Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: ViviELasciaVivere    27/06/2013    3 recensioni
“Louis” mormorò Harry, lo sguardo spezzato, mentre afferrava una coperta per coprirsi e si alzava in piedi, forse per andare in contro a Louis.
The angel sang a whiskey lullaby.
Louis/Harry (Larry)
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

WHISKEY LULLABY

 
 
 

 

He put that bottle to his head and pulled the trigger
And finally drank away his memory
Life is short, but this time it was bigger
Than the strength he had to get up off his knees
We found him with his face down in the pillow
With a note that said, 'I'll love him till I die.'
And when we buried him beneath the willow
The angels sang a whiskey lullaby

Brad Paisley – Whiskey Lullaby

 

 

Il sole tramontava oltre gli alberi. L’aria si faceva sempre più fredda, ma il sorriso di Louis non si spegneva, proprio come il solo in quel momento stava facendo. Sentiva l’eccitazione nelle vene, un’euforia che lo scuoteva da cima a fonda. Aspettava quel momento da troppo tempo, fin da quando, all’inizio dell’estate aveva lasciato Doncaster per andare dai nonni. Louis quel giorno aveva pensato a come tutto si fosse rovinato, a come avrebbe abbandonato tutti i piani di pura follia che nella sua mente si erano creati con tanta dedizione. Ma la cosa più difficile fu constatare che per quei tre mesi avrebbe abbandonare lui: Harry. Eppure in quel momento non riusciva a smettere di sorridere, di nascondere quelle piccole rughe di espressione che si formano intorno ai suoi occhi ogni qual volta sorrideva sul serio, col cuore. Stava tutto semplicemente nel fatto che quei mesi erano passati, e che adesso si trovava nel loro rifugio. Era arrivato con una settimana di anticipo, ma non importava, perché sapeva che ad Harry piacevano le sorprese, e quella per lui lo era. Semplicemente non vedeva l’ora di mettere piede dentro il loro rifugio e stringerlo tra le braccia, far penetrare nelle narici il suo odore, quello di casa. Perché Louis solo nelle braccia di Harry si sentiva veramente a casa, solo lì riusciva ad estraniarsi dal mondo e chiudersi in quella bolla, fatta solo di loro. Mosse un passo allora, attraversò le ghiaie e arrivò finalmente di fronte alla porta in legno così tanto familiare e consumata. L’aveva osservata tante volte, quando di nascosto entrambi si incontravano per passare una giornata d’amore; se le prime volte l’aveva trovata mal concia e consumata, adesso la trovava la cosa più bella mai vista. Perché se anche consumata, manteneva la sua bellezza agli occhi Louis, costretti nei ricordi vissuti solo pochi mesi prima. Si abbassò e prese la chiave in ferro arrugginito da sotto lo zerbino, quella chiave che mai nessuno avrebbe avuto il piacere di tenere in mano, di saggiarne la consistenza col tatto. Anche quella chiave donava a Louis dei ricordi, tutto ciò che c’era intorno donava a Louis dei ricordi. E a lui piaceva ricordare, perché nulla nella sua vita non era stato perfetto, almeno fino a quando Harry non ne aveva preso parte. Sospirò e fece scattare la serratura lentamente, per rendere quella sorpresa ancora più vera. E sorrideva perché già immaginava la faccia stupita del suo ricciolino, e del grosso abbraccio ,che dopo il primo momento di stupore, l’avrebbe accolto. Louis semplicemente era finalmente a casa. Quando mise piede dentro respirò a pieni polmoni, l’odore del legno marcio, degli alberi che fuori crescevano e parlavano tra di loro indisturbati, le finestre aperte che rendevano l’aria nuova ma lo stesso intaccata da quell’odore, impresso in ogni angolo di quel luogo. E Louis sorrise come non mai; la luce che in modo debole illuminava le scale gli fece scalpitare il cuore. E da quel momento se ne fregò della sorpresa, di fare con più cautela per non svelare l’arcano; semplicemente aveva voglia di andare dal suo Harry, di stringerlo e di mordergli le labbra rosse e carnose. Salì perciò le scale con velocità e si diresse lì, nella loro camera. E poi successe: si arrestò a pochi passi da essa, degli schiamazzi che provenivano da dentro. Sentiva la risata del suo Harry, ma perché rideva da solo? E Louis si avvicinò alla maniglia, quasi spaventato, perché non voleva che ciò che stesse pensando fosse vero. Si maledì, perché Harry, il suo Harry, non avrebbe mai osato fare una cosa del genere. E lo fece; abbassò la maniglia rivelando lo spettacolo che dentro si stava svolgendo. I due ragazzi intricati nelle coperte, nudi, che ridevano e scherzavano. E Louis si sentì morire, il sorriso che piano scompariva dal suo viso. In un primo momenti i due non si erano accorti della sua presenza ma poi:

“Harry” la voce spezzata e roca di Louis che attraversò la stanza, prima contornata dalle risate dei due ragazzi stesi sul letto.

