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Autore: Dragasi    28/06/2013    2 recensioni
Mi rimisi in piedi e guardando in faccia il Sith gli dissi disprezzandolo con tutto il mio cuore:– Quello che tu chiami vecchio barbuto è il mio Maestro. Mi ha dato l’opportunità di addestrarmi per diventare Cavaliere, mi sta regalando il suo tempo e il suo affetto ogni giorno da quando siamo insieme. Mi sta insegnando a essere un Jedi, mi sta guidando nella mia crescita e mi sta evitando di diventare un uomo come te. Lui è il mio Maestro e io sono fiero di essere il suo Padawan –
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi, Yoda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Li seguii buono buono, avevo già preso troppe botte. L’occhio che l’uomo mi aveva colpito si stava lentamente gonfiando. Mentre seguivo l’umano, il Wookie e l’Ishi Tib pensavo… “Quanti bambini di dieci anni si possono trovare in una situazione del genere? Se non fossi un Jedi probabilmente sarei a giocare con altri bambini, con mio fratello. Di sicuro non sarei tutto pesto e prigioniero con la mia unica arma in mano a un nemico, ma sono un Jedi e questi sono gli inconvenienti del mestiere. Spero solo che il mio Maestro capisca che sono finito nei guai, spero che non mi portino via il comlink, è l’unico modo che ho per comunicare con il Maestro. Potrei provare a fuggire, ma loro avrebbero la mia spada e se mi riprendono sono ancora più nei guai. Se li seguo magari mi portano da Jeir Kah o dal “Signore” e potrei scoprire qualche cosa di interessante, sempre che riesco a uscire vivo da questa situazione”
Intanto eravamo arrivati davanti a un edificio basso di cemento, c’era solo una porta in duracciacio con due guardie davanti. Erano talmente bardate che non riuscii a distinguerne la razza. L’Ishi Tib disse:– Abbiamo un prigioniero, dobbiamo portarlo subito al capo –
– Il capo non c’è – rispose una delle guardie con voce spigolosa, quasi meccanica – Rinchiudetelo, il capo si occuperà di lui quando rientrerà –.
Entrammo e mi spintonarono in un corridoio, ai lati porte e scale in discesa, dopo una porta e una rampa di scale in discesa giungemmo in un corto corridoio con un porta in fondo. Aprirono la porta e il Wookie mi buttò dentro spingendomi con la mano che gli restava. Caddi di faccia sul pavimento in terra battuta, mi misi in piedi un attimo prima che l’uomo mi afferrasse per un braccio.
– Togliti il poncho – mi intimò.
Obbedii. Appena lasciai cadere a terra il poncho l’uomo iniziò a frugare nei sacchetti appesi alla mia cintura. Trovò il comlink e mi chiese:– Cos’è questo marmocchio? –
Rimasi in silenzio e l’uomo provò a tirarmi uno schiaffo, ma mi abbassai e lui mi tirò un sullo stomaco.
– Cos’è questo? –
 
Rimasi in silenzio e pensai “Non tradirò Obi-Wan, non tradirò il mio Maestro”.
Ripensando a quell’episodio mi accorgo che i Jedi diventano adulti molto presto, forse troppo presto. Avevo dieci anni e mi comportavo da adulto, adesso mi chiedo se sono mai stato un bambino… Forse no. Forse le bravate fatte con Dragasi erano il nostro modo di essere bambini all’interno del Tempio con le sue rigide regole. Erano il nostro modo di sfuggire alla nostra vita, monaci ancora prima di sapere cosa significa, non-bambini, adulti in corpo di bambini, votati a proteggere la Repubblica ancora prima di sapere cos’è esattamente…
Ma sono felice di aver scelto questa vita,è la mia vita, sono nato sensibile alla Forza e grazie a questo mi è concesso un enorme potere, quello di mettermi al servizio degli altri per aiutarli. Ed è un grande potere, un potere che sono grato di possedere.
 
