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Autore: Dragon_Flame    28/06/2013    10 recensioni
Le riflessioni di Oscar François de Jarjayes prima della sua morte, rivolte esclusivamente ad André Grandier, il suo amore appena scoperto e tuttavia subito perduto. Un amore che supera le porte dell'eternità. Un sentimento che niente e nessuno potrà mai cancellare. Più forte di una tempesta, più tenace di una strenua resistenza, più travolgente di una bufera, più profondo di un abisso. Un amore per sempre, appunto.
Perché te ne sei andato, André? Perché non hai mantenuto la promessa che mi hai fatto?
***
Buona lettura! ;D
Flame
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rombo dei cannoni è ormai lontano, distante. Non sento più le scariche di fucileria che provengono dai bastioni della Bastiglia, abbattendosi con violenza e ferocia sui combattenti della rivoluzione. Quelle grida di dolore, paura, coraggio, i comandi e i gemiti degli innumerevoli donne e uomini che stanno dando battaglia ai piedi della prigione fortificata non mi arrivano più nitidamente, sono solo una pletora di voci indistinte.
Ci sono i volti di tante persone intorno al mio letto di morte: dottori, compagni d'armi, Bernard e Rosalie. Lei adesso sta piangendo e con la mano delicata mi pulisce gentilmente il sangue calato sul mio volto dalla ferita che ho alla testa. Alain non c'è, è a combattere con i miei uomini; ha obbedito al mio ultimo ordine impartitogli. Lotta con il popolo per la libertà.
C'è un'altra persona che manca. André.
Un singhiozzo scuote il respiro aspro e irregolare che riempie d'aria polverosa i miei polmoni, pregna dell'odore della polvere da sparo e del fumo di alcuni fuochi. Anche l'odore del sangue pare giungere al mio olfatto. Ma non il profumo della tua pelle, quello che ho potuto assaporare solo due notti fa, in riva a un fiume antico e solitario, alla luce tremula di una lattea falce di luna.
Perché te ne sei andato, André? Perché non hai mantenuto la promessa che mi hai fatto? Avevi giurato che mi saresti stato accanto per sempre, che non mi avresti mai abbandonata. Avevi promesso che ci saremmo sposati, che saremmo stati felici insieme. E io ti ho creduto ingenuamente. Ma ora non ci sei più. Una pallottola ti ha perforato il petto, lacerando crudelmente una vita travagliata. Sì, travagliata: dall'amore non corrisposto che hai nutrito nei miei confronti nell'intero arco della tua breve, effimera esistenza umana; dalla cecità che ti ha privato dell'occhio sinistro e ha minato la vista dall'occhio destro; dalla straziante consapevolezza che in punto di morte ti ha sicuramente colpito, rendendoti cosciente del fatto che dovrai aspettare che la mia anima torni a quel Dio che ci ha creati e incarnati per stare insieme nella vita terrena e per l'eternità. Obbligandoti ad attendermi ancora una volta.
Mi dispiace, André. Mi sento in colpa con me stessa e con te, perché non sono stata in grado di amarti prima, di far emergere il snetimento d'amore che già da tempo giaceva addormentato nei recessi più profondi del mio spirito, aspettando solo di fuoriuscire. Già, perché a causa mia e della mia sciocca volontà di vivere come un uomo hai dovuto aspettare che mi accorgessi da sola di ciò che provavo realmente per poter essere ricambiato. Perché per colpa mia sei morto senza poter colmare il vuoto che per anni hai avuto dentro, senza poterlo riempire col mio amore. E ora non ci sei più.
I ricordi però ci sono ancora; quelli rimangono. Rivedo ancora i tuoi splendidi occhi verdi che scintillavano ogni volta che si posavano su di me, come se contemplassero la cosa più bella di questo mondo. Ricordo ancora la tua figura mascolina, la tua massa ondulata di capelli mori, il tuo sorriso smagliante. Rammento ancora il sentimento d'amore e rispetto profondo che hai sempre custodito nel tuo cuore, con pazienza e fiduciosa devozione, fino a che non l'hai tirato fuori per offrirmelo e donarmelo in un abbandono totale.
