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Autore: Menma__    27/06/2013    7 recensioni
George affronta con dolore la morte di Fred
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La bacchetta volò, in alto, Harry la prese e guardò il suo nemico svanire nell’aria. Era stato perseguitato per tutta la vita ma finalmente si era liberato di lui.
C’erano state molte vittime, morti e feriti che in molti avrebbero pianto.
George era accasciato sul suo gemello, non si era mosso di un passo. Come avrebbe fatto da allora?
Senza Fred?
Erano cresciuti insieme, nati insieme e ora, a causa di un’inutile guerra, aveva perso la persona più importante della sua vita.
Si alzò lentamente, gli occhi gonfi dal pianto, si guardò intorno notando le centinaia di persone allungate sui lettini e alcune coperte che coprivano interamente dei corpi ormai senza vita, pensò alle persone che, come lui, avrebbero sofferto per l’assenza di quelle persone.
Aveva perso un orecchio, fu il primo momento, da quando erano nati, che lui e Fred erano diversi, non più l’uno la fotocopia dell’altro, da allora la madre sarebbe stata in grado di distinguerli e una buona parte degli scherzi che preferivano non erano più attuabili. Cavolo.
Ma in quel momento era irrilevante, non sentiva più il dolore all’orecchio, non sentiva più nulla, solo delle continue fitte al petto che non passarono più.
Vide i suoi genitori arrivare verso di lui, si asciugò gli occhi con la manica e si alzò in piedi.
Voleva fare un sorriso, anche uno piccolo per i suoi genitori che avevano appena perso un figlio, ma non ci riuscì, continuò a guardarli.
Molly gli accarezzò i capelli accennando a un sorriso mentre Arthur guardava con tristezza quel figlio che aveva dovuto dire addio ad una vita intera.
Tornarono a casa tutti insieme, cercando di sollevarsi il morale a vicenda.
George si mise a letto fissando il soffitto, come avrebbe continuato a vivere ora?
Si voltò e vide il letto in cui Fred aveva dormito per vent’anni, accanto a lui; chiuse gli occhi e si immaginò di vederlo lì, steso sul letto che gli sorrideva, appena li riaprì lo vide, Fred, suo fratello, con le coperte fino al petto girato verso di lui che lo fissava, George quasi si spaventò.
Si fissarono per diverso tempo, finché le labbra di Fred si incresparono in un sorriso dolce, George gli sorrise a sua volta, un sorriso spenso, sapeva che non era lì davvero ma la sua ‘presenza’ alleviava il dolore; ci fu come un flash e Fred non era più sul suo letto, il sorriso si spense mentre una lacrima solitaria cominciava a solcare il viso di George, si alzò e prese il cuscino di Fred scambiandolo al suo, si rimise a letto affondandoci la testa, sentiva tanti odori familiari che resero più dolorose le fitte al petto, rivide davanti a sé tutti gli attimi passati con Fred, le gioie, le paure, gli scherzi, i dispetti…passò la notte piangendo in silenzio, rivivendo con dolore tutti i momenti passati con suo fratello.
Si svegliò intorno alle tre di notte sentendo la gola secca a causa della sete, si alzò e scese lentamente le scale e non si accorse di qualcuno fermo in salotto.
Andò in cucina con gli occhi socchiusi a causa del sonno, prese un bicchiere d’acqua e, dopo aver bevuto, fece per tornare in camera ma si accorse di Ginny, ferma davanti all’orologio Weasley, che guardava assorta le lancette, tutte ferme su ‘letto’ fatta eccezione per tre di loro, la sua, quella di George e quella di Ron.
George si avvicinò alla sorella e le mise un braccio intorno alle spalle, Ginny si girò verso di lui.
-Guarda lì, George- gli disse lei indicandogli il pavimento.
Lì per terra c’era la lancetta di Fred, solitaria, caduta nell’istante della sua morte.
George si chinò e la raccolse tenendola stretta in pugno, guardò l’orologio Weasley e notò la lancetta di Ron fuori posto, la sua lancetta indicava che si trovava fuori dalla Tana.
George uscì lasciando Ginny di nuovo sola davanti all’orologio e chiudendosi la porta alle spalle.
Notò Ron, seduto su un gradino e lo vide piangere, voleva consolarlo ma di certo non era la persona migliore, non riguardo Fred, così lo guardò per qualche minuto e rientrò senza dire nulla.
 
