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Autore: applestark    28/06/2013    1 recensioni
Baltimora,2005.
Jack e Sally si incontrano per caso a un concerto dei Blink 182 e da subito sono attratti l'uno dall'altra.
New York, 2009.
Sono passati quattro anni e Jack è diventato ormai famoso con la sua band, gli All time low. Sally partecipa a un loro concerto e proprio lì si rincontrano.
Baltimora, 2013.
Riusciranno Jack e Sally ad ammettere i sentimenti che provano l'uno per l'altra, oppure resteranno sempre sospesi tra amicizia e amore?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2                                               
 
                                                                                                                                     " Don’t make this easy  
                                                                                                                                     I want you to mean it,
                                                                                                                                  Jasey...say you’ll mean it."
                                                    

                                                                                                                                                                 (All time low, "Jasey Rae")
 

 2009
 
Sally
 
 
La folla era in delirio, New York non aveva occhi che per gli All time low.
Ero circondata da ragazzine urlanti, ragazzi ubriachi e davanti ai miei occhi avevo quattro pazzi che sapevano coinvolgere il pubblico come non avevo mai visto prima.
Un cantante con una voce non indifferente, arrapante come pochi e allo stesso tempo dannatamente dolce in acustica, un chitarrista di cui ricordavo fin troppo bene le facce buffe, un bassista muscoloso e senza maglia e un batterista che suona come un matto nella penombra.
Quei quattro ce l’avevano davvero fatta, avevano pubblicato degli album, le loro canzoni erano diventate conosciutissime e anche se Jack Barakat  non mi aveva riservato nessun posto in prima fila quella band mi piaceva da matti.
Ero a quel concerto con il mio ragazzo Nathan, che aveva conosciuto manco a farlo apposta Jack , tramite un amico in comune, un certo Vinny.
Avevo passato la notte a chiedermi come sarebbe potuto essere rivedere Jack, visto che avevo passato numerose estati ancora a sperare che tornasse a Baltimora o qualcosa del genere.
L’effetto era stato peggiore di quanto mi aspettassi perché a vederlo suonare su quel palco acclamato da migliaia di persone mi aveva fatto venire un piccolo colpo al cuore, un crick, un “bang!”, insomma, uno scoppio.
Ovviamente cercavo di non farci troppo caso e mi dimenavo insieme al mio ragazzo a cantare quelle squisite canzoni.
-Cazzo, cazzo, Sally! – esclamava Nathan, mentre io venivo quasi spiaccicata dal troppo pogo.
-Nathan? Cos’hai?-
-Gli All time low spaccano!- gridava lui urlacchiando come una delle ragazzine che si toglievano i reggiseni per lanciarli a Jack , che a quanto pare aveva ancora la fissa delle tette.
 
