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Autore: R Artemis    28/06/2013    2 recensioni
Angeli e demoni. L'eterno conflitto tra bene e male. Ma chi ha deciso cos'è il bene e cos'è il male?
L'amore, puro sentimento umano, è bene o male?
Gwen, protagonista di un mondo più grande di lei, non sa trovare risposta a ciò.
Entrambe le fazioni sembrano opporsi a lei e ad un batterista che entra nel suo mondo per caso.
Che lo scontro abbia inizio.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima ancora di aprire gli occhi sentì delle voci, confuse, non riusciva a capire di cosa stessero parlando. 
"Arriverà." 
"Così dice lei. Dobbiamo solo seguire i suoi ordini." 
"E di questo qui cosa ne dobbiamo fare?" 
"Forse ci lasceranno giocare un po' una volta finito tutto!"
Era seduto, su una sedia, anche non molto comoda, capì. Provò a muoversi, ma non ci riuscì: qualcuno gli aveva legato i polsi e le caviglie con delle catene. Non sapeva da quanto tempo fosse lì, ore, o giorni forse. La testa gli faceva ancora male. Non ricordava molto di quando aveva incontrato i due uomini che l'avevano aggredito. Ogni tanto, ricordava, era riuscito a riprendere coscienza, ma solo per poco, il tempo di sentire qualche parola, poi di nuovo buio.
Sentiva la bocca molto secca, segno che non beveva da molto. Era sudato ed accaldato, i capelli un po' bagnati gli ricadevano sulla fronte.
Aprì finalmente gli occhi e la luce del sole proveniente dalle finestre glieli ferì, costringendolo a richiuderli. Pian piano si abituò e riuscì ad aprirli del tutto. Si trovava al centro del transetto di una chiesa, dietro quello che sembrava l'altare, spoglio, con sopra poggiato solo un lungo pugnale. La luce proveniva dalle alte finestre su cui erano raffigurati eventi biblici. La luce entrava nella chiesa conservando le diverse tonalità di colore del vetro, dal rosso, al giallo, al verde. Illuminava tutta la chiesa, dall'entrata, seguendo le file di panchine disposte ordinatamente nelle navate, fino a raggiungere l'altare. Alte colonne dividevano la navata centrale da quelle laterali. A parte la struttura, Shannon non notò nessun oggetto che sarebbe dovuto essere comune in una chiesa, nessun crocifisso, niente libri, niente di niente. Sembrava tutto così vuoto..ma quando voltò lo sguardo notò due figure intente a parlare tra di loro, neanche si erano accorti di lui. Una era una donna, piuttosto alta, capelli biondi, molto corti, occhi a mandorla e pelle olivastra. L'altro, un uomo sulla cinquantina, ciuffi di capelli bianchi che ormai si intravedevano nella folta chioma nera.
All'improvviso, si voltarono verso Shannon, contemporaneamente.
Puntarono i loro sguardi su di lui e per un attimo il batterista rivide quegli occhi neri che lo avevano terrorizzato.
"Cosa volete da me?" Shannon ritrovò il coraggio che pensava di aver perso, e parlò, guardando quei demoni dritti negli occhi, ora tornati normali. "Dove sono?"
"Non preoccuparti, umano, non ti faremo nulla, per ora. Ci servi vivo."
"Vi servo? Per cosa?" Shannon temeva quella risposta. Il suo pensiero si era rivolto subito a Gwen, preoccupato che le fosse successo qualcosa.
"Abbiamo bisogno della tua bella ragazza." rispose con un sorriso la donna, osservando divertita il volto del batterista trasformarsi in un'espressione di stupore e terrore. "Sai, ho sentito molto parlare di questa Ginevra" disse ora rivolto all'uomo. "molte storie si raccontano su di lei...e anche su di voi" si rivolse di nuovo verso Shannon facendogli l'occhiolino. "Un demone ed un essere umano...così proibito. Chissà sotto le lenzuola.."
"Oh, per Dio, Martha, non ora!" ma l'uomo rideva mentre camminava intorno alla sedia di Shannon.
"Non è una di voi." disse l'umano, scandendo bene le parole. "Gwen non è come voi."
"Non esserne così sicuro, mio caro mortale. Sangue di demone scorre nelle sue vene, se ne accorgerà molto presto..."
 