E allora Harry si voltò con gli occhi sgranati, i ricci scombinati e il collo ricoperto da segni rossastri che si estendevano fino alla clavicola. E Louis morì definitivamente. Lacrime copiose a rigargli il viso, il cuore far male da morire, il respiro si mozzò. Fece di tutto per non cadere in ginocchio, le gambe troppo deboli per resistere. Non riusciva a respirare, non riusciva a connettere ciò che i suoi occhi avevano visto, ciò che era successo.

“Louis” mormorò Harry, lo sguardo spezzato, mentre afferrava una coperta per coprirsi e si alzava in piedi, forse per andare in contro a Louis.

Quest’ultimo gli volse le spalle, non riuscendo a guardarlo negli occhi. Il disgusto attraversò la sua mente mentre velocemente scendeva le scale del loro rifugio, mentre gli si affacciava il pensiero che ormai era tutto finito, tutto spezzato. Louis era stato dai suoi nonni, di certo non aveva passato dei mesi bruttissimi, ma aveva  comunque sentito la sua mancanza. E Harry? Si chiedeva spesso. Harry stava pensando a lui? Stava desiderano quanto lui il volerlo al proprio fianco, poterlo baciare e abbracciare? No, Harry non lo faceva. Harry stava a rotolarsi nelle coperte con un altro ragazzo. E le lacrime divennero più copiose, più irritanti e rendevano tremendamente appannata la vista di Louis, che cerva di uscire più velocemente possibile da quella casa, che in quel momento lo stava semplicemente soffocando.

“Louis! Louis, aspetta!” gridava Harry alle sue spalle, mentre lo inseguiva verso il suo cammino.

E Louis iniziò a correre più velocemente, uscendo dalla casa prima che Harry lo raggiungesse.

 

__  __  __  __

 

 

Di nuovo quel giorno il sole stava tramontando. Scendeva indisturbato in quel rosso accesso, nonostante esso stesse per spegnersi. E quel giorno non solo il sole si sarebbe spento, anche qualcos’altro, o forse qualcun altro. Louis stava disteso sul letto della casa di famiglia; aveva la vista appannata e i polmoni facevano troppa fatica a prendere aria. La testa gli doleva, eppure a lui non importava. Non importava di nulla ormai; non si curava di ciò che intorno succedeva, non si curava se il suo corpo aveva bisogno di acqua o di cibo. Semplicemente Louis si era perso, disteso nel letto con la mente annebbiata e i polmoni che non ricevevano aria. Stava per raggiungere il momento in cui tutto sarebbe finito; stava per raggiungere la pace. Il ricordo di ciò che aveva visto ancora impresso nella mente vivido come non mai. Non era più arrabbiato con lui; non poteva proprio esserlo, lui lo amava troppo. Lasciò così percorre il tempo, dopo ormai aver perdonato Harry nonostante quest’ultimo non ne fosse a conoscenza. E il respiro divenne tenue, le palpebre si chiusero e il buio raggiunse per sempre il corpo di Louis.

Quel giorno Louis smise di vivere.

Un biglietto stretto nelle mani: “Lo amerò fino alla morte.”

Un coro di angeli nel cielo cantò l’arrivo di uno nuovo.

 

__  __  __  __

 

 

Quando Harry seppe la notizia, stava sdraiato nel letto a guardare il soffitto. Non si era mai sentito così sporco e schifato di sé stesso in vita sua. Nessuno poteva capire quanto ciò che avesse fatto, lo stesse schiacciando sotto un peso più grande di lui. Poi il telefono squillò e nonostante all’inizio non volesse rispondere, qualcosa lo fece scattare nel premere il tasto verde.

“Harry” una voce debole e roca, una voce di lacrime versate. Riconobbe subito quella voce: Jay.

Si mise a sedere all’istante, il cuore scalpitante nel petto, la cassa toracica stava per esplodere. Sentiva il respiro pensata dall’altro capo del telefono, sentiva che si stesse trattenendo dal piangere; ingoiava i singhiozzi e persino Harry poteva percepirlo.