Alla fine dello show, passata la mezzanotte, il mio ragazzo mi stava trascinando come un sacco di patate verso il backstage dove doveva andare a salutare il suo nuovo amicone Jack.
Io mi ero rifiutata di tenergli compagnia, ma Nathan aveva insistito così tanto che alla fine l’avevo seguito, anche per cercare di non destare sospetti.
Ogni volta che finiva un concerto ricordavo di quando Jack mi aveva accompagnata a casa e allora avevo un po’ di nostalgia, che cercavo di nascondere per bene.
L’enorme stadio dove si erano esibiti gli All time low era semivuoto in quel momento, tutta la folla di fans piangenti ed emozionati si era dissolta nel nulla , ed anche io volevo dissolvermi in quel momento, peccato che non mi era possibile.
Dovevo solo sperare che Jack non si ricordasse di me, infondo ero cambiata tanto!
Cioè, non mettevo più quei ridicoli maglioncini con le renne, avevo messo su qualche chilo e le tette si erano ingrossate, non tantissimo ma…quel che bastava per essere più attraente.
Per rendere i capelli più ordinati avevo fatto la frangetta e dei brufoli nemmeno più l’ombra!
-Sally, a cosa pensi?- domandò Nathan, sventolandomi la mano davanti al viso.
-NIENTE.- dissi mostrandogli un sorriso a 32 denti, un po’ finto ma….comunque efficace.
-Ehilà Nathan!-
Alzai immediatamente lo sguardo, si trattava di Vinny, quell’amico in comune.
-Ciao, come va? Lei è la mia ragazza, Sally-
Alzai la mano in cenno di saluto. –Salve-
-Ciao, venite pure, vi stavamo giusto aspettando-
Nathan mi mostrò un enorme sorriso e mi prese la mano mentre entravamo nel backstage, dove tutti gli organizzatori che avevano contribuito alla realizzazione del concerto stavano sistemando attrezzi, strumenti ecc.
Al primo camerino, proprio dove fuori era scritto a caratteri cubitali BARAKAT, Nathan bussò più volte, insistentemente.
-Io vado dagli altri, vi aspettiamo- esclamò Vinny prendendo a correre verso la fine dello stretto corridoio che portava al resto della band.
-Chi cazzo è?-
Riconobbi quella voce da subito.
-Sono Nathan- rispose il mio ragazzo con quell’espressione da  idiota in volto, caspita, ma perché mi ero messa con quello lì?!
Il cuore prese a battermi a mille quando lentamente quella porta si stava aprendo…
1…2…3
Presi un enorme respiro e… eccolo.
Capelli scompigliati, occhioni da cerbiatto, t-shirt bagnata , fronte sudata e barbetta incolta sulle guance.
Caspita.
-Ehi amico- salutò Nathan con una pacca sulla spalla e mi rivolse uno sguardo sospetto, inarcando le sopracciglia folte e scure.
Anche io lo guardavo in quel modo, ne ero certa, visto che Nate aveva una faccia da punto interrogativo.
-Jack ti presento Sally, la mia ragazza-
Allungai una mano verso quella del chitarrista e ricordai di quando si era ferito con la bottiglia di vetro della birra.
-Io… ti conosco, Sally!-
-Come?- fece il mio ragazzo, guardandomi male.
-Ehm…tre anni fa forse, a una festa forse…noi…- presi a balbettare, agitata e in ansia, ma perché l’aveva detto? Perché?!
 Fortunatamente Alex Gaskarth mi salvò la vita, comparendo magicamente in mezzo a noi proprio nel mentre di una situazione imbarazzante.
-Nathan devi assolutamente venire con me!-
Sorrisi a 32 denti al mio ragazzo e lui se ne andò con il cantante scuotendo la testa più volte.
 
