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Autore: firephoenix    26/06/2013    4 recensioni
La storia si svolge in un passato non ben definito, dove ci sono nobili, schiavi e, cosa di non trascurabile rilevanza, vampiri.
Selene è una di loro, vive con la madre in una lugubre e sfarzosa dimora dove si ciba di schiavi che adora abbindolare prima di uccidere.
In questo mondo di sangue e perversione tutto può succedere.
Buona lettura :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dei passi decisi risuonavano nei bui corridoi della nostra dimora, rimbombando tra le mura di pietra coperte da raffinate tappezzerie. Potevo percepirli con chiarezza, come potevo facilmente percepire, dal loro ritmo incessante e scandito, che si trattava di mia madre: l'unica lì dentro che per spostarsi durante la notte utilizzava ancora la velocità di un essere umano.
Mi voltai velocemente verso la porta, facendo ondeggiare i miei lunghi e mossi capelli scuri, nell'ottimo in cui, come previsto, mia madre entrò nella mia camera.
«Bambina cara» mi salutò cordialmente, come suo solito ignorando che avessi diciotto anni ormai. Ma dopotutto, cos'erano diciotto anni a confronto dei suoi 253 portati benissimo. La guardai: i capelli raccolti in una lunga treccia che le cadeva sulla schiena, le sopracciglia sottili, gli occhi rosso sangue, il naso dritto, le labbra perfette, né troppo carnose né troppo sottili, il mento alto e fiero; la lunga e ricamata camicia da notte scendeva dolcemente sul suo corpo evidenziandone le curve pur riuscendo a farla sembrare avvolta in una sorta di velo pudico: un'innocente fanciulla che non dimostrava più di trent'anni.
Il vampiro perfetto, insomma.
«Mamma» risposi io atona, dirigendomi verso il bagno e appostandomi di fronte allo specchio sopra il ripiano dove tenevo i trucchi e altre gioie. Lei mi raggiunse nel momento in cui mi sedetti sulla preziosa sedia di velluto.
«Dove hai preso quella camicia da notte da sgualdrina?» mi chiese fredda.
«Da nessuna parte, ne ho tagliata una di quelle vecchie» accavallai le gambe e lasciai che il tessuto della veste mi risalisse ancora di più lungo la coscia scoprendo una porzione di pelle chiara che avrebbe dovuto essere nascosta sotto il paio di mutande che non indossavo.
«Ero venuta giusto a dirti che stasera non ce n'è bisogno»
«Ma come?» feci io visibilmente delusa. Proprio quella sera che avevo architettato il piano della "dolce ragazza trasandata che si è perduta nei boschi" per accalappiare stupidi uomini di cui nutrirmi!
«Non sei l'unica che non vede l'ora di avere qualche caldo corpo addosso cara» la perversione era decisamente una dote di famiglia «ma non ti angustiare! Domani arriverà un'altra carovana di schiavi con cui potremo divertirci» sorrisi mettendo in mostra i canini. La mia dolce mammina: così spietatamente buona.
«Speriamo che sia come l'ultima! È stato il più grande, divertente e saporito bordello a cui avessi mai partecipato!» mia madre ghignò sadica togliendo per un attimo la maschera da persona composta ed educata che indossava alla luce del giorno. Guardammo entrambe allo specchio: i nostri occhi rossi rilucevano del sangue delle vittime che quel giorno ci avevano prelibatamente saziato. Mi piaceva quel colore, così vivo. Passavo serate intere a guardarlo allo specchio, quando il rosso era più vivido per via della "pancia piena", mi gustavo letteralmente quel colore perché sapevo che la mattina dopo gli occhi sarebbero divenuti neri come la pece, come la nostra anima, fino a che non ci fossimo nutrite ancora.
«Prevedo che ci divertiremo un sacco insieme» mia madre sembrava più una sorella o una migliore amica che un genitore a volte. Era piacevole squartare esseri umani con lei da quando aveva bruciato vivo mio padre a casa dei suoi continui tradimenti.
Figlia e madre vampire che se la godevano, come la vedevo io.
O figlia e vedova provate dal lutto, come la vedevano la maggior parte degli esseri umani che viveva nei pressi della nostra antica e sfarzosa dimora nobiliare.
«Io vado a riposare il viso» disse poi lei avvicinandosi allo specchio per controllare come suo solito che non si fossero aggiunte rughe. Sapevamo entrambe che era impossibile, ma mia madre sembrava esserne ossessionata, così passava la maggior parte della notte a letto, non perché dormisse ovviamente, ma per "riposare il viso", come diceva lei. Io preferivo andare a caccia, anche se il castello pullulava di prelibati schiavetti, il brivido della cattura era una cosa di cui non ci si liberava facilmente. «Poi pulisci» fece ancora lei accennando alla vasca da bagno alle mie spalle.
Salutai mia madre con un cenno della mano per poi tornare a rivolgermi allo specchio. Spostai la massa di capelli tutti su una spalla e scostai la manica della camicia da notte lasciando l'altra completamente scoperta. Osservai con aria perversa il riflesso del profondo taglio che si stava rimarginando velocemente sulla pelle. Era stata una battaglia divertente anche se vinta in partenza. Mi succhiai velocemente un dito macchiato ancora di rosso, poi mi alzai e mi diressi verso la vasca dove, ancora armata di forbici, se ne stava malamente distesa la mia ex balia, immersa in una pozza scura del suo sangue, con la gola squarciata e gli occhi spalancati, ma privi di vita. Che noia dover ripulire, quasi mi pento di aver ucciso la donna delle pulizie oggi.
E così domani sarebbe arrivata una nuova carovana di schiavi, eh? Sarà divertente ghignai.

 

 

Qui è firephoenix!

Non è un gran capitolo... diciamo che serve di più per conoscere i personaggi :)
Il movimento arriverà tutto più avanti :)
Intanto se la storia vi incuriosisce fatemelo sapere, è la prima ff originale che pubblico e sono un po' agitata :)
Grazie comunque per essere passati!
XOXO
me

Così è come vedo Selene:



 

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