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Autore: brendy    26/06/2013    5 recensioni
Wolverhampton, distretto metropolitano del West Midlands, Inghilterra conta 249.998 mila abitanti –escluso Liam Payne, ovviamente- e Ezzy –dal cognome sconosciuto e incontrata per puro caso ad una festa a cui non voleva nemmeno partecipare; un ufficio postale nuovo, tre bar uno più piccolo dell’altro, una libreria accanto al negozio di animali e alla piazza della chiesa. Una scuola elementare, quella superiore e un cinema che funziona tre volte in una settimana.
C’è una piscina abbandonata e i ricordi di una notte.
C’è quell’atmosfera strana, di baci che hanno marchiato la pelle e di melodie inventate.
Ci sono 249,998 mila abitanti che bene o male, Liam ha incontrato almeno una volta nei suoi quasi vent’anni e poi c’è Ezzy, che non sa se rivedrà, nonostante la fine della via dista solo cinque minuti a piedi da casa sua.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heratbreak

 

Niggas, perchè per me ha fatto tanto ed è con me dall'inizio.
 

It’s only been one night of love
and maybe that’s not enough
hold me tight don’t let me breathe
feeling like you won’t believe.



 

Wolverhampton è un distretto metropolitano del West Midlands, Inghilterra.
Conta 250.000 mila abitanti, un ufficio postale nuovo, tre bar uno più piccolo dell’altro, una libreria accanto al negozio di animali e alla piazza della chiesa. Una scuola elementare, quella superiore e un cinema che funziona tre volte in una settimana.
Sono le 08.18 di mercoledì e Liam Payne continua a mangiarsi nervosamente l’unghia dell’ indice, indeciso se balzarsi o no la verifica di trigonometria.
Il cielo è grigio, il caffè ormai freddo nel bicchiere appoggiato su quella panchina in legno rovinata e lo zaino è abbandonato sull’erba leggermente bagnata.
Liam sbuffa, proprio quando la base di una canzone depressa dei The Police, gli fa notare di essersi incantato a fissare i tetti delle case che si vedono da quello strano parco, sopra quella deserta collinetta e sbuffa, sistemandosi meglio il cappello bianco che gli copre i capelli rigorosamente piastrati con tanto di ciuffo alla Justin Bieber, come gli fa notare ogni mattina Niall Horan, mentre Zayn Malik ridacchia divertito.
Wolverhampton ha 250.000 abitanti ma Liam preferisce sempre escludersi dagli altri, così quando il suo prof di geografia il trimestre scorso l’ha interrogato, Liam non si è contato, sbagliando così la risposta.
Liam non se la sente di dar buca a Louis Tomlinson, che come ogni mattina lo aspetta davanti al cancello con una nuova voce di corridoio da raccontargli; proprio per questo sbuffa, afferra lo zaino che un tempo poteva definire rosso e si incammina verso il centro, sperano di non incontrare sua sorella Ruth, che inizierebbe a fargli il terzo grado sul perché non è a scuola già da un pezzo e che continuando così, farà sicuramente tardi.
Sono le 10.30 e Louis Tomlinson lo sta ancor aspettando; il sorriso stampato sul viso mentre si fa passare una sigaretta da un ragazzo troppo alto e magro, con degli skinny jeans più scuri dell’enorme massa di ricci che ha in testa, alcuni tatuaggi che si intravedono dalla maglietta nera. È Harry Styles e Liam sbuffa, perché si domanda come diamine faccia quel ragazzo ad avere così tanti tatuaggi e quel dannatissimo piercing a dividere il labbro inferiore a soli diciassette anni.
Ci sono 249,999 persone in quello stupido distretto del West Midlands –escluso Liam, ovviamente- e nonostante i quattro amici che di speciale, tralasciando l’essere completamente senza responsabilità, rientrano tranquillamente nel lato comune del mondo, Liam si sente un pesce fuor d’acqua.
Si sente escluso mentre cammina per strada, a disagio quando si siede nel parco nel bel mezzo della notte, quando prende un gelato che puntualmente finisce in un cestino della pattumiera e quando fischietta allegro sotto la doccia.
Diciamo che anche tra i banchi di scuola, a casa e in camera sua, si sente completamente soffocare.
“Payne, stasera sarà la serata del secolo”
“Lo dici ogni 15 novembre Lou e ogni anno è sempre uno schifo”
Il braccio muscoloso dell’amico è appoggiato alla sua spalla sinistra mentre Louis rotea gli occhi, sposta con un soffio il ciuffo dagli occhi e ringrazia Harry Styles, che si stringe nelle spalle.
“Ci si vede alla festa, allora” dice con voce bassa, prima di andarsene.
Louis annuisce e non parla, almeno fino a quando il ragazzo dagli occhi verdi non sparisce tra i corridoi vuoti.
“Bel culo”
Ed è un sussurro che arriva lontano all’orecchio di Liam ma che lo fa ridere; perché Louis Tomlinson è decisamente troppo diretto anche quando si tratta di commentare ragazzi nonostante sia felicemente fidanzato con Amelie.
“Dov’eravamo rimasti Payne?”
“Alla notte del secolo”
“Ah, si giusto, quindi a che ora passi a prendermi?”
E iniziano a camminare, nonostante Niall Horan li stia chiamando da più di venti minuti e per giunta a gran voce.




