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Autore: zaynsvoicex    27/06/2013    1 recensioni
Era il 13 settembre quando ci baciammo la prima volta.
Era il 13 settembre quando lui mi lasciò.
Era il 13 settembre ora che lo stavo raggiungendo.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Thirteenth of September

 

 

Quella sera il bar era meno affollato del solito, forse perché l'estate stava finendo e la gente piano piano iniziava a tornare in città. Io lì a sorseggiare la solita birra, che da un po' di anni aveva sostituito la Coca-cola.
Vidi il mio riflesso nello specchio alle spalle del barista. Era da qualche tempo che non ero più ossessionato dal mio aspetto come una volta. Adesso non mi importava più della barba incolta ad incorniciarmi il viso, di un colore decisamente più scuro del normale, ed anche se i miei capelli castani non erano perfettamente acconciati in un ciuffo impeccabile non ne facevo una tragedia.
Ora avevo lui a cui pensare. E, cosa che mi distruggeva ancora di più, continuavo ad aspettarlo, come se ci fosse anche la più remota possibilità che tornasse da me.

 

''Mario, smettila cazzo! Vaffanculo, non sopporto più né te né la tua gelosia, io e Rita siamo amici!''.
E' tardi, siamo appena usciti dal bar e stiamo tornando a casa, sono io a guidare.
Sento la sua voce esasperata a pochi centimetri dal mio orecchio, ma questa volta non lo perdono.
Il mese scorso era ubriaco, per questo avevo lasciato perdere, ma ora proprio non riesco a non pensarci.
Quella dannata ragazza coi capelli rossi non la sopporto, crede di poterselo portare a letto quando vuole solo perché è stata con lui al liceo... Del resto credo di starle antipatico anche io, è colpa mia alla fine se Gianmarco l'ha lasciata, rendendosi conto che i sentimenti verso di me erano più forti di una semplice amicizia.
L'ho trovato con lei di nuovo! E questa volta era perfettamente cosciente di quello che stava succedendo.
Sono su tutte le furie, non mi accorgo del fuoristrada che sta venendo contro di noi, o in ogni caso capisco troppo tardi ciò che sta accadendo. Lo prendo in pieno. La macchina sbanda. L'ultima cosa che vedo sono gli occhi di Gianmarco, quei fottutissimi occhi azzurri in cui mi perdo ogni singola volta. Poi il vuoto totale.

 

Quel bar era sempre stato il nostro posto preferito, avevamo passato ogni singola serata libera lì insieme per quasi sette anni, dapprima come amici, poi da innamorati.
E adesso, a ventidue anni, ero ancora seduto a quel bancone, ripensando alle serate passate con lui, alle mie speranze da quindicenne confuso, all'incredibile sicurezza che quell'angelo entrato nella mia vita sette anni prima riusciva a trasmettermi anche solo con uno sguardo.
Mi mancava, mi mancava terribilmente. Era già passato un anno da quella notte di Settembre e stavo troppo male per continuare a vivere in quel modo.
Gianmarco mi aveva salvato, sì.

Mi aveva aiutato ad amare di nuovo, dopo una cotta forzata che avevo preso in primo superiore per una mia compagna di classe.
Mi aveva sostanzialmente dato il coraggio di amare, dato che era da quando avevo dodici anni che pur essendo consapevole che mi piacessero i ragazzi lo nascondevo perfino a me stesso.
Ma vedendolo per la prima volta davanti scuola in quel giorno freddo di novembre avevo provato emozioni che neanche io ero capace di spiegare. L'avevo amato dal primo secondo.
Come si poteva non amarlo? I capelli biondi disordinati, la sua barbetta che gli dava un'aria da uomo vissuto, il suo sorriso... E quegli occhi. Azzurri per chi non aveva voglia di stare lì a descriverli, verde chiaro illuminati dalla luce artificiale, azzurro chiaro -quasi bianco- con riflessi verdi quando guardava il sole. Per me erano semplicemente vita.

