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Autore: asyphx    27/06/2013    0 recensioni
L’amore doveva essere qualcosa di libero, qualcosa di speciale, qualcosa di dolce, qualcosa di unico, qualcosa di essenziale, qualcosa che ti colpiva e ti faceva dimenticare di come si viveva.
L’amore doveva essere qualcosa di buono, dolce, speciale, avrebbe dovuto essere qualcosa di libero, soprattutto quello.
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La distanza faceva male, faceva male soprattutto perché in realtà fra di loro non vi era distanza, ogni giorno si vedevano, ogni sera cantavano insieme, ma doveva tenersi lontani, era obbligati e questo faceva male.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Se noi stiamo insieme, non possono distruggerci.

 

"Non c'è niente di male ad andare a letto con qualcuno del tuo stesso sesso.
La gente dovrebbe essere molto libera nella propria sessualità.
Dovrebbe tracciare un confine davanti alle capre."




Un ragazzo camminava lentamente su quella spiaggia desolata, strisciando i piedi, lasciando il segno del suo passaggio sulla sabbia che lentamente si muoveva per via del vento e cercava, inutilmente, di cancellare il suo passaggio.
Ammirava quel panorama, quel cielo che cominciava ad illuminarsi per l’inizio dell’alba.
Era presto, dannatamente presto, ma proprio non riusciva a dormire, era stanco, stressato, agitato, ma soprattutto stufo, stufo di nascondere segreti che da troppo teneva dentro e che avrebbe voluto urlare al mondo intero.
Era innamorata, ma doveva tenerlo segreto, i management pensava che tutta questa storia avrebbe portato solo un diminuimento veloce delle fan che li seguivano per bellezza e che quindi avrebbe portato alla perdita di troppi soldi.
Era stanco di essere Harry Styles, quel Harry che ogni sera si esibiva per far sognare milioni di persone.
Non era stufo delle emozioni che provava ogni volta che saliva su un palco, ogni volta che cantava una delle sue canzoni, ma era stufo di essere obbligato a far ciò che gli altri, i capi, volevano.
Si sentiva una marionetta, una marionetta condotta dal male che non gli permetteva di essere se stesso, ma di essere ciò che la moda voleva.
Doveva essere libero di fare ciò che voleva, doveva essere libero di dire quello che pensava, che desiderava, che voleva fare nella vita e non avrebbe dovuto seguire nessun ordine, essendo abbastanza grande per prendere proprie decisioni.
Perché faceva così male l’amore? Perché era così difficile trattenere il desiderio di baciare labbra perfette che ti attiravano costantemente? Perché doveva essere così difficile trattenersi nell’abbracciare la persona amata? Perché doveva essere così complicato spiegare l’amore?
L’amore doveva essere qualcosa di libero, qualcosa di speciale, qualcosa di dolce, qualcosa di unico, qualcosa di essenziale, qualcosa che ti colpiva e ti faceva dimenticare di come si viveva.
L’amore doveva essere qualcosa di buono, dolce, speciale, avrebbe dovuto essere qualcosa di libero, soprattutto quello.
Nessuno si sarebbe dovuto permettere di dire ciò che era giusto o meno, non esisteva nulla di giusto o di sbagliato nell’amore, solo affetto.
Nessuno si sarebbe dovuto permettere di giudicare la differenza dei vari amori.
«Sei venuto» sussurrò una voce dietro di lui, la voce di cui si era innamorato, la voce che ogni giorno riusciva a farlo sentire vivo solamente con un ‘Buongiorno principe’.
Harry si voltò verso la persona amata e nel momento in cui vide il suo viso, il suo volto perfetto, dovette trattenere il respiro.
«Sei bellissimo» sussurrò avvicinandosi a lui, portando le mani al suo volto, accarezzando gentilmente il suo viso «Louis»
Non poteva mentire a se stesso, amava quel ragazzo, lo amava forse da sempre, forse dal primo momento in cui lo aveva conosciuto ed ancora non sapeva cosa dire.
Non si rendeva ancora conto di quanto dipendesse da lui, da quanto si sentisse bene al suo fianco, vicino all’uomo della sua vita, vicino a colui che ogni giorno riusciva a farlo sentire unico e speciale.
Si amavano e nessuno avrebbe potuto mai far nulla per cambiare questa situazione, perché loro erano oramai una cosa unica, erano una coppia.
Dovevano tenere tutto segreto, dovevano stare lontani durante le interviste, nei concerti non potevano neanche stringersi le mani e questo portava a tanti dolori, a tante lacrime trattenute per non far capire quanto dipendessero l’uno dall’altro.
Perché doveva essere così dannatamente difficile?
