via senza problemi.
 
Notando il colorito pallido del piccolo, si attivò - prendendolo da parte e rassicurandolo: sarebbe caduto da solo nel giro di qualche giorno.
 

 

Fu il giorno seguente che accadde il fatto.
 
Gli stava insegnando a tirare i kunai in linea retta quando – con la sua solita infantile imbranataggine – era inciampato, sbattendo il muso a terra.
Lui, alzando gli occhi al cielo, lo aveva soccorso.
 
Tirandolo in piedi, tra vari mugolii strascicati, uscì il famoso dente. Sangue vermiglio ne ricopriva quasi tutta la superficie.
Il ferito deglutì angosciato “Nii san…”.
Accennò un sorriso conciliante “E’ tutto ok otouto”. Gli passò una mano sulla spalla. “Meglio pulirsi, che dici?”.
Lo sentì sospirare, più tranquillo.
Prese il kit del pronto soccorso – con un soggetto come Sasuke, il suo utilizzo era assicurato quasi ogni sessione. Si munì delle garze necessarie alla medicazione.
 
Il bambino continuò a guardare il “trofeo” per tutto il procedimento, in religioso silenzio.
 
Terminò di medicare il gomito. “A posto mi sembra”. Gli scompigliò i capelli.
Il fratello continuava a tenere premuto la garza sulla casellina appena formatasi, il sangue aveva appena smesso di scorrere.
 
Sbattè gli occhi “E ora nii san?”. Teneva la mano chiusa, con l’incisivo al suo interno.
Alzò le spalle “Niente otouto, mica si conserva”.
Incerto sul da farsi lo mise in tasca, ignorando le sue parole.
Sospirò rassegnato.


 
 

Il piccolo incidente non poteva passare inosservato. Il bambino aveva tra le arcate un buco ben visibile.
Sperava solo che la madre non muovesse mari e monti alla notizia - come invece fece.
 
Quando venne a sapere che al suo dolce – e assolutamente credulone – cucciolo era caduto Il Dentino, si esaltò, elettrizzata.
Il marmocchio, dimenticato dello spavento, si godeva le sue attenzioni.
Lo stava vezzeggiando con carezze e nomignoli del tutto bizzarri.
“Il mio bellissimo patatino ha la sua prima finestrella colorata”. Lo strinse al petto. “Gnagnetto mio, sei ancora più bello”.
 
Sasuke ridacchiò. “Di che colore è?” disse aprendo le falangi.
Lei s’illuminò “Vediamo – tesoro è proprio azzurra! Come sei fortunato”.
 
Seduto sul tatami Itachi seguiva la scena, preoccupato.
All’ultima uscita della madre poi si spalmò una mano in fronte.
Quanto era assurda quella scena?
 
Con Sasuke la donna si era proprio riscattata.
Anche se i suoi denti fossero cascati a due anni, non avrebbe mai creduto a quelle parole bizzarre.
 
La pulce gorgheggiò, saltellando entusiasta. “Cosa ne facciamo?”. Il cosino bianco era ancora tra le falangi.
Lei rispose, con aria saggia “Bisogna metterlo sotto al cuscino”.
Spalancò la bocca, incredulo. “Perché?” chiese trepidante.
“Perché stanotte passerà la Fatina dei Denti”.
 

 

“Nii san che cos’è la Faina dei denti?”
Matematico.
Dopo la sua sparata, Mikoto aveva ben deciso di andarsene cinguettando. Ed ora toccava a lui illuminare il marmocchio – i suo dubbi esistenziali erano una spina nel fianco.
 
Si passò le dita sulle tempie, tentando di scongiurare l’emicrana che sarebbe ben presto sopraggiunta .
Il microbo gli tirò una manica, emozionato. “Allora? Dimmelo avanti”.
Inspirò, tentando di rilassarsi, ovviamente non ci riuscì. “E’ un affare otouto. Un coso con le ali”.
Il minore corrugò la fronte, non comprendendo la situazione. “Un pinguino?”.
 
Sbuffò. Perché finiva sempre in quelle situazioni?
“Ha l’aspetto umano”. Gli occhi del piccolo si spalancarono”. “E’ molto piccola e – ”.
“E’ una femmina?” Arricciò il naso, contrariato. La sua antipatia per il sesso opposto era evidente.
Ma guarda te. “Si otouto – ed è magica. Porta una moneta ogni volta che un bambino perde un dente”.
 
