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Autore: R e d    27/06/2013    4 recensioni
-Quando ho visto te e Niall..I-io--
-Era solo uno stupido gioco- lo interrupe lei, giustificandosi senza nemmeno saperne il motivo.
-Non è questo il punto- fece Harry, facendo voltare la ragazza. –Non sopporto di vederti con qualcuno che non sia io-
**
-Eri, sei e sarai sempre la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la vita- prese ad accarezzarle una guancia. –Ogni volta che riattaccavo, ogni volta che me ne andavo con Dana o con chiunque altro, ogni volta che non mi facevo sentire per giorni, ogni volta che facevo finta non me ne importasse niente.. Ti giuro, Elly, lo facevo per noi-
Prese l’ennesimo respiro, poi continuò.
-Non potevo rovinare tutto, lo capisci? Cosa sarebbe successo se il piccolo Hazza, se il suo storico migliore amico, ti avrebbe detto di essere innamorato di te?-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey, gente!
Eccomi quì, con un'altra One-Shot :3
Era da un pò che l'avevo in mente, così mi sono buttata e l'ho scritta.
Ci ho messo tre fottutissimi giorni però, undici pagine di word çç
-Le parti in 'obliquo' (bho, come si dice? lol) sono dei Flashnack-
Spero non sia un obrobrio.
Buona lettura c:
Love ya. xx




-Harry..-
La piccola dai capelli di un chiarissimo castano richiamò il ricciolino dagli occhi verdi steso sull’erba accanto a lei.
-Mh?- mugolò lui in risposta.
-Ti voglio bene- sussurrò innocentemente, arrossendo lievemente.
-Io di più- si affrettò lui, afferrando timidamente la sua piccola manina. –Quando saremo grandi ci sposeremo- continuò, baciando la guancia paffuta della sua amichetta Ellen.
-Dici davvero?- lo sguardo della bimba si illuminò. –Davvero ci sposeremo? Staremo sempre insieme?- chiese ancora, con quel tenue rosso che non abbandonava mai le sue guancie.
-Ovvio, piccola Elly.-
Il bambino circondò con le braccia l’esile corpo della bambina, baciandogli affettuosamente la fronte.

-


-Ellen..- Cher richiamò per l’ennesima volta la sua amica, come sempre immersa nel mondo dei sogni. –Ellen, per l’amor del cielo, mi stai ascoltando?-
Ellen, impegnata a contemplare il panorama che l’Hotel offriva, annuì assente.
-Andiamo Elly, un po’ di allegria!-
La ragazza raggiunse la sua migliore amica, scuotendola ripetute volte.
Niente, Ellen non ne voleva sapere niente.
-Ellen, adesso ti dai una svegliata e mi ascolti.- Cher, che stavolta aveva abbandonando il suo solito tono di voce giocoso, afferrò la castana per entrambe le spalle, scuotendola ripetutamente. –Per un miracolo venuto dal cielo la nostra scuola ha organizzato questa fottuta gita a New York, siamo in Hotel splendidissimo, stasera abbiamo il permesso di andare in discoteca e noi, e te, ci divertiremo! E’ chiaro il concetto?-
Cher riprese fiato, avendo parlato a raffica, per poi attendere una reazione da parte di Ellen.
-Bene.-  Fu l’unica cosa che ottenne come risposta.
Si aspettava l’ennesima sfuriata da parte sua, si aspettava il milionesimo ‘sono io che gestisco la mia vita, porca puttana’, si aspettava poi una porta sbattuta e, infine, si aspettava un paio di giorni di silenzio per poi finire con il chiarire tutto.
Ogni volta succedeva così, ogni volta la storia ricominciava.
Ellen ne aveva passate tante, e Cher lo sapeva.
Ma, come ogni migliore amica che si rispetti, aveva sempre cercato di tirargli su il morale.

