Film > The Phantom of the Opera
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Autore: __aris__    27/06/2013    4 recensioni
Emily Wandervitt è un esperta di autenticazione di opere d'arte ed altri oggetti antichi. chiamata a Parigi per una consulenza dall'Opéra, per caso trova un inquietante libro di pelle nera con i bordi delle pagine rosso sangue siglato FO. Incuriosita lo porta nella sua camera d'albergo, ignara di cosa le accadrà d lì a poche ore.
Nel 1875 Erik è alla disperata ricerca di un mezzo per riunirsi alla sua Christine. Disposto a tutto utilizza un incantesimo per tornare indietro nel tempo ma non otterrà il risultato sperato ...
-- ispirata al film del 2004 ed alla versione per il 25esimo anniversario del musical, con qualche accenno del romanzo. spero vi possa piacere e che la recensiate!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  “Mi aspetti qui! Torno subito!” disse Emily scendendo tal taxi davanti al portone di casa Wandervitt. Con un po’ di timore inserì la chiave nella serratura e poi aprì la porta. La sua giornata era trascorsa in modo tranquillo: aperitivo al Plaza per un fruttuoso incontro di lavoro, shopping therapy e pranzo nella Pool Room del Four Season (il suo ristorante preferito). Erano passate da poco le tre del pomeriggio e le restava solo da prendere il pc in biblioteca, poi sarebbe tornata a Park Avenue.
La casa era silenziosa, come se non ci fosse nessuno oltre lei. Percorse l’ingresso e diede una veloce occhiata alla porta della biblioteca: era aperta segno che Erik non si trovava al suo interno. Meglio così, avrebbe preso il laptop e sarebbe tornata nel suo appartamento in pochi minuti!
Appena entrata la ragazza si scontrò con i segni dei giorni di lotta tra Erik e Christine: già al primo passo si era accorta di aver calpestato un libro caduto malamente dal piano superiore, lo raccolse e lo spolverò con la mano, ma poi vide che l’intero pavimento era un insieme di libri, carte e mobili gettati in aria che avevano conosciuto la furia del Fantasma dell’Opera. Fece qualche altro passo in avanti e notò che accanto allo stipite della porta c’era addirittura un attizzatoio del camino conficcato nel muro. Qualsiasi cosa fosse accaduta in quella stanza era contenta di essere scappata in tempo! Di norma si sarebbe chiesta cosa avesse spinto Erik ad agire in quel modo ma non quel giorno!
Dopo diversi giri su sé stessa tirò via l’attizzatoio dalla parete e poi si diresse verso il divano per prendere il computer prima del ritorno di Erik. Al suo posto c’erano solo delle tracce di sangue abbastanza fresco. Era il sangue di Erik? C’erano delle altre macchie per terra … cos’era successo? Aveva preso lui il portatile? Perché?
Cerchi qualcosa mademoiselle?” una voce profonda interruppe i pensieri del perito. Era melodiosa, soave ed armonica come al solito ma sembrava più nera ed oscura del solito. In oltre proveniva da un punto non identificabile della stanza.
Merda!” imprecò l’americana a bassa voce prima di rispondere “Erik … non ho molto tempo … c’è un taxi che mi aspetta fuori … potrei avere il computer?” disse con voce stanca cercando di capire dove fosse l’uomo. Non avrebbe avuto la forza per sopportare un altro dei trucchi del Fantasma, ma sembrava non avere altra scelta!
Sali!” Ordinò perentoriamente l’altro dal piano di sopra mascherando l’agitazione. Emily eseguì controvoglia ed appena fu nel suo campo visivo Erik disse con tutta la calma di cui fu capace “Vieni avanti!
Non serve! … Sul serio! Ho sbagliato io! Dammi solo il computer!” non c’era bisogno di spiegare niente: era lei che si era insinuata in un amore capace di travalicare spazio e tempo; quello che era successo era solo colpa sua! Si era fermata in cima alla scala a chiocciola e si era rifiutata di guardarlo negli occhi. Lei che non aveva mai avuto paura o orrore di vedere il suo viso ora non lo sopportava nemmeno con la maschera!
