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Autore: Patta97    28/06/2013    7 recensioni
- River...
- Dimmi, dolcezza.
- Sai che il nostro matrimonio non è ufficiale? [...] Non è ufficiale perché, sai... Non ti ho detto il mio... il mio... Il mio nome.

I pensieri del Dottore quando deve dire addio a River e il ricordo della loro ultima sera insieme, a Darillium.
Note: Spoiler "The name of the Doctor", RiverxEleven
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Questa è la mia terza Rileven, perché, dopo aver pianto abbastanza l'ultima puntata della settima stagione, mi sono sentita pronta per buttare giù qualcosa.
Ripeto: sono presenti (piccoli) spoiler per "The name of the Doctor"!
Spero vi piaccia,
Chiara




Impossible Love.




Tu, Dottore, avevi sempre saputo, dal primo momento.
Da quando avevi messo piede dentro il TARDIS ed eri scampato vivo ad un’avventura, per la prima volta.
Da quando avevi perso la tua compagna, per la prima volta.
Da quando ti eri sentito perduto e ti eri pentito anche solo di aver lasciato Gallifrey e la sua cupola protettiva, per la prima volta.

Tu, Dottore, avevi sempre saputo che quello aveva un prezzo.
Tutto quel viaggiare, quel vagabondare qua e là facendola sempre franca, quel vedere cose che nessun’altro potrà mai vedere, e tutto in una sola, millenaria vita!
Avresti sempre dovuto vedere morte accanto alla vita e perdita e dolore accanto a nascita e gioia. 
Avresti sempre dovuto sopportare gli addii e il peso delle bugie che ti facevano incurvare le spalle, nonostante il giovane aspetto.

Solo nelle ultime tre Rigenerazioni… Quante perdite avevi dovuto subire e quanti addii eri stato costretto a sussurrare.
Rose, Martha, Jack, Donna, Amy, Rory… e ora lei, la tua River.

Oh, piccola Melody. Intrappolata in questo corpo d’adulta, nonostante tu sia ancora così giovane...
Il volto di quell'intrepida donna è segnato da tante piccole rughe, eppure quando la guardi o le sorridi o fai qualcosa di bello per lei, quel viso si illumina.
Gli occhi abbandonano quella luce sardonica e malinconica e le labbra si piegano in un sorriso dolce, lusingato e innamorato, solo per te.

Tu, Dottore, hai sempre saputo che lei non ti meritasse. 
La sua infanzia rubata, la sua gioventù distrutta, la sua vita perduta. Tutto a causa tua
E, dato che continui a considerarti un dio senza tempo né leggi, continui ad amarla, in bilico su un filo che pende fra sadismo e masochismo.

Quel sorriso, Dottore!
Ne hai amati tanti, di sorrisi. Hai amato i sorrisi di chiunque sia stato così folle da rivolgertene, prima di seguirti in qualche pazza avventura. 
Ma quello di River sembra che faccia capitolare questa tua undicesima Rigenerazione, mandando il tuo cervello brillante in tilt e facendo spuntare un rossore imbarazzante sulle tue guance.

Quello che lei ti sta rivolgendo adesso, quel particolare sorriso mentre tu le tieni il volto fra le mani, forse troppo strette e forse troppo sudaticce. 
Ma come potrebbe essere altrimenti? È il primo bacio che le dai tu, il primo durante il quale la abbracci senza remore. 
Solo perché sai che sarà l'ultimo. 
Perché la tua scoppiettante e strepitosa River è morta nella Libreria, e quella che stai stringendo a te è solo un eco, invisibile ai più.

Lei ti sorride, Dottore, perché lo sa. Lei sa quanto o più di te. 
Lei sa che questo è il suo ultimo bacio. Forse non lo sarà per te, ma per lei sì. 
Lei sa che adesso tu la ami davvero, che il tuo cuore scoppia di tristezza e trabocca di affetto quanto il suo ormai. 
Lei sa che i tempi in cui bruci un Sole solamente per dire addio sono finiti, per te, e che i finali non ti piacciono più. Ma sa anche che per lei stai facendo un'eccezione a una delle tue pazze regole.

Dirti addio, River? 

- Ci si vede, professoressa Song.

Lei ti guarda ancora, insistentemente, con un'espressione che hai visto sul suo volto solo un'altra volta prima d'ora: alla Libreria. 
Gli occhi sono tristi, lucidi, privi di malizia, ma le labbra sono curvate in quel famoso e adorato sorriso, quello innamorato e tenero. 

- Addio, dolcezza.
 