-

-Hey Hazza, stasera vieni?- chiese nervosamente la ormai tredicenne Ellen.
-Uhm, stasera proprio non posso Els.- disse frettolosamente lui. –Facciamo domani, okay?- e, senza nemmeno darle il tempo di replicare, riattaccò.
Ellen si buttò a peso morto sul letto, in preda ad un totale sconforto.
Era il quarto Venerdì che Harry la liquidava.
Si, perché i due solevano passare ogni Venerdì a casa dell’uno o dell’altro, guardando qualche stupido film e imbottendosi di gelato al cioccolato.
A quanto pare però, ad Harry non importava più quella loro ‘tradizione’.
Da ormai tanto tempo il ragazzo era più distaccato nei confronti di quella che lui definiva ‘la sua piccola Elly’.
A scuola passavano raramente l’intervallo insieme, i numerosi pomeriggi passati a ridere e scherzare  si erano trasformati in un paio di pomeriggi a settimana dove si vedevano solo perché Harry aveva bisogno di ripetizioni.
-Mi manchi, Harry- sussurrò la ragazza, prendendo tra le mani la foto che teneva sul comodino accanto al letto.
Questa ritraeva loro due, come sempre in quella distesa di erba, all’età di sette anni.
Lì si che erano davvero uniti.
Lì si che Ellison era sicura di poter dire che Harry Styles era il migliore amico del mondo.

-

Musica ad altissimo volume, anche troppo per le orecchie di Ellen.
Corpi sudati che si strusciano tra di loro, senza un minimo di pudore.
C’è chi beve, c’è chi fuma, c’è che flirta tranquillamente sui divanetti più appartati.
-E questa sarebbe la migliore discoteca di New York?- si domandò Cher a voce alta, guardando disgustata lo spettacolo che aveva davanti.
-Hey, sei tu che hai insistito per venire!- precisò Ellen, accompagnata dalla stessa espressione dell’amica.
-Beh, da quanto tempo non ci divertiamo un po’?- chiese, buttandosi nella pista da ballo.
-Un’ infinità!- Ellison si unì alla sua migliore amica, alzando la voce per sovrastare il tono della musica.
Era stanca di starsene sola, a rimpiangere il suo passato.
Era stanca della tristezza che l’accompagnava ogni giorno.
Era stanca della malinconia che l’invadeva ogni sera, quando prima di andare a dormire ripensava a tutto.
Era stanca di pensare ad Harry Styles.


Compire sedici anni era una tappa importante per ogni adolescente inglese.
Quindi, come da copione, lo era anche per la giovane Ellen Smith.
E, come di consueto, la ragazza non aveva perso tempo nei preparativi di quella che doveva essere la miglior festa di sempre.
Ad aiutarla ci aveva pensato la nuova arrivata, Cher Dallas.
Una biondina con delle dolcissime lentiggini che le davano un’aria ancora più innocente di quanto non lo fosse già.
Ci sarebbe dovuto essere Harry ad aiutarla.
Invece il suo migliore amico, se così ancora si poteva definire, le aveva dato buca per uscire con la sua ragazza.
Dana Connel. Biondina, come Cher, ma lontana anni luce dalla sua innocenza.
Un seno prosperoso, un sedere ben piazzato.
Harry non era di certo puttaniere, non ancora, ma Ellen trovava che quella Dana fosse solo una poco di buono.
I suoi sorrisetti falsi, le sue mani che vagavano –anche in pubblico- sul corpo ormai da uomo di Harry, il mondo in cui praticamente gli mangiava la faccia quando si baciavano. Tutto questo la  irritava un sacco.
O forse era solo gelosa del fatto che il suo migliore amico l’avesse ormai rimpiazzata con quella tipa.


Ellen muoveva i fianchi a ritmo di quella che, mentre se ne stava nella sua cameretta ad ascoltare i suoi Beatles, avrebbe definito commerciale e senza senso.
In quel momento, però, tutto ciò a cui pensava era il ragazzo che da almeno cinque minuti ballava avvinghiato a lei.
Non sapeva chi era, non sapeva nemmeno quanti anni aveva o se poteva essere un possibile serial killer.
Alcool, musica a tutto volume, tanta voglia di dimenticare.
Ecco il mix perfetto che spinse Ellen a portare con sé, a fine serata, il ragazzo senza nome nella camera dell’Hotel.
Quella sera Ellen si liberò dei suoi continui tormenti giornalieri, si liberò dei ricordi, si liberò del rancore e della rabbia.
E, si, quella sera Ellen si liberò anche dei suoi vestiti.


