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Autore: Leopoldo    28/06/2013    2 recensioni
In un McKinley apparentemente diverso da quello che conosciamo, Quinn Fabray è una ragazza dell'ultimo anno non particolarmente popolare. Motivo? Scrive articoli di accusa nei confronti delle prepotenze che ogni giorno vengono perpetrate nei corridoi del liceo sul giornalino scolastico, 'L'Impiccione'.
Cosa succederà quando si troverà tra le mani un grande scoop? Che decisioni prenderà? E, in tutto questo, che ruolo avranno Brittany, studentessa con una media e un curriculum invidiabili, e Santana, una skank indolente che sembra avere un motivo per odiare tutto il mondo?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Lezione 3. L’importanza del mezzo di comunicazione: prima di decidere, pensare sempre a chi ci si vuole rivolgere.

 

 

Wow.

È difficile per una persona come Quinn rimanere senza parole, ma … wow.

 

Era abbastanza sicura che Marley Rose avesse qualche segreto piuttosto imbarazzante ben celato tra le pieghe del suo gonnellino rosso e bianco, ma, fino a qualche minuto, fa non avrebbe assolutamente mai pensato a nulla del genere.

 

Sposta i suoi occhi nocciola dal registratore a Mike, stranamente serio, poi di nuovo sul registratore.

“Pensi che sia tutto vero?”

 

Ryder ha cantato. Un’opera intera, a dirla tutta. Quinn era certa che il ragazzo non avrebbe mai tradito l’head cheerleader più stronza che il McKinley abbia mai visto. Come sugli scheletri nell’armadio di Marley, Mike aveva ragione ed è finita con il doversi ricredere.

 

“Ci sono forti probabilità che lo sia” ammette il ragazzo asiatico, massaggiandosi il collo. “In fondo, quello che dice è abbastanza verosimile. Che le Cheerios non ingurgitino cibi solidi non è un segreto. Sono sicuro che persino Rachel te l’abbia detto, per cui- ”

 

“No, aspetta un secondo” lo interrompe Quinn, indicando con l’indice il registratore. “Lì non dice che non mangia cibi solidi, parla di ben altro, di qualcosa di molto più grave

 

“So per certo che alcune cheerleader si ficcano due dita in gola dopo pranzo” scrolla le spalle Mike, provando a fare il finto tonto. Quanto però lo sguardo gelido di Quinn si abbatte su di lui, è costretto a chinare il capo e sospirare. “Va bene, ho capito. Non tireremo fuori disturbi alimentari vari o malattie”

 

“Non dirlo come se mi stessi facendo un favore” scuote il capo la bionda. “La tua mancanza di scrupoli è davvero agghiacciante”

 

“Stai parlando di una persona che usa quotidianamente la propria posizione sociale per terrorizzare, umiliare e comandare a bacchetta individui deboli che sa non essere in grado di ribattere” le fa notare Mike, sempre aggrappato alla sua perfetta logica. “Bisogna colpire duro, non dare carezze, altrimenti l’unico effetto che otterrai sarà farla incazzare di più”

 

Ha pensato molto a questa faccenda durante il weekend nel tentativo di mettere a tacere i propri sensi di colpa e legittimare ciò che vogliono fare. Alla fine è arrivata alla conclusione che si tratta, né più e né meno, di una legge del taglione applicata al liceo: tu sfotti me, io sfotto te. Solo che il ‘me’ ingloba più della metà degli studenti del McKinley, il ‘te’ più o meno una ventina. Colpirne pochi per aiutare tanti, giusto?   

Questo, però, non la fa sentire affatto meglio. Mike, al contrario, sembra sempre più in un brodo di giuggiole.

 

“Ok” concede alla fine con un sospiro. “Ma …” interrompe la sua esultanza, alzando una mano aperta nella sua direzione “… useremo questa cosa solo in caso di emergenza”

 

“Bulimia uguale polizza sulla vita, ricevuto” ghigna Mike e, ancora una volta, Quinn sente un brivido lungo la schiena. Cosa stanno facendo? Perché più si addentra all’interno di questa storia e più sembra sbagliata?

“Usare la storia dei buoni ricevuti dalla Coach Holliday per comprarsi vestiti firmati che altrimenti non si potrebbe permettere avrebbe sicuramente un discreto eco” aggiunge il ragazzo, ruotando su sé stesso insieme alla sedia dell’aula d’informatica.

 

“Peccato solo che non possiamo dimostrarlo” gli fa notare Quinn.

 

“Basterebbe la voce”

 

“La maggior parte delle voci sono false ed inventate ad arte” alza un sopracciglio la ragazza, intuendo già dove Mike stia andando a parare.

