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Autore: Nymeria90    27/06/2013    3 recensioni
Nel 2183 un nave non identificata attacca e distrugge la Normady SR1. Il comandante Shepard, eroe della Cittadella, muore nello scontro e il suo corpo si perde nello spazio. I superstiti della Normady, dopo aver sepolto una bara vuota, voltano pagina e cercano di ricostruirsi una vita, ma due anni dopo Alexander Shepard ritorna dal mondo dei morti. La sua missione: salvare la galassia, un'altra volta. Ma scoprirà ben presto che il prezzo da pagare è la sua anima, un prezzo che forse è troppo alto, persino per lui.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Alexander Andrej Shepard'
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Illium, 2185 
 
Sbarcare su Illium fu un piacevole cambiamento. Nos Astra era una grande metropoli, piena di vita, luminosa e pulita. Una rarità nei Sistemi Terminus, il “Far West” della galassia. Ma Garrus non mentiva quando diceva che non era diversa da Omega. La criminalità e la violenza avevano solo volti più belli e modi più raffinati di esprimersi. Shepard si affacciò al terrazzo panoramico che sovrastava la città, Nos Astra accoglieva i visitatori facendo sfoggio di tutta la sua sfavillante bellezza. Le Asari sapevano bene come affascinare le persone.
Shepard si concesse un momento per riflettere sulla prossima mossa: aveva bisogno di informazioni per trovare l’assassino e la justicar, due candidati per la missione, e IDA gli aveva anche suggerito chi potesse avere tali informazioni. La dottoressa Liara T’Soni era diventata un’importante informatrice e avrebbe potuto aiutarlo, ma la prospettiva d’incontrarla lo metteva a disagio.
Come si sarebbe comportata? Con la rabbia di Ash o l’indifferenza di Tali e Garrus? Avrebbe accettato di seguirlo? E lui era ancora sicuro di volerla nella squadra?
All’inizio rivolgersi al suo vecchio equipaggio gli era sembrato naturale come respirare, ricordava ancora quello che aveva detto a Jacob il giorno del suo risveglio: “Era la mia squadra. Se sapessero che sono ancora in vita verrebbero a cercarmi.”
Non era accaduto.
Scrollò le spalle e si allontanò dalla ringhiera – Andiamo a cercare Liara.-
Non gli sfuggì lo sguardo che si scambiarono Tali e Garrus, erano preoccupati, e come poteva dargli torto? Lo era anche lui.
Non fu difficile trovare il suo ufficio, apparentemente la timida e introversa archeologa che aveva conosciuto due anni prima si era trasformata in una donna di successo, rispettata e stimata da tutti.
Faticava a far coincidere le descrizioni della nuova Liara con l’ingenua Asari che ricordava. Si chiese cosa l’avesse spinta a cambiare così tanto.
Quando entrò nell’ufficio rimase spiazzato. Eppure Nyxeris, la segretaria, era stata chiara: Liara era diventata molto potente e sicura di se’.
Ad essere onesti Shepard non le aveva creduto. Liara era Liara e su di lei avrebbe messo la mano sul fuoco.
A differenza della maggior parte delle Asari, ben consapevoli della loro avvenenza, Liara non aveva mai ostentato la sua innata bellezza. Aveva conquistato il cuore di tutti con la sua ingenua goffaggine e la spiccata intelligenza. Ma non c’era niente di goffo nell’Asari che si ritrovò di fronte, fasciata di uno splendido vestito che metteva in risalto le sue forme e la delicata sfumatura blu della sua pelle. Quell’Asari sensuale e pericolosa non poteva essere Liara. Lei non era così. Shepard non voleva che fosse così.
Stava parlando al terminale, con l’interfaccia olografica di un uomo visibilmente spaventato, dava le spalle alla porta e non si era accorta del loro ingresso.
- Hai mai affrontato un’unità di commando Asari? – domandò con un tono che era minaccioso e annoiato insieme - Pochi umani sono sopravvissuti per raccontarlo. Sarò molto chiara: pagami o verrò a scuoiarti … con il potere della mente.- chiuse la comunicazione senza aspettare una risposta. Un modo di fare che ricordò a Shepard Aria T’Loak, la spietata e incontrastata regina di Omega.