Intanto, a due camere di distanza, Harry Styles camminava nervosamente per la sua camera.
Si torturava i capelli, si mordeva nervosamente il labbro inferiore, e sbuffava in preda ad un sentimento che nessuno lui sapeva definire.
Gelosia?
Harry non poteva certo essere geloso del fatto che quella che era la sua migliore amica si era chiusa in camera con un totale sconosciuto.
Era, appunto.
Di solito si è gelosi di qualcosa che si possiede, di qualcosa a cui si tiene.
Nel caso di Harry, però, non c’entrava nessuno dei due fattori.
-Se non la smetti giuro che ti butto dalla finestra- borbottò Louis, suo compagno di stanza, visibilmente ubriaco.
-Sta zitto Louis!- esclamò il riccio, in risposta.
-Sta zitto un cazzo, Harry- Louis, che prima era stravaccato sul letto, si mise a sedere. –Non scassare i coglioni se Ellen sta facendo le sue cose con quel biondo! Non sei nella posizione di poter dire o fare niente!-
La voce, instabile a causa dell’alcool, era instabile ma comunque alta.
Louis si alzò, piazzandosi di fronte a quello che ormai definiva il suo migliore amico, per continuare la sua ramanzina. –Non siamo in fottuto film Americano dove il migliore amico si innamora di lei e, coglione senza palle, la tratta come una pezza finendo per allontanarla! Dio cane, mi hai rotto! Hai continuato a trattarla una merda, sapendo quanto stessi rischiando di perderla, ed ora mi vieni a rompere i coglioni!-
Gli occhi di Louis erano rossi e abbuffati. Forse per lo sfogo, forse per come Harry si era comportato tempo fa con la sua sorellina.
E, come già detto, l’alcool aveva fatto la sua parte.
Il riccio, infatti, guardò Louis sbalordito dal modo in cui gli aveva parlato.
Spesso si era arrabbiato con lui, ma mai in questo modo.
Louis, dal canto suo, si accorse di aver esagerato.
-Haz..- riprese, ma con più calma, poggiando un braccio sulla spalla dell’amico. –E’ passato un anno, un fottuto anno. Lei ha la sua vita, tu la tua.-
Detto questo, si chiuse nel bagno per lasciare che il vomito post-sbronza facesse il suo corso.
Harry, che quella sera era stranamente perfettamente lucido, si sedette sul letto.
Un anno.
Sorrise amaramente quando, prendendo la foto che teneva sempre con sé, si ritrovò di nuovo a pensare a com’erano lui ed Ellen.
-Mi manchi, Ellen.- sussurrò, guardando il viso paffutello della bambina ritratta nella foto.


-Harry.. Harry, dove diamine sei?- chiese spazientita Ellen.
La festa stava andando a gonfie vele, si, ma senza il suo migliore amico non era la stessa cosa.
-Sono con Dana, Ellen.- rispose lui, quasi come se gli desse fastidio dover parlare con lei.
-L-la festa, Harry.. La festa- disse in un sussurro lei, ormai rassegnatasi al fatto che il suo piccolo Harry, il suo migliore amico, non esisteva più.
-Oh Ellen, è solo una stupida festa. Lasciami i miei spazi, lasciami divertire- e detto questo attaccò, come ormai succedeva sempre.