Lacrime silenziose offuscano ulteriormente la mia vista già appannata, nel flusso tumultuoso dei ricordi. Le cavalcate lungo il fiume, il brillante sole nascente che all'alba abbiamo visto insieme accoccolati sul dolce versante di una verde collinetta, i fischi saettanti delle nostre spade che s'incrociavano e si scontravano nell'aria durante le nostre lotte. Le liti infantili, i pomeriggi trascorsi l'uno accanto all'altra nell'impegno o nello svago, lo splendore trionfale delle marce della Guardia Reale e dei sontuosi balli della reggia di Versailles. La vita di caserma, la tua presenza vigile e serena costantemente al mio fianco, le bravate di gioventù e i segreti condivisi. Il dramma della cecità che ti ha colpito e che hai tentato inutilmente di celarmi. Quel bacio furioso e esasperato che mi hai strappato la notte in cui ti rivelai la mia drastica scelta di rinunciare alla mia essenza femminile per nascondermi dentro all'uniforme di comandante. La notte in cui ci siamo concessi l'un l'altra, liberando finalmente il nostro intenso e profondo bisogno d'amore e complicità che aveva sempre aleggiato intorno a noi senza che fossimo capaci di coglierlo al volo. Il proiettile che ti ha tolto la vita e che mi ha negato il tuo appoggio vitale. Ma perché, André, è finita così? Perché non ci è stata concessa una seconda possibilità di felicità?
Un quieto intorpidimento sta calando dolcemente sulle mie membra appesantite, inerpicandosi lentamente lungo il collo indolenzito. Al posto del dolore straziante provocatomi dal proiettile che mi è penetrato nella tempia ora avverto solo un una fiacca sensazione di stanchezza. Sono esausta di vivere. Voglio riunirmi a te. Qui nel mondo terreno nulla mi trattiene: Alain ha preso il comando dei miei soldati, mio padre mi ha rinnegata in nome dell'onore dei Jarjayes seppur continuando a volermi bene, Rosalie è ormai grande e indipendente e può contare sull'affettuosa dedizione di suo marito Bernard. Solo tu mi attendi e intendo raggiungerti presto, il prima possibile.
Tutto si fa buio. Il dolore è svanito. Mi sento eterea, immateriale. E' questa la morte? C'è pace intorno, ma io non la voglio. Desidero trovarti, ricongiungermi a te. Dove sei, André? Mi volto di scatto, avvertendo come una specie di presenza vicino a me. La tua figura è a poca distanza dalla mia. Il tuo volto è splendido, raggiante, con entrambi gli occhi mobili e sereni e il sorriso affabile e sincero che hai sempre avuto sulle labbra, solo per me. Sei qui con me, adesso. Mi tendi una mano, lontana, e io spicco quasi un salto nel vuoto, nel tentativo di afferrarla. Non sento fisicamente le mie dita intrecciarsi con le tue, né il mio corpo stringersi al tuo, ma percepisco le nostre anime sfiorarsi e fondersi in una sola, mentre la pace eterna irrompe in me.
La morte mi accoglie nelle sue gelide spire fatali, strappandomi alla sofferente agonia che negli ultimi due giorni ha cancellato la mia vita, portandomi irreversibilmente verso il declino.
Ma adesso sono felice, veramente, completamente, essenzialmente felice. Non devo più soffrire nell'attesa smaniosa di riconciliarmi a te. Sono con te, seppur in un'altra vita. Non ho rimpiati né rimorsi. Soprattutto, ora ho la certezza che il tuo amore nei miei confronti non verrà mai a meno, che arderà sempre vivo e tenace come una fiamma perpetua. Il nostro amore non perirà mai. Ha sfidato le porte dell'eternità, la separazione terrena, mille difficoltà, e ne è uscito forte come non mai.
Il nostro sarà un amore per sempre.
  
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