-Tornando a noi…-
-Jack?-
Stavo giocando a fare la gnorri, ma ovviamente non stava andando così bene.
-Sally , tu sei quella del concerto dei Blink, l’amica di Amanda. Ho chiesto a quella troia che fine avessi fatto e mi ha detto che tipo ti eri trasferita in Alabama e…-
Lo bloccai posando una mano sul suo braccio, lui rimase in silenzio e mi guardò con fare interrogativo.
Dovevo ammettere che era proprio carino, a volte si perdeva in una mimica facciale davvero tenerissima.
-Sono davvero stata in Alabama, per dei problemi con…mia madre, io…io ho vissuto lì a lungo- balbettai, quella era una storia che non conosceva nessuno, non me la sentivo di certo di raccontarla a Jack. Non in quel momento, non senza la confidenza necessaria.
-Ah okay allora-
-Adesso ci siamo rincontrati- esclamai portandomi le mani sulla testa, ebbi paura che una strana luce in quel momento stesse facendo brillare i miei occhi, così abbassai lo sguardo.
-Infatti…è tutto così strano. Cosa fai nella vita, Sally?- mi chiese, passandosi un asciugamano tra i capelli scompigliati e bagnati dal sudore e dall’acqua che si era buttato sulla testa durante il concerto.
-Prima di tutto complimenti Jack, tu e All Time Low ce l’avete fatta! Ora siete famosi e una folla di giovani vi acclama…-
-Sally…ti ho chiesto di parlare di te. –
Mi guardò inarcando un sopracciglio, io rimasi ferma immobile a chiedermi il perché della sua obbiezione.
-Scommetto che dopo andrai via, non so se ci vedremo ancora e sinceramente voglio che mi racconti qualcosa di te…-
Non potevo crederci, stava dicendo davvero quella cosa apparentemente….romantica? Era romantica? Cercai di non pensarci troppo, d’altronde avevo un ragazzo, Nathan sarebbe potuto spuntare da un momento all’altro.
-Sto studiando Scienze della Comunicazione al college, ma mi piacerebbe intraprendere la strada nella carriera musicale, ovviamente non come cantante. Per adesso sono manager del gruppo punk rock di Nathan-
-Figo. Molto figo. Beh allora abbiamo la possibilità di rivederci se tutto ti va bene-
Scrollò le spalle, sorridente come suo solito, ed io feci lo stesso.
-Non puoi semplicemente chiedermi il numero, se batti tanto sul “rivederci”?-
Non riuscii a trattenere per me quella domanda, che uscì dalla mia bocca come se niente fosse, come una folata di vento.
-Che ne dici se andiamo a farci un giro da queste parti?-
“Non hai risposto alla mia domanda” pensai, ma per il resto mi limitai ad annuire.
Avevo incontrato Jack Barakat da circa venti minuti e già mi sentivo strana, come se fossi ritornata indietro nel tempo a riprendermi uno dei pochi ricordi felici che avevo avuto.
-Dove andiamo?- gli chiesi e lui si guardò intorno con fare interrogativo.
-E’ molto tardi, ti dispiace se ci mettiamo qui a…chiacchierare?-
-Come due vecchi amici?- Sorrisi e lo seguii, lui si appoggiò alla sua auto con le braccia incrociate.
-No- rispose, sorridendo da gnorri.
-Come no?!-
-Credi davvero che un uomo e una donna possano essere…amici?-
Corrugai la fronte in un’espressione del tutto confusa.
-Ovvio che ci credo!-
-Nah- scosse la testa –I maschi…vogliono sempre portarsi a letto l’amica, capisci?-
-Cosa…cosa dici?!-
Spalancai gli occhi, ciò che diceva mi stava confondendo ancora di più… oh, ma perché ero andata a quel dannato concerto con quel mio dannato fidanzato???
-Dico che per noi ragazzi…un’amica non è mai solo un’amica-
Incrociai le braccia al petto e mi avvicinai a lui, per guardarlo meglio negli occhi mentre faceva quei discorsi.
-Quindi ora tu…ed io…tu…-
-Si, vorrei portarti a letto-
Era tranquillo, talmente tanto che scattai come una molla e gli presi i lembi della t-shirt con le mani, con uno sguardo furioso e i denti stretti.
-SEI UN MAIALE!-
-No! Ho solo detto la verità, Sally!-
-Sei un maiale comunque!-
-E va bene allora…scherzavo, ma non farmi male- borbottò, prendendomi entrambi i polsi per farmi smettere di dargli pugni nello stomaco
Opposi qualche secondo resistenza e poi rimasi immobile, lasciandomi abbracciare da Jack che mi prese tra le sue braccia posando il mento sulla mia testa.
-Non è vero che scherzavi- mormorai, rimanendo ferma ferma come se fossi una specie di gattina tra le sue braccia.
-Ti importa così tanto adesso?-
Alzai lo sguardo per guardarlo negli occhi, quei due pozzi scuri e profondo.
-No, dovevamo chiacchierare no? Allora chiacchieriamo.- dissi accennando un sorriso che probabilmente non vide, visto che stavo con la testa sul suo petto, completamente rannicchiata tra le sue braccia forti.
-Okay beh allora…sono quattro anni che non ci vediamo giusto? Oh cavolo, ti ho riconosciuta subito perché i tuoi occhi non sono per niente cambiati, quindi…-