-Mi dispiace tanto, Elly- continuò a sussurrare il ragazzo, tenendo ancora lo sguardo fisso sulla foto.
L’aveva persa, la loro amicizia si era sgretolata.
Era andato avanti, proprio come lei.
A volte si era ritrovato a ripensare ad Ellen, ma ormai era passato tanto, troppo  tempo.
Credeva di averla dimenticata, credeva di esserci riuscito. Ma adesso, adesso che l’aveva visto con un altro, adesso che aveva la conferma concreta di averla davvero persa, Harry era distrutto.
-Non sai quanto vorrei tornare indietro e cancellare tutto- continuò, sentendosi uno stupido per il fatto che stesse parlando con una foto.


-Ellen, che ci fai qui?- chiese Harry stranito.
-Adesso ti da anche fastidio la mia presenza?- rispose lei, incrociando le braccia al petto.–Come siamo arrivati a questo, eh?-
La ragazza non ottenne però nessuna risposta.
-Sai che c’è, Harry? Mi sono rotta di te, mi sono rotta di tutto! Mi sono rotta del fatto che riattacchi alle mie chiamate, mi sono rotta del tuo modo freddo di parlarmi senza nemmeno guardarmi in faccia, mi sono rotta dei tuoi continui rifiuti per scoparti quella troia! Ma soprattutto, Harry, mi sono rotta di te!- Ellen diede finalmente sfogo a tutti i suoi pensieri.
Il riccio, consapevole del fatto che ormai la situazione era irrecuperabile e incapace di formulare una qualunque risposta, rimase ancora in silenzio.
-Come non detto.- Ellen scosse amaramente il capo. –Addio, Harry Styles.


-Mi dispiace, Ellen- tornò a ripetere Harry, prima di addormentarsi.

-

-Sai che forse è meglio se ce ne torniamo a casa, Ellen?- disse Cher, torturandosi nervosamente le mani.
La gita era passata, anche quell’anno era finito e, per la prima volta, la classe aveva scelto di riunirsi a casa Payne per una sorta di ‘rimpatriata’.
Era una cosa stupida, in quanto si sarebbero rivisti dopo l’estate, ma infondo sarebbe stata una bella giornata.
-Zayn Malik, eh?- ammiccò Ellen, facendo arrossire Cher.
Il ragazzo dagli occhi color nocciola aveva fatto perdere la testa alla bionda.
Anche lui sarebbe stato presente.
-Sai che ci sarà anche Harry?- chiese Cher, sperano di mettere a sua volta in imbarazzo Ellen.
-Già.- disse lei non curante. –Lo so, Cher.- concluse, facendo spallucce.
Harry Styles era acqua passata.

-


-Obbligo o verità. Ma fate sul serio, ragazzi?- bofonchiò Cher, intimorita dalle figure di merda di cui avrebbe sicuramente dato spettacolo facendo quel gioco.
-E dai Dallas, non c’è niente di male-
Ironia della sorte, fu Zayn Malik a parlare.
E, casualmente, Cher non proferì più parola.
Ellen, che aveva intrapreso un interessante conversazione con il padrone di casa, continuava a sentirsi osservata.
Si guardò allora intorno, capendo che lo sguardo proveniva dall’ultima persona al mondo che si aspettava.
Harry.
-Ma che vuole Styles?- borbottò Liam, essendosi accorto anche lui dello sguardo insistente del ragazzo.
-Lascialo perdere.- rispose Ellen, mentre tutti si sistemarono a cerchio nell’ampio salotto.
La bottiglia vuota di birra prese a girare, finendo per puntare Niall Horan.
Irlandese, biondo, occhi azzurri.
Un principe azzurro agli occhi di qualunque ragazza.
-Già mi sto pentendo di aver scelto di giocare- disse, scatenando una risata generale.
-Allora Horan..- inizio Liam, pensando già a domande imbarazzanti o a qualche bizzarro obbligo. –Obbligo o verità?- chiese, per l’appunto.
Il biondo pensò un po’, per poi scegliere ‘obbligo’.
-Mh, voglio metterti in imbarazzo piccolo irlandese..- Liam fece una risatina malefica. –Bacia una delle nostre carissime compagne-
Ancora una volta ci fu una risata di gruppo.
L’unico che si era astenuto era Harry, il quale si era irrigidito.
Il pensiero che Horan potesse scegliere di baciare Ellen lo fece innervosire.
Lei era irresistibile.
I suoi capelli castani, i suoi occhi verdi proprio come i suoi, le sue labbra leggermente carnose.
E il suo sorriso, la sua voce, le sue gambe lunghe e sinuose, il modo in cui scuoteva i capelli e si mordeva il labbro.
Si, Harry la trovava irresistibile.
Irresistibile e irraggiungibile.
-Smith, non tagliarmi le palle dopo questo- disse Niall, facendo un occhiolino alla diretta interessata.
Ellen, che comunque trovava Niall Horan un gran pezzo di ragazzo, non oppose resistenza.
Anzi, si alzò camminando verso la sua direzione poggiando direttamente le labbra su quelle del ragazzo.
Un boato collettivo, qualche fischio di approvazione, applausi ironici.
I due ragazzi si staccarono dal bacio diventato fin troppo passionale.
Una porta sbattuta.