Insisto madmoselle! Vieni avanti!” ordinò con un elegante gesto della mano. Emily percorse la balconata ed arrivò al capo opposto della stanza dove, in corrispondenza della scrivania sotto, si trovava un piccolo divanetto sul quale il Fantasma era comodamente seduto con il pc intatto al suo fianco.
Erik sul serio, non serve dire niente! Ho capito perfettamente!” L’americana sorrideva mentre parlava, ma non era il suo sorriso: non c’erano luce o calore in lei e lo sguardo era quanto di più lontano ci potesse essere dal sereno. Quello che Erik aveva davanti agli occhi era il diplomatico sorriso di una bambola! Sogghignò per una frazione di secondo mentre realizzava il senso del colloquio avuto con Alex! Gli aveva praticamente affidato la sorella chiedendogli di non farla partire! Non sapeva se fargliela pagare per il pugno o ringraziarlo!
Siediti … mademoiselle!
Grazie ma sto benissimo dove sono! cosa vuoi dirmi?
“Ci sono delle cose che devi sapere …” iniziò dopo qualche secondo impiegato a cercare di trovare un modo per spiegarle l’accaduto.
Emily portò le mani avanti facendogli cenno di fermarsi “non è il caso …
Lo è più di quanto pensi! Quindi ascolta e non interrompere!” Erik aveva abbassato la sua voce di almeno un ottava e l’aveva resa molto più imperiosa e penetrante del solito, sebbene il suo fosse stato poco più di un bisbiglio. Si alzò per avvicinarsi lentamente alla balaustra accanto ad Emily; poi allungò una mano per spostarle un riccio scomposto ma la ritrasse immediatamente, prese un profondo respiro ed inizio: “Io sono arrivato nel tuo tempo grazie ad un potente incantesimo che però non ha funzionato secondo i miei piani. Sarei dovuto tornare indietro di qualche anno per riavere Christine e vendicarmi cambiando il nostro destino.” In quel momento la maschera non era una barriera sufficiente, quindi l’uomo aveva piegato la testa in modo che lei non lo potesse vedere in viso; tutto ciò che gli occhi di Emily potevano osservare era la posa rigida ed il tremore in una mano, unico segno della sua reale agitazione. “non so perché il destino abbia preso una piega così diversa da quella che aveva immaginato ma credimi non sono affatto deluso.” Disse prima di voltarsi per vederla in viso e riprendere a parlare nella sua lingua madre “Ti amo Emily … ferma, ascolta e non parlare … non ancora … lasciami finire! … Ti amo! Tu sei come la pioggia nel deserto capace di riportare la vita dove per anni ed anni c’è stato solo il nulla! Non importa che sia un violento tifone o un pioggerellina leggera: lei passa ed inconsapevolmente riporta vita e colore.” Non aveva resistito e le stava gentilmente accarezzando una guancia con il dorso sella mano, ma Emily si ritrasse con un espressione amara a piegarle gli angoli della bocca.
Non mi sembrava che la pensassi così quando mi hai urlato di andarmene e lasciarti solo!” quelle parole erano talmente fredde che Erik le avrebbe quasi preferite urlate.
Non parlavo con te …
Emily roteò gli occhi esasperata “ Ah ti prego!
La magia ha sempre un prezzo ed anche se tu non hai visto nessun altro oltre a noi, ti posso assicurare che c’era chi era venuto a riscuotere.” Spiegò Erik sperando che la razionalità di Emily gli credesse.
E qual’era il prezzo?” chiese decisamente scettica l’americana mentre il suo desiderio di tornare a Park Avenue aumentava esponenzialmente.
Tu!” quelle sole due lettere e l’intensità con cui furono pronunciate schiacciarono ed inchiodarono Emily al suolo “Per la possibilità di riavere Christine ho perso la donna che amo! La magia ha sempre un presso troppo alto!” disse amaramente.