 

“Se qualcuno avesse convinto Santana a fare due chiacchiere con me, probabilmente avremmo abbastanza materiale da non dover inventare” fa spallucce l’asiatico. “Inoltre, pur essendo bugie, contengono in gran parte un fondo di verità”

 

“Non metteremo in giro cavolate”

 

“Quinn” mormora Mike, alzandosi in piedi e facendo un paio di passi verso di lei per poterle parlare a quattr’occhi. “Potresti proporre qualcosa tu anziché dire solo non facciamo questo, non facciamo quello? Vorrei ricordarti, tra l’altro, che la faccia con Ryder l’ho messa io, quindi quello che rischia di più è il sottoscritto”

 

“Nessuno ti ha chiesto di farlo” lo punge Quinn, mordicchiandosi nervosamente il labbro. “Per non parlare del fatto che sono stata io a beccare quei due”

 

“Se fosse stato per te, quelle foto ora non esisterebbero nemmeno più” le ricorda Mike, sorridendo. Poi, con notevole arte teatrale, sospira e china il capo, scuotendolo un paio di volte. “Vuoi davvero cambiare le cose in questa scuola? Perché mi stai facendo venire parecchi dubbi”

 

“Esistono dei limiti che non intendo varcare” ribatte Quinn, evitando di alterarsi dopo la provocazione del ragazzo. “E che non varcherai nemmeno tu”

 

“Sembri parecchio confusa, lo sai? Cambi idea con una velocità spaventosa” mormora Mike, fingendo di pensare a qualcosa. “Ogni volta che prendi una posizione, arriva qualcosa che te la fa cambiare” le ricorda, facendole capire implicitamente di starsi riferendo a quello che è successo a Rachel. “Perché, invece, non la smetti e basta? Pensi che non appena inizieremo a mettere in giro quello che sappiamo non ci saranno ripercussioni? E, in quel caso, cosa farai? Ti nasconderai dietro ai tuoi limiti invalicabili o, come hai fatto fin’ora, reagirai d’istinto e ci passerai sopra?”

 

Prendi e porta a casa, Lucy Quinn Fabray. Non è così sciocca da negare quello che Mike le ha appena detto, fondamentalmente perché è vero. Il fatto che un ragazzo che conosce di sfuggita e con cui fino a una settimana non ha mai parlato approfonditamente fa lo sappia meglio di lei, comunque, è davvero inquietante e al tempo stesso un pochino avvilente.

 

“Scusami, sono stato brusco” ammette Mike dopo un breve ed imbarazzante silenzio, anche se c’è qualcosa nel suo tono di voce che non è poi così convincente. “Vieni, ti faccio vedere una cosa”

 

Quinn annuisce, prendendo una sedia e sistemandosi vicino al computer che il ragazzo sta accendendo.

 

“Questo weekend ho pensato parecchio alla tua richiesta di non mettere in mezzo ‘L’impiccione’” comincia Mike, aprendo Chrome su Google. “Forse le tue motivazioni sono diverse dalle mie, però sì … avevi ragione, tirare in ballo il giornalino è stupido”

 

“Sono contenta di sentirtelo dire” sorride genuinamente la bionda, appoggiandogli una mano sulla spalla. Sicuramente non condivide le sue motivazioni, ovvero l’obbligo di mantenere ‘L’Impiccione’ su uno standard elevato senza farlo diventare un mero settimanale di gossip scolastico, però al momento si può accontentare.

 

“Stavo cazzeggiando su Facebook …” riprende il ragazzo “… e, mentre sfogliavo le immagini di una pagina che dovrebbe far ridere, ho trovato questo”

Digita rapidamente una parola sul motore di ricerca, premendo subito invio.

“Insegreto è un sito di condivisione anonima di segreti, come suggerisce il nome” sorride, ruotando la rotellina del mouse per far scorrere la pagina. “Ad esempio … da piccolo desideravo così tanto essere un mago che i miei genitori scrissero per me una lettera da Hogwarts, con scritto che avrei dovuto avere 18 anni per entrare perché la scuola era diventata troppo pericolosa per via di Voldemort. La scrissero a mano, copiando i caratteri del film, e la fecero spedire da un nostro amico di famiglia che vive in Inghilterra. Quando l'ho trovata l'altro giorno ho pianto per un’ora buona” legge, voltandosi poi per osservare Quinn che sta sorridendo.

 

“È una cosa tenerissima” mormora la giovane, ripensando a quanto desiderasse anche lei, non troppi anni fa, andare ad Hogwarts. Ed è meglio evitare rivangare quanto ami Harry Potter e come abbia consumato i libri a furia di leggerli.

 

“Già. Lo penserei anche io se non avessi letto decine di post su incesti, sesso orale e roba varia” ghigna, riducendo la pagina ad icona. “Quello che mi ha interessato, però, è la forma anonima. Chiunque può accedere al sito e pubblicare il proprio segreto, vero o falso che sia”

 

“… ok. E questo cosa c’entra con noi?”