-

 

Harry si maledì mentalmente per quello che aveva appena fatto.
Come gli era venuto in mente di rinchiudersi nella camera di Liam?
Si sedette sul letto, portando nervosamente le mani ai capelli.
Non riusciva più a gestire la situazione.
Non riusciva più a controllare i suoi sentimenti e le sue reazioni.
Ancora una volta,ciò che provava per la ragazza aveva preso il sopravvento.
Adesso si trovava davanti ad un bivio: scappare, come un anno prima, continuando a reprimere i sentimenti; oppure buttarsi. Buttarsi e provare a rimettere a posto le cose, buttarsi e dichiarare ad Ellen i suoi sentimenti.
-Harry, posso entrare?- chiese timorosa.. Ellen.
E, guardando la persona a cui da bambino aveva giurato amore eterno, Harry capì che strada prendere.
Ellen si ritrovò in un decimo di secondo stritolata fra due possenti braccia.
Harry aveva sempre il solito profumo, il solito modo di tenerla stretta fino a soffocarla, il solito vizio di infilare la testa nell’incavo del suo collo, strofinandovi contro il naso.
La ragazza non sapeva cosa come reagire.
Era andata da Harry con il semplice scopo di vedere se stava bene. Perché infondo, Ellen teneva da morire a lui.
Non aveva però previsto di ritrovarsi fra le braccia che tempo fa non la lasciavano un attimo.
-Harry..- disse debolmente, cercando di staccarsi da quell’abbraccio.
Il riccio, sentendosi in imbarazzo per l’istintivo gesto, si staccò con riluttanza dalla ragazza.
Fosse stato per lui, l’avrebbe abbracciata per sempre.
Ellen, mentre lentamente si dirigeva verso la finestra, con la solita intenzione di mettersi a contemplare il panorama, ignorò lo sguardo di Harry che la seguiva costantemente.
-Come procede la tua interessante vita, Harry?- chiese, sospirando soddisfatta una volta affacciata.
E nella sua voce non c’era rancore, o rabbia, o nessuno di questi sentimenti.
Ellen era maturata in quell’anno.
Non era più quella ragazzina.
Aveva messo una pietra sopra all’amicizia malamente fallita con Harry.
Non avrebbe fatto scenate, non gli avrebbe urlato contro.
Adesso Harry Styles era solo il nuovo migliore amico di suo fratello.
-Oh, potrebbe andare meglio..- borbottò Harry, ancora con un velo di imbarazzo.
-Ti ha mollato la ragazza?- chiese Ellen divertita.
E, anche questa volta, non c’era nessun riferimento alla ormai lontana Dana o al passato. Ellen voleva solo fare una chiacchierata, ormai non le importava più.
Certo, non poteva negare a se stessa quanto Harry fosse cresciuto, diventando di una bellezza ancora più disarmante.
Gli occhi di un verde ancora più intenso, le labbra rosee, l’addome leggermente scolpito, i ricci che scostava in una maniera dannatamente sexy.
Si, Harry Styles era bellissimo.
Bellissimo, ma solo quello.
-Magari fosse una stupidata del genere..- rispose vago, raggiungendo Ellen.
Osservò anche lui la catena di montagne che circondavano Holmes Chapel.
Dalla finestra di Liam se ne vedeva una buona parte.
-Bella, no?- disse la ragazza, in sovrappensiero. –La montagna, dico- aggiunse, non ricevendo una risposta.
-Oh, uhm, si..- farfugliò, incantato da tutt’altra visione della montagna.
Harry non riuscì proprio a trattenersi.
Si posizionò alle spalle della ragazza, avvolgendola con entrambe le braccia, facendo combaciare la sua schiena con il suo petto.
Ellen non si mosse.
Entrambi pensavano a quanto si sentissero bene quando i loro corpi entravano in contatto.
Harry avvicinò le labbra all’orecchio della ragazza e, prima di averla lasciato un bacio sul collo, prese a parlare.
-Hai soli diciassette fottuti anni, ma ormai sei una donna, Ellen-
E la ragazza si beava del suono della sua voce roca e del suo fiato contro la sua pelle.
-No, piccola Elly?-
E un turbine di emozioni invase Ellen, al ricordo di lei ed un piccolo Harry stesi sull’erba.
-Sono cambiate tante cose, Harry.- disse, cercando di controllare la voce ormai tremante.
-Già, troppe cose- aggiunse lui, sapendo che non doveva dire altro.
Rimasero in quella posizione per un po’, ognuno assorto nei propri pensieri.
Ellen pensava a quanto sarebbe rimasta tra le sue braccia per sempre.