Il fatto è che Liam si sente decisamente solo.
Incompreso.
Ecco, Liam è costantemente incompreso ma non dà colpa agli amici, ai genitori che sono interessati più al lavoro che al suo rendimento scolastico –decisamente calato- o dei suoi sentimenti che vengono continuamente calpestati e messi in secondo piano.
La colpa, sempre se si può definire tale, è sua e del suo carattere estremamente controllato e della sua scarsa voglia di farsi notare.
Sono le 22,07 e Niall ha appena fregato l’accendino dalle mani di Zayn per poter accendere quella canna consumata, Louis alza il volume della radio giusto per svegliare i suoi vicini che domani, non vedranno l’ora di fargli la paternale.
Liam sbuffa, implora Zayn con lo sguardo che: “E’ la notte del secolo, amico!” ribadisce, imitando il tono acuto di Louis che li sta osservando e sta ridendo, mentre Niall lascia cadere la cenere sul tappetino e brucia il sedile.
La scuola è così piena di persone che Liam si domanda davvero come faccia a sentirsi spaesato, come se quello non fosse davvero il suo posto.
Tra le mani stringe un bicchiere contenente un liquido azzurrino che lui sicuramente non berrà e allora inizia a guardarsi intorno, mentre le casse fanno tremare il pavimento e i ragazzi iniziano quei balli strani, con movimenti proibiti, tocchi che bruciano sulla pelle, sguardi nascosti e timidi e maliziosi, labbra che si cercano e baci rubati e passionali e caldi.
Nota Zayn affianco al DJ, intento ad aiutarlo a sistemare alcune cose al computer o a dirgli quale effetto accendere; c’è Niall che sbadiglia, annoiato e Louis che ridacchia per qualcosa che Harry gli ha appena detto all’orecchio.
Liam sbuffa –per la decima o quindicesima volta- e fanculo, quella non sarà sicuramente la notte del secolo.
Non ci sarà mai una notte del secolo e Louis dice solo cazzate. Si stringe nella camicia a quadri e si incammina verso la piscina, sperando che non ci sia nessuno intento ad esplorarsi senza vestiti.




La piscina è vuota, l’acqua è trasparente e il suo cervello ha finalmente trovato un minimo di pace.
L’unico rumore che rimbomba in quella stanza è il rumore che fanno le gocce d’acqua che cadono dalle sue dita; nient’altro.
Perché Liam è così concentrato ed immerso nel riflesso dell’acqua che non sente.
Non sente il rumore della doccia lontana provenire dallo spogliatoio, di una porta chiusa lentamente e di passi frettolosi.
Non sente il profumo alla mandorla che sovrasta quello del cloro ne sente il tremolio dei denti.
Sono le 23.40 e Liam riesce solamente a sentire il suo respiro ormai calmo, le mani che prudono leggermente e i piedi addormentarsi, per la scomoda posizione in cui è seduto.
Il telefono nella sua tasca inizia a vibrare ma finge di ignorarlo, perché in quel momento non c’è niente di importante; non c’è la festa, non ci sono i suoi compagni di scuola ne l’ansia che si porta addosso.
3 chiamate perse.
5 messaggi.