 

Apro gli occhi e mi accorgo di essere in una stanza d'ospedale, pareti bianche e verdi, atmosfera deprimente ed altri cinque letti intorno al mio. Cazzo, avevamo fatto un incidente ed era tutta colpa mia. Istintivamente il mio pensiero va a Gianmarco...Dove sarà? Starà bene?
Un uomo in camice passa davanti a me ed io cerco di attirare la sua attenzione, senza badare all'atroce dolore che provo al braccio.
''Mi scusi?'' chiedo, sperando che mi degni di un po' di attenzione.
''Ah, si è svegliato...'' Si avvicina a me abbassando la testa, senza il coraggio di guardarmi negli occhi.
''Ehm, si... So che molto probabilmente non sono tenuto a saperlo, ma in macchina con me avete trovato un altro ragazzo, vero?'' Nella mia voce c'è tanta speranza, insieme ad una nota amara di pessimismo.
''E' inutile illuderla, è in rianimazione. Le sue condizioni sono critiche, durante l'impatto ha sbattuto la testa ed ha seri danni al cuore e ai polmoni, dato che il cruscotto dell'auto ha ostacolato la respirazione per qualche minuto. Non so se ce la farà.''

 

Il ricordo di quel giorno poi era ancora peggio. In un secondo mi ero visto cadere il mondo addosso. Avevo passato sei anni della mia vita a dipendere totalmente da Gianmarco, a pensare a lui in ogni singolo momento della mia giornata, avevamo imparato ad amarci pian piano, lui era sempre stato il mio punto di riferimento.
Oltre al coraggio e all'amore che mi aveva dato, era stato il mio migliore amico.
Lui c'era stato. Era con me quando ero triste per quel concerto dei Green Day a cui non mi avevano dato il permesso di andare, era con me quando ero felice, era con me quando ero arrabbiato. Avevamo passato di tutto insieme.
Per questo non sapevo come andare avanti, ero consapevole del fatto che c'era il novanta percento di possibilità che non lo avrei più avuto accanto ed ero sicuro che senza di lui sarei stato perso, perché in quasi sei anni era diventato la persona più importante della mia vita.

 

Sono passati tre giorni dalla mia discussione con il dottore, è il 13 settembre, il giorno del nostro anniversario.
Esattamente cinque anni fa era era stato un suo messaggio a darmi il buongiorno.
'Ehy Billie, pronto per il primo giorno di scuola? Ti voglio bene xx. -Trè'
Ripenso ai suoi messaggi e sorrido. Tipico di noi due chiamarci a vicenda 'Billie' e 'Trè', dopotutto la nostra amicizia si avvicinava tantissimo alla loro.
Si è sempre divertito a rinfacciarmi il fatto che fosse più grande di me, infatti io dovevo iniziare il terzo superiore mentre lui aveva finito il liceo e si sarebbe iscritto all'università di lì a poco.
Buffa come cosa... Cinque anni fa a quest'ora eravamo fuori dalla porta del Liceo Scientifico, lui era venuto a prendermi e non avevamo più resistito: ci eravamo baciati. Dopo dieci mesi finalmente avevamo entrambi ammesso all'altro e soprattutto a noi stessi di essere innamorati.
Mi alzo dal letto della nostra stanza, sempre più vuota senza di lui. Sono tornato a casa solo ieri, ho il braccio ingessato e l'emicrania mi accompagna da ormai quattro giorni.
Finché ero rimasto in ospedale non mi avevano permesso di vederlo, ''Troppo rischioso'' dicevano ignorando le mie lacrime disperate, ma non riusciranno a convincermi di nuovo a lasciar perdere.
L'estate sta finendo, fa ancora caldo ma è sopportabile. Sono costretto a raggiungere l'ospedale a piedi perché col braccio ingessato guidare è praticamente impossibile, passo dal parco e a vedere le coppiette felici godersi gli ultimi giorni prima di tornare alla monotonia dell'inverno ho le lacrime agli occhi. Mi manca, anche se non lo vedo solo da tre giorni. Ed ho una fottutissima paura.