Harry pensava alle parole giuste per far ritornare di nuovi i vecchi ‘Hazza e la piccola Elly’. Stavolta però, la piccola Elly doveva essere sua per davvero, non come quando da bambini la definiva la sua piccola fidanzatina.
-Mi manchi così tanto- sussurrò lui, come se quello dovesse essere solo il loro piccolo segreto.
-Anche tu, Harry- ammise la ragazza, che ormai non ci capiva più nulla.
Ed il cuore del ragazzo, il quale battito era aumentato già da un po’, prese a fare le capriole.
-Quando ho visto te e Niall..I-io--
-Era solo uno stupido gioco- lo interrupe lei, giustificandosi senza nemmeno saperne il motivo.
-Non è questo il punto- fece Harry, facendo voltare la ragazza. –Non sopporto di vederti con qualcuno che non sia io-
Ellen in quel momento avrebbe tanto voluto tapparsi le orecchie e non sentire più nulla.
Avrebbe tanto voluto scappare e dimenticarsi di tutto e di tutti.
Proprio adesso che era riuscita ad andare avanti, Harry doveva ritornare.
O forse, ma proprio forse, lei non l’aveva mai dimenticato.
Forse aveva sepolto in un angolo remoto del suo cervello ogni cosa, e adesso le parole del riccio facevano tornare tutto a galla.
Forse Ellen non aveva mai smesso, per davvero, di pensare a lui.
Di pensarci come un migliore amico perso? Come qualcosa di più?
Quegli occhi verdi che la fissavano intensamente le impedivano di ragionare.
“Non sopporto di vederti con qualcuno che non sia io”
-Harry..- iniziò, allontanando di poco il ragazzo ormai troppo vicino. –E’ buffo quanto tu voglia, di nuovo, possedere qualcosa senza poi sapertene prendere cura.-
E le serate passate a soffocare le lacrime sopra uno stupido cuscino ritornarono a galla.
-Elly..Io..- sospirò affranto, non aveva alcuna scusa.
L’aveva lasciata sola, abbandonata come uno straccio.
Aveva preferito perderla piuttosto che ammettere a se stesso i propri sentimenti.
L’aveva fatta soffrire, aveva distrutto la sua piccola.
Cosa poteva fare ora?
-Ellen, devi ascoltarmi- disse, serio come non mai.
Senza pensarci due volte la afferrò per i fianchi, avvicinandola quando più possibile a lui.
-Eri, sei e sarai sempre la cosa più bella che mi sia capitata in tutta la vita- prese ad accarezzarle una guancia. –Ogni volta che riattaccavo, ogni volta che me ne andavo con Dana o con chiunque altro, ogni volta che non mi facevo sentire per giorni, ogni volta che facevo finta non me ne importasse niente.. Ti giuro, Elly, lo facevo per noi-
Prese l’ennesimo respiro, poi continuò.
-Non potevo rovinare tutto, lo capisci? Cosa sarebbe successo se il piccolo Hazza, se il suo storico migliore amico, ti avrebbe detto di essere innamorato di te?-
Ellen potè giurare di aver sentito il cuore battere talmente forte da poter scoppiare fuori dal petto da un momento all’altro.
Un esercito di elefanti allo stomaco invece delle farfalle.
Una miriade di brividi l’avvolsero.
-Sai Harry.. Io ti odio- e, prima che Harry potesse dire qualcosa, lo bloccò sul nascere. –Ti odio perché, nonostante tutto quello che mi hai fatto e tutto quello che ho passato per colpa tua, alla fine finisco sempre per cedere e ritornare da te-
Il ragazzo ascoltò ogni singola parola con un nodo in gola.
Se quello era un addio?
-Tu non immagini nemmeno quanto io abbia sofferto per colpa tua. E sai cos’è che mi fa più male? Che adesso sono qui, aspettando che tu faccia qualcosa perché, cazzo, non sai nemmeno quante volte io abbia immaginato di ritrovarmi fra le tue braccia-
Travolta da un improvviso imbarazzo abbassò il capo.
Non sarebbe stata capace di reggere lo sguardo di Harry.
-Ellen..- quest’ultimo sollevò il suo mento con due dita, permettendosi di osservare i suoi lineamenti delicati e sorridere come un ebete. –Questo sarebbe un modo contorto per dirmi che posso baciarti senza beccarmi cinque dita in faccia?-
La ragazza ridacchiò, ancora in imbarazzo.
-Si, deficiente-
Ed Harry, da bravo ragazzo qual’era, non esitò un attimo ad esaudire il suo desiderio.
Le loro labbra entrarono in contatto, ad entrambi sembrò di avere i fuochi d’artificio nello stomaco.
Dopo quello che sembrò un tempo infinito, i due si staccarono con riluttanza per riprendere fiato.
-Ti amo, piccola Elly- sussurrò sulle sue labbra. –Ti amo da morire-