 

“Noi vogliamo far sapere agli studenti di questo liceo chi siano in realtà coloro che se stanno al di sopra di tutti. Giusto?”

 

“Bene, fin qui ci sono” annuisce Quinn, sforzandosi al massimo di capire dove voglia andare a parare.

 

“Quali sono i siti che tutti gli adolescenti frequentano, ora?” le chiede Mike, prima di aggiungere. “Esclusi quelli vietati ai minori, ovviamente”

 

“Mm” mugugna, riflettendo. “Twitter, Facebook, Tumblr?”

 

“Esatto. Per avere la diffusione massima delle nostre … informazioni, diciamo, la logica imporrebbe di creare un profilo su uno o magari tutti questi social network. C’è un solo problema: su questi siti, la privacy non esiste. Si può risalire al fondatore di una pagina in battito di ciglia, per non parlare della facilità con cui si può essere segnalati, bannati o, peggio, denunciati”

 

Il pensiero di Mike Chang viaggia a circa trenta miglia orarie più veloce del suo. Ha capacità di ricerca e di previsione di cause e effetti delle proprie azioni spaventose persino per una come lei.

Nonostante questo, è bene ricordare che non è esattamente l’ultima arrivata.

“Per questo mi hai parlato di quel sito? Vuoi crearne uno anche tu e fare in modo che le immagini vengano condivise da altri utenti sui social network?”

 

“Esatto” annuisce il ragazzo, evidentemente compiaciuto dell’intuizione di Quinn. “Ci sto già lavorando, però prima di iniziare seriamente volevo sentire il tuo parere”

 

Seguendo il piano di Mike, non dovrebbe smettere di scrivere ‘L’Impiccione’, potrebbe continuare a fare ciò che le piace aiutando gli altri e, molto probabilmente, allontanare da sé i sospetti. Non avrebbe mai potuto pensare, da sola, ad una cosa così intricata ed elaborata. Però …

“Come faremo a far conoscere il sito? Nel senso …” si mordicchia il labbro, cercando di trovare le parole giuste “… ci dovrà essere il primo a condividere il sito su Facebook, tanto per fare un esempio. Certamente non può essere uno di noi due”

 

“Ho un paio di profili fake che uso per i giochi” ghigna Mike. “Per non parlare di quelli che si dimenticano il loro account Facebook collegato quando vengono qui per le lezioni d’informatica” aggiunge con l’aria tronfia di chi gongola per le proprie idee.

 

“Ok, mi hai convinta” mormora Quinn, ancora un pochino inquieta. C’è un ultimo dubbio che si muove tra i suoi pensieri. “Tu, però, hai parlato di condivisione anonima. Vuol dire che saranno anche gli altri a postare segreti?” attende che Mike abbia annuito prima di riprendere a parlare. “Che senso ha? Non dovremmo essere solo noi a farlo?”

 

“Dipende” risponde prontamente Mike, tamburellando le dita sul legno del ripiano su cui è appoggiato il computer. “Se il nostro scopo è solo quello di umiliare coloro che umiliano, allora ha ragione tu, dovremmo essere solo noi a postare cose mano a mano che ne scopriremo ancora. Ma il mio scopo è far sapere agli studenti di questa scuola che coloro che considerano Dei in realtà non sono altro che bugiardi di carne ed ossa, con punti deboli e segreti come tutti”

 

Per un momento, agli occhi di Quinn Mike sembra una sorte di eroe, giunto al McKinley per salvare gli oppressi e combattere gli oppressore. Poi, però, si ricorda del ricatto a Ryder, di cosa dovranno ancora fare, e la sensazione passa. A sostituirla arriva addirittura il timore che quel ragazzo timido creda davvero di essere un eroe oscuro, una sorta Batman con la maschera di Guy Fawkes di Anonymous.

 

“Hai mai visto ‘Robin Hood’, il film con Russell Crowe uscito un paio di anni fa?” la desta dai suoi pensieri Mike. “Mi è venuta in mente una frase che rispecchia bene quello che secondo me dovrebbe essere il nostro obiettivo” torna su Google, preme qualche tasto e apre un’immagine, scivolando appena indietro con la sedia per permettere a Quinn di vedere.

 

-Ribellarsi e ribellarsi ancora, finché le pecore non diverranno leoni-

 

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Uno dei difetti più grandi delle due stampanti –tra l’altro più anziane di tutti gli studenti della scuola- che il Preside Figgins ha acquistato circa due anni fa dopo decine e decine di richieste è che hanno entrambe una delle testine danneggiate.