«Mi sei mancato, Harry, è stato un inferno senza te» rispose il suo compagno, appoggiando la testa sulla sua spalla e cominciando a singhiozzare, sentendosi finalmente a casa, felice perché era con cui amava, ma triste perché potevano star così per poco.
Era un inferno questa situazione.
Più volte Louis aveva pensato di finirla, aveva pensato di dimenticare Harry lasciando la band, ma sarebbe stato impossibile, aveva bisogno di lui e dei ragazzi.
Era diventato tutto impossibile da sostenere.
La distanza faceva male, faceva male soprattutto perché in realtà fra di loro non vi era distanza, ogni giorno si vedevano, ogni sera cantavano insieme, ma doveva tenersi lontani, era obbligati e questo faceva male.
Harry lo strinse fra le sue braccia, odiava sentirlo piangere, odiava conoscere la causa di quel dolore e non poter far nulla.
Perché doveva essere così complicato essere famosi?
Perché il mondo non accettava ancora gli omosessuali? Perché non potevano capire che era comunque un altro modo di amare?
«Non piangere, ti prego. Sorridi, fammi vedere il tuo bel sorriso e godiamoci questi istanti insieme» gli sussurrò all’orecchio, cercando di farlo calmare.
Louis accennò un sorriso, poi alzò il volto e si asciugò le lacrime che gli avevano percorso il viso.
Aveva ragione, le lacrime era inutili e loro, finalmente, dopo tanto, avevano l’opportunità di stare insieme, da soli, senza che nessuno dicesse o facesse nulla.
«Ho sognato che finalmente dicevamo tutto al mondo intero» disse osservando il cielo che finalmente dava il segno di una nuova giornata, mentre si sdraiava sulla spiaggia.
Il ricciolo si mise vicino al suo ragazzo, a gambe incrociate, rimanendo ad osservare quel giovane che gli aveva stravolto la vita solamente salutandolo, che da quando lo conosceva riusciva a farlo ridere come nessun altro.
«E cosa succedeva nel sogno? » chiese volendo sognare anche lui un po’.
Non sapeva sognare, i suoi sogni diventavano sempre incubi, qualcuno o qualcosa li divideva sempre e per questo odiava dormire, odiava vedere quelle scene, perché poi si sentiva impotente.
Però quando dormiva con Louis, quando dormiva al suo fianco, abbracciato a lui, stava bene, faceva bei sogni, sogni felici con sempre loro come soggetti.
Cominciarono a parlare, a raccontarsi come si erano sentiti in queste settimane stando lontani.
Si raccontarono quanto si sentivano in trappola, ma che ogni volta che riuscivano a vedersi, si rendevano conto di quanto ne valesse la pena.
Non sapeva nulla il mondo intero, era meglio tenere nascosto, diceva il management e loro non dicevano nulla, abbassavano la testa ed accettavano, soffrendo senza fare rumore.
Però, poi, ogni volta che si vedevano, che stavano vicino, che assaporavano le labbra l’uno dell’altro, non importavano i problemi, chi erano, con chi stavano, cosa erano obbligati fare, non importava perché stavano insieme ed erano felici.
Rimasero per due ore intere insieme, rimasero nel loro mondo, quel mondo in cui esistevano solo loro due e le persone restanti non erano invitati.
Non importava del resto in quei momenti, perché esistevano solamente loro due, perché in quei momenti potevano amarsi, potevano dirsi ciò che avevano trattenuto per tempo, senza che nessuno li bloccasse.
Amavano quei momenti, per loro quello era il paradiso, perché in quei momenti potevano ammettere ciò che provavano l’uno per l’altro, senza dover dire di essere solamente migliori amici.
Loro si amavano, loro avevano bisogno l’uno dell’altro e comunque sarebbe andata avanti questa storia, questa situazione, loro si sarebbero appartenuti per sempre, i loro tatuaggi dicevano così, i loro ‘ti amo lo facevano capire.
«Ti amo» sussurrarono insieme, stringendosi la mano, volgendosi verso il loro hotel in cui alloggiavano, dirigendosi verso quella vita-prigione, che li stava facendo soffrire senza ragione e motivo.
Loro si amavano e si sarebbero amati finchè qualcosa non sarebbe cambiato o magari per sempre e non sarebbero mai stati alcune persone a bloccare questo amore, loro si appartenevano.






 




 

Angolo autrice:
Non so perchè io abbia scritto questa OneShot, ma ne avevo bisogno, avevo bisogno di scrivere e mi sono ritrovata a descrivere un momento Larry.
Sì, credo in Larry e nel caso voi non foste della mia stessa idea, vi prego, evitate di commentare.
Spero che vi sia piaciuta e proprio per questo vorrei sapere che ne pensate.
Lascereste una recensione? Sia positiva che negativa, tanto per sapere cosa ho sbagliato o altro.
Un bacio,
asyphx.
P.S.Nel caso abbiate voglia di farmi leggere qualche vostra storia, datemi pure il link ed appena potrò, passerò.

  
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