L’Ishi Tib disse:– Teniamolo noi questo aggeggio, magari scopriamo cos’è –
L’uomo annuì e disse:– Andiamocene, a lui ci penseremo quando torna il capo –.
I tre uscirono chiudendo a chiave la porta.
Mi sedetti a gambe incrociate al centro di quella che era la mia piccola prigione, mi chiesi se ormai le tre ore concordate con Obi-Wan fossero passate.
Obi-Wan avrebbe capito che mi trovavo nei guai solo allo scadere delle tre ore, quando non mi avrebbe trovato sul luogo dell’appuntamento.
Era inutile rimanere lì seduto a sperare che Obi si accorgesse che ero nei guai, penasi “Cosa farebbe il Maestro in una situazione del genere? Non posso uscire, cosa vorrebbe che facessi Obi-Wan?Probabilmente il Maestro, essendo così esigente, mi direbbe di fare i miei esercizi…
Ero troppo agitato per riuscire a esercitarmi con la sfera, che per fortuna mi avevano lasciato, così mi misi a meditare per riuscire a calmarmi.
Mi sistemai un po’ meglio rimanendo a gambe incrociate, appoggiai il dorso delle mani sulle ginocchia e chiusi gli occhi.
Iniziai a concentrami sulla Forza e piano piano raggiunsi gradi sempre più profondi di meditazione.
Iniziai a sentirmi parte del mondo intorno a me, mi sentivo pieno di Forza. Lei era con me, mi avrebbe aiutato, Lei non mi avrebbe abbandonato.
Mi accorsi che non ero l’unico prigioniero, c’era un’immensa diramazione di sotterranei e potevo sentire molti prigionieri, ognuno da solo in una stanza. La solitudine può essere una dura prova psicologica e Jeir Kah, probabilmente, cercava di indebolire i suoi nemici in questo modo.
Ero tranquillo durante la meditazione e rilassato, per qualche strano motivo iniziai a mormorare il Codice Jedi a fior di labbra. Non l’avevo mai fatto e dopo quella volta non l’ho più fatto.
Non so quanto tempo passai in meditazione prima che la porta venisse aperta.
Sentii la presenza di tre creature viventi, ma non interruppi la mia meditazione fino a quando uno dei tre disse:– Che stai facendo marmocchio? Cosa stai mormorando? –.
Aprii gli occhi. Era stato l’uomo del pub a parlare, con lui c’erano l’Ishi Tib e un secondo uomo.
Rimasi nella posizione in cui ero guardando l’uomo dissi:– Meditavo –. La meditazione mi aveva tranquillizzato. L’uomo domandò di nuovo:– Cosa stavi mormorando marmocchio? –
Dalla sua voce capii che aveva paura e ,anche se per me sarebbe stato un vantaggio alimentare la sua paura, non ci riuscii. Non è nella natura di un Jedi causare sofferenza, siamo spinti ad amare la vita, non potremmo mai vedere qualcuno soffrire. Così risposi all’uomo:– Non ti preoccupare, niente che vi possa far male. Stavo ripetendo il Codice Jedi –
– Pensi che io abbia paura di un marmocchio come te? Avrai si e no nove anni!! –
– Dieci – lo corressi – E comunque sono convinto di farti più paura di quello che vuoi far credere. Tu hai paura dei Jedi ho sbaglio?–
L’uomo rimase in silenzio guardandomi con uno sguardo carico d’odio. A quel punto intervenne lo sconosciuto che disse:– Su Lark, calmati e lascia in pace il bambino – poi rivolgendosi all’Ishi Tib disse:– Puoi darmi quello che avete trovato addosso al ragazzo e poi lasciarci soli? –
L’Ishi Tib annuì e porse il mio comlink all’uomo e poi uscì insieme al suo compagno.
L’uomo iniziò a parlare:– Se i Jedi sono così intelligenti come dicono avrai già capito chi sono –
Ero convinto di averlo intuito,ma volevo una conferma:– Io non so neanche un Cavaliere, ho dieci anni, sono solo un’apprendista. Dimmi tu chi sei e vedremo se ho indovinato –
L’uomo sorrise divertito e rispose:– Sapete usare bene la lingua voi Jedi… quante ore al giorno vi addestrate? E su cosa?–
Decisi di dargli corda, se volevo ottenere risposte dovevo farlo parlare. Vidi quella situazione molto simile agli esercizi di retorica e dialettica a cui Obi-Wan mi sottoponeva almeno una volta a settimana.
– Da quando entriamo al Tempio la nostra vita è il nostro addestramento. Tutto il giorno e tutti i giorni ci addestriamo, per tutta la nostra vita –
– È una vita dura per un bambino o sbaglio? –
– Abbastanza, però ho un grande dono –
– E quale sarebbe questo dono? –
Sorrisi e con tono neutrale risposi:– Avere la Forza come alleato –
– Come fai ad avere così tanta fede in una cosa che non puoi vedere o toccare? –
– La posso sentire con me però, sempre –
– Sempre? Anche quando sei in pericolo? –
– Specialmente. Tu cosa o chi hai con te quando sei in pericolo?–
– Sono un uomo potente, ho molte guardie –
– Più potente del governatore? –
– Di quel Twi’lek rugoso? – disse l’uomo scoppiando a ridere – Certo, tengo anche il suo primogenito imprigionato proprio come te –
E così aveva appena ottenuto la prima risposta, sapevo che Ston’ly era all’interno di quell’edificio.
– E qual è il nome dell’uomo più potente di Socorro? – dissi cercando di adularlo
– I tuoi trucchetti non funzionano con me, Jedi –disse con una punta di disprezzo, poi continuò – piuttosto dimmi cosa ti serve un comlink, che tra l’altro mezz’ora ha suonato. Ho risposto e una voce ha parlato. Ha detto “Koi-Jon dove sei? È quasi un’ora che ti aspetto. Padawan, rispondi?Razza di maleducato perché non dici niente! Padawan Talker, ti giuro che appena ti riprendo sei nei guai! Così impari a rispondere al comlink, ma a non dare notizie al tuo Maestro!” Direi che da questo ho parecchie informazioni su di te, il tuo nome, il tuo grado, e soprattutto che non sei l’unico Jedi su Socorro, ed essendo l’altro il tuo Maestro sarà sicuramente più potente di te –
Le parole che l’uomo mi aveva riferito non erano da Obi-Wan, il Maestro si era accorto che non ero stato io a rispondere al comlink… aveva capito e aveva fatto credere l’opposto… sorrisi mentalmente e poi tentai il tutto per tutto con l’uomo:– Ma anche io so il tuo nome e so che non sei l’uomo più potente di Socorro –
L’uomo si adirò e urlò:– Ricorda marmocchio, Jeir Kah è l’uomo più potente di Socorro, e presto sarò io a governarlo! –. Detto questo buttò il mio comlink a terra e lo pestò, poi uscì chiudendo a chiave la porta.
   
 
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