 

In particolare, la stampante della Segreteria, utilizzabile solo dal personale e dai professori, lascia una striscia bianca a circa metà foglio, in corrispondenza del punto in cui la sua testina non riesce più ad assorbire colore dalla cartuccia.

Non è per nulla raro imbattersi in una comunicazione della Presidenza o in un test in cui mancano alcune lettere.

 

La stampante dell’aula di informatica, invece, lascia una striscia nera lungo il bordo destro del foglio.

 

Purtroppo per Quinn, per l’occhio attento di Brittany è stato impossibile non notare quello stesso segnaccio scuro su ognuna delle copie de ‘L’Impiccione’ che le sono capitate tra le mani.

Purtroppo per Quinn, Brittany ha anche scelto la strada più semplice per ottenere la possibilità di andare al MIT.

 

“Mm” mugugna il Preside Figgins, massaggiandosi il mento per tentare di nascondere il sorrisone che gli si sta dipingendo sulle labbra. “Signorina Pierce, mi sta dicendo che il giornalino scolastico fa uso di materiale di proprietà esclusiva del McKinley, contravvenendo in questo modo al proprio statuto e a quello dell’Istituto?”

 

Si prende qualche istante per zittire la vocina interiore che le dice di fermarsi finché può, prima di sospirare un flebile “È così”

 

“Si tratta di furto di materiale scolastico, è un’accusa grave” borbotta il Preside, un uomo sulla sessantina di origini indiane, pakistane o comunque di quell’aria geografica, tanto debole di carattere quanto opportunista.

 

Per questo Brittany ha dovuto pensare a tutto prima di presentarsi nel suo ufficio per parlargliene. Se Figgins sente odore di problemi di qualsiasi natura, di solito scappa.

“Tecnicamente l’unico modo per far funzionare la stampante è usare la tessera che hanno a disposizione solo gli studenti del club d’informatica” spiega Brittany, con la stessa lentezza di chi parla con un bambino piccolo. “Qualcuno le ha fatto diversi favori ma, visto che le tessere sono tutte uguali, è impossibile stabilire con certezza chi”

 

La realtà è lei sa benissimo chi sia l’anima pia che aiuta Quinn Fabray: Mike Chang, suo compagno in diverse attività extrascolastiche.

Tutti lo sanno, tra l’altro, perché non ne ha mai fatto segreto, rinfacciandolo spesso agli stessi giocatori di football colpevoli degli atti gravi denunciati nel giornale.

Probabilmente lo stesso Figgins ne è al corrente ma nessun Preside oserebbe metaforicamente torcere un capello ad uno dei due studenti –l’altro è proprio Brittany- la cui media scolastica è fonte di una particolare sovvenzione statale.

 

“In questo caso non posso fare altro che espellere la signorina Fabray dal giornalino scolastico” riflette l’uomo, osservando poi Brittany con gli occhi spauriti. “Se lo facessi, però, il giornale scolastico resterebbe senza iscritti ed è … u-una … una risorsa importante per la scuola”

 

“Mi offro volontaria per assumere la Presidenza del club del giornalino” abbozza un sorriso la biondina, anticipando qualsiasi altro motivo di possibile dubbio dell’uomo che le sta seduto di fronte. “Ho già trovato tre o quattro persone disposte ad aiutarmi in modo da riuscire a mantenere la media di un’edizione ogni settimana”

 

“Molto bene” annuisce Figgins, visibilmente più sereno e tranquillo. “Si vede proprio che ha la stoffa del leader visto come si assume le responsabilità durante i momenti di difficoltà” ridacchia, prendendo un’agendina da un mucchio di foglio ed iniziando a scriverci.

 

“Mi dispiace abbandonare il club di dibattito, però, in tutta onestà, sono molto eccitata dall’idea di affrontare questa nuova avventura” farfuglia, vergognandosi da sola delle parole che dice non appena le escono dalla bocca. Strizza persino gli occhi, auto-maledicendosi mentalmente, ma il Preside è talmente impegnato a scrivere che nemmeno se ne rende conto.

 

“Molto bene” ripete Figgins e, per qualche strano motivo, Brittany non riesce a togliersi dalla testa l’immagine del Preside che, non appena uscirà dal suo ufficio, si metterà a ballare sulla scrivania per festeggiare la scomparsa di una delle peggiori spine del fianco che abbia avuto nella sua lunga carriera alla guida del McKinley. “Entro un paio di giorni mi occuperò di convocare la signorina Fabray per informarla della mia decisione. Dopodiché, sarà libera di insediarsi nella nuova aula che metterò a disposizione al giornalino, visto che mi sembra di capire che sarete in parecchi”

 

Ogni parola si incastra in gola e lì muore, costringendo Brittany a limitarsi ad annuire. Probabilmente nemmeno se si mettesse a taccheggiare in un centro commerciale e venisse beccata dalla sicurezza si vergognerebbe come sta facendo in questo momento.