S’illuminò felice “Allora diventerò ricchissimo”. Si alzò, girando su se stesso.
Si stava già immaginando circondato da balocchi.
 
Gli prese delicatamente una spalla, fermando la giravolta. “Guarda che di denti se ne perdono solo ventotto”. Ci manca solo che il fratellino di cinque anni si improvvisasse bancario.
Lo ignorò bellamente. “E com’è vestita?”.
Continuò a tartassarlo ponendo quesiti di ogni genere.
Di che colore sono le ali? Dove li prende i soldi? Come sa che deve venire a trovarmi? Tu l’hai mai vista?
Senza sclerale, rispose ad ogni domanda, cercando di essere il più esaustivo possibile. Dal suo punto di vista un vero idiota insomma.
 
Al termine del colloquio lo vide grattarsi la base del collo e commentare “Davvero in gamba questa Farfallina”.
Sospirò rassegnato. “Fatina otouto”.
 

 
 

Alle 6.35 di mattina il peso piuma del marmocchio andò a cozzare sul suo stomaco, svegliandolo malamente e facendolo guaire di dolore.
La voce trillante e sveglissima gli trapanò le orecchie “Nii san è venuta! E’ venuta devvero!”.
 
Ansimò agonizzante, alla ricerca d’aria. Gracchiò sconvolto “Sask’è ti – ti dispiacerebbe spostarti?”.
Il fratello eseguì e riprese a sbracciarsi. In mano teneva il pezzo di metallo “Il mio primo soldino! Guarda!”.
Gli sbatté praticamente in un occhio l’oggetto, accecandolo prematuramente.”Molto emozionante”. Cercò di avere un tono quantomeno accettabile.
 
“E senti un po’ che roba, le piacciono le patatine!”.
 
Non aveva intenzioni di chiedere informazioni – troppo pericoloso – ma la domanda gli uscì spontanea. “Hai preso un sacchetto dalla dispensa?”. La golosità di quel microbo era infinita.
Annuì colpevole. “Si ma – le ho prese per lei nii san, io ne ho mangiate solo qualcuna”.
“Ne dubito fortemente”. Le manine erano attaccate al suo pigiama. Grandioso, ora la maglia avrebbe odorato di formaggio.
 
La domanda successiva lo fece boccheggiare.
“Perché non mi hai detto che era una topolina nii san?” chiese severo.
“Eh?”. Si esprimeva a monosillabi ora.
 
Sasuke continuò, impaziente “Non era una facchina, ma una topolina. L’ho vista sai? Aveva appena finito di mangiare”.
Solo allora si accorse che aveva con sé una bustina di plastica vuota. Arricciò il naso. L’odore di cacio era terribile. Non era sicuramente uno dei suoi alimenti preferiti.
Si concentrò sul problema. “Otouto non capisco. Hai detto un – ”.
 
“TOPO!”. La voce furiosa del padre arrivò dal corridoio.
Il bambino scese veloce dal letto e corse alla ricerca del padre urlando “Papà! E’ venuta hai visto?”.
Questa storia sarebbe finita male. Itachi ormai completamente sveglio - a causa del continuo berciare - uscì dalla camera.
 
 
Il ratto, andato in avanscoperta notturna, decise di trovare una via di fuga. Con gli umani svegli non era una buona idea restare. Trovò una fessura nella parete e sgattaiolò via.
 
 
 
E Fugaku avrebbe tirato giù volentieri la parete se la moglie paziente non gli avesse spiegato la poca praticità dell’azione. Demolire la propria abitazione, con gli stessi abitanti all’interno.
 
Sasuke dal canto suo, continuava a sorridere entusiasta, chiedendo se avessero visto il piccolo mammifero.
Il padre quasi imprecò “Certo che l’ho visto! E’ venuto qui per riempirsi la pancia!” .
 
Annuì soddisfatto. “Le ho lasciato da mangiare apposta”.
Era proprio contento. Non vedeva l’ora che cadessero gli altri denti.
 
Fu salvato dalla furia omicida del genitore, dal fratello, che lo acchiappò portandoselo dietro. “Ci dispiace che abbia distrutto quell’arazzo”.

Il minore sgranò gli occhi preoccupato. “Quale pupazzo?”.
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice
Fine assolutamente priva di ogni logica.
^^'
Quand'ero piccola mi hanno sempre parlato del topolino dei denti, ma anche la fatina la trovo un'idea carina.  
x)




 

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: White Dreamer