 
Il Dottore si siede sull'erba blu dei prati di Darillium ed adagia il cilindro nero al proprio fianco. 
Poi alza lo sguardo verso l'alto e fa cenno a sua moglie di raggiungerlo. 
River solleva la gonna, scoccandogli un'occhiata impertinente, e si accomoda accanto a lui. 
- Perché Darillium? - chiede l'archeologa, curiosa. 
- Non ti avevo mai portata qui, prima. Ed oggi le Torri danzano. Succede una volta ogni diecimila anni - spiega il Dottore, con un lieve sorriso. 
River prende a guardare con interesse le due maestose Torri che splendono davanti a loro, svettanti sopra ogni altro edificio della Capitale. 
- River...
- Dimmi, dolcezza. 
- Sai che il nostro matrimonio non è ufficiale?
- Non dirmi che hai sposato Marilyn Monroe,
di nuovo! Non ci sono scuse stavolta, Dottore...
- No. No, River. Non è quello. Intendevo che non è ufficiale e basta. 
La donna sembra rilassarsi appena e si sdraia completamente sul prato cobalto, osservando il cielo verde trapunto di stelle dorate ed inondato di luce dalle tre Lune. 
- So che non è ufficiale. Eravamo in una realtà parallela e tu eri solo un omino di due millimetri dentro una scatola di latta.
- Beh - riflette il Dottore, stendendosi a sua volta e facendo sfiorare le loro braccia. - A parte quello. Non è ufficiale perché, sai... Non ti ho detto il mio... il mio... Il mio nome. 
River volta di scatto la testa verso di lui e spalanca gli occhi, sorpresa. 
- Vorresti sentirlo? - domanda il Signore del Tempo, incatenando i propri occhi verdi e antichi a quelli grigi e incuriositi della donna. 
Questa annuisce in silenzio, trattenendo il respiro, mentre si volta su un fianco verso di lui. 
E il Dottore si puntella su un gomito e si piega su di lei, sussurrandolo. Sussurrando quel nome che era diventato così importante e segreto quasi da perdere qualsiasi significato, come un vecchio e misterioso quadro tenuto al buio a prendere polvere. 
Poi l'uomo lascia andare la presa sul gomito e si sistema su un fianco, il naso che sfiora quello della - adesso a tutti gli effetti - moglie. 
- Perché dirmelo adesso? - chiede lei, dopo un attimo di disorientamento. 
- Perché ti sarà utile. Proprio come il mio cacciavite che hai lasciato nella tasca della tua giacca, nel guardaroba del TARDIS - spiega il Dottore. - Presto, molto presto, ti renderai conto della loro importanza. 
In lontananza, dalla città sotto di loro, si sente un applauso mentre le Torri Danzanti iniziano ad emanare una dolce melodia e una luce soffusa, la quale sembra farle - appunto - ballare, in maniera ipnotica. 
- Sono spoiler piccanti quelli che non mi vuoi dire? - ammicca River con la lingua fra i denti, felice di aver scoperto il nome dell'uomo che ha amato per tutta la vita. 
Il Dottore sospira, distogliendo per un attimo lo sguardo da quello di lei. 
- Diciamo di sì - rivela infine, con un velo di tristezza. 
La donna chiude gli occhi, cullata dalla dolce melodia e dalla luce colorata delle Torri. 
Il Dottore allunga una mano e le accarezza la massa di ricci biondi. 
- Sai, Melody... - sussurra allora, usando il vero nome della moglie, quello che pronuncia solo in casi eccezionali e speciali. - Adesso è rimasta solo una cosa non detta, fra di noi. 
- Cosa? - domanda lei, gli occhi ancora chiusi, la voce più bassa a causa del torpore. 
- Una cosa che... Credo di non averla mai detta. E non intendo solo con questa bocca. Dico in assoluto. Una frase che non ho mai,
maidetto. Una frase che dovrai ricordare bene la prossima volta che mi vedrai. 
- Dimmi che c'è, dolcezza... - sussurra l'altra, impaziente, lasciando la bocca socchiusa. 
E lui, prendendo dentro di sé un coraggio che non sapeva di possedere, sfrega il naso contro il suo e lo mormora. - Io ti amo. 
River apre gli occhi e vede che il Dottore sta piangendo. Una lacrima silenziosa e solitaria e triste, proprio come lo è lui. 
E lei la cattura fra le labbra, leccandosi via il sapore salato con la lingua. 
Poi poggia la bocca su quella del marito e lo bacia. Lo bacia con tutta se stessa, lo bacia perché ne ha bisogno e lo bacia perché lui le ha detto...
- Io ti amo - sussurra anche lei, tra un bacio e l'altro. - Ti amo anche io, da sempre. Ti ho amato e ti amerò, amore mio. 
E il Dottore la guarda, guarda quegli occhi contenti, guarda quel sorriso da bambina innamorata che River ha dipinto sul viso, improvvisamente giovane e privo di ogni stanchezza o delusione. 
Ed è felice. 
Felice che quel "ti amo" le terrà la mano e le infonderà la forza necessaria quando offrirà la propria vita al posto suo, attaccata a quei fili.

 
Tu, Dottore, avevi sempre saputo, lo avevi saputo fin dalla prima volta. 
L'unica donna che potrai amare per il resto delle tue lunghe notti. 

Il Dottore e River Song.

E il vostro amore impossibile.
 
  
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