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Autore: clif    26/06/2013    4 recensioni
Storia cancellata, corretta e appena ripostata: spero che vi piaccia (per chi non l’ha già letta).
Emmett è di ritorno da un suo viaggio in solitario: Arrivato ad una stazione di servizio chiede indicazioni per la strada più breve per arrivare a Forks, ma non sa cosa lo aspetta nella strada più breve. da una scena del capitolo primo:
-Vede, andando in quella direzione si passa per una zona maledetta, si passa per
una città chiamata Sil…- Venne però interrotta da Emmett –Stia tranquilla non
credo al paranormale (certo come no), ora la saluto, arrivederci!- In meno di un
secondo era già fuori, mentre la barista lo guardava dubbiosa, chiedendosi dove
fosse il suo mezzo di trasporto.
Ambientazione: 3 Ottobre 2012 - 9 Ottobre 2012... Epilogo: 9 Ottobre 2019
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emmett Cullen, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Twilight-Silent Hill'
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-Ecco, lo sapevo, mi sono perso!- Queste furono le parole di Emmett Cullen mentre si guardava intorno alla ricerca dei suoni che giungevano distorti nelle sue orecchie. Aveva persola strada e ora, nonostante i suoi sensi sviluppati e l’apparente senso dell’orientamento infallibile, non riusciva più a trovare la strada giusta. Perché aveva insistito di andare a piedi? Certe volte si sarebbe preso a calci da solo. Dall’altra parte della strada, poco distante vi era una stazione di benzina.

-Perfetto- Avrebbe potuto chiedere indicazioni lì. Il suo cellulare non prendeva, perciò non aveva altra scelta. Era davvero perfetto, ringhiò tra se e se. Nel luogo più sperduto del west Virginia si era andato a cacciare. Una volta entrato nel bar (della stazione)si guardò intorno alla ricerca di qualcuno che avrebbe potuto aiutarlo.

-Posso aiutarla?- Fece la barista con uno strano sguardo, era una donna sui trentacinque anni, un po’ in carne. Emmett fece un lieve sorriso e si avvicinò alla donna. Forse non possedeva il fascino di suo fratello Edward, e in parte anche di Jasper, ma anche lui era un vampiro molto bello. I suoi muscoli e il sorriso fanciullesco facevano la sua figura.

-Si, la ringrazio, vorrei sapere la strada più vicina... vorrei raggiungere Forks- L’unico vampiro in grado di perdersi solo perché era stato lasciato da solo, se qualche membro della famiglia lo fosse venuto a sapere sarebbe stato deriso in eterno. La donna arrossì appena, facendo aumentare il sorriso sul volto di Emmett. Alla faccia di Edward: anche lui poteva risultare irresistibile per il gentil sesso. Fortuna che la sua Rose non era lì.

-Forks? dall'altra parte degli stati uniti, giusto? Deve tornare indietro di 40-50 km e svoltare al bivio della Jeremy Street, a quel punto basterà seguire i cartelli. La strada sarà un po’ lunga, ma seguendo il giusto percorso alla fine avrà raggiunto la direzione esatta. se come ricordo è vicino a Seattle, a quel punto sarà praticamente arrivato a destinazione- Gli rispose la donna, cercando di ricomporsi.

Facile a dirsi, fu il suo primo pensiero, anche per un vampiro questa strada sarebbe, non “stancante” però, “seccante”. Non prendendo in considerazione, tra l’altro, la possibilità che si perdesse nuovamente. Almeno nella sua mente, lasciando da parte l’orgoglio, poteva ammettere che fosse più che probabile tale possibilità. Non aveva però intenzione d prendere l'aereo: troppo sangue per troppe ore intorno a lui non lo avrebbe sopportato.

