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Autore: Buggyjo    28/06/2013    9 recensioni
sogna in grande.. prima o poi si realizzano.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'THINK. '
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C'era una volta,
una bambina dai lunghi capelli castani, degli occhi come il cioccolato mischiato alle nocciole, con la pelle candida e perfetta, con delle labbra carnose e rosee, le mani piccole e graziose, con indosso un delicato vestitino color lilla che s'intonava perfettamente a com'era e aveva un sorriso magnifico.
Quel sorriso di chi è felice.
Viveva in una casetta in pietra rossa, con un bel cencelletto verde sovrastato da bellissimi fiori rosa, e giocava nel suo cortile insieme alla sua mamma.
Un donna bellissima, dedita alla sua bambina, come se nulla ci fosse di più prezioso.
Insieme al suo papà.
Un uomo di bell'aspetto, si somigliavano molto e lei ne andava fiera, che giocava con lui a nascondino, ad acchiapparella, lei rideva felice mentre correva per il grande giardino, curato, pieno di rose e fiori di ogni genere, in una giornata soleggiata e felice e i suoi fratelli erano felici e la chiamavano per la merenda.
E poi nei giorni successivi la bambina era nello stesso giardino a giocare a carte con il fratello più piccolo mentre il più grande giocava con i suoi lunghi capelli, perfetti e rideva con loro.
Lei con il fisico bilanciato, gli occhi che sprizzavano allegria e felicità da ogni parte mentre suo padre le portava felice un succo d'arancia e la mamma tornava dal lavoro per preparare insieme la cena.
Per poi cenare felicemente intorno alla propria tavola grande e accogliente, che così piena diveniva calda e gioiosa, per poi a una determinata ora andare a letto, dare una felice buonanotte a tutta la sua famiglia e farsi rimboccare le coperte dai suoi genitori che le ripetevano ancora e ancora e ancora quanto le volessero bene, quanto loro l'avrebbero protetta per sempre, per poi chiudere gli occhi e fare chissà quali bellissimi sogni.
La bambina cominciò anch'essa a crescere come tutti, ma era sempre li in quel giardino.
Con il fratello che svolgeva il lavoro che non aveva finito in ufficio a casa per stare con la famiglia, con il fratello minore che gioca a calcio con il padre mentre la mamma cucina il loro piatto preferito, mentre lei si dondola sul dondolo mentre studia per gli esami di terza media alla perfezione per uscire con il massimo.
Per poi dare un bacio ad ogni componente della sua famiglia per andare nella sua stanza a dormire e fare bellissimi sogni, magari diventare una principessa, come nelle favole.
Poi arrivano i sedici anni, il fratello l'accompagna a scuola, la fa uscire con gli amici, va bene a scuola, lei si occupa del fratellino, come un fratello, litigano e giocano, la madre si occupa di loro e della casa e il padre lavora per poter far fieri i proprio figli imbandendo la tavola di cibo e bevande, di frutta e verdura, di dolci e felicità.
E adesso aveva un fidanzatino, di quelli che ti offrono la cena e preparano una serata magnifica per farti avere la prima volta dei tuoi sogni, quella dove tu sei perfetta, e lui è perfetto nonostante il luogo o il tempo.
Poi arrivano i diciotto anni, tutti sono felici del tuo diploma, felici della tua patente che tuo padre ti ha fatto prendere con orgoglio, e in cui ti sei impegnando rendetoni semplicemente fiera di averli fatti fieri.
Poi hai preso la laurea e stai per sposarti con l'uomo della tua vita, che ti ama, che non ti mente che non si fa del male e pensa a te come se esistessi solamente tu.
Arrivano i trentacinque anni, ha i figli e ha un marito perfetto.. che torna dal lavoro e abbraccia la figlia come sua madre era stata trattata e amata per poi metterla a letto e mettersi a letto.
Lei bacia il suo maritino e sogna un futuro raggiante con la sua famiglia felice.
C'era, in quella stessa volta una piccola palazzina mai rifinita, grigia, senza mattoni, e vi era una finestra, una grande finestra che dava su quella bellissima casa rossa in mattoni.
E da quella finestra vi era sempre affacciata una bambina dai lunghi capelli castani, degli occhi come il cioccolato mischiato alle nocciole, con la pelle candida, con delle labbra carnose e rosee, si metteva sempre li a guardare quella bambina dalla vita felice e preziosa sorridendo per lei.
Ma lei non aveva le mani graziose, erano sempre sfreggiate, i gomiti sempre graffiati per quando cercava di imparare ad andare in bicicletta solo con il fratello maggiore e cadeva rovinosamente.
Con le guancie sempre arrossate perché qualcosa non andava mai bene.
