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Autore: laragazzache_amascrivere    27/06/2013    1 recensioni
Non restava più niente del piccolo, squallido e triste vecchio Distretto 12. Ma non restava più niente nemmeno della sua infanzia, della sua adolescenza, il posto dov'era cresciuto, maturato, fatto uomo. Il posto che gli aveva insegnato, ad ogni modo, a vivere. Per un attimo sentì quasi le gambe cedere. Dov'era finito ciò che era stato di quel posto? Dov'era finito quel che era stato di lui? Daphne notò l'improvviso sbiancamento del marito, e lo prese per un braccio. Gale sembrò ricordarsi solo allora di lei e Dot. Sorrise, e avanzò, portandosi dietro moglie e figlia. Ma era disorientato. Da che parte doveva andare per raggiungere la sua famiglia? Daphne stava giusto per chiedergli se si fosse perso, quando una voce li chiamò. O meglio, chiamò Gale. Lui non conosceva quella voce, o forse erano solo troppi anni che non la sentiva.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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"Non vorrei mai avere dei figli."

"Io li vorrei. Se non vivessi qui."

"Però ci vivi."

 

 

-Va' a svegliare tuo padre, Dot.

-Subito mamma!

La bambina percorse la distanza che c'era dalla cucina alla camera da letto. Aveva lunghi capelli castani e occhi di un comunissimo color nocciola. Ma aveva ereditato i lineamenti un po' duri del padre. Saltò sul letto e si sdraiò accanto al padre. L'uomo si mosse piano, gli occhi ancora socchiusi. Si girò dal lato della bambina e cercò la sua mano, per poi depositargli un lieve bacio sul naso. La risatina che seguì lo avvertì che quella non era sua moglie. Aprì gli occhi di scatto e sorrise. Adorava sua figlia. Quando aveva saputo di lei.. la felicità era arrivata alle stelle.

-Papà, mamma ha detto di svegliarti.

-Ah sì, eh? Dov'è? Perchè non è venuta lei, quella cattivona?- chiese lui, e subito si alzò, prese Dot sulle spalle e si diresse in cucina. Daphne era diventata ancora più bella con il passare degli anni. Anche se, a dir la verità, non erano passati poi tanti anni. Quando si erano conosciuti lei aveva diciassette anni, adesso ventotto. La bambina aveva quattro anni. Incredibilmente intelligente, per essere piccola in quel modo. Aveva un attaccamento speciale per suo cugino Loder, e insieme ne combinavano di tutti i colori. Erano soliti scorazzare per il distretto combinando guai. Sembrava quasi impossibile che lui avesse una figlia. Lui, che anni prima era costretto ad andare a caccia di nascosto, che aveva combattuto una guerra, che si era odiato, che non aveva più visto vie d'uscita. E invece la via d'uscita era Daphne, insieme a Dot. Solo qualche anno prima, chi avrebbe immaginato che avrebbe passato metà della sua giornata a correre dietro una bambina di quattro anni? Certo, non che prima non avesse pure tanti bambini da sfamare. Ma è diverso. Avere una figlia è diverso da avere un fratello o una sorella piccoli. Per avere una figlia bisogna sapere educare, bisogna saper insegnare cosa è giusto e cosa è sbagliato. Serviva più esperienza.

-Ciao amore.- la salutò, per poi baciarla. Daphne sorrise.

-Bleah!- Dot aveva la sua opinione riguardo ai baci. Entrambi risero e le stamparono un bacio ciascuno su entrambe le guance.

-Bleah! Baciatevi fra di voi!- esclamò, mentre il padre la faceva scendere. Ancora risate.

-Sei pronto per oggi?-chiese Daphne a Gale. Lui si fece subito serio, teso.

-Non sei obbligato. Possiamo disdire.