E’ questo il risultato di dieci minuti fuori dal mondo e quando si alza da terra, sente una strana stretta al petto; vorrebbe rimanere bloccato in quel luogo per tutta la notte, ma non può e proprio per questo motivo si alza e sbuffando, si volta.
Davanti a se ha due gambe esili e lunghe, quella sinistra con vari tatuaggi che vengono coperti da un asciugamano nero, che le stringe tutto il corpo.
Ha le spalle magre, leggermente bagnate e le braccia fragili.
Liam boccheggia; ha poca aria nei polmoni e si è dimenticato cosa doveva fare.
Osserva i capelli castani e le ciocche che le coprono gli occhi, infastidendola. Le mani piccole che si spostano dal collo lungo alle spalle. E il profilo delicato del viso.
Un naso piccolo, le palpebre degli occhi socchiuse e le labbra gonfie e rosse, come i petali delle rose del giardiniere da cui passa ogni mattina.
“Ne hai ancora per molto?”
La voce è quasi come un sussurro, difficile da cogliere se fossero da qualche altra parte.
Liam la guarda e quasi fatica a credere di non essersi accorto che sta facendo la figura del coglione e forse anche un po’ maleducato, dato che non smette di fissarla.
Si schiarisce la gola e scuote la testa, cercando di far sparire il rossore dalle guance data la strana situazione in cui è capitato.
C’è una sconosciuta davanti a lui, coperta con un semplice asciugamano e lo guarda, senza sentirsi in imbarazzo delle attenzioni che gli sta dando.
Liam sente il cuore sprofondare e il sangue riscaldarsi; non è più sicuro chi deve raggiungere, quante persone l’hanno cercato nel giro di venti minuti, se deve andare o restare.
Non le risponde, si limita a stringersi nelle spalle e a scrivere un messaggio a Zayn, dicendogli che non deve preoccuparsi e che si vedranno più tardi.