 

“Se non ha altro da dire, può andare” la invita, nemmeno troppo gentilmente. Sembra davvero in procinto di esplodere dalla gioia.

 

“Grazie per avermi ascoltata, signor Preside” mormora a voce bassissima, alzandosi dalla sedia e raggiungendo la porta senza il coraggio di voltarsi.

 

È da un bel po’ che non si sentiva così male con sé stessa dall’essere sull’orlo delle lacrime e, contando anche l’incontro con Santana, le è capitato due volte in poco meno di due settimane.

 

Si ferma in mezzo al corridoio, appena fuori dalla Presidenza, inviando un sms a Marley per informarla di aver compiuto il suo dovere e uno a Kurt per sapere se ha una lezione importante o se, sfruttando il fatto di essere il suo vice-rappresentante, può svignarsela per farle compagnia.

Si sente particolarmente vulnerabile ultimamente e la situazione non le piace nemmeno un po’.

 

Alza gli occhi dallo schermo appena in tempo per vedere due iridi scure intente a fissarla. È Santana, insieme al suo gruppetto di Skank, e sta camminando nella sua direzione.

 

Il contatto tra i loro sguardi non dura molto. Giusto un paio di secondi dopo, infatti, Santana lo distoglie per parlare con una delle sue ‘amiche’ e passa oltre, senza una parola o un gesto qualsiasi.

 

È esattamente come Brittany si è comportata fin’ora e come si comporterebbe a parti invertite, eppure, nonostante questa consapevolezza, non fa meno male.

Sembra quasi che le conseguenze delle sue scelte abbiano deciso di chiedere il conto tutto in una volta, pesando sulle sue spalle e sul suo stomaco senza concederle tregua.

 

Esattamente come quel giorno, si passa rapidamente una mano sul volto per togliere qualche lacrima sfuggita al suo controllo e se ne va nella direzione opposta a quella di Santana, sperando ardentemente di non trovare nessun studente a zonzo per i corridoi.

Ne andrebbe della sua reputazione.  

 

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Dopo averci pensato tutto il weekend, l’ha fatto.

Domenica sera, prima di andare a letto, ha preso il registratore di Mike, ha raccontato tutto quello che sa di Marley e questa mattina, una volta arrivato a scuola, ha lasciato quell’aggeggio infernale dove gli è stato detto di farlo.

 

Si sente un traditore, un bastardo, una merda per questo? Sì, parecchio anche. Nonostante tutto, lui e Marley ‘stanno insieme’ da quasi un anno ormai ed ha imparato in qualche modo a volerle bene.

 

Ed è stato proprio il numero di volte in cui lei ha dimostrato di volergliene, praticamente meno delle dita di una mano, il motivo per cui alla fine ha optato per cedere al ricatto. Quella volta ha scelto lui solo perché Nick era già impegnato, lo sa lui come ogni altro individuo del McKinley, e lei non ha mai detto o fatto nulla per provare il contrario.

È algida e autoritaria sia in pubblico che in privato e, se a qualcuno potrebbe anche andare bene così, Ryder non è dello stesso avviso.

Tina, al contrario, fa l’unica cosa che ha sempre desiderato in una ragazza: lo fa sentire apprezzato.

Avrebbe già lasciato Marley per mettersi con lei se non fosse certo, con notevole cognizione di causa, che non lascerebbe passare nemmeno un giorno prima di scatenare la sua terribile vendetta.

 

 

“Sembri distratto oggi”

 

Ryder, con una nonchalance frutto di mesi di esperienza, distoglie lo sguardo da Tina e sorride a Marley, seduta al suo fianco nei tavoli della mensa riservati all’elite del liceo.

“Sono solo molto concentrato sulla partita di venerdì”

 

Un mormorio di consensi si leva dalla parte del tavolo dove sono appollaiati i giocatori di football e persino capitan Nick solleva il suo cartone di latte –mai, e dico mai, prenderlo in giro per questo- a mo’ di brindisi verso di lui.

 

Tra tutte le reazioni avute dalla sua stupidaggine, quella che gli fa venire di più i brividi lungo la schiena è la risata piuttosto finta e forzata di Marley.

Si volta verso di lei, disorientato, e lo stupore aumenta nel momento in cui la trova sorridente come mai l’aveva vista prima.

“S-sei … raggiante” butta lì, sforzandosi in tutti i modi di non farla sembrare una domanda di un individuo sconvolto.

 

“Grazie per averlo notato” cinguetta lei in tono particolarmente dolce … dolce? Lei?

 

Si trova a deglutire a fatica quando Marley sposta la sedia verso di lui, gli avvolge un braccio con le proprie e appoggia la testa sulla sua spalla, lasciandosi andare ad un sospiro di pura beatitudine.