-No. E' stata una mia idea. Devo tornarci. E poi lì vivono Posy, Rory, Vick e mia madre. Non voglio che Dot cresca senza conoscerli.- affermò con forza. Daphne lo guardò ancora un po' negli occhi. Quegli occhi tenebrosi di cui si era innamorata dal primo istante. Erano sicuri. Lei annuì e tornò a fare colazione. Poi si vestì e preparò anche Dot. Quando furono tutti e tre pronti, con le valigie in mano, si diressero alla stazione del Distretto 2.

 

*

 

Da quando la guerra era finita, era possibile viaggiare fra i distretti a proprio piacimento: per andare in vacanza, oppure per andare a trovare i propri parenti. Insomma, per i motivi più svariati. Capitava spesso che alcune persone andassero a vivere nel Distretto 2, magari per motivi di lavoro, e lo lasciassero pochi mesi dopo per andare a vivere in un altro. I Distretti più belli e in cui la gente andava spesso in vacanza erano il 4 e il 7.

Il 12 era ancora poco frequentato, ma era sicuramente migliorato dai tempi in cui Gale viveva lì. Era proprio quella la loro meta. Il treno, velocissimo e lussuoso, affascinò talmente tanto Dot, che la bambina quasi non voleva scendere. Quando arrivarono, la stazione era quasi vuota, se non fosse per qualche controllore e qualche cane randagio. Uscirono dalla stazione ed entrarono nel Distretto vero e proprio. Se non l'avesse visto distrutto dalle macerie e non fosse stato consapevole che era stato ricostruito da cima a fondo, Gale avrebbe pensato di aver sbagliato destinazione. Era tutto completamente diverso. La piazza era stata rifatta completamente, la pavimentazione era diversa. La rete che delimitava i confini del Distretto, quella che lui aveva scavalcato tante volte, era scomparsa, al suo posto un cartello che indicava il bosco con su scritto: '1.300 km Distretto 13' e 'Restare lungo il sentiero, pericolo animali selvatici'.

Persino la disposizione degli edifici e delle strade era diversa, dal momento in cui essi erano stati rasi al suolo dai bombardamenti qualche anno prima. Non restava più niente del piccolo, squallido e triste vecchio Distretto 12. Ma non restava più niente nemmeno della sua infanzia, della sua adolescenza, il posto dov'era cresciuto, maturato, fatto uomo. Il posto che gli aveva insegnato, ad ogni modo, a vivere. Per un attimo sentì quasi le gambe cedere. Dov'era finito ciò che era stato di quel posto? Dov'era finito quel che era stato di lui? Daphne notò l'improvviso sbiancamento del marito, e lo prese per un braccio. Gale sembrò ricordarsi solo allora di lei e Dot. Sorrise, e avanzò, portandosi dietro moglie e figlia. Ma era disorientato. Da che parte doveva andare per raggiungere la sua famiglia? Daphne stava giusto per chiedergli se si fosse perso, quando una voce li chiamò. O meglio, chiamò Gale. Lui non conosceva quella voce, o forse erano solo troppi anni che non la sentiva.

-Gale?- Tutta la famigliola si girò. Un uomo, i capelli biondo cenere e gli occhi azzurri, con una maglietta a mezze maniche e le braccia cariche di colori a pastello, li guardava stupefatto, la bocca aperta in una 'O' perfetta.

-Peeta.- disse piano Gale. Non sapeva come comportarsi. Sapeva che sia lui che..che Katniss vivevano nel 12, ma sperava di non incontrarli. Peeta non era cambiato poi molto. Dopo il suo trauma si era quasi ripreso, e permaneva sempre in lui quella gentilezza che lo aveva caratterizzato. Daphne sorrise.

-Peeta Mellark? Il vincitore? Il marito di Katniss Everdeen? Che onore!- esclamò e porse la mano a Peeta.

-Lei è... la moglie?- fece Peeta, stupefatto.

-Sì, mi chiamo Daphne. Del Distretto 2.