-Nemmeno tu sei cambiato, voglio dire, ora sei più…figo. Sei una rockstar, le tue fans ti amano..-
-Tu sei una mia fan?-
Rise, ed io lo seguii a ruota.
-Considerami tale, ma non mi spoglierei per te-
Mi lasciò andare improvvisamente , tanto che inciampai e lo guardai torva. –Non c’è bisogno che lo faccia tu, posso farlo anche io-
-Jack?- sospirai, portandomi le mani sul viso per non fargli vedere che ero tremendamente arrossita in quel momento.
-Oh ti prego! Stai sprecando una grande opportunità, al tuo posto altre ragazze già mi sarebbero saltate addosso-
-Io non sono come il resto delle ragazze, caro Barakat!- dissi risoluta, mentre lui mi prendeva le mani per potermi guardare negli occhi, con un sorriso da cucciolo stampato sulle labbra.
-Lo so, lo so. –
-Oh bene!- esclamai, lasciando che lui mi prendesse il volto tra le sue mani grandi e da musicista.
-Che ci fai con quel Nathan?-
-E’ carino, è l’unico ragazzo con il quale sono riuscita a stare dopo tanto tempo…-
Socchiusi gli occhi e ripensai ai motivi che mi avevano spinta , forzatamente, a trasferirmi in Alabama con degli anziani, i miei zii… erano pensieri che mi rattristavano, e probabilmente Jack se n’era accorto, perché cambiò argomento.
-In un film adesso io e te ci saremmo già baciati-
Arricciai il naso in una strana smorfia e lo guardai negli occhi. –Il mio ragazzo potrebbe arrivare da un momento all’altro-
-Sai quanto mi importa di quello?!- borbottò, facendomi ridere così tanto da avere i dolori allo stomaco.
-Non ridere- replicò più tardi dandomi uno scherzoso morso sulla guancia.
-Eh!!!!-
-Sally…-
Mi prese di nuovo il viso tra le sue mani grandi, mi guardò a lungo con i suoi occhi grandi e scuri da cerbiatto e poi mi resi conto che ero nel suo meccanismo, nel suo gioco…ed uscirne sarebbe stato molto, molto difficile.
Non opposi più nessuna resistenza e le sue labbra furono sulle mie prima che potessi focalizzare bene quel momento.
Presi un enorme respiro, lui sorrise e poi ci baciammo.
Non fu solo lui, ma io contribuii attivamente a quel contatto, meraviglioso scambio di sentimenti che non avevo provato con nessun’altro prima d’ora.
Le ginocchia presero a tremarmi , sentii come se stessi per cedere tra le sue braccia, e lui era lì per prendermi, non farmi cadere, stringermi…
Era così diverso.
Senza nemmeno accorgermene la partita l’aveva vinta lui, non avevo scommesso niente e pure in quel momento giocavamo d’azzardo con molto impeto.
Giacevo sui sedili posteriori della sua auto , la stessa che ci aveva visti scambiarci per la prima volta un bacio, ma questa volta era molto di più.
Potevo sentire le sue mani esplorarmi provocandomi brividi lungo la spina dorsale.
Avevo paura, e non se perché era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere oppure perché Nathan, il mio ragazzo, sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro.
Un passo dopo l’altro Jack mi condusse per mano verso un’esperienza che non avevo mai sperimentato prima.
E fu bellissimo, perché non sono mai riuscita a cancellare quel ricordo.
Ma come si dice, la notte è arcana e l’alba cancella tutte le meraviglie. La polvere magica che avevamo usato per volare quella notte al mattino era semplicemente polvere grigia e ammassata in un angolo.
Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto non appena capii che ovviamente per Jack Barakat era finita lì, che non ero ne la prima ne l’ultima che si sarebbe portato a letto solo perché la testa così gli suggeriva di fare.
Era questione di…testa, non di cuore.
Ed avevo giocato solo io quella carta.
C’ero io, che non ero mai andata con qualcuno senza essere davvero innamorata.
C’ero io, che stavo perdendo lentamente la ragione per quel ragazzo dai capelli scompigliati…
Io… che non ero altro che una delle sue puttane.
-Non farla facile, Sally…- mi diceva, con quell’espressione da bambino stampata in volto… aveva avuto la sua bambola e adesso si era scocciato perché non ero la sua preferita.
-Okay, ho capito, vado via. Addio Jack.-
Queste erano state le sue ultime parole che gli avevo rivolto, mi ero rivestita in fretta e furia ed ero corsa via , ero fuggita  correndo e gettandomi nel primo autobus che mi avrebbe portato a cas
Non avevo nemmeno il coraggio di guardare in faccia il mio ragazzo in quel momento, la vergogna prese il sopravvento su tutto.
Una canzone degli All time low mi rimbombava nella testa… faceva così
“Don’t make this easy, I want you to mean it…
Jasey, say you’ll mean it…
You’re dressed to kill, I’m calling you out, don’t waste your time on me”.
Ecco cos’ero…
L’ennesima Jasey Rae.
 
 
 
 
 
 
  
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