 
"No, no e ancora no. Tu non verrai con noi!"
"E' colpa mia, tutto questo è colpa mia! Come posso non venire con voi per metter fine a tutto questo?" Ormai Gwen quasi urlava, disperata ed esasperata, ma l'amico non sembrava intenzionato a cedere.
"Non mi interessa cosa pensi, ascoltami per una volta! E' di Lilith che stiamo parlando, non di un qualunque demone. Tu sei importante, loro vogliono proprio te. L'ultima cosa che voglio, è accontentare un demone. Se tu venissi, seguiremmo il loro piano. Tu resti qui!"
"Non sono una bambina, non sono debole! So benissimo badare a me stessa e sono molto più potente della maggior parte degli angeli che ci sono qui! Potrei vaporizzare quei demoni con una sola mano, lo sai anche tu! Lasciami venire, ti prego!"
"La mia risposta è sempre no. Ora basta, Ginevra, tu non verrai con noi. Mi dispiace, non posso permettere che ti facciano del male." Fu la sua ultima parola. Con un movimento veloce, iniettò del liquido nel collo della ragazza, con una siringa che teneva nascosta, sicuro che si sarebbe presentata questa occasione. Gwen sentì la piccola puntura e quasi contemporaneamente il liquido che si espandeva in tutto il suo corpo e, dopo aver lanciato uno sguardo sorpreso a Matt, si accasciò sul pavimento, priva di sensi.
Matt implorava scuse con lo sguardo, ma ormai l'aveva fatto, aveva dovuto farlo, e lei non poteva vederlo...non poteva più fare nulla. L'effetto sarebbe durato per qualche ora, il tempo di allontanarsi abbastanza e, magari, di finire la battaglia. Sistemò il corpo della ragazza sul divano di quella casa che ormai usavano come rifugio, poi spalancò le ali e volò via, in alto nel cielo, più velocemente possibile per raggiungere gli altri angeli che si stavano già dirigendo verso quella vecchia cittadina nel Maryland, dove si nascondeva il demone.
 
 
Shannon non riusciva a smettere di pensare a quella ragazza dagli occhi impossibili, precipitata un giorno dal cielo davanti casa sua, cambiandogli la vita. Non aveva mai pensato che potesse succedere tutto questo, a partire dai sentimenti che provava fino a...quello. Lui era solo un'esca, lo sapeva. Doveva attirare lì Gwen. Una parte di lui sapeva che sarebbe arrivata, quasi lo sperava...un'altra parte, invece sperava che non tenesse a lui così tanto quanto aveva creduto e che non arrivasse in quel covo di demoni. Non sapeva cosa volessero, di preciso, da lei, ma certamente non le avrebbero fatto del bene. Forse, anche loro prendevano parte a quella battagli di cui gli aveva accennato Gwen, della lotta senza sosta dei demoni di risvegliare loro padre...e lo avrebbero fatto solo grazie a Gwen. Era colpa sua, era stato uno stupido, non era neanche riuscito ad evitare un colpo da quei due uomini.
"Vediamo finalmente questo umano! Mi raccomando, voi due, non torcetegli neanche un capello. Mi serve vivo."
Il rumore della porta che si apriva ed una voce femminile, acuta, riscosse Shannon, che tentò invano di voltarsi per vederne la fonte, ma riuscì solo a farsi ancora più male con quelle catene che gli stringevano i polsi. Ma non ci fu bisogno di voltarsi, perchè la fonte di quella voce andò da lui. 
Era una ragazza, Shannon si stupì di quanto fosse giovane. Sembrava appena diciottenne, con quei lunghi capelli rossi che le ricadevano con dolci boccoli sulle spalle, quei lineamenti tenui, quegli occhi verdi profondi e quelle labbra sottili. Qualche lentiggine le copriva le guance, facendola sembrare ancora più piccola.
Questa si avvicinò a lui senza timore, si chinò, tenendosi con le mani sulle gambe appena piegate e lo fissò, quasi fosse un animale. Sembrava quasi che lo stesse osservando dentro.
Doveva essere Lilith, immaginò Shannon, dai racconti di Gwen. Aveva posseduto quella giovane ragazza, le aveva strappato via la vita. Era un mostro.
"Ciao Shannon, ora faremo sapere alla tua cara Ginevra che sei qui con me, ti va?"
 