Un raggio di sole colpì in pieno viso George, si rigirò nel letto brontolando.
-Ehi Fred, Freeeeeed, chiudi quelle stupide tende. Ehi Fred ma mi sent..- disse George mettendosi seduto e guardando il letto vuoto accanto a lui.
Abbassò lo sguardo e scese dal letto vedendo la lancetta caduta dall’orologio Weasley sul comodino, dove l’aveva lasciata la sera prima.
Scese in salotto, dove trovò tutta la famiglia intenta a fare colazione.
-George, caro, che vuoi mangiare a colazione?- chiese Molly.
George la guardò perplesso, non l’aveva mai chiamato ‘caro‘ ma capiva il motivo del nuovo appellativo e del sorriso confortante.
Era evidente la mancanza di Fred, senza di lui il baccano che di solito facevano lui e George non c’era, la cucina era troppo calma e silenziosa.
Tutti facevano colazione senza dire una parola, tanto che non sembrava nemmeno che fosse la casa in cui era nato e cresciuto.
Harry ed Hermione erano li, l’uno seduto accanto a Ginny e l’altra accanto a Ron.
Erano diventati degli ospiti abituali ma quel giorno erano come estranei, non avevano nulla a che fare con la scomparsa di Fred, non prendevano parte al dolore che il resto della famiglia Weasley provava e sopportava dentro di sé.
Da quello stesso giorno cominciarono i lavori di ristrutturazione a Hogwarts e, ovviamente, tutta la famiglia Weasley aderì.
George venne assegnato a rimuovere le macerie nella biblioteca insieme a Harry, qualche adulto e un paio di Tassorosso.
Chiacchierarono per tutto il tempo senza mai toccare l’argomento ‘Fred’, Harry lo evitò di proposito, per non far star male George, ma non servì a molto perché la testa del ragazzo era annebbiata completamente dai ricordi del fratello, anche se non si parlava di lui.
Gli occhi gli si inumidirono spesso e dovette allontanarsi diverse volte con scuse non proprio credibili, ma Harry non approfondì la questione, non chiese nulla né fece domande, George lo ringraziò mentalmente per il suo tatto.
Gli studenti si guardavano intorno, vedevano la scuola distrutta, la scuola che era diventata una casa per loro, erano cresciuti lì e ora era completamente distrutta.
Nessuno si era tirato indietro, tutti avevano partecipato ai lavori, perfino Draco, lontano da ogni previsione e sotto lo sguardo furente di tutti gli altri, aveva aiutato con la ristrutturazione.
Le giornate passarono in fretta, tutte più o meno uguali, la mancanza di Fred si sentiva, molto, ma si provava a farsene una ragione.
Molly, Arthur, Ron, Ginny…sembrava non fosse successo nulla, si comportavano normalmente.
George sapeva che suo fratello mancava a tutti ma non capiva come gli altri riuscissero a far finta che quella persona, così importante, non fosse mai esistita, non una traccia della sua presenza era rimasta in casa, non una traccia della sua assenza nel loro comportamento…forse doveva abituarsi, rassegnarsi al fatto che la sua fotocopia non c’era più.
Quei pensieri gli ronzavano in testa, una mattina di circa un mese dopo la fine della battaglia di Hogwarts, gironzolava per casa in pigiama, con i capelli scompigliati, lo spazzolino ancora in bocca e gli occhi semichiusi.
Arrivò in cucina e vide Harry e Ginny ad un palmo di naso l’uno dall’altra, approfittò dell’occasione e si acquattò, senza farsi notare, vicino al lavandino. Harry prese per i fianchi Ginny e la baciò dolcemente sulle labbra, George afferrò una tazza di caffè, si mise lo spazzolino nell’orecchio sinistro, sopra la fasciatura che gli avvolgeva la testa e li continuò a guardare, godendo della loro inconsapevolezza.
-Giooooorno- disse improvvisamente.
Harry e Ginny si voltarono spaventati e imbarazzati verso di lui che li guardava con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.
-Ehm...giorno George- disse Harry.
Ginny non parlò ma lo guardò come per fulminarlo, incitandolo a evaporare nell’aria come Voldemort.
George alzò le spalle e si avviò verso il salotto sorseggiando il caffè e ridendo sotto i baffi per l’espressione assunta da Ginny.
Si trovò a passare davanti ad uno specchio a muro e si fermò guardando la sua immagine riflessa, notò il sorriso che gli si era creato e che non rivedeva da diverso tempo.
Guardò quel riflesso da capo a piedi scrutando ogni minimo dettaglio.
Si tolse la fasciatura intorno alla testa e lo spazzolino cadde a terra ma George non lo raccolse.
Guardò l’orecchio sinistro o quel che restava e rivide davanti a sé il giorno in cui si era ferito:
 