-Distretto 2, ma certo. E' lì che sei andato a vivere, Sae la zozza ce lo ha raccontato.- disse Peeta, stringendo la mano di Daphne.

-Sae la zozza? Ma che nome è?- esclamò la piccola Dot, facendo una buffa smorfia. L'attenzione di Peeta andò a lei.

-E questa è tua..?

-Figlia, sì.- rispose Gale, riprendendo finalmente la parola. Peeta annuì, ancora incredulo.

-Dio, se penso a qualche anno fa. E invece, adesso abbiamo tutti dei figli.

-Anche voi?

-Due. Un maschio e una femmina.

-Oh.- Sembrava così strano. Parlare con Peeta di bambini. Quel Peeta che all'inizio aveva tanto odiato, quel Peeta che era impazzito facendo confondere tutti.

-E come si chiamano?- chiese Daphne, dato che Gale non accennava a parlare.

-Primrose e Cinna.

-Che bei nomi.-fu il commento.

Dio, Prim. I sensi di colpa di Gale tornarono a galla all'improvviso. Perchè era tornato lì? Non c'era niente da vedere, tutto ciò che c'era stato prima era scomparso, e per di più doveva sopportare Peeta che raccontava dei suoi figli. Era stato l'errore più grosso della sua vita.

-Noi stiamo cercando i fratelli di Gale... ecco, per caso sa dove vivono?-chiese Daphne.

-Oh, certo. Vi porto subito da loro, era proprio a casa loro che stavo andando.- disse Peeta, e li guidò lungo una strada lastricata che portava proprio nel cuore del Distretto. Bussò, e ad aprire fu un ragazzo sui diciotto anni, a torso nudo con un paio di pantaloni sfilacciati. Appena riconobbe suo fratello lanciò un grido di gioia.

-Mamma! Mamma! Gale è arrivato!- la voce era diventata più profonda, l'abbraccio in cui lo strinse più vigoroso. Hazelle comparve sulla porta. Le sue mani erano piene di piccole cicatrici, ma non screpolate e sanguinanti come le ricordava. Vedere Posy fu un vero shock. Aveva quindici anni ormai, ed era bellissima. Somigliava molto a Gale di viso, e il suo corpo era magro e modellato perfettamente. Mentre era sulla porta, due ragazzi che passavano di lì la guardarono come se fosse un'apparizione. Gale chiuse d'istinto la porta, per proteggerla da quelle occhiate. Erano tutti in una piccola cucina: Gale, Daphne, Dot, Posy, Vick, Rory, Hazelle e Peeta. Era strano. Alcune persone appartenevano al suo passato. Altre al suo... futuro. E ora erano lì a chiacchierare fra di loro.

-Daphne! Quanto tempo, non ci vediamo dal matrimonio.

-Non sei cambiata per niente, Daph.- disse Posy, con gli occhi che brillavano.

-Anche tu sei molto bella!- esclamò Dot.-Assomigli tanto al mio papà!

Posy sorrise e la prese in braccio.

-Siamo fratello e sorella, lo sai?- sorrise la ragazza. Dot si portò le mani alla bocca.

-Sorella! Davvero, papà?-chiese, rivolta a Gale.

-Proprio così. Anche loro sono i miei fratelli, sai? E questa è tua nonna.- disse, indicando Hazelle.

-Ma io una nonna ce l'ho già!

-Sì, nel Distretto 2. Ma qui nel Distretto 12 ne hai un'altra, capito?

-E ho anche un cugino come Loder, nel Distretto 12?

-Ehm... non ancora.-ripose Rory. -Ma presto lo avrai anche qui.

Gale gli lanciò un'occhiata interrogativa.

-Rory si sposa, Gale.- disse Hazelle, fugando tutti i dubbi.

-Cos.. ma è piccolo!-protestò Gale, che nella sua mente vedeva Rory come un bambino di 11 anni incapace di prendere le sue scelte. -C'è ancora tempo, per sposarsi!