 
La ragazza faticava ad aprire le palpebre. Le sentiva così pesanti, così come le altri parti del corpo. Provò ad alzare un braccio, ma quello si mosse solo di pochi centimetri. Cosa le aveva fatto Matt?
Sentì pian piano la sensibilità tornare nelle braccia, nella gambe ed infine riuscì ad aprire gli occhi. Ci mise un po' ad adattarsi alla luce del sole, ormai quasi tramontato. Si sedette a gambe incrociate sul divano, dove si trovava. Evidentemente l'amico l'aveva poggiata lì, dopo averle somministrato quel liquido. Sapeva che l'aveva fatto per lei, ma una parte di lei era infuriata con Matt. Lei era abbastanza grande da poter decidere cosa fare. Se avesse avuto voglia di andare a combattere, l'avrebbe fatto, con o senza il suo permesso.
Cercò di alzarsi, ma sentì improvvisamente la testa farle male e come se tutto intorno a lei ruotasse. Si sedette, di nuovo, cercando di riprendersi, quando sentì un suono. Era la suoneria del suo cellulare, poggiato sul piccolo tavolino di fianco al divano. Chissà da quanto suonava, lei probabilmente se ne era accorta solo ora. Prese il cellulare ed osservò la scritta 'Shannon' comparsa sullo schermo. Le aveva detto di non chiamarla, si sarebbe fatta sentire lei...cosa era successo? Premette il tasto di risposta con crescente ansia, il cuore che le martellava nel petto.
"Oh, mia bella Ginevra, il tuo caro umano ti saluta!"
Non era Shannon. Una ragazza, una voce così acuta...doveva essere lei. Sentì lo stomaco contorcersi, tutto il corpo irrigidirsi e il respiro bloccarsi quando quella voce la raggiunse, consapevole ora che Shannon fosse in pericolo.
"Ma che stupida, non mi sono neanche presentata. Non ci siamo mai incontrate prima...io sono Lilith, forse avrai sentito parlare di me.
Farai meglio a venire da me, se vuoi vedere ancora il tuo fidanzatino, vivo."
Gwen sentì quell'incessante suono del cellulare. Aveva attaccato.
Restò ferma, il telefono vicino all'orecchio, ancora per qualche secondo. Non riusciva ancora a crederci, quel demone si era abbassato a tanto...bhè, in effetti da quelle creature ci si poteva aspettare solo cose malvagie.
Vedeva Shannon, rapito ed intrappolato dai demoni di Lilith. Lui, indifeso davanti a quegli esseri. Impaurito, forse. Vedeva la crudeltà dei demoni scagliarsi contro Shannon, vedeva quella scintilla nei suoi occhi verdi e marroni affievolirsi, tutto per colpa sua. Se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Sentiva quasi del male fisico, pensando a lui nelle mani di quei demoni.
Si alzò da quel divano, l'adrenalina che aveva cancellato tutti gli effetti di quel liquido. Sarebbe andato da lui, l'avrebbe salvato, anche a costo della vita. Era una promessa. Non importava cosa aveva detto Matt. Sarebbe scesa anche lei in battaglia. Perchè lo amava con tutta se stessa, lo sapeva, ma non l'aveva mai detto a lui.
Corse a prendere il pugnale, lo sistemò in una tasca apposita dei pantaloni, uscì di casa e, liberando le ali, volò nella stessa direzione presa poco prima dal suo compagno Matt.
 
 
Con un calcio, Matt mandò a terra uno dei demoni che difendevano l'ingresso dell'edificio in cui, ne era sicuro, si nascondeva Lilith. Conficcò il pugnale dritto nel cuore di quel corpo, osservando il denso fumo nero lasciare il corpo, ora in preda a violenti scatti, e dissolversi poco dopo. Non era stato il primo, quella notte, a morire.
Matt e gli altri angeli avevano lasciato una scia di cadaveri dietro di loro e, con sguardo fermo e severo, proseguirono.
Si erano divisi, per coprire meglio il perimetro di tutta l'edificio, ma continuavano a tenersi in contatto telepaticamente.
"Via libera."
"Anche qui."
"Tutti morti. Ok" ordinò Matt, che si era assegnato il compito di guidare la missione "eliminiamo questi sigilli, ed entriamo."
Le mura, infatti, erano ricoperte da marchi tracciati dai demoni che impedivano l'accesso agli angeli.
Matt fece un cenno con il capo all'umano che pochi secondi fa li aveva raggiunti, dopo aver ucciso i demoni, e questo si avvicinò alle mura. Con precisione, cancellò piccole parti di tutti i marchi, in modo da cancellare il loro potere. Non appena finito, ritornò al suo posto, al fianco di Matt. L'angelo, con un altro cenno del capo, distrusse il legame che aveva creato con l'umano, in modo da poterlo controllare, e questo cadde a terra privo di sensi.
"Ethiel, portalo in un luogo sicuro." disse il capo rivolgendosi ad uno degli angeli, "tutti voi altri, preparatevi all'attacco. Che la battaglia abbia inizio."
 