Lui era allungato sulla poltrona mentre Molly gli accarezzava la testa.
La porta si aprì e Fred si precipitò accanto a lui, guardandolo con un leggero sorriso, per consolarlo.
-Come ti senti Georgie?- gli chiese.
-Romano…-
-Come hai detto?!-
-Romano…come il foro…come il foro Fred, capito?- chiese George indicandosi l’orecchio ferito.
-C’è un mondo di battute legate alle orecchie…e tu scegli Romano…sei patetico- disse con un sorriso.
 
-Sono comunque più bello di te…- concluse con un filo di voce mentre una lacrima gli rigava il viso.
Serrò gli occhi tentando di non far cadere altre lacrime ma era già troppo tardi, riprese la fasciatura e lo spazzolino da terra e tornò in camera sua.
Appena entrato in camera, chiuse la porta a chiave, si vestì in fretta e prese la scopa.
Scese le scale senza farsi sentire e una volta raggiunto il giardino si mise a cavallo della scopa e partì, volò per quella che gli sembrò un’eternità, era un percorso che faceva sempre con Fred ma senza di lui sembrava non finire più.
Raggiunse una casa disabitata, non era malridotta ma comunque piena di ragnatele, almeno all’apparenza.
Scese dalla scopa e si diresse verso l’interno della casa, aprì la porta ed entrò, la polvere lo fece starnutire un paio di volte, si diresse verso il centro della stanza spostando un tappeto che aveva l’aria di essere molto antico.
Rimase in piedi a fissare la botola che solitamente era nascosta dal tappeto, non aveva maniglie o altro per evitare che venisse scoperta per caso, George si chinò, aprì la botola e rimase per qualche minuto a fissare le scale che lo avrebbero portato ad un grande tuffo nel passato.
Fece un grande respiro e cominciò a scenderle, tenendo le mani sulle pareti laterali, come tentando di tronare a quelle volte in cui lì con lui c’era anche suo fratello.
Le scale finirono e lui si trovò davanti ad una stanza molto spaziosa ma quasi completamente vuota.
Le pareti erano quasi tutte composte da specchi, in alcuni punti si trovavano delle colonne di pietra lavorate e decorate, c’erano due grandi armadi tappezzati di foto contenenti degli elementi chimici mentre altri attrezzi e qualche boccetta, alcune piene e altre vuote, sparse sul pavimento.
Lui e Fred andavano spesso in quella stanza segreta, era lontana da casa ma ne valeva la pena, lì creavano nuovi scherzi per il loro negozio, si esercitavano con gli incantesimi e soprattutto parlavano, si raccontavano tutto come se fossero DAVVERO una persona sola, non era importante che fossero sempre insieme, non era importante che fossero cose che sapevano già, parlavano dei loro sentimenti, di quello che provavano, delle loro paure.
Non tornava in quella stanza da quando era finita la guerra, cominciò a camminare guardandosi intorno, teneva lo sguardo fisso a terra ispezionando le boccette e i libri sparsi a terra, le piume e i vestiti disordinati.