-Sì, ma ecco... lui..-Hazelle non sapeva come spiegare.

-La sua ragazza... aspetta un bambino.- disse Vick. Fu un altro shock per Gale.

Lo fecero sedere su una delle sedie, e gli rifilarono un bicchierone d'acqua. Non poteva essere. Lui, suo fratello, stava per diventare padre. Daphne lo guardava stranita, come se volesse dire qualcosa che però si teneva dentro. Lui le rivolse un'occhiata interrogativa.

-Potete darci un attimo?-chiese la ragazza, trascinando Gale fuori dalla cucina e di nuovo sulla porta. Sembrava arrabbiata.

-Che c'è?- chiese Gale.

-La smetti di sbiancare ad ogni cosa che ti dicono?

-Cos.. io non sbianco ad ogni cosa che mi dicono!- esclamò Gale, alterandosi.

-E invece sì. Sei sbiancato quando hai visto Peeta Mellark, e quando hai visto tua sorella, e adesso quasi svenivi per la storia di tuo fratello. Ma non lo capisci che sono cresciuti tutti? Sì, è vero, Rory poteva aspettare, ma la vita è questa. Invece di essere felice di vederli diventare padri e di vederli crescere senza Hunger Games, sembra quasi che... sembra quasi..

-Cosa?

-Ora non so di preciso, ma non ne sembri contento.- affermò Daphne con forza. Gale stava per ribattere, ma la piccola Dot irruppe in quel momento, dicendo qualcosa a proposito del pranzo. Ma Gale non le diede ascolto. Era la prima volta che lo faceva, ma tornare nel Distretto 12 lo aveva fatto tornare il ragazzo pieno di rimorso e sensi di colpa che era stato. Negli anni, aveva imparato a superare le ondate di tristezza che lo assalivano, ma non se ne sarebbero mai andati via completamente. Peeta, invece, parlottava in modo concitato con Rory. Alla fine, Gale capì cos'è che era venuto a fare Peeta a casa sua. No, non casa sua; casa dei suoi fratelli. Peeta faceva quadri. E siccome piacevano tanto alla ragazza di Rory, suo fratello ne aveva comprato cinque per arredare la casa. Proprio mentre Hazelle si metteva ai fornelli e Peeta commentava il progetto della casa di Rory, entrò in casa un bambino.

I capelli biondi e riccioluti, gli occhi grigi che guardavano tutti da capo a piedi.

-Papà, mamma dice che il pranzo è pronto.- disse, rivolto a Peeta, per poi rimanere in piedi in mezzo alla stanza.

-Un attimo solo.- rispose Peeta, continuando a parlare con Rory. Il bambino rimase fermo e zitto, le mani incrociate dietro la schiena. Dot lo guardò curiosa, e si avvincinò a lui.

-Ciao!- esclamò.-Come ti chiami?

Il bambino la scrutò, poi parve decidere che era abbastanza sicuro parlare con lei.

-Cinna.-rispose. Dot gli fece un gran sorriso.

-Ti va di giocare?

Cinna annuì timidamente. In un attimo, erano entrambi davanti alla porta di casa , che si rincorrevano. Peeta sorrise, ma Gale non ricambiò. Dio, era il figlio di Katniss che giocava con sua figlia, quello. E pensare che a volte pensava che sarebbero stati i loro figli. Invece no, era diverso. Guardò Daphne. Lei nno sapeva niente di quello che c'era stato tra Katniss e lui. Dubitava che sarebbe stata così amichevole con Peeta, in quel caso. Dio, quanto la amava. Era felice di aver sposato lei e non Katniss. Sorrise e la baciò. Poi cercò di staccare sua figlia da Cinna.

-Deve andare a casa sua, non puoi tenerlo qui.-disse alla bambina.

-Uffa! E io con chi gioco?