A sbigottirlo, ovviamente, non è il gesto in sé quanto l’irrazionale terrore che, proprio dopo averla tradita, alla fine Marley si possa davvero trasformare in una fidanzata apprezzabile.

 

L’incredulità dura però molto poco, giusto il tempo di permettere alla capo cheerleader di piazzargli davanti alla faccia il telefonino e di sussurragli “Leggi, ma non fare commenti ad alta voce. Voglio che sia sicuro prima di dirlo a tutti”

 

Ryder strizza gli occhi, sforzandosi di fare il più in fretta possibile. Da quando ha scoperto di essere dislessico ha fatto enormi passi avanti ma, in situazioni come questa in cui è palesemente nervoso, è come se fosse ancora fermo al livello a cui era in prima liceo.

Da questo punto di vista, però, Marley non ha mai fatto nulla per fargli pesare la sua situazione o rinfacciargli le sue difficoltà. Ha sempre rispettato i suoi tempi di lettura molto più lunghi del normale, cercando di aiutarlo il più possibile. E lui se ne ricorda ora, dopo averla pugnalata alle spalle.

È quantomeno ironico come funzioni la mente umana, no?

 

 Ci mette almeno un paio di minuti ma, alla fine, si sente sollevato. C’è un motivo se è così euforica e, stranamente, non riguarda lui.

-Figgins ha accettato, entro un paio di giorni risolverà tutto. Quinn è fuori dai giochi- mittente, Brittany P..

 

“Fatto?”

 

Annuisce, rivolgendo poi uno sguardo incerto a Tina che, almeno in questo momento, è completamente girata dalla parte opposta rispetto a lui. Molto male.

 

“Che ne dici? Non è fantastico?” bisbiglia la ragazza, in modo da farsi sentire solo da Ryder, senza abbandonare la presa sul braccio.

 

“Era ora che qualcuno la facesse smettere” mormora senza metterci nemmeno un briciolo di convinzione. Tanto non farebbe alcuna differenza visto che Marley è talmente al settimo cielo che sarebbe impossibile per lei accorgersene.

 

“La mia più grande vittoria” aggiunge infatti la terribile capo cheerleader, sospirando di nuovo d’estasi.

 

Ryder ha sempre odiato gli eccessi dei suoi compagni di squadra e mai, nemmeno una volta, ha preso parte a quelli che loro autodefiniscono ‘scherzetti innocenti’. In tutta onestà, non è mai riuscito a capire perché agire in questo modo verso persone che, senza quelle bastardate, probabilmente li idolatrerebbero come campioni. Per lui, essere osannati batte cento volte a zero l’essere temuti e odiati.

 

Dopo l’ennesimo sospiro soddisfatto, Marley lascia andare il braccio del Titan, permettendogli di ricominciare a mangiare.

 

È a metà del suo budino al cioccolato che realizza qualcosa che, fino a quel momento, non aveva preso in considerazione.

Quinn Fabray sarà anche la sola iscritta del giornalino ma, come tutti sanno, non è la sola che ci lavora. L’altro è proprio Mike Chang, il ragazzo a cui ha consegnato non più tardi di quattro ore fa tutto il materiale necessario per perpetrare la proprio vendetta su Marley. O, volendo proprio colpire alla cieca, anche su di lui e su Tina.

 

Appoggia la mano sulla bocca, il cuore che batte a mille. E adesso?

Guarda alternativamente la sua ragazza e la sua amante, sforzandosi di mantenere la calma. Potrebbe aver appena pugnalato Marley alle spalle per niente.

Merda!

 

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He left no time to regret
Kept his lips wet
With his same old safe bet
Me and my head high

 

Santana canticchia a bassa voce una delle sue canzoni preferite, prendendo di tanto in tanto un tiro dalla sigaretta che tiene tra le dite. È seduta al posto del guidatore della sua macchina da almeno venti minuti ma, contrariamente a ciò che accade normalmente, questo notevole ritardo non la infastidisce.

Se la persona che sta aspettando ci sta mettendo più di quanto avesse preventivato, vuol dire semplicemente che ha davvero trovato qualcosa di interessante.

 

Un paio di secondi dopo aver gettato la cicca fuori dal finestrino, lo sportello del lato passeggero si spalanca e una ragazza piuttosto minuta con i capelli castani chiaro raccolti in una coda si tuffa all’interno dell’abitacolo, un’espressione totalmente neutrale stampata sul volto.

 

“Alla buon’ora” mormora Santana, senza usare il solito tono pungente, abbassando il volume dello stereo. “Sentito qualcosa di interessante?”