Liara si voltò, alzò lo sguardo e sussultò. I grandi occhi azzurri si spalancarono e l’Asari dovette sorreggersi alla scrivania per non crollare. Per un istante Shepard rivide l’archeologa impaurita che aveva salvato su Therum.
- Shepard! – ansimò - Nyxeris di’ a tutti che sono occupata.- la segretaria annuì e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Liara fece il giro della scrivania e allungò una mano tremante, come se avesse paura di toccarlo e scoprire che era solo un fantasma.
Tutte le riserve di Shepard si sciolsero, non gli importava come fosse vestita o si comportasse: l’aveva ritrovata ed era bello poterla rivedere.
Fece un passo avanti, sorrise e l’abbracciò.
- Oh Shepard …-
Sentì il corpo magro dell’Asari tremare tra le sue braccia e odiò l’armatura che gli impediva di sentire il calore e la delicatezza del suo tocco.
Dio quanto mi sei mancata …
Lui e Liara condividevano qualcosa che andava oltre l’amore o l’amicizia. Per ben due volte, durante la caccia a Saren, avevano unito le loro menti, per permettere a Liara di accedere alle visioni che la sonda Prothean gli aveva trasmesso e Shepard sapeva che nulla avrebbe mai potuto eguagliare quell’esperienza. Le loro menti si erano toccate, unite, intrecciate, aveva sentito lo spirito di Liara sfiorare il suo, una carezza fresca e delicata, come la brezza in primavera. Si era sentito misero, meschino di fronte alla purezza di quello spirito luminoso, aveva sentito la necessità di nascondersi, fuggire, vergognandosi della sua anima corrotta e lurida, ma lei non glielo aveva permesso. Si era immersa nei suoi pensieri con la leggerezza di una farfalla, libera da qualsiasi giudizio, non c’erano state condanne né compatimenti, aveva portato luce laddove sembrava esserci posto solo per le tenebre. E in quella cacofonia di luci, emozioni, vibrazioni lui l’aveva amata. Non come un uomo ama una donna, ma come un cieco ama la luce che si fa strada per la prima volta nei suoi occhi.
Nell’intera galassia non c’era nessuno che lo conoscesse meglio di Liara. Lei lo amava, incondizionatamente, di questo Shepard era perfettamente consapevole, ma l’idea di averla fisicamente, carnalmente, era per lui inconcepibile, blasfema. Liara era la sua musa, il suo nirvana e non poteva essere nient’altro.
Per quanto potesse amarla non era Ashley … chiuse gli occhi: no, non voleva pensare a lei.
- Le mie fonti dicevano che eri ancora in vita, ma non ci ho mai creduto.- mormorò Liara separandosi da lui, la voce roca, gli occhi lucidi - È un piacere rivederti.-
Shepard le accarezzò il viso, maledicendo i guanti della corazza che gli impedivano di toccare la sua pelle.
- Anche per me …-
Liara gli sorrise prima di rivolgere la sua attenzione a Garrus e Tali che erano rimasti in disparte, visibilmente imbarazzati. Shepard non poté fare a meno di percepire una certa tensione tra i suoi vecchi compagni, soprattutto fra Liara e Garrus; c’era un muro a spararli. Un muro di cose non dette, di liti irrisolte. Lo stesso che lui si era costruito attorno, giorno dopo giorno.
Nel silenzio imbarazzato che seguì fu chiaro a tutti che quel muro doveva essere abbattuto, ma che nessuno osava fare il primo passo.
Ognuno di loro stava nascondendo qualcosa a tutti gli altri.
Shepard ruppe il silenzio chiedendo a Liara informazioni sulle persone che stavano cercando e lei rispose quasi con sollievo, senza mostrarsi troppo stupita alla notizia che lui lavorasse per Cerberus: sapeva più cose di quanto volesse ammettere e il suo lavoro contro l’Ombra celava ben più di una personale vendetta.
Quando la salutò, con la promessa di aiutarla contro l’Ombra, Shepard era ben consapevole di aver solo rimandato un discorso che avrebbe potuto distruggere per sempre la loro amicizia, ma sapeva anche che non farlo l’avrebbe distrutta di certo.
Il giorno della verità era vicino, ma non era quello il giorno. Quel giorno c’era solo la gioia di essersi ritrovati.

  
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