It’s in your lips,
and in your kiss.
It’s in your touch,
and your fingertips.
And it’s in all the things
and other things
that make you who you are
and your eyes
Irresistible.

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Fate 'ciao ciao' alla foto che mi ha ispirato.
Siete ancora vive? 
Okay, passiamo a cose serie.
Come ho già scritto, ci ho messo tre giorni a far venir fuori queste undici pagine di Word.
Volevo scrivere una roba ancora più lunga, ma penso sia già abbastanza così.
Che dire, la storia dei migliori amici che finiscono per stare insieme è un classico..
perciò, spero di non essere caduta nel banale.
E, a proposito di banale, vorrei aprire una parentesi sulla mia FF You belong to me.
L'avevo momentanemente sospesa, in quanto non avevo tempo e ispirazione.
Adesso l'ispirazione è tornata e, oltre alla FF Changes in corso, ho i primi capitoli di un'altra ancora sul PC.
Come avevo iniziato a dire, You belong to me è davvero caduta nel banale.
La storia del classico ragazzo che sfrutta lei, da bravo puttaniere, e poi se ne innamora.
Ci tenevo tanto a quella FF, visto che era la prima che ho scritto.
Ho provato a cambiare un pò le cose, rendendola il meno banale possibile, ma.. Niente.
La storia era in un punto morto, la mia ispirazione anche.
Era banale. -scusate la ripetizione-
Per questo motivo, ho deciso di eliminarla.
Spero che questa OS serva a farmi perdonare, un minimo.
Scusate davvero.

Aspetto qualche vostra recensione. xx

  
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