Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: maryciel    27/06/2013    3 recensioni
Ciel, oggetto sempre più frequente di strane allucinazioni notturne, decide di affrontare una volta per tutte gli incubi che lo attanagliano notte dopo notte, a suo rischio e pericolo...si ritroverà così in un lontano passato in cui scoprirà le origini del suo prestigioso casato, si scontrerà con la storia di un ragazzo misterioso non molto lontano da lui, e soprattutto conoscerà un Sebastian diverso, completamente estraneo all'impeccabile maggiordomo che è al suo fianco!
(è la mia prima Fanfiction, siate clementi *inchino*)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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//GOMENASAE GOMENASAE GOMENASAEEEE!!!! TT^TT so di averci messo una vita a postare questo nuovo capitolo, ma sono successe talmente tante cose che ho avuto come un blocco nel cervello che mi impediva di andare avanti con la storia, nonostante sia già completa nella mia testa. Inoltre sia le circostanze in cui mi trovo mentre scrivo, sia le mie esperienze personali mi inducono ad aggiungere in continuazione scene carine che potrei inserire per far ridere, o commuovere....il punto è che li per li non riesco mai ad incastrarle per bene facendo in modo che combacino con la storia!
Mi dispiace di aver infranto la promessa di aggiornare spesso, ma non è colpa mia...prendetevela con il blocco dello scrittore! detto questo (oggi lo sproloquio è durato di meno del solito xD) spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, e spero anche che recensirete un pò di più (prima che iniziassi a scrivere non recensivo mai, ora che invece mi rendo conto di quanto sia difficile mettere in fila ogni minimo pensiero con la costante preoccupazione di deludere i fan mi sto sforzando di fare più recensioni anche io! no,sul serio, fatelo, è importante per un autore <3 ).
Un grazie speciale a Bilo99 <3
Buon Divertimento ^^


-Non....ti....AZZARDARE!-
un giovane ragazzino dai capelli grigio bluastri, all’incirca sui 13 anni tentava disperatamente di smuovere dall’unico divano sgangherato della modesta casa un altro ragazzo, più grande forse di qualche anni (almeno a prima vista) e dai capelli corvini, che non accennava a spostarsi di un millimetro dalla comoda posizione in cui si trovava.
-Non ci penso minimamente a muovermi da qui! Si sta così comodi......- il più grande accennò ad una risatina per gli sforzi inutili dell’altro
-Lionel, dai ti prego......è già uno solo, poi in questa posizione lo rompi anche ....tu poi non hai bisogno di riposo, mentre io si, e gradirei anche un po’ di calore davanti al camino per ritemprarmi.....per favore....- Desire cercò di farlo desistere più volte, ma vedendo che usando le buone non riusciva a cavare un ragno dal buco, decise di far valere la propria autorità e prendere una posizione una volta per tutte.
-Senti Lionel, io non posso stare qui tutta la notte, se non vuoi alzarti ti costringerò a farlo e poi te la farò pagare, chiaro?- assunse il tono più deciso che gli riuscì in quel momento
-Tzk, ma chi sei mia madre?-in tutta risposta il demone si stiracchiò e si sdraiò ancora di più occupando ogni singolo centimetro del divano, ridendo come un matto per tutti i falliti tentativi del ragazzo.
A quel punto Desire oltrepassò il limite: mai nessuno aveva mai osato disobbedirgli e mancargli di rispetto in quel modo, neanche in passato, e ora arrivava un demone di bassa lega che osava sfidarlo, mettendo in dubbio la sua autorità e la sua stessa autostima.....era deciso ad infliggergli una punizione così esemplare da fargliela ricordare per tutta l’eternità.....prese un lungo sospiro, e con una voce profonda ed autorevole che spaventò persino il demone prese la parola –Lionel.....ti ordino di alzarti!-
Il demone lo guardò a dir poco terrorizzato.....da dove aveva cacciato tutta quella autorità? sembrava quasi fosse abituato a comandare, tanto il tono di voce era fermo e deciso.....il suo corpo si mosse da solo, sia per l’ordine impartitogli sia per uno strano timore interno che non riusciva a spiegarsi.