 

Ero uscito dal bar, la mia testa e il mio cuore non sopportavano tutti quei ricordi. Anche dopo un anno mi pareva di vederlo ancora seduto al tavolino all'angolo, che mi aspettava fissando la porta. La sua espressione concentrata che si trasformava in un sorriso quando entravo e avvicinandomi a lui dicevo ''Trè, mi sei mancato.'' Anche se ci eravamo visti quello stesso giorno a pranzo, nella casa che condividevamo. E lui puntualmente mi rispondeva ''Anche tu Billie.'' E mi baciava, come se non volesse più lasciarmi andare.
Ecco, stavo riprendendo a pensare a lui anche se ero uscito dal bar proprio per non farlo più.

 

Arrivo all'ospedale e chiedo di lui ad un'infermiera del reparto in cui mi avevano detto si trovasse. La sua espressione mi fa capire già tutto, mi guarda dispiaciuta, per poi dire ''Sono appena stata nella stanza del suo amico. Il cuore ha smesso di battere due minuti fa, abbiamo cercato in tutti i modi di salvarlo, ma non ce l'abbiamo fatta, mi dispiace.''
Lì scoppio. Piango, perché è tutta colpa mia. Piango, perché dovevo ascoltarlo. Piango perché non sono neanche riuscito a salutarlo l'ultima volta prima di abbandonarlo per sempre. Piango perché le ultime parole che gli ho detto sono state ''Sei uno stronzo, non voglio più vederti.'. E lui non saprà mai che quelle cose non le pensavo davvero.
Non so dove trovo la forza di arrivare fino alla sua stanza, ma la raggiungo.
Eccolo. Il ciuffo biondo disordinato, la pelle bianchissima, le labbra di cui mi sono innamorato. Ha il viso ricoperto da graffi e lividi, ma continuo a vederlo bellissimo. Quel ragazzo deve essere un angelo, non c'è altra spiegazione.
Lo abbraccio continuando a piangere. Come farò ora?

 

Sentii i rintocchi del campanile, segno che era scoccata la mezzanotte.
Era il tredici settembre adesso.
I sensi di colpa mi stavano logorando l'animo da un anno ormai.
La mia mente si ostinava a pensare solo a lui da 365 giorni.
Mentre il mio cuore gli apparteneva da sette anni.
Era diventato troppo difficile andare avanti, non credevo di poter sopportare questa situazione ancora a lungo e il mio attimo di debolezza in realtà fu solo il pretesto per farla finita, perché non avevo ragioni per continuare a vivere da tanto tempo ormai.
Stavo attraversando il ponte più alto della città, quando mi affacciai, guardando il paesaggio sottostante. Era fatta, dovevo solo fare un salto e tutto si sarebbe sistemato. Scavalcai la ringhiera e mi lasciai andare.
Era il 13 settembre quando ci baciammo la prima volta.
Era il 13 settembre quando lui mi lasciò.
Era il 13 settembre ora che lo stavo raggiungendo.

 

Allora. 
E' la prima cosa che scrivo, siate buone, please. Anche se non la leggerà nessuno ed è come se io stessi parlando da sola, ohw ♥
Omg, non ci credo che ho trovato il coraggio di pubblicarla, ma se tu stai leggendo quello che c'è scritto qui allora penso proprio che alla fine ce l'ho fatta, lol.
Comunque l'ho scritta ascoltando Wake me up when september ends, forse la storia potrebbe apparire un po' meno oscena se anche voi la leggeste con questa canzone come sottofondo, ma comunque quando leggerete questo avrete già finito, lol.
Alla prossima ♥

xx. Carmen.

  
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