Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Rowan936    27/06/2013    4 recensioni
Tom, ventenne di bellezza straordinaria, passava ogni notte con una ragazza diversa, anche se alcune avevano il privilegio di tenergli compagnia per qualche giorno. Tuttavia, la loro fine era sempre quella: uccise in circostanze misteriose.
[…]
«Cosa pensavi che fossi?»
[…] «Tutto ciò che vorresti essere, ma che non sarai mai.»
«Avada Kedavra.»

[Tom/OC]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scritta un po' di tempo fa per il contest "Partecipa e vinci la Coppa delle Case". 



Nickname:
Rowan936

Titolo: Come tutte le altre

Coppia che avete scelto: Tom O. Riddle/OC

Pacchetto/Restrizione: Computer

Punti Bonus: Ho usato la citazione “Non mi manca quello che mostravi di essere, mi manca quello che pensavo tu fossi” di Alda Merini

Rating: Giallo

Genere: Introspettivo, malinconico, drammatico

Introduzione: Tom, ventenne di bellezza straordinaria, passava ogni notte con una ragazza diversa, anche se alcune avevano il privilegio di tenergli compagnia per qualche giorno. Tuttavia, la loro fine era sempre quella: uccise in circostanze misteriose.

[…]

«Cosa pensavi che fossi?»

[…] «Tutto ciò che vorresti essere, ma che non sarai mai.»

«Avada Kedavra.»

Note d’Autore: Ok, inizio col dire che scrivere questa one-shot è stato difficilissimo, soprattutto quando è arrivato il momento di ridurla a mille parole. A parte questo, la storia è concentrata su Tom e sulle sue ragazze tutte uguali. Roxanne è un OC che svolge il ruolo di “pecora nera” nella massa, Tom la vede diversa e questo lo incuriosisce ma lo spaventa al tempo stesso. Da parte di Tom non c’è amore, ma lei lo ama, anche se nella storia non è espresso bene perché i fatti sono visti dal punto di vista di lui. La ripetitività delle scene sul letto e il ripetersi di frasi come “come da copione”, “come tutte le altre”, ecc., servono a evidenziare la monotonia delle ragazze che il futuro Voldemort considera tutte uguali, di modo da rendere più evidente la diversità di Roxanne che, a tratti, tiene quasi testa a Tom e non gli si concede facilmente. Per lui l’amore è finzione, non prova questo sentimento ma gioca a fare il corteggiatore per attirare Roxanne a sé, ma solo perché lo incuriosisce e “intriga” perché diversa.

Alla fine, la ragazza assume il ruolo di colei che sbatte la verità in faccia a Tom. Questa verità non è rivelata esplicitamente, ma il significato è più o meno che Tom tenta di apparire come gli serve essere per attirare gli altri a sé, ma alla fine vorrebbe essere davvero colui di cui assume le vesti. Lo so, non è troppo chiaro neppure a me, ma questa è la mia visione di Tom.

Precisazione: con il termine “Mezzosangue” non intendo i Nati Babbani, ma coloro che hanno un genitore mago.

Altra precisazione: Le parole sono esattamente mille, il titolo è escluso.

Ultima (si spera) precisazione: la frase in grassetto è la citazione di Alda Merini sopracitata, con una leggera modifica nei tempi verbali.

 

 

 

 

 

Come tutte le altre

 

«Sei così ingenua…» disse Tom.

Quella sera era in compagnia di una Mezzosangue di nome Sarah.

Tom, ventenne di bellezza straordinaria, passava ogni notte con una ragazza diversa, anche se alcune avevano il privilegio di tenergli compagnia per qualche giorno. Tuttavia, la loro fine era sempre quella: uccise in circostanze misteriose.

Tom traeva un sadico godimento da quegli omicidi a sangue freddo.

Sarah non era diversa da tutte quelle che l’avevano preceduta.

«Perché, Tom?»

Possibile che fossero tutte così dannatamente uguali?

«Pensi che io ti ami, forse?»

Lei si bloccò, come tutte le altre prima di lei.

«Non è così?»

Se la scrollò di dosso, facendola cadere dal letto.

«Per niente.»

Anche uno stupido avrebbe capito che quelle parole erano sinonimo di “addio”.

«Mi manchi già…»

«Ti mancherà quello che io volevo mostrarti di me. Non mi conosci davvero.» prese in mano la bacchetta «Crucio

La ragazza si contorse a terra, urlante, lo guardò con occhi colmi di lacrime e rabbia. Come tutte le altre prima di lei.

«Crucio

Si beò delle sue grida.

«Avada Kedavra.» sibilò infine, quasi con non curanza.

Infondo c’era abituato, era stata la stessa cosa anche con tutte le altre prima di lei.

 

***

 

«Come scusa? Puoi ripetere?»

Tom sbuffò impercettibilmente.

«Vorresti venire a bere una Burrobirra con me?»

La ragazza che aveva davanti si chiamava Roxanne. Aveva i capelli scuri e boccolosi, gli occhi azzurri e un sorriso che lasciava intravvedere i denti perfetti.

Quando Tom ripeté il suo invito, Roxanne batté le palpebre un paio di volte, poi annuì sorridendo.