-Bene.....e ora.....- si guardò intorno con attenzione....ora doveva decidere la punizione da affibbiargli. Con un sorriso sadico notò le macchie sul muro provocate dal demone in mattinata nel tentativo di “esplorare la casa” o almeno così gli aveva detto.....si avviò con passo lento verso una macchia più grande delle altre, ci passò un dito sopra e lo guardò con una macabra espressione di pura goduria, facendo rabbrividire il demone.
-E ora.....pulisci....-
-T-Tutto q-qui padrone?- credeva di averla scampata lui.....povero illuso
-....con la lingua!-
Un urlo riecheggiò nella foresta
-COSAAAAAAAA?????-
-Esattamente ciò che ho detto.....pulisci con la lingua tutto il macello che hai combinato oggi! Questa baracca è già abbastanza sporca senza che debba metterci anche tu!-
il tono di voce non ammetteva repliche, ma Lionel non era ancora disposto a cedere
-E se.....per caso dovessi rifiutare?- lo guardò con un sguardo di sfida ma deglutendo pesantemente
-.....puoi considerare la cena bruciata- si sbottonò con tutta tranquillità la camicia scoprendo il marchio sul petto, che forse per la disobbedienza del demone si illuminò andando a bruciare tutto il dorso della mano....sorpreso e dolorante Lionel si piegò sul braccio con un espressione di acuta sofferenza
-D...d’ accordo....hai vinto....-
Il demone si avvicinò al punto indicato dal più piccolo e con uno sforzo immane ed un odio represso nello sguardo allungò la lingua fino a sfiorare la parete.....si ritirò subito disgustato e lo guardò implorandogli silenziosamente di ritirare quell’ordine.....ma l’altro, dal canto suo, si divertiva troppo per farlo smettere....
-Devi imparare ad obbedire al tuo padrone Lionel-
 pronunciò il nome lentamente scandendone ogni lettera, come per sottolineare il resto della frase, non detta “....altrimenti ne subirai le conseguenze!” . Si sdraiò sul divano finalmente libero, ad ammirare ridacchiando l’opera dell’altro, che nel frattempo puliva con lunghe leccate e sonori lamenti
-Oh, vedo che sei abbastanza esperto con la lingua....che allenamenti segui mio caro?- proseguì allusivo
-Smettila di prendere in giro! Non è divertente! Bleagh....-
quell’atmosfera di apparente serenità però durò poco.....come la Morte che tenace ti circonda silenziosa fino a quando nel momento più felice e sereno ti ghermisce con la sua scure, così tre colpi esatti alla porta d’ingresso misero fine alla quiete di quella serata.....facendo cenno a Lionel di smettere e di nascondersi, Desire si avviò alla porta abbottonandosi la camicia, non sospettando minimamente ciò che di li a poco sarebbe successo.....aprì la porta con tranquillità, ma il suo volto si oscurò, vedendo sull’uscio un uomo incappucciato con un lungo mantello nero che lo ricopriva interamente, insieme all’unica compagnia di una lanterna sgangherata.....nonostante l’aspetto minaccioso non sembrava avere intenzione di muoversi, così il ragazzo si azzardò a parlare per primo
-.....Desidera?-
-Sono qui per ordine di Sua Grazia- la voce dell’uomo era roca e vecchia, ma scandiva bene le parole, così bene che Desire ebbe un sussultò.....perchè lei lo aveva convocato in così tardo orario? Che fosse finalmente ciò che attendeva da tanto?
-Se è solo una comunicazione può anche dirle che preferirei attendere domani per....-
-Mi ha intimato di condurla da lei immediatamente-
.....ecco, ora ne era certo, era una trappola. Ma doveva ugualmente obbedire, se voleva raggiungere il suo obiettivo.....doveva soltanto fare l’accondiscendente per un altro po’. Sospira e prende la sua misera giacca, seguendo l’uomo a malincuore e ripromettendosi di tornare presto. Lancia uno sguardo al nascondiglio di Lionel lanciandogli il silenzioso ordine di proteggere la casa. Fatto questo, sparì.