 

Ci sono moltissimi modi per sapere cosa succede tra le mura del McKinley, tanti quante sono le persone a cui piace farsi i fatti degli altri –il che, in un liceo qualsiasi di qualsiasi nazione, corrisponde a circa l’ottanta percento del corpo studentesco.

 

Quando Santana vuole sapere qualcosa, senza correre il rischio di farsi raccontare qualche cavolata, c’è una sola persona di cui si fidi ciecamente: Sugar Motta.

 

“Ho parlato con quelli del Glee. Loro, come al solito, sono fuori dal mondo e non sanno nemmeno in che anno siamo” inizia la ragazza, prendendo fuori dalla tasca anteriore della felpa blu abbastanza sformata che indossa un pacchetto di tabacco sfuso. “Allora ho provato con qualcuno del club d’informatica. Anche lì nulla” continua, infilando la mano in una delle tasche dei pantaloni alla ricerca evidentemente di una cartina.

 

“Stai perdendo colpi?” ghigna Santana, quasi rapita dall’abilità delle mani di Sugar. Tabacco, cartina, filtro … se dovesse prepararsi le sigarette ogni volta come fa lei molto probabilmente avrebbe già smesso di fumare da un pezzo.

 

“Ero quasi tentata dall’importunare qualche Cheerio, magari proponendo in cambio un paio di minuti da sole con te …” farfuglia, alcuna traccia di battuta nella voce, prima di portarsi la cartina arrotolata intorno al tabacco alla labbra per chiudere il paglino “… ma alla fine mi è bastato chiedere a Daniel, quello della squadra di football con cui faccio coppia per le ricerche di letteratura”

 

“E?”

 

Hanno preso il giornalino” commenta, lapidaria, sistemando tutto il suo armamentario nelle rispettive tasche ed estraendo un vecchio zippo color bronzo.

 

Santana assimila in silenzio la notizia, abbassando il finestrino per permettere all’altra di soffiare il fumo fuori.

 

La praticità e l’essere autosufficiente in ogni situazione sono i motivi, oltre ovviamente all’innata capacità di far parlare i sassi pur essendo loquace esattamente come una statua, per cui trova Sugar particolarmente piacevole.

 

Agli occhi degli altri non è che una Skank che almeno ha la decenza di vestirsi con abiti normali, seppur da reparto ‘tutto ad un dollaro’ dei discount.

Su di lei, però, Santana la pensa diversamente. Pur frequentando lei e il suo gruppo di amiche, Sugar non è una di loro. Non tanto perché non veste strano, non ha i capelli colorati o piercing in posti ambigui. No, quello non fa di una persona una Skank.

 

Sugar non è come lei per il semplice fatto che non ha scelto di essere un reietto schifato da tutti, non ha voluto di sua iniziativa fare combriccola con una che mangia le lettiere dei gatti e una che pomicia con chiunque abbia un camion.

Ci si è semplicemente ritrovata in mezzo, nessun’altra possibilità di avere amici veri, e si è adeguata. Stranamente, la ammira molto, per questo.

 

“Brittany Pierce c’entra qualcosa, vero?” mormora, quasi distrattamente, riemergendo dalla valanga dei suoi pensieri.

 

“Credo gestirà il nuovo Impiccione riveduto e corretto, però non ne sono sicurissima. Daniel non è stato precisissimo su questo”

 

“Capisco” annuisce, sempre piuttosto pensierosa. Ecco cosa ci faceva dal Preside. Pugnalava alle spalle Quinn Fabray. Per aiutare chi, però? È per questo motivo che ha sguinzagliato Sugar. “E come mai questa manovra così improvvisa? Che hanno in mente?”

 

“Una spesa folle per sistemare il campo e rifare le gradinate”

 

Teoricamente avrebbe senso, se non fosse per un microscopico dettaglio.

“Sbaglio o le hanno rifatte quando eravamo al secondo anno?”

 

“Dicono che l’impresa del padre di Nick Sheridan abbia un po’ di problemi” risponde Sugar, sempre in maniera concisa, osservando con particolare attenzione le macchine ferme nel parcheggio del McKinley.

 

No, ok, ora non ha davvero il minimo senso. “Stai scherzando?”

 

“Questo è quello che dicono” scrolla le spalle Sugar, gettando via quel che rimane del suo paglino.

 

Santana aggrotta le sopracciglia, sinceramente presa alla sprovvista dalla piega degli eventi. Vedendo Brittany quasi in lacrime fuori dall’ufficio del genere aveva pensato immediatamente a qualcosa di parecchio grosso, ma questo è al di sopra di ogni scenario plausibile o probabile. O forse è solo lei che si fa troppi viaggi mentali? 

“Tu che ne pensi?”