“Jay, che succede?” domandò Harry, l’ansia a scorrere nelle vene.

“Io..io” ed i singhiozzi fecero capolinea, ormai non più trattenuti “Harry, lui ti amava tanto” sospirò Jay.

Ad Harry il cuore cessò di battere. Il groppo il gola, il respiro farsi quasi inesistente, gli occhi velarsi dal liquido trasparente.

“Cosa? Jay, dov’è Louis?” chiese con frenesia e voce seria.

“Harry..lui..lui è andato via” pronunciò la donna con voce spezzata.

Harry quel giorno morì, proprio come Louis quando assistette a quelle spettacolo deprimente. Lasciò cadere il telefono a terra, lo sguardo vacuo, il respiro totalmente mozzato. Nel telefono la voce di Jay pronunciava il suo nome, ma lui non prestò più attenzione; si alzò e con rabbia scaraventò tutto ciò che trovò a portata di mano. Si accoccolò al letto, piangendo sommessamente e strattonandosi i capelli, per risvegliarsi dalla realtà a cui non voleva credere.

“Perché Louis? Perché?” pronunciò con voce sommessa, nascosta dai singhiozzi che lo percorrevano.

 

__  __  __  __

 

Il cielo era grigio, quasi anche lui stesse piangendo. Un venticello straripava gli alberi e scompigliava i capelli di Harry. Due cerchi neri gli contornavano gli occhi, le labbra screpolate e ricche di tagli. Stava seduto di fronte alla lapide grigia e la osserva proprio come quando osservava Louis, con amore.

“Amore, mi manchi. Mi manchi, mi manchi troppo” ripeteva in una lamentela Harry mentre altre lacrime scorrevano sul viso freddo e pallido.

“Perdonami, perdonami ti prego” sussurrò alzandosi in piedi e dirigendosi nel proprio posto, nel rifugio.

__  __  __  __

 

Anche Harry stava disteso nel letto quella volta, proprio come Louis. E proprio come Louis guardava il soffitto, una vecchia bottiglia di whiskey vuota appoggiata al comodino. Ad Harry bruciava troppo la gola, e proprio come Louis, non riusciva a far subentrare dell’aria nei polmoni. Gli occhi vacui e il petto scosso, aspettava anche lui che quel momento di pace arrivasse, che lo investisse. Aveva semplicemente compreso che la sua vita era nulla, senza di lui. E successe: il cuore nel petto si fermò, gli occhi si chiusero per sempre nell’oscurità.

Quel giorno Harry smise di vivere.

Nessuno seppe che l’aveva fatto fin da quando Louis l’aveva beccato nel commettere l’errore più grande della sua vita.

Nessuno seppe che si incolpò per giorni di ciò che successe a Louis.

Un biglietto in mano: “Lo amerò fino alla morte.”

Un angelo dagli occhi azzurri che lo accoglieva.

__  __  __  __

 

Alla fine nessuno poté scoprire il dolore interno di Louis ed il senso di colpa di Harry.

Quel giorno c’era un sole accecante e due ragazzi si guardavano negli occhi, si sorridevano.

Il verde nell’azzurro.

Un senso di colpa ed un perdono.

Fecero combaciare le labbra per un istante, si presero per mano e andarono via, insieme e felici.

Louis perdonò Harry, perchè lo amava troppo. Harry riacquistò la fiducia di Louis e rimosse il senso di colpa.

Si amarono fino alla morte, e un coro di angeli li aspettavano in cielo.

 

__  __  __  __

 

 
 

Angolo autrice:

Salve. Non ho molto da dire. Questa è la prima volta che scrivo una storia tanto angst, e soprattutto che faccio crepare i personaggi. Sapete, quella canzone è una benedizione. La conosco da anni, eppure non mi sono mai soffermata dallo scriverci una fan fic sopra, e poi ecco che BOOM mi arriva l’idea. Il cuore mi si è spezzato ed ho pianto, perché seriamente, non ci può essere tragedia più grande. Vi consiglio vivamente di ascoltarla perché è bellissima. E niente, spero che abbiate letto con piacere e che Harry e Louis abbiano fatto breccia nel vostro cuore. Non è scritta nel migliore del modi, ma l’importante è che si verifichi quanto può più alla canzone. Spero inoltre che esprima le emozioni giuste, quelle che voglio dare. Recensite per dirmi come la trovate.

Fate un salto nel mio profilo per le altre storie.

Un bacio..

ViviELasciaVivere

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: ViviELasciaVivere