Era capitato diverse volte che non tornassero a casa per diversi giorni quando frequentavano i primi anni di scuola, qualche volta per un litigio con Molly o con Arthur o altre volte semplicemente per passare una giornata diversamente dal solito, prendevano le scope e volavano lì, insieme, chiacchierando e ridendo durante il tragitto e a volte facendosi anche scherzi abbastanza pericolosi, poi arrivavano lì, soli, e si divertivano da matti, creavano scherzi e studiavano (davvero mooolto raramente), finché non crollavano dal sonno circondati da un disordine degno di un uragano.
Si diresse verso un armadio in fondo alla stanza, appoggiò la mano allo sportello e guardò le foto attaccate su di esso, erano della scuola, di amici, ma soprattutto di loro due, foto insieme, dei loro scherzi, qualche ritaglio di giornale, erano foto magiche quindi si muovevano, guardò le foto in cui il fratello sorrideva, quasi tutte del resto.
Si allontanò dall’armadio e si avvicinò ad una parete a specchio, non gli piaceva specchiarsi, non gli piaceva la sensazione di vedere un solo se stesso allo specchio, non ci era abituato, chiuse gli occhi e immaginò di vedere due figure uguali allo specchio, come prima della battaglia, aprì gli occhi e lo vide, il secondo riflesso accanto al suo.
In quel momento capì, un lieve sorriso comparve sul suo volto.
Fred non era morto, non per lui, certamente gli sarebbe mancato ma sarebbe bastato immaginarlo al suo fianco, ci sarebbe sempre stato, non lo avrebbe mai abbandonato, neanche ora che era morto.
Non era così grave in fin dei conti, gli sarebbe stato accanto per sempre, o almeno finché non lo avesse raggiunto lui.
-Ehi Fred, torneremo insieme, ovunque tu sia- sussurrò mentre un’ultima lacrima, questa volta di sollievo, gli solcava il viso.
 
 
Sto morendo, me ne rendo conto, non ho paura, non provo dolore, mi sento rilassato.
Sono disteso su un telo, Molly mi guarda con le lacrime agli occhi.
George mi corre incontro, anche lui piange, mi si è chinato accanto e comincia a parlarmi, forse sta urlando, non so, non sento niente.
Perché piangi George?
Non piangere.
Per favore, non voglio che tu sia triste, non voglio che qualcuno sia triste a causa mia.
Mamma, papà, mi spiace per il baccano, per le preoccupazioni.
Ron, mi spiace per gli scherzi, spesso di cattivo gusto.
Ginny, scusa per non esserti stato vicino.
Percy, Bill, e anche tu Charlie, anche se non sei qui, mi spiace per le rotture da fratello minore.
George, caro George, mi spiace lasciarti solo, non voglio.
E’ tutto buio, George? Non ti vedo più, non vedo più nulla, è così morire? Mi aspettavo di peggio in fondo…
Per favore, non piangete, non per me.
Sto bene.
 
 
 
Salve a tutti :D
Questa è la mia prima fanfiction e spero vi piaccia, ho adorato questa coppia e volevo parlare di loro, spero di essere riuscita a commuovervi almeno un po’ :)
Ringrazio in anticipo tutti quelli che leggeranno e recensiranno ma sono molto grata anche a coloro che leggeranno semplicemente.
 
Grazie  ^-^    Menma__
  
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