“Sono Ezzy”
l’orologio sulla parete indica che manca un quarto all’una e Liam si domanda come sia potuto passare così in fretta il tempo. Non hanno parlato, non si sono nemmeno sfiorati o guardati; niente.
Ezzy si è seduta accanto a lui –ancora avvolta in quell’asciugamano nero- e gli ha preso l’ipod dalla tasca, iniziando così a commentare alcuni brani, della playlist fatta la mattina stessa.
È appena arrivata alla lettera E quando si ferma un attimo e ridacchia, facendo partire una delle prime canzoni di Ed Sheeran che Harry Styles gli ha caricato su quel dannato aggeggio.
L’osserva mentre muove le labbra a ritmo della canzone, mentre muove i piedi immersi nell’acqua e mentre si tocca nervosamente le dita delle mani; le unghia mangiucchiate e prive di smalto.
“Liam Payne”
“Lo so”
“Davvero?”
Lei annuisce e lo guarda ancora, in quel modo che gli fa contorcere l’intestino e chiudere lo stomaco.
“Certo –ribadisce con fare ovvio- passi la maggior parte delle tue notti al parco con quel ragazzo dalla pelle scura e i capelli sempre in ordine. Compri fumetti ogni sabato mattina anche se puntualmente non li leggi mai e li regali al ragazzo mezzo punk –continua, distogliendo ogni tanto lo sguardo dal suo ma solo per puntarlo in qualche punto impreciso dell’acqua- e prendi lezioni di chitarra dal biondino con il guardaroba improponibile. Vai al cinema con il ragazzo dagli occhi incredibilmente blu e ti piace stare da solo”
Ti piace stare da solo.
Ezzy ha appena detto, fermandosi un attimo per riprendere fiato e rimanere in silenzio.
No, Liam odia stare da solo.
Svegliarsi la mattina in un appartamento di ottanta metri quadri e non sentire nessun rumore; di andare in cucina e non trovarsi sua madre che prepara la colazione della domenica e di non sentire il borbottio di suo padre contro qualche notizia appena letta sul giornale.
A Liam piace avere qualcuno attorno, qualcuno che gli dia qualche minima attenzione che non sia per i compiti di matematica o per le indicazioni stradali.
No, non gli piace stare solo.
“Sei una specie di stalker?”
Chiede invece, dondolandosi lentamente sul posto in cui è seduto, mentre le loro spalle si sfiorano e il suo respiro si blocca.
“Stalker? Cosa?! No, certo che no, figurati! Semplicemente abito in fondo alla via e ti ho visto spesso in giro e ho una buona memoria”
“Capisco. E tu come mai sei qui?”
Ezzy blocca immediatamente il movimento dei suoi piedi, fermando così anche quelle leggere onde che si erano create all’interno della piscina.
“Volevo passare in modo diverso questa serata”
“Venendo alla festa?”
“Con gente ubriaca che ti si struscia addosso? No, passo –ridacchia, improvvisamente nervosa- semplicemente volevo pensare”
E vorrebbe chiudersi la bocca, smetterla di essere così invadente dato che non la conosce e sa che è sbagliato impicciarsi nella vita di qualcun altro ma le parole gli escono e lui, non ha ancora imparato come fermarle.
“A cosa di preciso?”
“A te”
Liam trema leggermente, perché le quattro birre che si sono bevuti stanno iniziando a fare effetto e lui non è uno che regge l’alcol.
Sono le 02.27 quando le sue labbra si ritrovano contro quelle dolci ma allo stesso tempo scontrose e prepotenti di Ezzy.
Sono le 02.27 e 0,08 secondi quando Liam ricambia, cingendole i fianchi con il braccio e stringendola a se.





A Wolverhampton ci sono 249,998 abitanti –escluso Liam Payne, ovviamente, perché si sente diverso- e poi c’è Ezzy, di cui non sa praticamente niente se non che la sua pelle sa di menta e cera bruciata e le sue labbra sono così morbide da farti venire le vertigini.
Sa che i suoi jeans chiari, le sue calze nere e le Adidas rovinate sono sparse sul pavimento; che la maglietta è finita in piscina e che probabilmente dopo, per riprenderla, dovrà pure tuffarsi.
Le bacia il collo, la spalla e la mascella mente con le mani le lascia cadere l’asciugamano per terra e la guarda per alcuni secondi negli occhi; perché lui non è quel genere di ragazzo, che fa questo genere di cose ad una festa con una ragazza che sa un po’ troppe cose di lui ma che lui, non ha mai visto.
Ezzy allora sorride, preme ancora le sue labbra con quelle di Liam e le schiude, facendolo così diventare uno di quei baci proibiti che ti fa venire voglia di strapparti il cuore. Circonda con le cosce la vita del ragazzo che adesso, la sta stringendo avidamente, incamminandosi verso gli spalti e appoggiandola sull’asciugamano umido.
Sono le 2.59 quando si stringono, quando i loro respiri diventano affannati e quando le loro mani si intrecciano.
Quando lei lascia alcuni morsi sulla sua spalla e si fanno le 3.43 quando lui, la bacia, facendo morire i loro gemiti.
Le pelli sono calde, i tocchi attenti e i movimenti sinuosi, armoniosi, attenti e perfetti.
Raggiungono l’orgasmo insieme, si baciano ancora e si osservano attentamente, con le fronti leggermente sudate e gli occhi lucidi.
Si sussurrano parole all’orecchio, segreti che il giorno dopo difficilmente si ricorderanno e che con gli anni, difficilmente scorderanno.
Si cercano, si amano, si riempiono.
Liam, con la testa di Ezzy sul suo petto e una mano sulla sua schiena, si sente meno solo.
9 chiamate perse.
18 messaggi.