-Non ci sarebbe una strada più corta?- Le chiese cercando di sembrare il più “convincente” possibile. Magari, prendendo una scorciatoia sarebbe stato più difficile perdersi.  Non che ci fossero molte scorciatoie per la costa opposta dell'America. Tanto valeva tentare. Ma perché diavolo non aveva chiamato Alice quando il cellulare ancora prendeva?! Lei sembrò rimanere incantata nuovamente, ma poi come ripresasi da un sogno disse rossa in viso

-Beh… andando dritto raggiungerai la "tanto agognata civiltà" nella metà del tempo e senza passare per la fitta boscaglia qua dietro- Si riprese lei, poggiando i gomiti sul bancone. Sembrava quasi pronta a svenire. Tanto che Emmett decise di allontanarsi: non voleva avere un’umana innocente sulla coscienza. A quel però punto la domanda era scontata.

-Scusi ma perché non l’ha detto subito?- Chiese Emmett con un mezzo sorriso. Evitò con tutte le forze di non risultare seducente, ma a quanto pareva, era una missione difficile per un vampiro. La donna arrossì nuovamente e fece dei piccoli respiri per calmarsi. Ora iniziava a farsi paura da solo. Forse era meglio mettere sul serio le distanze.

-Vede, andando in quella direzione si passa per una zona maledetta, si passa per una città chiamata Sil…- Cominciò a dire la donna. Sembrava parecchio preoccupata e seria. L’aria imbarazzata e incantata che fino a pochi istanti prima la circondava era totalmente svanita. Sembrava crede sul serio a ciò che stava per dire.

Non le era mai piaciuta quella città. Abitava a Brahams da quando era nata. La sua famiglia era originaria della piccola cittadina. E da sempre, la madre l’aveva messa in guardia sulla cittadina vicina. Venne però interrotta da Emmett con un ennesimo sorriso e un piccolo gesto della mano. Era l’ultimo che si preoccupava di ascoltare certe sciocchezze scaramantiche.

-Stia tranquilla non credo al paranormale (certo come no)- Disse, ringraziandola con un gesto del capo. Meglio smetterla con i sorrisi. Si avvicinò ad uno degli scaffali e dopo aver comprato qualcosa a caso, ripagando per le informazioni, si apprestò nuovamente alla cassa. La donna gli diede una busta, ma lui (andando di fretta) rifiutò e ringraziò.

-Ora la saluto, arrivederci!- In meno di un secondo era già fuori, mentre la barista lo guardava dubbiosa, chiedendosi dove fosse il suo mezzo di trasporto.Accidenti! Era proprio un bell’uomo. Aveva un’aria quasi mistica. Non era la prima volta che incontrava un tipo del genere: quello sembrava quasi un luogo denso nel sovrannaturale. Scuotendo la testa per i suoi pensieri ridicoli, tornò alle sue mansioni: pulire il bancone.

Appena uscito in strada camminò a passo d’uomo fino ad allontanarsi dal distributore, in modo da non essere visto, e cominciò a correre, veloce come una saetta, una saetta che sfrecciava nella notte. Finalmente sembrava che le cose fossero a posto. Entro un giorno sarebbe arrivato a casa, giusto il tempo per godersi con il resto della famiglia la loro vittoria. Erano riusciti finalmente a sbarazzarsi dell’ombra dei Volturi. Bisognava festeggiare.

Sarebbe arrivato in tempo record, se non si fosse fermato, attratto da un odore strano. fece quasi per ignorarlo e procedere a tutta velocità per l’autostrada più vicina. Ma l’odore sembrava quasi chiamarlo. Era una sensazione parecchio strana. Non era un odore piacevole, ma per qualche motivo sentiva fosse importante capire da dove provenisse.Si concentrò.

-Fumo! Ne sono più che sicuro!- Disse guardandosi intorno alla ricerca della sua provenienza; Appena si voltò a destra notò in mezzo alla boscaglia adiacente la strada del denso fumo nero. Era massimo a un chilometro da lì. Spinto dalla curiosità scese dal guardrail e si catapultò verso la sua nuova destinazione.

Arrivò in prossimità di esso, dopo aver superato la fitta boscaglia, e ciò che vide lo lasciò di sasso: una casa in mezzo al nulla era completamente avvolta dalle fiamme e dentro di essa vi era un odore indebolito dalla puzza del fuoco e da quella del fumo.Sembrava un odore piacevole, ma non ben definito, a causa dell’interferenza del denso fumo

-Merda!-Fu l’unico commento di Emmett.
  
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