Pensavo l’amassi ancora.” Adesso era lei che non poteva sostenere il suo sguardo e teneva il capo voltato, ma Erik la fece girare sfiorandole il mento con due dita e fece in modo che non potesse distogliere gli occhi da lui “Io ero ossessionato da Christine e dalla sua voce. Ma differenza tra amore ed ossessione l’ho capita solo toppo tardi!” prima che lei si potesse ritrarre le cinse il volto con entrambe le mani e si avvicinò di un passo “Io volevo Christine! Volevo il suo canto, il suo cuore, la sua mente e la sua anima! Volevo anche il suo corpo ma sapevo che quello non lo avrei mai ottenuto! Volevo tutto questo e non m’importava del costo. Ma ora desidero solo che tu sia felice; non serve che paghi anche tu per me! Vorrei che tu lo fossi al mio fianco …” ed Emily vacillò tra le mani del Fantasma dell’Opera per la speranza che trapelava dalle ultime parole, ma lui proseguì con l’espressione di chi si aspetta solo un rifiuto “Ma se pensi che Londra sia meglio allora vai. Non ti voglio infelice, e non ti sopporterei tale a causa mia!
Sapeva che doveva dire qualcosa, ma dopo che Erik le aveva aperto il suo cuore in quel modo non sapeva cosa doveva dire! Quindi chiese l’unica domanda a cui riusciva a pensare per prendere tempo “Cos’è successo in questa stanza?
Erik si ritrasse e si voltò verso lo sfacelo del piano di sotto; doveva ammettere che la biblioteca era devastata quasi quanto la sua Dimora dopo il passaggio della folla inferocita. “Ciò che vedi sono i segni della battaglia tra me e lo spettro. Quella creatura aveva le sembianze di Christine, indossava perfino il costume di Anita ed aveva la sua stessa voce! Ma non era lei! E più cantava più io mi avvicinavo alla morte … quando ero allo stremo delle forze ho cantato anch’io ma in una tonalità avversa alla sua. Non so come ho fatto a svegliarmi ancora nel mondo dei vivi.”
Emily si avvicinò ad Erik, che rimaneva immobile con gli occhi in un punto imprecisato del pian terreno. “È tutto vero?” lui annuì.
Anche che vorresti che restassi?” un altro cenno affermativo. A quel punto Emily poggiò la sua mano su quella che Erik teneva bel ferma sul corrimano e lo sentì tremare come scosso da elettricità pura. “Dillo ancora!” chiese la donna a bassa voce mentre lui si voltava stupito.
Cosa?
Che mi ami …” sussurrò incerta.
Erik posò la mano libera sulla guancia sinistra della ragazza, accarezzandola con un pollice,  prima di curarsi che la sua voce esprimesse fino in fondo le parole successive “Je t'aime mon cher coeur!
Lei sorrise e mise la sua mano destra sul cuore del Fantasma “Ti amo Erik e sarei la donna più felice del mondo se mi permettessi di restarti accanto!” annunciò con solenne dolcezza.
La mano ferma sulla balconata volò veloce ed attirò inesorabilmente Emily a sé, mentre l’altra si spostava sotto al mento per poterla baciare meglio e restituirle un po’ del fiato che le aveva strappato. Questa volta Erik sapeva che nessun demone o spirito avrebbero potuto mai portargli via Emily perché era stata lei a decidere di restare con lui, ed il libero arbitrio è  intoccabile! Lei era sua, completamente, ed in un modo totalmente diverso da tutto ciò che fino a quel momento aveva definito “suo”; e questo pensiero rese il bacio decisamente più profondo, passionale e possessivo dei precedenti. Appena le mani dell’americana ebbero cinto il suo collo lui ne approfittò per colmare anche l’ultimo frammento d’aria che li divideva; adesso tra loro c’erano solo indumenti ma se nessuno dei due si fosse fermato non ci sarebbero rimasti molto!
Dopo un po’ Emily si allontanò per respirare e si ricordò del taxi che l’aspettava da Dio solo sapeva  quanto. “Devo andare …” disse ancora ansimando mentre accarezzava la parte scoperta del volto di Erik “Il taxi … devo pagarlo …
Un ultimo veloce bacio e la lasciò andare, maledicendo l’inconsapevole taxista nella sua mente. Lei prese il portafogli dalla borsa, caduta a terra chissà quando, ed uscì di corsa dalla biblioteca. Erik la vide trotterellare in modo instabile su scarpe dal tacco decisamente alto, mentre si accarezzava le labbra con due dita per imprimere a fuoco quel momento nella sua mente. Posò la borsa sul divanetto e raggiunse il portone d’ingresso prima che Emily potesse rientrare. 
   
 
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