«Ok.» disse, prendendo il braccio che il ragazzo le porgeva.

Solito inizio.

I due si sedettero ai Tre Manici Di Scopa e Tom, come da copione, aspettò un paio di minuti prima di parlare.

«Che lavoro svolgi al Ministero, Roxanne?»

«Lavoro nell’Ufficio Misteri.»

Tom si fece attento, ma lei non aggiunse altro.

«E ti piace?» chiese allora.

«Certo.»

Il ragazzo ghignò: almeno aveva a che fare con una ragazza che sapeva il fatto suo, la maggior parte di loro si scioglievano ad un minimo sorriso, disposte a raccontargli anche i loro segreti più intimi e inconfessabili. Lei no.

Forse, dopotutto, non sarebbe stata così uguale alle altre.

 

***

 

Erano tre giorni che Tom e Roxanne bevevano Burrobirre insieme.

Solitamente, erano le ragazze a proporgli di accompagnarlo a casa, ma con Roxanne questo non era successo e lui iniziava a perdere la pazienza.

Quando quel giorno uscirono dal locale, il ragazzo tese il braccio alla compagna.

«Ti porto in un posto.»

Lei lo guardò diffidente.

«Dove?»

Tom si stupì: che diritto aveva di fare domande del genere? Era lui a condurre il gioco.

Nonostante fosse attonito, il tono rimase gentile e incoraggiante.

«Voglio mostrarti casa mia.»

Roxanne continuò a fissarlo con diffidenza.

Tom inarcò un sopracciglio e le riservò una di quelle occhiate gelide che, solitamente, spezzavano l’orgoglio e il coraggio di chi le riceveva.

La ragazza, tuttavia, non si mosse.

«No, grazie.»

«Non era una proposta, ma una constatazione.»

«Dai troppe cose per scontate, Tom.»

Dopodiché, Roxanne si allontanò.

Tom non si seppe spiegare il suo comportamento, ma accolse la sfida con il sorriso sulle labbra: voleva la guerra? Bene.

 

***

 

Due giorni dopo, il ragazzo si presentò davanti alla porta di casa di Roxanne con un mazzo di rose, che lasciò ai piedi dell’uscio subito dopo aver suonato il campanello.

Rimase ad osservare la reazione della ragazza e fu più che felice di notare il sorriso spontaneo che le si dipinse sul volto.

Forse non era troppo diversa dalle altre.

 

***

 

Il giorno successivo, Tom si presentò con un altro mazzo di rose e un bigliettino che la invitava a seguire il sentiero luminoso.

Il ragazzo aveva, infatti, creato una scia che l’avrebbe condotta in un locale affittato da lui e adibito a ristorante romantico.

Nonostante non ci fosse sentimento in quello che faceva, Tom era davvero bravo.

La ragazza si dimostrò entusiasta, anche se lui poteva ancora intravvedere una punta di diffidenza in fondo agli occhi azzurri. Una piccola spina che si era ripromesso di far sparire.

 

***

 

Alla fine Roxanne accettò di andare a casa di Tom.

I due si trovavano stesi sul solito letto: Tom le accarezzava i capelli, mentre lei gli baciava lievemente il collo.

Era sua, anche lei si era piegata al suo volere.

Nonostante Roxanne lo intrigasse molto più di altre, il ragazzo aveva deciso di passare una sola notte con lei.

«Sei così ingenua…» cominciò, preparandosi al solito copione.

«Perché, Tom?»

Prevedibile, uguale a tutte le altre volte.

«Pensi che io ti ami, forse?»

«Non è così?»

Roxanne si allontanò un poco da lui, mordicchiandosi il labbro.

Tom ghignò.

«Per niente.»

«Mi manchi già.»

«Ti mancherà quello che volevo mostrarti di me. Ma non mi conosci davvero.»

Quella parte lo irritava sempre: ognuna di loro pretendeva di conoscerlo, di sapere chi fosse realmente, quando in realtà vedevano solo la superficie.

«Crucio

Roxanne urlò.

Quando l’incantesimo s’interruppe, la ragazza ansimò e rispose con una frase che Tom non avrebbe mai dimenticato: «Non mi mancherà quello che mostravi di essere, mi mancherà quello che pensavo tu fossi

Il ragazzo sgranò gli occhi grigi.

Cosa significava?

Che non aveva mai capito chi fosse, limitandosi a costruire un’immagine di lui con la fantasia?

O semplicemente era un modo per dire che si era illusa di aver capito chi fosse?

Tom scacciò quelle domande e si preparò a pronunciare le solite parole.

Ma quella volta due occhi fieri quanto lucidi di lacrime lo fermarono.

Roxanne lo guardava con fierezza, senza il minimo timore, ma con delusione.

La stessa delusione che aveva infangato la sua anima quando aveva scoperto che suo padre era un sudicio babbano mentre sua madre era morta pur essendo strega.

Senza quasi rendersene conto, aveva abbassato la bacchetta.

«Cosa pensavi che fossi?» chiese.

Roxanne lo guardò stupita, ma non gli negò la risposta: «Tutto ciò che vorresti essere, ma che non sarai mai.»

«Avada Kedavra

A volte è più facile uccidere la verità che affrontarla e comprenderla.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rowan936