Uscito dal suo nascondiglio Lionel si guardò intorno. Era solo nella casa che in qualche modo poteva considerarsi la sua, anche se lontanamente......il padrone era assente.....la ragione gli diceva che forse sarebbe stato meglio seguire il padrone nel caso si fosse cacciato in qualche guaio, ma l’istinto gli intimava di fermarsi per curiosare in giro più di quanto non avesse già fatto e di divertirsi come più poteva, nell’assenza di una guida....scrollò le spalle e decise di restare, alla faccia della sorte del ragazzo
-Oh beh, mi chiamerà se avrà bisogno di me, no? E poi non credo di dovere poi tanto a quel ragazzino viziato....- si guardò intorno alla ricerca di qualcosa da fare. Non poteva lasciare la casa per cercare le meravigliose creature dagli occhi perlacei e il corpo morbido e flessuoso (gatti),  ma qualcosa che poteva fare c’era.....tra tutte l’unica stanza ancora inesplorata restava quella del ragazzino.....si avventurò sulla stretta scalinata che portava alla soffitta/camera da letto.....si guardò intorno con indifferenza.....non possedeva quello che gli umani chiamano “senso del gusto”, per lui una ricca camera di un lord o una stalla non avevano poi molta differenza....però dovette ammettere che era abbastanza fredda e spoglia....il soffitto era spiovente e nell’angolo vi si trovava un unico letto ad una piazza e mezzo. Si soffermò pensando che il padrone aveva avuto una sorellina piccola quanto lui, per cui avrebbero potuto dormire insieme senza problemi.....accanto al letto vi era l’unica finestra della stanza, e addossati alla parete della porta vi erano un baule e un piccolo armadio.
Si avvicinò cautamente all’armadio aprendolo con poca cura ed osservandone l’interno: era abbastanza solido e ad una delle ante vi era posto uno specchio che rifletteva l’intera figura. Rivelava una profonda frattura ad un lato come se qualcuno lo avesse preso a pugni per rabbia, e delle fugaci macchie rosse, come solcate da piccole dita. Ridacchiò stupito. Allora non era stata solo una sua impressione, il padrone era davvero irascibile!
Passò poi ad esaminare i vecchi vestiti appesi alle grucce. Erano sia femminili che maschili, tutti degli stessi colori e sempre uguali se non con qualche piccolo dettaglio che li rendeva differenti, come il tipo di stoffa o altro.....
-Tzk, questa roba non è per niente divertente!-
richiuse l’armadio con rabbia e si poggiò alle ante incrociando le braccia ed osservando la stanza senza particolare attenzione.....possibile che il suo amato padroncino non nascondesse proprio nulla in quella stanza? Guardò sotto al letto, disfò le coperte, tolse le federe ai cuscini, arrivò persino a tastare ogni centimetro di parete per sentire se dall’altra parte vi era il vuoto.....spossato si gettò sul letto indeciso su cosa fare....poi ad un tratto si diede uno schiaffo in pieno volto. Come aveva fatto a non pensarci prima? Lo aveva avuto davanti agli occhi tutto il tempo e non lo aveva minimamente calcolato....accanto all’armadio c’era un baule, completamente intatto, e pronto per lui.  Ci si fiondò letteralmente sopra, facendo per aprirlo, ma lo trovò chiuso da un lucchetto e da un catenaccio ben piazzato
- Ma guarda guarda.....allora c’è davvero qualcosa da nascondere.....-
non aveva idea di dove fosse la chiave.....aveva frugato in tutta la casa da cima a fondo, ma non aveva trovato niente del genere.....indi per cui.....l’unico posto ove poteva essere era addosso al padrone. Stava valutando se forzare o no la serratura con il rischio di essere scoperto, quando sentì un colpo secco, come di un corpo che cade, giù alla porta. Si precipitò a controllare ed aprì di scatto la porta, pronto a combattere, ma.....