Mentre Gale cercava una risposta, accadde quello che proprio non voleva . Apparve lei. Il tempo l'aveva molto cambiata, al contrario di suo marito. Sembrava più vecchia, più scontrosa, ma quando si rivolse a suo figlio usò una dolcezza mai sentita nella sua voce. Forse parlava in quel modo solo a Prim. La vecchia Prim. Adesso ce n'era una nuova. La vecchia Prim. Dio, quanta tristezza. Si sarebbe potuta trovare fra di loro, in quel momento. Avrebbe avuto diciotto anni. Una morsa gli strinse il cuore. Katniss lo riconobbe subito, sgranò gli occhi, ma non diede segno di riconoscerlo. Si rivolse solo a Peeta.

-Haymitch sta sbraitando e spaventando Prim. Devo calmarlo e non ci riesco da sola.-disse, prendendo Cinna per mano e il marito per l'altra.

-Cinna! Domani vieni a giocare?- gridò la piccola Dot, cogliendo di sorpresa Gale, giusto in tempo, prima che il bambino fosse portato via dalla madre. Rivolse al padre un occhiata interrogativa, e quando quello annuì, rispose:

-Sì, vieni al Prato!

Poi il terzetto sparì dietro l'angolo, lasciando Gale confuso più che mai.

-Sei sbiancato di nuovo.-notò Daphne. Il marito la guardò.

-Solo... solo vecchi ricordi.-mormorò. Ed era vero. I ricordi non avevano più importanza per lui. Ma quello che aveva fatto a Prim continuava a tormentarlo.

 

*

 

-Come vi sposate?-saltò su Daphne. Erano passati anni e anni da quando Dot era entrata per la prima volta nel Distretto 12. Aveva amato quel posto, e tornava a far visita alla famiglia paterna appena poteva. Certo, Loder, zia Sheila e zio Caio erano insostituibili, ma anche Posy, Rory, Vick e Hazelle avevano molto spazio nel suo cuore. Adesso però fu chiaro che c'era anche qualcun'altro che attirava la sua attenzione, in quel posto.

-Sì, io e Cinna ci sposiamo.-disse piano Dot.

Il volto di Gale si contrasse in una smorfia. Non poteva essere. Il destino si accaniva contro di lui.

-Non potete.-disse.

-Come non possiamo? Io lo amo! Lui mi ama! E noi ci sposiamo! Dove sono le complicazioni? La sua famiglia non la conoscete nemmeno, e in ogni caso sono due vincitori, è brava gente. Andremo a vivere nel 4, dove viveva sua nonna, che gli ha lasciato una casa. Dove sono i problemi?

Gale non sapeva come controbattere. Daphne pensava che fosse solo geloso. Anche lei era stata vittima di gelosia paterna, quando aveva annunciato il suo matrimonio. Ma poi l'uomo si alzò e gridò:

-I problemi? Il problema è che ogni volta che guarderò i suoi capelli ricci e biondi mi tornerà alla mente Prim. Mi tornerà tutto quello che ho fatto! Non me lo perdonerò mai! Mai!

Poi si accasciò a terra. Ma capì che era quella la sua condanna. Aveva fatto cose orribili, e la vita lo aveva punito in modo che a soffrire fosse solo lui: avrebbe avuto sempre davanti agli occhi il ricordo del suo peggior crimine.

 

 

*Spazio autrice*

Qui si conclude la nostra storia. Spero che non sia scadente o roba del genere. In realtà avevo pensato a far morire per un incidente Dot nel Distretto 12, mentre erano in visita. Ma in quel modo avrebbe sofferto anche Daphne, e io la adoro e non posso permetterlo. Perciò, ho dato questa condanna a Gale, è triste, lo so. Ma ha pur sempre una figlia e un genero. ;)

P.s: Loder è il figlio di Sheila, quello di cui era incinta. L'hanno chiamato come il fratello, sì.

 

Grazie per avermi seguito fin qui. :)

  
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