 

“Che ci sta” le risponde Sugar, quasi a bruciapelo. “Insomma, dopo il casino che ha fatto scoppiare le altre volte in cui hanno fatto un giochino del genere, è perfettamente logico che non vogliano avere Quinn Fabray tra i piedi”

 

“Ha senso” concede Santana, quasi sollevata dal sentirsi dire ciò che pure lei ha pensato.

 

“Quest’anno Nick andrà al college” riprende Sugar. “Uno molto serio a giudicare da quanti osservatori vengono ad ogni partita dei Titans, e non credo si possano permettere il rischio che qualcuno decida finalmente di dare retta a quello che dice la Fabray”

 

“E, anche se non fosse tenuto per le palle, Figghy sborserebbe comunque con piacere, considerando poi quanto prenderà di premio una volta che Sheridan sceglierà dove andare a giocare il prossimo anno” completa Santana, ritrovandosi perfettamente nelle parole dell’altra.

 

Sugar semplicemente annuisce, guardando per la prima volta in direzione del volto di Santana.

 

Tutto torna, ogni pezzo si incastra alla perfezione e il solito meccanismo gira che è una meraviglia. I soliti ci guadagnano, Quinn Fabray paga il conto della sua onestà.

Le piacerebbe dire che non si sarebbe mai aspettata che Brittany prendesse parte, seppur evidentemente a malincuore –per quello che ha potuto vedere qualche ora fa-, ad una roba del genere. Eppure non è così: continua ad affrontare delle scelte drastiche ed a percorrere sempre la strada peggiore.

 

E se ci fosse altro ancora? Cosa voleva da lei Quinn quando è venuta a disturbarla nei bagni?

 

Gira le chiavi nel quadro e mette in moto, fissando Sugar finché questa non si mette la cintura di sicurezza.

“Stasera ceni da me. Pizza, offro io”

 

Le proteste di Sugar, sempre restia ad accettare doni di qualsiasi tipo, vengono interrotte dalla brusca retromarcia che Santana impone al suo SUV nuovo di pacca. Si aggrappa con tutte le sue forze al sedile, talmente terrorizzata dalla guida della latina –che tra l’altro riparte in sgommata- da non accorgersi che stia ridendo tra sé e sé.

 

C’è solo un modo per scoprire cosa volesse Quinn: andare da lei e chiederglielo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autore.

 

Ok, questo capitolo arriva un po’ più tardi rispetto a quanto mi fossi prefissato –avrei voluto finirlo ieri, purtroppo però la Nazionale mi ha incatenato alla tv- ma spero di rifarmi con il contenuto.

Direi che ci siamo, quasi tutte le carte sono scoperte e, con Sugar, ho esaurito i personaggi che farò entrare in questa storia. O forse no … anche perché del Glee non ho fatto vedere ancora nessuno :) coffcoff Blaine coffcoff.

Ah, tra parentesi, Nick Sheridan non è un personaggio da me creato. Ho preso il tizio biondo che compare nella puntata di San Valentino delle terza stagione e in quella in cui Dave Karofsky -:(- tenta il suicidio. Probabilmente sarà il più IC di tutti, io gli ho solo dato un cognome a caso.

 

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato, letto, messo tra preferiti, seguiti e da ricordare. Siete tantissimi e … boh, grazie!

Come ho già detto nel primo capitolo, questo è un esperimento. Perciò, se avete dubbi, domande, se qualcosa vi fa storcere il naso mi farebbe molto piacere saperlo.

 

Ci sono un paio di precisazioni doverose.

I personaggi che non compaiono in questo capitolo, ovvero Rachel, Kurt, Puck e Jake, quasi sicuramente compariranno nel prossimo. A parte quelli fondamentali, per gli altri cercherò di usare un sistema di rotazione in modo da farli vedere più o meno tutti in ugual misura.

Il sito Insegreto esiste, è in italiano e vi consiglio di buttarci un occhio se volete ammazzarmi dalle risate. Sono cose palesemente inventate e alcune sono cafonate da far venire la pelle d’oca, ma secondo me ce ne solo alcune che sono delle perle e dietro cui si cela dell’impegno comico non indifferente. Inoltre, quel ‘segreto’ che legge Mike esiste, l’ho preso da lì.

Secondo, il frammento di canzone che canticchia Santana è Back to Black di Amy Winehouse, la versione censurata che porta alla fine della seconda stagione.

L’età dei personaggi è una delle licenze che mi sono preso e di cui parlavo nel prologo. Quelli presenti nelle prime tre stagioni sono tutti senior, Ryder, Jake e Marley sono junior.

Altre cose non mi vengono in mente ma, come ho scritto sopra, sentivi liberissimi di chiedere.

 

A meno di miracoli, il prossimo aggiornamento arriverà non la settimana prossima, ma quella dopo ancora.

 

Quindi … grazie per essere arrivati fin qui!

Alla prossima!

Pace.  

  
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