Ciò che si ritrovò dinanzi era l’ultima cosa che avrebbe immaginato di vedere: una figura distesa a terra sanguinante, con i vestiti stracciati e i capelli scompigliati.....il giovane era disteso su un fianco e respirava a fatica, piccola ed esile figura....a vederlo così sembrava davvero ridotto in fin di vita.....ma la cosa che lo sconvolse di più era che egli era l’ultima persona che avrebbe desiderato di vedere in quello stato.....il suo padroncino!
-DESIRE, DESIRE!!!!-
il demone si precipitò a soccorrerlo terrorizzato, con una strana enfasi che non risultava naturale neanche a lui.....in fondo era un demone, non avrebbe dovuto provare sentimenti....ma....in quel momento era davvero preoccupato.....anche perché il ragazzo non dava segni di vita. Lo poggiò sul divano tentando di mantenere la calma.....era tutto bagnato, e il suo piccolo corpicino era ridotto in uno stato terribile.....ovunque vi fosse un lembo di pelle scoperto vi si potevano notare graffi o lividi  di grosse dimensioni.....per fortuna non vi erano ferite profonde....segno che chiunque lo avesse ridotto in quello stato almeno non aveva avuto intenzione di ucciderlo....e questo era un bene! Allungò una mano per carezzargli la fronte sudata, ma con uno scatto fulmineo l’altro si ritrasse e si rannicchiò nell’angolo del giaciglio.....Lionel stentò perfino a riconoscerlo: aveva gli occhi spalancati e pieni di terrore, segno che qualcosa lo aveva in qualche modo traumatizzato.....tremava come una foglia, ed aveva il respiro affannato....non pronunciava neanche una sillaba.
-Desire.....- cominciò il demone tentando un avvicinamento
-NON TOCCARMI!!!- Desire chiuse gli occhi e si strinse ancora di più.
-Ma...sei ridotto ad uno straccio! Lascia che ti aiuti...-
-Ti ho detto di non toccarmi!!- il piccolo gli lanciò uno sguardo irato più che eloquente. Decise così di cambiare tattica
-Come ti sei ridotto in questo stato?-
-I....io.....s-sono caduto....nel dirupo....nulla di che....-
era evidente che stava mentendo
-Ne sei sicuro? Non è successo nulla di grave? Non devo preoccuparmi?-
-L’unica cosa di cui devi preoccuparti adesso è di prepararmi un bagno caldo, e di smetterla di fare domande inutili. Se non lo avessi ancora intuito questo è un ordine!-
A quel punto non valeva più la pena insistere.....ora era fermamente convinto che il padrone nascondesse qualcosa, qualcosa di grosso. Ma non glielo avrebbe certo rivelato di sua sponte, ne tantomeno quella sera. Ad un tratto l’idea di aprire quel baule, anche a costo di essere scoperto gli parve un idea molto più allettante....ma non poteva rischiare così facilmente; Desire si sarebbe di sicuro arrabbiato, ed avrebbe sciolto il contratto in quattro e quattr’otto. Gli conveniva attendere il momento più propizio, ossia quando il giovane si sarebbe allontanato dalla casa. Fu con questi pensieri che si recò nel bagno ad eseguire l’ordine ricevuto.
Desire, dal canto suo, rimase rannicchiato dov’era, con la testa che gli scoppiava ed i pensieri evidentemente troppi e troppo pesanti per una sola minuscola calotta cranica: era....davvero......successo tutto quello? Lui....lui.....era.....no, non riusciva neanche a pensarci!! Come aveva potuto abbassarsi a tanto, si chiedeva? Aveva lasciato che succedesse tutto quello.....che facessero di lui semplicemente una pezza da usare e buttare....avrebbe potuto chiamare il demone in aiuto in qualsiasi momento.....ma non l’aveva fatto semplicemente perché vi erano una valanga di motivi per non farlo.
Prima di tutto il tempo: aveva bisogno di tempo, per digerire il dolore e riprendersi del tutto dalla morte di Emily.
Secondo: prove! Senza le adeguate prove non avrebbe potuto far niente, ne riprendere il titolo che gli spettava di diritto, ne vendicarsi per le umiliazioni e la dipartita di coloro che amava.