 
 
"Sono entrati." sentenziò Lilith, mentre camminava intorno alla sedia su cui era legato Shannon. "Come hanno fatto.." sembrava nervosa, notò Shannon, osservando quella piccola ragazza che continuava a girarsi le mani l'una nell'altra, facendola sembrare quasi più grande. "Non importa. Ora si batteranno con i miei demoni migliori, e quegli stupidi angeli moriranno, uno dopo l'altro, cadranno in questa battaglia."
"Potremmo aiutarli?" azzardò l'uomo che sembrava quasi terrorizzato dalla ragazza.
"No!" urlò lei, e ad un tratto la sua fastidiosa voce acuta sparì lasciando posto alla rabbia. "Dovete restare di guardia a quest'umano, idioti. Io ho del lavoro da fare, devo prepararmi per l'arrivo della bella Ginevra.." Lilith si avvicinò piano alla porta, con lo sguardo che vagava dai due demoni all'umano, ma come se in realtà non li vedesse. "E' tutto vostro ma...non uccidetelo, non ancora." Poi aprì la porta, uscì, e la richiuse alle sue spalle, nello stesso momento in cui due sospiri di sollievo uscirono dalle labbra dei demoni.
"Chi sono entrati? Dove?" chiese Shannon, cercando di approfittare di questi momenti di stordimento delle creature.
La donna si riscosse poi puntò verso di lui con passi ampi e veloci "I tuoi amici angioletti, sono entrati nell'edificio."
"Edificio, quale edificio? Dove siamo noi ora?" 
La donna rise "La chiesa dove si compirà il sacrificio, è così ovvio. Attendiamo il nostro padrone da così tanto tempo.."
Sacrificio. Quegli angeli...loro avranno capito che quello era il nascondigli di Lilith. Ma era solo una trappola, doveva solo portare Gwen lì e...ci sarebbe riuscita, lei stava arrivando, per lui.
Lei non sarebbe morta a causa sua, lo promise a se stesso. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di salvarla, avrebbe fatto di tutto pur di riabbracciarla, di riaverla per sè. Era la sua Gwen e nessuno gliela avrebbe portata via.
"L'edificio...dov'è? E' solo una trappola, un diversivo, non è così?"
"Siamo così vicino al luogo in cui sta avvenendo la battaglia, così vicini..." l'uomo si avvicinò alla finestra ed osservò fuori con uno sguardo triste, se così si poteva dire dello sguardo di un demone.
"L'umano sta chiedendo troppo, chiudi quella bocca." La donna si chinò poi sferrò un pugno proprio nello stomaco di Shannon che si accasciò per quanto riuscì e iniziò a tossire. "Ho l'impressione che ci divertiremo anche qui dentro. Con lui." disse infine mentre osservava il batterista in preda al dolore e un sorriso si formò sulle sue labbra, mentre anche l'uomo ora si avvicinava.
Non sarebbe riuscito ad avvertire Gwen della trappola. Il suo unico piano di salvarla era sfumato così velocemente com'era arrivato.
 
 
Gli angeli si battevano coraggiosi contro i demoni, i più forti che avessero mai incontrato.
Grandi ali rosse, bianche, oro e nere erano le protagoniste della scena.
Chi combatteva in aria, chi sulla terra. Accecanti luci nascevano e morivano, ogni volta che qualcuno uccideva grazie al pugnale, angelico o demoniaco.
Ognuno aveva un avversario, alcuni più di uno.
Sangue era ormai sparso per terra, insieme alle piume colorate e ai corpi immobili delle creature. I demoni attaccavano, ma gli angeli resistevano.
Matt sentiva le urla di quella battaglia entrargli nella testa, torturarlo dall'interno. Erano nati per questo, erano combattenti, soldati.
"Uccidete Lilith!" urlò.
"Nessuna traccia di lei, per ora." fu la risposta di qualcuno, e questo lo spaventò, più del pugnale che stava per colpirlo.
  
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