Stava sempre in casa dopo la scuola, a guardare da quella finestra mentre il fratello maggiore cercava di non far degenerare la situazione tra la mamma e il papà, oppure era a scuola, ed era di soli cinque anni più grande, come il fratello della sua carissima vicina.
Non aveva molti giocattoli, ma aveva un piccola bambolina di pezza, dai capelli rossi e il faccino felice e con un vestitino un pò strappato dal tempo.
E stava li da sola, fino a quando la sera, quando l'altra bambina si metteva a dormire non andava in mezzo al letto del suo fratellone per farsi stringere tra le sue braccia dopo che anche quella sera si era accontentata di mangiare solo un pezzo di pane con delle olive che la mamma era riuscita ad avere a fine mese e chiudeva gli occhi per immaginare la sua vita da grande con il suo fratellone e il suo fratellino.
Ma anche lei crebbe, ma niente migliorò, a tredici anni era ancora li affacciata a quella finestra ad osservare quella bambina studiare spensierata mentre gli altri si prendevano cura di lei e richiuse quella finestra per prendere il suo libro tanto sudato e andare a dare volantini in giro con il libro in mano per studiare qualcosa e passare gli esami.
Per poi tornare a casa e andare direttamente nella camera del suo fratellino minore nel vedere la tavola vuota, la mamma piangere e il padre non sa dove.
Bacia il fratellino e si affaccia leggermente a quella finestra per osservare quella ragazza mentre da un bacio ad ognuno di loro, ma quella sera aveva potuto vedere ben poco, così s'infilò a letto e guardò il suo soffitto lasciando che le lacrime, che non potevano più essere asciugate dal suo fratello maggiore, scivolassero sulle sue guancie, già rosse e lasciarla sprofondare in un sonno profondo a sognare di divenire come la ragazza di fronte alla sua casa.
Poi arrivarono i quattordici anni, quelli dove dovresti essere spensierata, pensare alla prima cotta, mentre lei stava pensando a come evitare che il suo fretellino subisse ciò che lei stessa aveva subito. 
Ma non pensava più a se stessa da non essersi resa conto che era in macchina con un quasi perfetto conosciuto che si prese ciò che ogni ragazza vorrebbe donare al suo principe azzurro, la sua verginità, magari in una camera da letto profumata e ben sistemata con il ragazzo che ama, con dolcezza e affetto non in una macchina, con uno sconosciuto e in un luogo desolato lasciandola lacerata nel profondo per il resto della sua vita.
Quella notte rientrò in casa e si mise nel letto del suo fratellone, vuoto, freddo per lasciare che i suoi sogni fossero migliori della sua realtà.
Poi incontrò il suo principe, o almeno credeva, ma anche lui aveva problemi, ma le avrebbe donato la vita per lei.
Stava li davanti quella finistra, senza mangiare, dopo aver cacciato di casa suo padre dopo che le aveva distrutto la vita, un fratello, una madre, lei stessa, che non era stato li a proteggerla, amarla, dirle 'ti amo'.
E guardava da li la vita di quella ragazza, perfetta nella sua imperfezione, ma ancora con la pelle candida mentre lei.. La sua pelle ora era macchiata, da profondi tagli sui polsi, smagrita per il non mangiare o il continuare a provarsi un rigetto per non ingrassare, per tentare di essere accettata da tutti, dopo essere stata vittima di un bullismo efferato, picchiata, insultata, le tagliarono i capelli, le nascondevano i libri che si comprava con le sue forze, la chiudevano nel bagno e poi chiamavano a casa dicendo che non mi presentavo mai a scuola.
Ma poi è cambiata.
E' diventata lei il capo, lei divenne la sola che avesse la forza fisica e morale di difendere i più deboli come nessuno fece con lei.
Ma non pensava che poteva andare ancora peggio.
Un giorno salvò un ragazzino da dei bulli, come quelli che ce l'avevano con lei, e lo fece fuggire salvandosi le penne ma una sera, il suo principe la portò ad una festa.
Una festa che doveva essere tranquilla ma che in realtà diede la fine a quella sua piccola inutile e breve felicità.
Quei tipi l'attaccarono e il suo principe sacrificò la sua vita per lei e si fece uccidere lasciandola sola e chiedendole di vivere per lui ma lei non ci riuscì.
Lei si ritrovò di nuovo li, davanti quella finestra, per anni e anni, a guardare la bambina di fronte crescere e farsi sempre più bella, più viva, mentre lei moriva lentamente.
Una sera diede la buonanotte a quella ragazza mentre si metteva a dormire dopo aver salutato i suoi bambini e si rannicchiò nel suo letto, chiudendo gli occhi e diventando lei finalmente la bambina che aveva sempre visto da quella finestra, per essere finalmente felice insieme al suo fratellone maggiore e il suo principe.
   
 
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