Terzo, ma non meno importante: l’orgoglio, che non gli permetteva in alcun modo di rivelare ciò che aveva dovuto subire, ne tantomeno di chiedere aiuto a chiunque esso sia!
e ci sarebbe in verità anche un quarto.....sentiva di non avere il coraggio di far del male a coloro a cui aveva voluto bene....anche se la persona in questione ora....lo trattava come se per essa non fosse mai esistito!
Aveva però anche dei fattori dalla sua parte....aveva un demone con se che gli aveva giurato eterna fedeltà, e sapeva di poter contare sulle sue doti intuitive e sul suo intelletto.
Alla fin fine.....non andava tutto poi così male! Sapendo di mentire a se stesso si recò nella toilette ove l’altro aveva preparato un bagno che sperava con tutto il cuore lo avrebbe aiutato a riflettere meglio e ad inventarsi una scusa migliore.
In quella piccola casa ove sembrava regnare fino a poco meno di 48 ore prima un atmosfera di pace e quiete, ora sembrava scoppiato l’inferno, anche se ancora celato.



Ciel rimase in silenzio, senza riuscire a proferire parola, seduto, o piuttosto rannicchiato sulla poltrona di velluto di fronte al maggiordomo, che con tutta calma ed apparente indifferenza gli narrava di ciò che era accaduto secoli e secoli addietro. Era così assorto che riusciva quasi ad immedesimarsi in lui; beh, le narrazioni di Sebastian erano a dir poco incredibilmente realistiche. Quando narrava gli sembrava di avere dinanzi agli occhi una lanterna ad immagini girevoli, oppure di essere in un enorme teatro dell’opera con gli attori recitanti in assoluto mutismo, le cui voci ed emozioni vengono elegantemente narrate dalla dolce voce di un narratore onnisciente.
- E dunque.....devo immaginare che a Desire sia successo qualcosa di spiacevole, vero?-
-Immagina bene Signorino.....ma di cosa si trattasse, ahimè, lo scoprii tempo dopo-
-Non potresti dirmi di cosa si tratta? Così forse riuscirei a seguire meglio.....-
Sebastian sorrise dolcemente.....il Bocchan si era fatto prendere molto dalla storia, molto più di quanto immaginava. Poteva anche riuscire a scorgere nel suo occhio scoperto una sorta di immedesimazione e di trasporto.....sembrava sinceramente preoccupato per le sorti dei protagonisti. Se quella fosse stata soltanto una storia inventata li per li come favola della buonanotte probabilmente non ci avrebbe fatto molto caso, e l’avrebbe modificata a suo piacimento.....ma purtroppo quella era la realtà dei fatti, ed era rammaricato di non poter dare al suo Padroncino il finale che desiderava.....ma in fin dei conti aveva chiesto di sapere, e lui d’altro canto non poteva assolutamente mentirgli. Era però commosso dal cuore del Bocchan, all’esterno così freddo ed imperscrutabile, ma all’interno caldo e denso, come una pralina al cioccolato.
-No Bocchan, mi dispiace ma non posso.....volete la verità e io ve la narrerò un passo alla volta....ma le braci del camino si stanno affievolendo.....venite qui o sentirete freddo!-
Ciel si alzò senza esitazione e si sedette accanto a Sebastian, il quale, senza un ordine preciso ne alcuna richiesta da parte sua, lo prese sorprendentemente in braccio adagiandolo sulle sue gambe e stringendolo in modo da tenerlo caldo.....dopo un attimo di sbandamento il ragazzo si adattò abbastanza in fretta alla posizione decisa da più grande, poggiando la testa sulla sua spalla e rilassandosi tra le sue braccia.....non poteva fare a meno di sentirsi un po’ Lady in quel momento, ma non gli importava più di tanto.....in fondo erano soli....poteva permettersi di rilassarsi in quel modo così.....così.....caldo.
-Allora? Continui?-
Il maggiordomo lo guardò soffermandosi su quell’occhio così profondo ed intenso, che gli ricordava tanto un altro sguardo, più sereno e lontano nel tempo....
-Yes, My Lord!-

  
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