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Autore: cath    10/01/2008    3 recensioni
Hermione e Draco, amore impensabile eppure č cosė.Il dolore della ragazza e il suo amore. ( La storia si svolge al settimo anno di entrambi i protagonisti)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduta guardava fuori dalla finestra, le rosse gote rigate da quelle lacrime che la segnavano, lasciavano dei solchi, facevano male. Male, tutto le faceva male, quello sguardo, quelle parole, quella voce, quel ragazzo che prima l'aveva guardata con amore, l'aveva baciata e l'aveva stretta a lui come nessuno mai aveva fatto. Fottuto bastardo, si era un bastardo, dov'era lui ora? Probabilmente a scopare con un'altra e lei lė ha piangere, a versare lacrime per un dannato stronzo che l'aveva solo illusa, parole...ma cosa sono delle parole in confronto ad un fatto? Delle semplici parole che si perdono nell'aria, si perdono sė, perchč non sono niente, almeno per lei. Ma dopo tutto a lui cosa importava? Cosa gli importava di una sporca Mezzosangue? Evidentemente niente, niente dato il modo in cui l'aveva trattata, niente dato il fatto che lei stava piangendo e le lacrime erano tristi, amare, le lacrime le facevano male. Uno sguardo, era bastato quello a farla innamorare di lui, cosė diversi eppure cosė simili, quegli occhi erano entrati nella mente della Grifondoro e non se ne erano pių andati, argentei, fieri, freddi eppure allo stesso tempo bruciavano. E dopo quello sguardo era diventata sua, quel corpo che un tempo non era di nessuno Lui lo aveva posseduto, quelle labbra che prima non erano mai state baciate Lui era riuscito ad accarezzarle, Lei si era fatta prendere e lui l'aveva accolta. Perchč allora tutto era finito? Piangeva e voleva urlare la dolce ragazza dai riccioli castani, lė a guardare quel paesaggio solo e buio, con il volto ormai bagnato e il dolore che provava contro di lui e la sua maledetta bellezza. Maledetta, sė maledetta, che altro se no? Quei suoi capelli biondi, lisci, gli occhi glaciali, quel corpo perfetto e quel ghigno che gli colorava le labbra, era maledetto e lei lo capiva solo ora. Solo adesso che l'aveva perduto e che lui le aveva fatto male capiva che era maledetto, e piangeva e urlava. Nessuno passava di lė, nessuno la vedeva mentre moriva, mentre avrebbe voluto ucciderlo, ma allo stesso tempo avrebbe voluto amarlo, avrebbe voluto essere accanto a lui mentre la stringeva, avrebbe voluto le sue labbra morbide sul collo, avrebbe voluto lui...come prima, come la prima volta che le loro labbra si erano sfiorate, morbide, calde. Ma non era cosė, no non sarebbe pių successo, la favola era svanita, tutto era svanito e ora lei stava cadendo, cadeva e urlava dal dolore perchč lui l'aveva uccisa. Lui aveva fatto sė che lei stava morendo, sola, abbandonata dall'unico che aveva mai amato. Abbandonata senza una spiegazione, senza un motivo, senza una parola, solo con una fottutissima risata, solo quella, quella che la ragazza non riusciva a togliersi dalla testa.

Una risata, la sentiva, credeva che provenisse dalla sua testa, non voleva sentirla e portava le mani alle tempie come per farla zittire, per fare cessare quell'insopportabile tortura che le toccava sentire e che accresceva il suo dolore. Ma la risata non proveniva dalla sua testa, non era il frutto del suo dolore, era reale, com'era reale il ragazzo che era in piedi dietro di lei e che la guardava piangere, che non aveva detto niente e che solo aveva riso. Aveva gli occhi grigi puntati su di lei e non li toglieva, le mani pallide erano nelle tasche dei pantaloni della divisa, la spalla sinistra appoggiata al muro e le gambe appena incrociate, silenzio. Silenzio, nemmeno il pianto della ragazza lo rompeva, lui era dietro di lei, quel dannato bastardo la stava guardando e lei rimaneva girata a osservare il nero cielo. Non voleva girarsi, non voleva girarsi per trovarsi di nuovo immersa nei suoi occhi e ricadere nell'errore che aveva commesso la prima volte che li aveva visti. No, non sarebbe stata cosė stupida, non avrebbe ceduto questa volta. E il tempo passava, i minuti se ne andavano e nessuno parlava, niente ormai avrebbe potuto cambiare quello che era accaduto, niente...tranne quello sguardo e per questo la grifondoro non si girava, non voleva, lei voleva odiarlo voleva ucciderlo, ma non ci riusciva. " Sei dannata insieme a me, Granger" uniche parole, le aveva dette lui, lui che era rimasto a guardarla tutto quel tempo senza prima parlare, lui che era condannato, era destinato, lo sapeva, sapeva che sarebbe andato all'inferno, sė perchč era un fottuto bastardo e si era disegnato da solo la condanna, ma a lui non importava, lo sapeva. E anche lei lo sapeva, sapeva che dopo averlo guardato, dopo averlo toccato, dopo averlo baciato, dopo essere stata sua lei si era detta dannata con lui, e non si tirava indietro. Non se ne andava, non ribatteva alle parole del biondo, lo sapeva, lo sapeva e non se ne pentiva, perchč dentro i suoi occhi, i suoi maledetti occhi c'era la dannazione e girandosi a guardarlo Lui l'aveva fatta cadere con sč e l'aveva trattenuta all'inferno.

The end
  
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