Sono le 06.37 e i primi raggi di luce entrano dalla finestra.
Liam sta ancora dormendo –come il resto dei ragazzi nei corridoi o in qualche aula; come Louis, Harry, Niall e Zayn.
Come Ezzy, che è ancora tra le sue braccia, nonostante abbia gli occhi aperti e stia ascoltando il respiro regolare di Liam.
Chiude gli occhi, apparentemente stanca e sorride, anche lei meno sola.




“Liam, porca puttana, si può sapere che cazzo ci fai qui?”
E quella voce è un po’ troppo alta per essere di Ezzy e quell’odore di sigaretta è troppo forte rispetto a quello di menta e cera che si sente ancora tra le dita.
Liam apre gli occhi, si alza lentamente e si guarda; vestito, fatta eccezione per le scarpe e per la maglietta che trova appesi al trampolino.
Louis Tomlinson lo guarda, con la testa inclinata e lo sguardo curioso dipinto sul viso.
“Amico, ti conviene andare a casa e farti una bella doccia. In queste condizioni non ti vorrebbe nemmeno mia nonna”
“Che ore sono?”
Chiede invece Liam, ignorando del tutto ciò che ha appena detto il suo migliore amico.
“Le 14.00 e siamo anche in ritardo –sospira, lanciandogli la camicia- Zayn e Niall ci stanno aspettando al parcheggio”
“E quando mi hai trovato ero da solo?”
“Come un cucciolo smarrito e indifeso”
Liam annuisce e si alza lentamente, continuando a guardarsi intorno con sguardo assente.
Che cosa si aspettava?
Un risveglio dolce, con tanto di bacio e buongiorno?
No, certo che no, ma avrebbe sicuramente preferito i lunghi capelli castani tra le sue dita e quel corpo femminile premuto addosso al posto di Louis.
Sbuffa ma nonostante quel risveglio, la sensazione di solitudine che prova ogni mattina, questa volta non lo colpisce.
Ha il petto leggero, la mente libera dai pensieri e il cuore carico di ricordi sconnessi della sera precedente.
E ci pensa mentre sale in macchina, ignorando l’occhiate di Zayn e la canzone che esce dalle labbra di Niall.
“Oh, quasi dimenticavo –esclama Louis, dopo aver parcheggiato la macchina davanti casa sua- ho trovato questo bigliettino, dev’essere tuo”
Liam prende velocemente il pezzo di carta tra le mani e lo infila velocemente in tasca, quasi temesse che il venticello potesse portarglielo via.
Nonostante ci sia scritto un banalissimo ‘ci si vede in giro, Liam Payne’ che Louis sa, perché l’ha letto per puro caso quando l’ha trovato.
“Grazie Lou”
L’amico annuisce e sorride, avviando nuovamente il motore.
“Vai a riposarti, a mangiare qualcosa e anche a farti una doccia; puzzi e tranquillo, la macchina te la riporto domani”




Wolverhampton, distretto metropolitano del West Midlands, Inghilterra conta249.998 mila abitanti –escluso Liam Payne, ovviamente- e Ezzy –dal cognome sconosciuto e incontrata per puro caso ad una festa a cui non voleva nemmeno partecipare; un ufficio postale nuovo, tre bar uno più piccolo dell’altro, una libreria accanto al negozio di animali e alla piazza della chiesa. Una scuola elementare, quella superiore e un cinema che funziona tre volte in una settimana.
C’è una piscina abbandonata e i ricordi di una notte.
C’è quell’atmosfera strana, di baci che hanno marchiato la pelle e di melodie inventate.
Ci sono 249,998 mila abitanti che bene o male, Liam ha incontrato almeno una volta nei suoi quasi vent’anni e poi c’è Ezzy, che non sa se rivedrà, nonostante la fine della via dista solo cinque minuti a piedi da casa sua. 









 

  
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